Uno sguardo ai nostri giovani: la classe 1998

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Uno sguardo ai nostri giovani: la classe 1998

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Prima di proseguire con la panoramica dei nostri junior qui iniziata giorni fa in senso decrescente diamo uno sguardo alla  situazione immediatamente seguente agli AO giovanili

Ho scritto che il mondo junior è scarsamente globalizzato e che comunque intercorre una bella differenza tra due serie di tornei che possono ricalcare le divisioni di valore tra 10 e 25 mila ITF senior da un lato e i 50 mila e oltre dall’altro. Chi perde facile o anche lottando ai primi turni dei Grade A e 1 e 2 può anche ben figurare, avanzare sino alle semi o anche andare in finale o anche vincere nei Grade 3,4 e 5. Come se non lo avessi suggerito, nella settimana subito dopo gli AO due nostri hanno vinto un Grade 2 in Tunisia e sono Moroni nel maschile e Samsonova nel femminile. Mancano le controprove ovviamente, e cioè sia Moroni che Samsonova non erano in Australia. Ma vi è, di controprova, quella di Bianca Turati che tds n. 1 a un altro giovanile, questa volta in Marocco e chiusosi domenica, ha dato prove autoritarie nei primi turni per poi cedere abbastanza nettamente in semifinale a una n. 160 circa del ranking (la quale ha poi perso 6/0 6/1). Aggiungo che dal Sudamerica arriva la vittoria poche ore fa di Rosanna Maffei, classe 1999, in una Copa Regatas Bowl 2015 a Lima. Guai naturalmente a disprezzare un risultato del genere, e anzi va dato ad esso il dovuto risalto. È però anche vero che la giocatrice di Benevento, che gode della stima degli esperti per astuzia e la maturità del suo gioco, per quanto pure si ricordi anche la fragilità del suo fisico, si è tenuta negli anni scorsi e si tiene piuttosto nascosta, e nelle poche, troppo poche partecipazioni agli ITF junior non è stata competitiva: dirò in una prossima puntata delle 1999, ma i responsi del 2014 dicono che la Maffei al momento non è neanche nella terna delle migliori del suo millesimo. Beninteso sarei felice di sbagliarmi: Rosanna stando ai punteggi a Lima ha sbaragliato il tabellone non concedendo ad alcuna avversaria più di due giochi. Cioè o è migliorata molto in soli tre, quattro mesi o il parco avversarie era oltremodo scadente. E chiusa la parentesi.
Prelevo ed esamino delle terne, questa volta del 1998, per evitare degli elenchi, ben conscio che nel tennis sono all’ordine del giorno i sorpassi ravvicinati e che durante l’anno potranno esserci delle rivelazioni di giocatori che non ti aspetti.

Ripartisco per classi perché lo junior è come un corso liceale o ginnasiale, dove ogni anno nuovi allievi affluiscono in prima e quelli della quinta, affrontata la maturità, passano all’università, si provano dunque nell’ATP e nel WTA. Di solito in ogni classe gli allievi hanno la stessa età ma a volte come si sa ci sono quelli e quelle che sono un anno avanti…
Il dopo AO junior pone anche questa domanda: quanto quel torneo fotografa lo stato del tennis junior al momento? Chi ha deluso, ha deluso per la superficie, o per il clima o per un ritardo voluto di preparazione da mettere in conto? Verranno i giocatori e le giocatrici che si sono distinte là a giocare i tornei europei? Come, soprattutto, asiatici, australiani, sudamericani e americani?
I giocatori e giocatrici di cui vorrei parlare oggi sono: nel maschile Moroni, Guerrieri e Summaria; nel femminile Samsonova, Stefanini e Simonelli. In termini di classifica fra i ragazzi dovrebbero entrare in questa terna anche Fonio e Dalla Valle; nel femminile la classifica dice la verità e quelle tre giocatrici sono le prime tre del loro millesimo.
Moroni fa una enorme impressione a chi lo vede in palleggio e nella misura dei pochi scambi. Fisico molto alto, direi attorno all’1 e 85 se non più, braccio notevole, potenza da vendere, rovescio a una mano con bel movimento, un maligno potrebbe dire che ha vinto il recente torneo tunisino perché il maltempo ha costretto gli organizzatori a far giocare dei set al meglio dei quattro giochi: intendo dire che il suo limite è forse la tenuta. Al terzo rimedia spesso batoste e a volte non entra affatto in partita. Guerrieri e Summaria sono venuti fuori alla chetichella nel corso del 2014, il primo soprattutto, che ha vinto facile i nazionali under 16 a settembre. Anche di recente sono affluiti dei buoni risultati e per Guerrieri addirittura una finale. Bisognerà vedere se decideranno una programmazione morbida o si getteranno a capofitto nei tornei sin da marzo prossimo.
La programmazione di uno junior è infatti delicatissima. Si rischia notoriamente di spompare e demotivare un atleta se sotto i sedici anni lo si fa giocare troppo. Con le dovute eccezioni naturalmente: un Rafa Nadal forse bisognava nascondergli le racchette a 14 anni tanto era affamato, vorace di tennis. Altri no. Le delusioni di un promettente giocatore vengono certo da vari fattori come infortuni o problemi personali: ma sono sempre a rammaricarmi che da due o tre anni nulla più si sappia di Pairone e Gariglio e che anche Beatrice Lombardo, che a tennis gioca molto bene, stia affogando o annaspando nell’anonimato.

Di Ludmilla Samsonova tutti sanno un po’ tutto a partire dalle migrazioni della sua famiglia che l’hanno portata in Italia, e in Liguria più esattamente e alla cittadinanza italiana. Ha avuto un 2014 fantastico vincendo addirittura un torneo ITF senior 10 mila e appunto lo junior tunisino “decurtato”. Ha oltre tutto già da tempo ranking WTA e la si può dire in una ideale classifica combined (ITF junior + WTA) la seconda junior italiana dopo Bianca Turati (che però ha un anno di più). A livello junior potrebbe essere l’anno della sua consacrazione. Chi ha ribattezzato Lucrezia Stefanini “Lukrezia” le attribuisce una cattiveria che la giocatrice invece non ha: intelligenza tattica tanta, invece, e notevole voglia di migliorarsi. Alessandra Simonelli deve costruirsi soprattutto un saldo carattere agonistico, essendo spesso vittima di improvvisi black out per cose che nel tennis sono all’ordine del giorno, come chiamate dubbie o contrarie o i classici nastri o le righe delle avversarie. Per ora per Lucrezia e Alessandra è difficile pronosticare una esplosione, mentre Ludmilla stessa non mi pare avere tutto sommato ancora ingranato, e il suo problema da risolvere sarà la discontinuità.

 

Franco Marucci

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