Caso Surdeanu: Andrada difende il padre

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Caso Surdeanu: Andrada difende il padre

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TENNIS – Il caso della giovane Andrada Ioana Surdeanu ha fatto il giro del mondo, adesso la 16enne rumena difende il padre, reo di averla colpita perché arrabbiato a seguito della sconfitta nel torneo israeliano. Anche la madre della giovane difende il marito


Il caso della giovane tennista romena, Andrada Ioana Surdeanu, di appena 16 anni, ha fatto il giro del mondo. Ieri avevamo parlato della vicenda della numero 156 della classifica junior, che sarebbe stata picchiata dal padre, poi arrestato dalle autorità israeliane, dopo che la figlia aveva perso ai quarti di finale del ITF Junior di Kiryat Shmona. In seguito Andrada aveva smentito che si fosse trattato di un atto di violenza gratuito da parte del padre, adducendo il gesto alla rabbia per aver perso il match: “Non ho giocato bene, specialmente negli ultimi giochi. Alla fine mi ha chiesto di dargli il cellulare, è il suo modo di punirmi quando non vinco le partite per colpa mia. Gli ho detto di prenderlo e ho buttato il telefono. Mi ha schiaffeggiato un paio di volte, una delle quali ha colpito il mio naso. Io e mio fratello siamo molto sensibili in quel punto e ho perso un po’ di sangue. Mi sono inginocchiata, coprendo il viso con le mani in modo che non potesse colpirmi di nuovo. Sanguinavo un po’, ero scioccata. Mi ha dato un asciugamano bagnato, dicendo di andare dal medico del torneo. E’ stata la prima volta, non mi aveva mai colpito prima. Adesso ha delle restrizioni e non gli sarà più permesso di venire con me ai tornei. Ora come faccio? Come posso diventare come Simona Halep? Quando ho visto che è stato descritto come un criminale e una bestia, mi è venuta voglia di urlare. Mi sento colpevole per quello che è accaduto, anche se so che non è solo colpa mia. Non dico che ha fatto bene a colpirmi, non voglio essere fraintesa. Lo amo molto e vorrei che torni a casa”. La polizia israeliana ha comunque deciso di rilasciare Lucian Surdeanu, in seguito al pagamento della cauzione di 300 dollari. Nel frattempo fa sentire la sua voce anche la madre della giovane tennista che ha denunciato il trattamento della polizia israeliana nei confronti della figlia, costretta, a quanto sostiene, a firmare un documento in ebraico, senza che lei ne conoscesse il contenuto: ”Inoltre le hanno impedito di visitarlo”.

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