Australian Open, Nadal che perde al quinto match è vera sorpresa? Sì e no

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Australian Open, Nadal che perde al quinto match è vera sorpresa? Sì e no

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Giornata moscia, ma Rafa Nadal che perde fa sempre notizia, come Tomas Berdych che vince. Andy Murray super, Nick Kyrgios rientra nei ranghi. Donne: finale Russia-Usa?

Scrivere un commento su questa giornata di tennis fredda (appena 11 gradi altro che estate) e ventosa non è troppo facile, perché sebbene abbia perso uno dei grandi del tennis, Rafa Nadal, e contro un giocatore che aveva battuto le ultime 17 volte – impossibile non rievocare per la millesima volta la celeberrima frase pronunciata da Viats Gerulaitis quando finalmente batté al diciassettesimo tentativo Jimmy Connors al Masters ATP del Madison Square Garden “Nessuno batte Vitas Gerulaitis 17 volte di fila” – lo stato di forma di Nadal era arcinoto fin dall’inizio dell’anno e del torneo.
Ciò senza nulla togliere a Tomas Berdych che, dopo due set in scioltezza, e il secondo addirittura per 6-0 come a Nadal negli Slam era accaduto a Wimbledon nel 2006 con Federer e nel 2004 con Roddick, insomma roba preistorica – ha dovuto impegnarsi sul serio soprattutto nel terzo set, quando l’orgoglio del maiorchino è venuto fuori e non c’è mancato moltissimo che ci scappasse il quarto set. E poi se…

I SE NEL TENNIS NON ESISTONO

“If, if, if, i se non esistono nello sport – ha replicato subito senza attendere un istante Nadal quando gli è stato chiesto se sarebbe magari cambiato tutto se avesse vinto il terzo set – L’unica cosa che conta è che lo devi fare. Non ho avuto la chance di giocare il quarto set. Ho perso in tre. Questo è lo sport. Lui negli spogliatoi è più felice di me. Non sono felice perché non sono riuscito a lottare come avrei voluto nei primi due set e questo è qualcosa che non mi piace. Ma ho tentato del mio meglio nel terzo, sono stato più vicino, ho avuto quei breakpoint sul 4 pari. E nel tiebreak ho lottato anche se la situazione era dura. Ma lui ha servito bene, ha giocato aggressivo. Due set di vantaggio consentono all’avversario di giocare con più calma rispetto a un vantaggio di un solo set o un set pari. È una grossa differenza”.

I PROGRESSI DI BERDYCH SONO DOVUTI ALL’EX COACH DI ANDY MURRAY?
Che dire se non che Nadal è stato fermo troppo tempo (solo cinque match nel 2015) per pensare che potesse recuperare più rapidamente il suo status? O ci si immagina che improvvisamente Berdych ha fatto progressi enormi con il suo nuovo coach venezuelano Daniel Vallverdu– sì, l’ex di Andy Murray che sarà proprio l’avversario di Berdcyh dopo aver battuto in tre set Kyrgios e questo costituirà forse un piccolo vantaggio per Berdcyh perché nessuno conosce Andy meglio di Vallverdu che lo frequenta da quando erano insieme ragazzini in Spagna – oppure si deve credere che, come si era già visto al secondo turno qui contro Smiczek, e poi anche nel terzo set contro Sela, Rafa non è ancora lui. E onestamente non si poteva pretendere che lo fosse. Era solo il suo quinto match del 2015. E i miracoli non si fanno più da 2015 anni.
Quindi il match va archiviato per quello che è stato, dandogli un peso molto relativo. Anche se Berdych stasera avrà ugualmente stappato champagne e con Murray ha anche un record favorevole, 6-4, con due vittorie negli ultimi due incontri. L’anello di matrimonio per Ester Satorova sarà ancora più pesante se riuscisse a centrare la seconda finale di Slam dopo quella di Wimbledon del 2010 (un po’ datata, eh). Cinque semifinali in Slam per noi italiani che non ne abbiamo più giocata una dal giugno 1978 possono sembrare tante – con una recente ricerca compiuta da un lettore che ancora ringrazio ben 30 Paesi si sono tolti la soddisfazione di avere almeno un semifinalista – ma non per uno che è top-ten da cinque anni (20 Slam…) come Tomas e di Slam ne ha giocati in carriera 45 (consecutivi!) prima di questo.

A CHI DICE CHE ALL’ITALIA UN BERDYCH NON AVREBBE FATTO COMODO

Come ho già avuto modo di dire, se l’Italia avesse avuto un Berdych – anche senza vincere le sue due Coppe Davis di fila… che in un Paese portato ad enfatizzare i risultati di Davis e Fed come il nostro (non me ne voglia l’amico Stefano Tarantino che per quelle due manifestazioni stravede) ne avrebbero fatto un eroe – il tennis avrebbe avuto molto più peso e spazio sui media italiani. E Tomas, che oltretutto non è nemmeno un personaggio da buttar via come sa chi legge i suoi tweets e chi ammira la bellezza della sua fidanzata, e anche lui non è un brutto ragazzo, sarebbe famosissimo dalle Alpi alle Piramidi.

MURRAY DOMINA UN IMMATURO KYRGIOS

Murray ha un po’ ridimensionato Nick Kyrgios soltanto agli occhi di chi lo aveva sopravvalutato. Andy, che qui aveva già battuto anche Matosevic, deve avere un fatto personale con gli australiani: li ha incontrati 10 volte e ne è uscito con 10 vittorie. Murray ha ceduto soltanto una volta il proprio servizio, nel terzo set quando era già avanti di un break, ma nel duello fra uno dei più forti servizi del tennis contemporaneo e una delle più efficaci risposte, ha prevalso chi giocava queste ultime. Ma Kyrgios ha solo 19 anni, diamogli tempo. Intanto si è fatto due quarti di finale di Slam da teenager. Non mi paiono risultati da buttar via.

QUANDO FEDERER E NADAL SONO K.O. NEI PRIMI TURNI VINCE MURRAY?

Federer e Nadal fuori contemporaneamente prima delle semifinali di uno Slam non accade spesso: era successo a Wimbledon 2013 e ancora se ne parla (Nadal battuto da Darcis, unico suo K.O. al primo turno in uno Slam, Federer al secondo da Stakhovski), perché era già successo anche nel 2012 all’US Open ma Nadal non aveva partecipato.
Segnalo soltanto che in quel Wimbledon 2013 alla fine il vincitore dei Championships, 77 anni dopo Fred Perry, fu Andy Murray, che vinse anche agli US Open del 2012. Un ricordo che Andy potrebbe considerare buon presagio.
Difficile non considerare, a tutt’oggi, Novak Djokovic il superfavorito del torneo, ma a sentire Ivan Ljubicic – che oggi ho intervistato – Raonic non parte per nulla rassegnato per il match che voi in Italia potrete seguire dalle 9,30 del mattino. I precedenti sono tutti a favori del serbo, 3-0, ma chi ha visto come il canadese perse di misura a Roma, penserà che con i campi veloci che ci sono qua e con il servizio che ha Raonic almeno un set forse il canadese lo strapperà, magari al tiebreak. E se fosse il primo? Beh, il match diventerebbe interessante. Perché Djokovic indietro nel punteggio non è così forte come quando è avanti. Vale un po’ per tutti, ma secondo me per lui in particolare fra i Fab Four. La pressione del favorito negli Slam lui l’avverte. Altrimenti ne avrebbe vinti di più.
Non è stata una gran giornata di tennis, è stata molto meno avvincente di quella del giorno innanzi.

CHE BRUTTI SINGOLARI FEMMINILI

I singolari femminili sono stati noiosi e deludenti, perché la Halep era tesa come la corda di un violino e il 6-0 che ha rimediato nel secondo set con la Makarova (unica a non aver perso un set fin qui, come Berdych e Djokovic fra gli uomini, ma il serbo non è ancora in semifinale) dice tutto. Aveva l’aria così infelice Simona in questi giorni, già prima di oggi, che chissà forse ha qualche problema al di fuori del tennis che la turba.
Maria Sharapova ha dominato l’altro quarto di finale (6-3 6-2) con la deludente Bouchard che nelle ultime cinque partite contro top-ten non solo non ha mai vinto un set ma li ha persi tutti malissimo. Che abbia un solo tipo di tennis, solo un piano A e niente piano B? O si crede già star arrivata e non lavora abbastanza?
Mah, dopo aver battezzato la certezza di una tennista russa in finale, e quindi una probabilissima finale Russia-USA (solo Cipollina Cibulkova la può impedire) speriamo in una giornata migliore domani.

SU CHI SCOMMETTEREI E SU CHI NO

Salvo Serena-Cibulkova secondo me potrebbero essere tutti match molto equilibrati. Ieri avevo scritto che avrei scommesso forte solo su Murray contro l’ancora immaturo Kyrgios – che fortunato con Seppi e con il sorteggio non aveva poi battuto grandissimi giocatori qui – e oggi mi sento di scommettere solo su Serena. E secondariamente su Novak Djokovic nonostante l’ottimismo che aleggia nel clan Raonic-Ljubicic-Piatti. Ma fra Nishikori e Wawrinka non saprei chi scegliere (dopo aver visto il giapponesino vincere in 5 set all’ultimo US Open) e quanto a Venus contro Madison Keys, beh attenzione, non è così scontato come può sembrare. Venus è oggi ormai n.11 del mondo, ricacciata indietro dalla vittoria della Makarova giunta alla seconda semifinale Slam consecutiva, ma alla sua età se c’è un problema sta proprio nella continuità delle prestazioni. E la Keys che ho visto battere la Kvitova è molto più forte della sua classifica. In più è una che ci crede. A meno che, per essere nata e cresciuta quando giù Venus era famosa e vinceva un Wimbledon dopo l’altro, non si lasci intimorire dalla sua presenza.

GLI ULTIMI MOHICANI…

Giocano, alle una italiane, anche gli ultimi superstiti del tennis italiano a Melbourne, Fabio Fognini e Simone Bolelli. Sulla carta contro l’uruguagio Cuevas e lo spagnolo Marrero dovrebbero poter vincere. Ma in doppio ancor più che in singolare, bastano due punti a far girare una partita e si sa che i nostri grandi garanzie di continuità non le danno. Però quando giocano bene possono battere quasi qualunque coppia.

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