ATP Indian Wells: tutto facile per Federer e Nadal. A Tomic il derby australiano, fuori Nishikori!

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ATP Indian Wells: tutto facile per Federer e Nadal. A Tomic il derby australiano, fuori Nishikori!

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La giornata di oggi del torneo ATP di Indian Wells si apre con una grossa sorpresa: Feliciano Lopez non lascia scampo al numero 5 del mondo, il giapponese Kei Nishikori. Un propositivo Murray supera Mannarino. Berdych fatica con Rosol ma alla fine la spunta al terzo set. Nessun problema per Djokovic, Federer, Nadal e Raonic. Tomic elimina Kokkinakis in 3 set

[2] R. Federer b. J. Sock 6-3 6-2 (da Indian Wells, Vanni Gibertini)

 

Federer: “Oggi è stata sicuramente la mia miglior prestazione del torneo”

Sock: “Ancora non mi sembra vero di aver vinto Wimbledon in doppio”

 

Sono bastati 68 minuti a Roger Federer per sbrigare quella che si è dimostrata come la formalità dell’incontro di quarto turno contro l’americano Jack Sock. Un Federer maggiormente in controllo rispetto alla prestazione del giorno precedente contro Seppi, più centrato ed attento, ben conscio che lasciar andare avanti nel punteggio un picchiatore come il giovane americano avrebbe potuto riservare seri grattacapi. Ed invece lo svizzero è sempre rimasto saldamente al comando delle operazioni, mantenendo la testa della gara dall’inizio alla fine, lasciando sfogare Sock nei primi game per poi operare il primo break al sesto game e da lì condurre agevolmente in porto la gara.

Nonostante il match fosse parte della sessione diurna, si è disputato interamente con i riflettori accesi per colpa delle minacciose nubi che hanno ricoperto il cielo di Indian Wells per buona parte del pomeriggio ed hanno riversato copiosi temporali (chiaramente visibili dalle terrazze del centrale) sulle montagne dietro all’Indian Wells Tennis Garden. Nel primo pomeriggio, appena prima dell’inizio del match tra Nadal e Simon, qualche goccia aveva iniziato a cadere (una rarità in un luogo che conta in media 350 giorni di sole l’anno), senza tuttavia costringere il giudice arbitro a sospendere il gioco. In ogni modo la luce plumbea aveva il pregio di rendere ancora più appariscenti i completini Nike color “antinebbia”, specialmente quello color salmone di Federer, che per una curiosa coincidenza è molto simile a quello indossato da tutti i membri dello staff.

Credo che il mio servizio non mi abbia aiutato quanto avrebbe dovuto – ha esordito Sock nell’analizzare il match – contro giocatori di questo tipo ho bisogno di tutte le mie migliori armi ed oggi il servizio non mi ha aiutato”. Il 52% di prime palle sicuramente corrobora questa sua tesi, così come la percentuale di punti ottenuti sulla prima ben sotto al 70%. Il match è scappato via al giovane americano anche forse a causa del lunghissimo game (ben 24 punti) giocato sull’1-1, nel quale Federer non ha concretizzato le prime due palle break, ma che ha dato il tempo allo svizzero di prendere le misure di un avversario che non aveva mai incontrato prima. Il break è arrivato comunque due game più tardi, consolidato da uno dei marchi di fabbrica della “Federer S.p.A.”, il turno di servizio chiuso in un minuto, sigillato da tre aces.
Dal 2-2 il parziale in favore del n.2 del mondo è stato di 8 giochi ad uno.

[3] R. Nadal b. [13] G. Simon (Cesare Alfieri)

Nadal (in spagnolo): “Sto giocando un buon tennis, ma le cose possono cambiare velocemente”

Nadal (in inglese): “Ho giocato un match solido, ma quelle pause sul mio servizio potevano costarmi care”

Chi ha seguito i match di terzo turno aveva potuto ‘ammirare’ (si dice così, per dire) le vittorie di Rafa Nadal e Gilles Simon su, rispettivamente, Young e Berrer. Due partite tutt’altro che eccelse, per un tranquillo passaggio al turno successivo. Dalla sfida tra il numero 3 e il numero 14 del mondo ci si poteva senz’altro aspettare qualcosa di più: considerato il non perfetto stato di forma del maiorchino, forse anche un match equilibrato. Ma così non è stato, se non quando – forse nell’unico, breve momento di incertezza dell’incontro, sul finire del secondo set–  Simon ha recuperato, sotto 5 a 2, sino al 5 a 4. Per un paio di game, Nadal ha smarrito la sicurezza che l’ha accompagnato per quasi tutto il match – per la verità, assai aiutato dal francese: solo il 48 percento di prime in campo, cinque break subiti, e ben 30 errori gratuiti – e, sul suo servizio, ha steccato addirittura due diritti, mandandone un altro in corridoio. Chi, però, si illudeva che un finale già scritto potesse essere diverso, non aveva che da pazientare un game. Con l’ennesimo banale errore di Simon, il maiorchino chiudeva set e partita, in poco più di un’ora e un quarto di gioco. Che ne è stato del resto dell’incontro? Un’utile sintesi è il break nel quinto gioco, in cui Simon ha mostrato come questa sera davvero non ci fosse: uno dei tanti errori non forzati, un doppio fallo, un errore incredibile a rete, e un colpo d’attacco lungo. Un campionario degli errori che, pur con un Nadal apparso ancora non al suo meglio, sarebbe opportuno non sfoggiare. Nei quarti di finale non ci sarà il derby spagnolo con Robredo, ma una più interessante sfida con Milos Raonic.

[32] B. Tomic b. T. Kokkinakis 6-4 4-6 6-4 (da Indian Wells, Fabio Gibertini)

Certamente il derby australiano tra la testa di serie n.32 Bernard Tomic e l’emergente teenager Thanasi Kokkinakis era (ora possiamo dire giustamente) una delle partite più interessanti del programma di questa settima giornata di torneo. I due giocatori si erano da poco affrontati a gennaio nel torneo di Brisbane nell’unico precedente: in quell’occasione aveva prevalso Tomic soffrendo solo in uno dei dei parziali, ma, sebbene siano passati pochi mesi, lo scintillante cammino dei due giocatori per giungere al quarto turno fa pensare che oggi entrambi scendano in campo con parecchie frecce in faretra.

Il match entra subito nel vivo e entrambi i giocatori dimostrano di volersi cercare i punti tenendo in mano l’iniziativa senza per questo incappare in un numero eccessivo di errori. Nessuna palla break fino a quando Tomic va a servire sul 2-3: con diversi gratuiti manda il suo giovane rivale sul 15-40 e dà inizio ad un game di grande sofferenza. Nelle fasi decisive gli errori lasciano il campo a un gran numero di vincenti e punti ben giocati che danno ragione al ventiduenne nativo di Stoccarda il quale tiene la battuta annullando ben 5 palle break. Kokkinakis è bravo a non farsi sopraffare dalla delusione nel gioco successivo ma due game più tardi serve sul 4-4 e si imballa in una serie di errori che consentono a Tomic di servire per il set: il numero trentacinque del mondo non trema e incamera il parziale per 6-4 in 42′.

A inizio secondo nessuno dei due alza il piede dall’acceleratore. Ancora sul 2-3 Tomic affronta un turno di servizio complesso e stavolta cade sotto i colpi vincenti del suo avversario concedendo il 4-2. Kokkinakis però esita e quando serve per il set sul 5-3 sente la pressione e con un doppio fallo e 3 errori gratuiti di diritto rimette in carreggiata il connazionale sul 4-5. Nel decimo game Bernard inizia male e si trova 0-30 quando con 3 vincenti ottiene un set point. Sull’ultimo dei tre (30-30) Kokkinakis chiama un challenge assurdo (palla clamorosamente buona) e i due si scambiamo qualche frase ridendoci su, interrompendo in questo modo l’inerzia del momento. Alla ripresa il diciottenne di Adelaide vince i tre punti successivi e rapina clamorosamente il set rendendo al suo avversario il 6-4 incassato poco prima!! Si va alterzo set!

Nel set decisivo due game di ordinaria amministrazione ed ecco la doccia fredda per Kokkinakis. Con due errori e due bei vincenti di Tomic cede nettamente il servizio a 15. Da quel momento, il sorprendentemente diligente avversario non gli concede più nulla al servizio, e sul 3-5 ottiene il primo matchpoint in risposta. Uno scatto d’orgoglio e il giovane Thanasi con 3 prime palle consegna al ventiduenne compatriota l’onere di guadagnarsi il match. Il decimo game è ancora per cuori forti. Tomic si porta facilmente 40-0 con 3 gran prime ma qui tentenna ancora una volta, il servizio non basta e negli scambi successivi commette 4 errori nel palleggio gli ultimi 3 dei quali con altrettanti tremolanti diritti. Nel punto successivo inspiegabilmente Kokkinakis imposta lo scambio sulla diagonale di rovescio!!! Tomic piazza con merito un bellissimo vincente lungolinea e scrollata la tensione chiude con merito per il 6-4 4-6 6-4 finale in 2h e 4′.

In definitiva incontro molto godibile che ha offerto una ottima qualità di gioco e un risultato incerto fino al finale. Di certo se questi due talentuosi protagonisti sapranno lavorare con continuità potranno entrare di prepotenza nel tennis di alto livello e proporsi come candidati per un ricambio generazionale che sembra stentare ad arrivare. In particolare ci sentiamo di tessere le lodi di Kokkinakis che, nonostante la sconfitta, sembra molto a suo agio in scenari di rilevanza assoluta e ha messo in mostra un potenziale che, in considerazione della sua giovanissima età, potrebbe candidarlo per i più ambiziosi obiettivi.

[1] N. Djokovic b. [18] J. Isner 6-4 7-6(5) (da Indian Wells, Vanni Gibertini)

Quando c’è Isner in campo le partite si decidono in pochi punti. E quando oltre ad Isner c’è Djokovic in campo, di solito quei pochi punti li vince Djokovic. E proprio questo è successo nella notte di Indian Wells, la più mite di questo torneo, durante la quale qualche spettatore in tribuna ha pensato di mettersi una giacca leggera per proteggersi dalla brezza del deserto. Non sono bastate le condizioni climatiche quasi perfette, il pubblico a favore, i campi con il rimbalzo alto, le palle che volano nell’aria leggera del Mojave Desert e l’atteggiamento tattico e mentale aggressivo per consentire ad Isner di ripetere il miracolo del 2012, quando sconfisse il n.1 del mondo nella semifinale del BNP Paribas Open.

Un paio di ingenuità ed uno splendido lob di Djokovic hanno deciso un primo set lampo (30 minuti per 10 games), nel quale il serbo è resistito al fuoco di sbarramento di uno stratosferico 88% di prime palle di Isner per cogliere l’unica chance concessa dall’americano nel settimo gioco.
Molto più combattuto il secondo set, nel quale Isner insiste a caricare la risposta appena può e punge con il diritto ad uscire. E’ proprio un diritto ad uscire che manca il campo di pochi centimetri a negargli il break sulla prima delle uniche due palle break da lui ottenute in tutto il match: arrivano nel quarto game, ma Djokovic mantiene i nervi saldi e porta a casa il turno di battuta.

L’inevitabile tie-break vede Djokovic quasi intoccabile al servizio: tre prime vincenti e due ace nei primi cinque punti sul suo servizio. Il minibreak che ottiene all’ottavo punto rispondendo con relativa disinvoltura ad una prima a 137 miglia orarie (219 km/h) sembra chiudere il match, ma Isner non ci sta e sul 4-6 sfodera una volèe di rovescio in allungo di difficoltà 8 nella scala Mercalli del tennis (prendendo a prestito questa espressione dal Maestro Rino Tommasi). Purtroppo per lui, però, la fine del match arriva solo un punto più tardi, su un suo diritto che finisce oltre la riga di fondo.

Nei quarti di finale in n.1 del mondo troverà l’australiano Tomic che ha superato il connazionale Kokkinakis.

[6] M.Raonic b. [19] T.Robredo 6-3 6-2 (Francesco Gizzi)

Milos Raonic continua la sua marcia immacolata battendo anche Tommy Robredo senza concedere né set, né servizio e attende ora nei quarti di finale Nadal. Un match che almeno nelle prime battute sembrava poter essere equilibrato con entrambi i giocatori in grado di tenere agevolmente il proprio turno di servizio. L’unico spiraglio lasciato aperto nel sesto game dallo spagnolo gli costa praticamente il set. Raonic conserverà senza concedere nulla il break di vantaggio e chiuderà un set in cui i numeri statistici sono alquanto interessanti. Il potente canadese mette in campo appena il 43 % di prime, un’anomalia rispetto al suo solito. Con la seconda, che seconda poi non è affatto visto la velocità a cui viaggia, cancella però ogni possibile occasione per lo spagnolo. Robredo dal canto suo gioca con un 72 % di prime in campo e di gratuiti ne fa meno di Milos. Se pure quasi tutti i numeri pendono dalla parte dello spagnolo, si ritrova comunque sotto di un set. Strano sport il tennis! La partita praticamente finisce qui. Il secondo set è una corsa solitaria del canadese che in avvio breakka, e infine allunga per la seconda volta nel 7 game con un Robredo ormai già sotto la doccia degli spogliatoi. L’allievo del duo Piatti-Ljubicic può proseguire il suo cammino sul suolo californiano. Il servizio ha funzionato solo a tratti, ma da fondo ha dimostrato di possedere armi solide per far male e forse una maturità mentale da giocatore pronto al salto definitivo.. Nadal permettendo!

[9] T. Berdych b. [27] L. Rosol 6-2 4-6 6-4 (da Indian Wells, Fabio Gibertini)

Fra i due derby in programma in questi ottavi di finale, il primo va in scena nella parte bassa del tabellone e vede affrontarsi i due cechi Lukas Rosol e Tomas Berdych. Nonostante i due siano coetanei oltre che connazionali, c’è un solo precedente risalente al torneo di Rotterdam 2012 in cui Berdych prevalse nettamente in due set; il suo avversario ha però saputo guadagnarsi il quarto turno superando due prove complesse (annullando anche un match point contro Haase) in cui ha messo in mostra freddezza e buon tennis approfittando della zona di tabellone lasciata prematuramente da Stan Wawrinka.

Berdych comincia con grande solidità un parziale quasi senza sbavature e ben presto il numero 30 del ranking si trova a forzare il ritmo incorrendo in molti errori, cosa che gli costa un primo break sul 1-2 e un secondo 4 giochi più tardi che lo costringe a incassare un netto 6-2.

Il match cambia faccia nella seconda partita, la testa di serie numero 6 cede a zero il servizio in apertura ma viene graziato dal rivale che lo restituisce malamente con quattro errori. L’equilibrio rimane poi fino al 3-3 quando Rosol gestisce bene il game di ribattuta e si procura un nuovo break (a 15) che gli permetterà di chiudere il parziale sul 6-4 assicurandogli il terzo set. Come spesso avviene, il netto miglioramento alla risposta Rosol è avvenuto in corrispondenza di un calo di Berdych alla battuta con un netto peggioramento di tutte le voci statistiche relative a quel fondamentale con un riassuntivo e misero 52% di punti conquistati col servizio a disposizione.

Nel terzo set la qualità del gioco diviene altalenante facendo intravedere in modo abbastanza chiaro il nervosismo dei due protagonisti che si affidano entrambi al servizio nei momenti difficili e riescono a non concedere palle break fino al 5-4 Berdych, servizio Rosol. Quest’ultimo, evidentemente stressato dalla pressione via via crescente, si alza dalla sedia in netto anticipo tradendo una certa impazienza di ricominciare il gioco. Quando finalmente anche il più esperto avversario è pronto, esordisce con un doppio fallo seguito da un dritto che a stento raggiunge la rete prima di tentare di risollevarsi affidandosi al solito servizio. Ma due servizi vincenti non gli permettono di evitare la sconfitta che arriverà al secondo match point con un emblematico ulteriore doppio fallo nel game.

Tomas Berdych si qualifica così per i quarti di finale e prolunga la serie che lo vede sempre vincente con i connazionali da oltre nove anni. Rosol, dal canto suo, ha certamente disputato un buon match ma ha pagato il peso di una opportunità la cui pressione non ha saputo gestire. Rimane comunque un torneo per lui positivo che gli ha permesso di interrompere una serie di sei sconfitte consecutive sul circuito con cui arrivava a questo importante appuntamento.

[12] F. Lopez b. [5] K. Nishikori 6-4 7-6(2) (Cesare Novazzi)

Feliciano Lopez e Kei Nishikori si contendono un posto ai quarti di finale. Cinque i precedenti con il pupillo di Chang leggermente avanti.

Parte lo spagnolo al servizio e concede tre palle break. Il giapponese riesce a colpire da fermo e mette pressione all’avversario, che comunque si salva brillantemente con la prima. I turni al servizio si susseguono senza intoppi, Lopez è molto bravo a variare il gioco senza proporre mai una palla simile alla precedente. Il giapponese comunque con l’avanzare della partita, sembra sempre più in affanno, sia perché Lopez gioca molto il rovescio in slice per togliere ritmo, sia perché stenta ad ingranare con il rovescio – con lo spagnolo sempre a punzecchiarlo sul lato del colpo bimane. Al decimo gioco ancora il giapponese è troppo falloso e Lopez si procura due palle set. Nishikori tenta un timido approccio a rete e lo spagnolo passa con il diritto, chiudendo il primo parziale per 6 giochi a 4. Il giapponese è smarrito, soffre le variazioni del suo avversario e non riesce a trovare soluzioni anche perché il rovescio finisce sistematicamente fuori.

Ad inizio secondo parziale si assiste ad un Lopez in pieno controllo, domina dal fondo e scende a rete per chiudere il punto, mentre Nishikori incontra alcuni problemi anche con il diritto. Al quarto gioco Nishikori cerca di uscire dall’impasse seguendo una prima a rete. Lopez si fa trovare pronto e risponde basso ottenendo palla break. Lo spagnolo ancora in pressione si serve del rovescio in slice per prendere la rete e chiudere il punto che vale il break. Sul 4 a 2 però con un piccolo black out, Lopez concede tre palle break, ma questa volta è Nishikori stesso ad annullarne due con altrettanti errori di rovescio (la seconda salvata con servizio e rovescio). Non è proprio giornata per il giapponese che però ha una quarta occasione grazie ad un doppio fallo. Con Lopez a rete, Nishikori riesce finalmente a passare e recupera lo svantaggio. Il tennista mancino non accusa il colpo e si assicura il tie break, confermato poco dopo dal giapponese. Lopez sale e Nishikori scende definitivamente. Il giapponese è decisamente scoraggiato e tra una stecca e un doppio fallo, lascia il match al solido servizio dello spagnolo che con tre buone prime chiude a rete il match per 7 punti a 2.

Anche se il tennista del Sol Levante non è mai entrato in partita, i meriti vanno tutti a Feliciano Lopez che al prossimo turno incontrerà Murray.

[4] A. Murray b. A. Mannarino 6-3 6-3 (Tommaso Voto)

Negli ottavi di finale di Indian Wells, Andy Murray batte Mannarino con un duplice 6-3 e continua la sua corsa nel torneo californiano. Murray centra, così, la 496°esima vittoria in carriera eguagliando il record britannico nell’Era Open detenuto da Tim Henman. Ora nel mirino di Andy c’è il quarto di finale contro Feliciano Lopez.

La partita è stata poco impegnativa ( se si esclude qualche iniziale titubanza di Andy ad inizio di entrambi i parziali), perchè Mannarino non ha mai dato l’impressione di poter vincere. I colpi di Andy hanno un’altra cilindrata e sono troppo profondi per il francese, che non è stato mai in grado di ribaltare lo scambio con il suo dritto, perchè la palla gli ritornava costantemente indietro.

Lo scozzese parte piano, subisce il break nel quinto gioco (commettendo un doppio fallo sulla palla break), poi, con il passare dei minuti, prende in mano la partita e ritrova concentrazione. I suoi colpi iniziano ad essere profondi e cerca la rete con continuità, questo produce l’immediato controbreak e lo scozzese rapidamente si porta sul 6-3. Il secondo parziale si muove sullo stesso binario, con Mannarino che ha due “chance” per brekkare Andy sul 2-1, ma lo scozzese riesce a risolvere la pratica con relativa facilità. Mannarino, dopo aver fallito quelle possibilità, perde fiducia e da quel momento farà appena un game, consentendo a Murray di vincere il set con il punteggio di 6-3.

In questa partita lo scozzese ha servito bene, ha colpito profondo ed è stato aggressivo, ma, nello stesso tempo, lo stato di forma di Murray va, comunque, valutato con test più probanti. Tuttavia il rendimento e la costanza vista oggi in campo sono certamente delle basi importanti su cui lavorare. Sembra anche evidente come il sodalizio con l’allenatrice Mauresmo stia man mano influendo sul gioco dello scozzese, che non “rema” più da fondo, ma anzi cerca in maniera costante la rete ed il vincente. Questa evoluzione, più propositiva, non fa altro che esaltare le qualità balistiche e di tocco di Murray.

(in aggiornamento)

Risultati:

[4] A. Murray b. A. Mannarino 6-3 6-3
[12] F. Lopez b. [5] K. Nishikori 6-4 7-6(2)
[3] R. Nadal b. [13] G. Simon 6-2 6-4
[9] T. Berdych b. [27] L. Rosol 6-2 4-6 6-4
[6] M. Raonic b. [17] T. Robredo 6-3 6-2
[32] B. Tomic b. T. Kokkinakis 6-4 4-6 6-4
[2] R. Federer b. J. Sock 6-3 6-2
[1] N. Djokovic b. [18] J. Isner 6-4 7-6(5)

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