Anche Vanni in Davis. Errani e Fognini fuori (Tuttosport). Coric si fa largo a spallate (Semeraro).

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Anche Vanni in Davis. Errani e Fognini fuori (Tuttosport). Coric si fa largo a spallate (Semeraro).

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Anche Vanni in Davis. Errani e Fognini fuori (Tuttosport).

Novità in casa Italia in vista della Coppa Davis. Il capitano Corrado Barazzutti ha convocato anche Luca Vanni come quinto uomo per la sfida Kazakhstan-Italia valida per il primo turno del Gruppo mondiale di Davis 2015, in programma ad Astana dal 6 all’8 marzo. “Sono sicuramente molto felice, la maglia azzurra è un sogno sin da bambino, come quello di entrare nei Top 100”, ha detto Vanni. “Stare nel gruppo e sentirmi parte del team è una grande gioia: avrò l’occasione di farmi conoscere meglio e credo anche di potermela giocare, visto che ad Astana giocheremo sul veloce indoor, una superficie che mi piace”. Brutte notizie arrivano invece dai tornei di Buenos Aires – in cui Fabio Fognini ha raccolto appena 3 games contro l’argentino Carlos Berlocq – e da Acapulco, in cui Sara Errani è stata travolta dalla portoricana Monica Puig (che già l’aveva sconfitta a Wimbledon) con il punteggio di 6-1 6-1.

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Coric si fa largo a spallate (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)

Che Borna Coric fosse un tipo da tenere d’occhio si era capito, e il primo a capirlo era stato Rafa Nadal, che nel 2013 l’aveva invitato a Maiorca per fargli da sparring partner. Il ragazzino di Zagabria l’ha ringraziato lo scorso ottobre ai quarti del torneo di Basilea, battendolo per 6-2 7-6. Qualche mese prima, a Umago, il ragazzino aveva dato più di un grattacapo a Fabio Fognini e ieri sul cemento di Dubai ha fatto un altro scalpo eccellente: 6-1 6-3 a Andy Murray, che non l’ha presa proprio benissimo. Volendo ridimensionare le due vittorie si può dire che sia il Nadal dello scorso autunno sia il Murray di ieri erano rivedibili – 55 errori gratuiti per lo scozzese – ma quella di Coric, 18 anni e tre mesi, è stoffa buona. Uscita da quella scuola croata che in passato ci ha regalato Nikki Pilic, Zeliko Franulovic, Goran Ivanisevic, Mario Ancic, Ivan Ljubicic e il campione in carica degli Us Open Marin Cilic. «Borna to be a star», aveva titolato l’Equipe dopo il successo contro Nadal. “Fatico ancora con i migliori quando giocano al meglio”, ha spiegato ieri “ma se mentalmente e fisicamente sono al cento per cento posso farcela con chiunque”. Un filo di sana arroganza (agonistica) non fa male e Coric ha idee molto chiare. Il suo obiettivo è diventare il numero 1 del mondo, perché “fare lo sportivo professionistico non ha senso se non punti a essere il migliore”. Il suo idolo, oltre a Goran Ivanisevic, è Mike Tyson, un tipo “aggressivo come me: se non avessi fatto il tennista sarei stato un pugile”. A orientarlo verso il tennis a 5 anni è stato papà Damir, che l’ha poi spedito in Inghilterra ad allenarsi alla Junior Tennis Coaching Foundation di Clive Sherling, un ex broker londinese che ha investito (contando sui futuri dividendi) su di lui e su Donna Vekic. II resto è arrivato in fretta. Numero 1 del mondo junior e campione under 18 agli US Open nel 2013, dove in finale ha superato l’australiano Kokkinakis (insieme a Zverev e Kyrgios uno dei pochi teenager emergenti del circuito), a 17 anni e 11 mesi Coric è entrato nella Top 100. L’anno scorso ha debuttato in Davis, sverniciando il semifinalista di Wimbledon 2013 Jerzy Janowicz. “Sono il più forte della mia generazione”, ha dichiarato un mese fa, correggendo in seguito un po’ il tiro. “Mi muovo bene, sbaglio poco, sono un lottatore e il mio colpo migliore è il rovescio. Quando non gioco al massimo invece assomiglio un po’ a Murray…”. Questo per far capire che sicuramente dovrà imparare l’arte della diplomazia. Ora in semifinale gli tocca Federer. La storia dice che nel 2006, a 19 anni, il suo maestro Nadal nei quarti di Dubai superò il britannico Henman, in semifinale batté Schuettler poi vinse il torneo battendo in finale proprio Federer. “Coric gioca meglio contro i più forti”, assicura Roger. Piccoli Rafa crescono.

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