Serena Williams: “Mi piacerebbe eguagliare Steffi Graf"

Interviste

Serena Williams: “Mi piacerebbe eguagliare Steffi Graf”

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TENNIS – Quest’anno Serena Williams ha vinto il 18° titolo del Grande Slam. In questo periodo di preparazione alla prossima stagione è stata intervistata da una delle campionesse che è riuscita ad eguagliare. Chris Evert l’ha incontrata per ESPN The Magazine’s Interview Issue (traduzione di Alessia Gentile)


Serena Williams ha vissuto una stagione tormentata, e nonostante questo è riuscita ad alzare il 18° trofeo del Grande Slam agli US Open, dove in finale ha sconfitto l’amica Caroline Wozniacki, oltre al trofeo che ha chiuso la stagione Wta, le Finals di Singapore. In un’intervista per ESPN con Chris Evert, la 33enne statunitense spazia dall’amicizia nel circuito ai miglioramenti del suo tennis grazie a Mouratoglu, al desiderio di raggiungere Steffi Graf e i suoi 22 titoli Major.

Com’è nata questa grande amicizia con Caroline Wozniacki e come riesci a gestirla? Voglio dire, Martina e io siamo grandi amiche ora, ma quando eravamo n. 1 e 2 del mondo non avevamo un rapporto così stretto.
Caroline mi è piaciuta subito, da quando ci siamo conosciute, e quando ci siamo trovate ad affrontare momenti difficili c’eravamo sempre l’una per l’altra. Abbiamo cominciato a mandarci dei messaggi, prima sporadicamente poi sempre più di frequente, e ora ci sentiamo o ci mandiamo messaggi tutti i giorni. E’ bello arrivare a conoscere così bene una persona che fa parte del tour professionistico e che conosce tutto quello che ti può accadere, dentro e fuori dal campo. Abbiamo parlato di come il percorso di crescita sia stato differente per le giocatrici. Per me e Venus è stato positivo non giocare nel circuito juniores, allora le ho chiesto “Com’è stato giocare nel circuito junior?”. Mi vergogno a dirlo, ma ho saputo dell’esistenza del torneo di Wimbledon juniores solo dopo qualche anno che giocavo: non mi ero resa conto che c’era anche un altro torneo per i ragazzi.

Vostro padre (che è stato anche il vostro primo allenatore) non vi ha fatto partecipare ai tornei juniores. Credi che qualcuno sia rimasto sorpreso da questa decisione?
Credo di sì. E ora penso che se avessi giocato i tornei più importanti a livello juniores, compresi quelli Slam, probabilmente dopo qualche anno nel circuito pro sarei stata già stanca; mi sarei detta “Beh, sto facendo tutto questo da troppo tempo”. Forse questo è uno dei motivi per i quali sto ancora giocando: la mia carriera è iniziata in un modo diverso.

Ami vincere o odi perdere?
Dal punto di vista emotivo la sensazione che provi quando vinci non è la stessa che hai quando perdi una partita. Credo che questa sia una delle ragioni per cui ancora gioco, perché se non avessi più voglia di scendere in campo non lo farei. Ma la verità è che odio perdere.

Dopo l’eliminazione a sorpresa al primo turno del Roland Garros del 2012, ti sei rivolta a Patrick Mouratoglu e hai avuto un 2013 pazzesco. Cos’ha visto Patrick nel tuo modo di giocare?
Non è stato ciò che ha visto, piuttosto ciò che ha fatto. Non mi ha mai dato l’impressione che stesse cambiando qualcosa. Credo che le mie basi fossero abbastanza solide, quindi abbiamo semplicemente aggiunto qualcosa a quello che già c’era. Di recente stavo riguardando le mie partite su YouTube. Ho trovato partite del 2009, 2010 e 2011 e posso tranquillamente affermare che, rispetto ad allora, sono una giocatrice migliore. Mi muovo meglio sul campo, sono più leggera. Il mio gioco è molto più semplice e l’impressione è che faccia anche meno sforzo.

All’inizio del 2014 avevi detto che il tuo obiettivo era quello di fare meno errori. Cosa vorresti cambiare nel tuo gioco per il 2015?
Vorrei muovermi più velocemente in campo, essere più dinamica. Poi devo recuperare il mio servizio. Credo che quest’anno il mio servizio sia stato piuttosto deludente. Vorrei avere il servizio del 2013, ma migliorato per il 2015. Ho commesso parecchi doppi falli quest’anno: in una partita ne ho commessi sette e questo mi stava facendo uscire di senno. Quando sbagliavo mi trovavo a pensare “mettila dentro”, ma questa non è la mentalità giusta. In ogni caso credo di essere troppo perfezionista. A volte, durante gli allenamenti, mi capita di fare per tre ore lo stesso colpo senza neanche fermarmi a bere. Una parte della mia testa mi dice “Serena, ora basta”, ma l’altra parte mi dice “Devi riuscire a farlo bene”. La scorsa estate, però, ho fatto qualche cambiamento e a Cincinnati ho giocato molto bene. Patrick mi ha dato ottimi suggerimenti, soprattutto sulla seconda di servizio.

Ora hai 33 anni. C’è qualche giorno in cui ti svegli e dici “No, voglio rimanere a letto?”
Certo che c’è. Ma credo che sia normale; giochiamo moltissime partite durante l’anno e non in tutte le partite mi sento pronta o in forma. Credo di aver affrontato un paio di partite con l’atteggiamento di chi non ci vuole andare, ma per me l’obiettivo non è “non voglio giocare quella determinata partita” ma arrivare fino in fondo. E’ questo che mi fa andare avanti. Non sono ancora pronta a dire basta.

Attualmente sei l’atleta donna più famosa del mondo, e so anche che sei una persona molto riservata. C’è un prezzo da pagare?
Ormai ci sono abituata e ora lo apprezzo di più. Quando esco sono pronta. Mi ricordo di quando la gente ti chiedeva l’autografo. Ora tutti vogliono farsi la foto. Credo che i telefoni con la fotocamera siano la cosa migliore e peggiore che sia mai stata inventata.

Titoli del Grande Slam. Ora sei nel club dei 18. Quanto vuoi spingerti oltre?
Beh, non è un segreto. Mi piacerebbe raggiungere Steffi Graf (a quota 22 titoli, ndr), ma al momento il mio obiettivo è vincere il 19° già in Australia. Non so se ci riuscirò o no, ma so che se dovessi arrivare a 19 comincerei subito a pensare al ventesimo.
Un giorno mi piacerebbe fare qualche scambio con te.
Sarebbe una bella sensazione giocare con qualcuno che ha vinto 18 titoli del Grande Slam. Ti va di giocare Chrissie? Facciamo questo fine settimana, così finalmente saprò cosa si prova.

Un giorno mi piacerebbe fare qualche scambio con te.
Sarebbe una bella sensazione giocare con qualcuno che ha vinto 18 titoli del Grande Slam. Ti va di giocare Chrissie? Facciamo questo fine settimana, così finalmente saprò cosa si prova.

 

 

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