Australian Open, adesso si fa sul serio

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Australian Open, adesso si fa sul serio

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Dopo una settimana ricca di colpi di scena il torneo entra ancora più nel vivo. Tutto resta aperto aperto ma Djokovic è ancora favorito, con Murray e Nishikori che sembrano in grado di contrastarlo. Troppe incognite su Nadal. E se ci scappasse la sorpresa?

È stata una settimana non priva di colpi di scena a Melbourne. Anche se su tutto si erge l’ombra della titanica impresa di Seppi – chissà se lo è davvero, con il Federer di questo suo lungo e splendido tramonto – molto altro è successo, e non ci si è certo annoiati.
Nadal per cominciare. È stato sull’orlo del baratro contro Tim Smyczek, un ragazzetto – è alto appena 1.75 – di Milwaukee che non è che abbia giocato la partita della vita. E anche contro un altro scoglio non particolarmente impegnativo, Dudi Sela, dopo aver navigato tranquillo per un’ora si è incagliato in un set che poteva persino perdere, se un nastro non gli avesse dato una buona mano. Adesso Rafa è atteso da Kevin Anderson, che in Australia fa sempre la sua parte, ma che difficilmente batte qualcuno che in classifica sta meglio di lui. Eppure per il Nadal di questi tempi, tutto è potenzialmente pericoloso. Sarebbe abbastanza sorprendente trovarlo in semifinale.
Nei quarti dovrebbe trovare il “solito” Tomas Berdych. Il quale dovrà augurarsi che con il matrimonio riesca finalmente a trovare una serenità psicologica che gli è sempre mancata quando il gioco comincia a farsi pesante. Con Tomic la partita è tutt’altro che semplice, visto il buon Bernard da queste parti ridiventa il giocatore per cui tutti avevano (e lo fanno ancora) pronosticato un gran futuro. L’australiano forse vuol riprendersi la scena che Kyrgios gli sta rubando, ma in ogni caso ha condotto fin qui un torneo esemplare, soffrendo il giusto contro Kohlschriber, uno che da solo non si batte, e superando con autorità Sam Groth. Tutto questo non dovrebbe essere sufficiente contro il devastante Berdych ammirato contro Troicki che fin qui non ha ancora perso un set.

Il big match degli ottavi non è, come ci piacerebbe, Kyrgios-Seppi ma quello tra Andy Murray e Grigor Dimitrov. Lo scozzese è stato sin qui ingiocabile e se è vero che non ha avuto fin qui chissà quali avversari è anche vero che i suoi rivali nella corsa al titolo non hanno avuto impegni sulla carta più complicati del suo. Murray ha ceduto appena 26 game in tutto il torneo e per uno facile alla distrazione è un segno di notevole solidità. Adesso ha l’occasione di prendersi la rivincita di Wimbledon con Grigor Dimitrov, che invece è apparso sin troppo zoppicante, anche se Baghdatis in Australia è sempre meglio tenerlo lontano. Ma il bulgaro cresce troppo lentamente, ha già smarrito 3 set e non sembra particolarmente migliorato rispetto al finale di stagione scorso. Insomma Murray appare uno dei favoriti della parte bassa del tabellone, forse ancora più di Nadal. E sembra un osso troppo duro anche per i giovani denti di Kyrgios, ovviamente favorito sul nostro Seppi al quale non possiamo che augurare di ripetere la partita contro Federer, non del tutto convinti che sarebbe sufficiente. Ma qualche speranza per approdare per la prima volta in carriera ai quarti di uno Slam Seppi deve nutrirla, se non lo fa dopo che batte Federer quando mai dovrebbe?

La parte altra del tabellone rimane dominata da Novak Djokovic. Il serbo non ha dato l’impressione di essere quella terribile macchina da tennis che è sembrata nello scorcio finale del 2014 ma sembra poter ancora godere di un margine di sicurezza rispetto agli avversari. In fondo ha ceduto un solo game più di Murray e ha l’aria di avere margini di miglioramento, anche se un Verdasco meno scellerato avrebbe potuto portargli via il primo set. Difficilmente avrà problemi contro Muller, ma dal turno successivo ne sapremo di più, perché il Raonic visto in questi giorni non dovrebbe faticare tantissimo contro il “miracolato” Feliciano Lopez, uno che è riuscito ad arrivare agli ottavi salvando match point nelle prime due partite. Il canadese di Podgorica ha finalmente vinto una partita senza patemi – curiosamente la prima in cui ha ceduto un servizio – ma non è certo l’ambizione che gli manca e in campi rapidi come questi potrebbe dare molto filo da torcere al serbo. Il problema di Milos rimane piuttosto come riuscire a strappare quello a Djokovic.

L’ultimo spicchio del tabellone è quello del detentore del torneo, Stan Wawrinka, che a fari spenti si avvicina al big match contro Kei Nishikori. L’ultimo ostacolo non dovrebbe essere pericoloso né per l’uno né per l’altro, perché sia Guillermo Garcia-Lopez sia, seppure a con diversa convinzione, Ferrer non sembrano in grado di sbarrare il passo ai due. Il giapponese continua ad avere una brutta tendenza alla distrazione, ma appena ritorna con gli occhi sul match ridiventa ingiocabile. Lo svizzero si porta dietro questa indolente incostanza che rischia di perderlo. Però tutti aspettiamo la replica dello splendido incontro che i due giocarono a Flushing Meadows.

Insomma, ci aspettano degli ottavi “interlocutori”. Se non ci sono grossissime sorprese un torneo già interessante rischia di diventare bellissimo a partire da lunedì. Speriamo.

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