Gioco, vittorie e record: così Novak Djokovic si è preso il tennis

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Gioco, vittorie e record: così Novak Djokovic si è preso il tennis

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Novak Djokovic dopo la vittoria di Indian Wells 2015
 

Novak Djokovic sta dominando il tennis. Il numero uno del mondo ha chiuso vincendo il 2014 e ha iniziato il 2015 alla stessa maniera. E continua a collezionare record. A Miami il serbo ha la possibilità di centrarne un altro: la doppietta nel tris di vittorie nei tornei dell’Australian Open, di Indian Wells e di Miami

L’anno 2011 rimarrà impresso nella storia del tennis moderno come l’ultima stagione tennistica dominata da un singolo giocatore, Novak Djokovic. Un anno straordinario quello, con il serbo che vinse tre prove dello Slam, perdendo in semifinale nella quarta, concludendo al numero 1 ATP di fine anno per la prima volta in carriera. Nel 2015, con Novak già vincitore del solito Australian Open e del cosiddetto “Quinto slam”, il torneo di Indian Wells, sembrano esserci i vagiti di un nuovo 2011, anche se in tono minore visto le due sconfitte già subite. Se è vero che Novak concluse quell’anno con uno straordinario 70 a 6 nel computo totale dei match vinti persi, considerando che la seconda sconfitta dopo la semifinale persa con Federer a Parigi arrivò a Cincinnati (unico Master 1000 che non ha mai vinto), prima di vincere poi il famoso Us Open del matchpoint annullato a Federer, prevedere che il dominio di Novak Djokovic arrivi fino alla fine del 2015 non è ipotesi azzardata. Specie se a suffragarla ci sono il gioco, i numeri impressionanti della classifica e i continui record che si collezionano di settimana in settimana.

Novak Djokovic sta giocando magnificamente. Ha vinto in Australia soffrendo il minimo, ha perso da un ottimo Federer a Dubai ma poi si è ripreso la rivincita nei giorni scorsi a Indian Wells, dove le condizioni di gioco sono più lente e quindi a lui più favorevoli. Nell’epilogo californiano, messo a dura prova da un Federer che ha giocato un set con tutte le risorse a disposizione, Djokovic ha dimostrato di essere il più forte, dando sempre l’impressione di essere in controllo. Proprio a Indian Wells ha ribadito – come in Australia, peraltro – di avere gioco e tattiche per battere chiunque. Domare Murray, un altro che aspira a tornare in alto in classifica, non si è mai rivelato un problema. Nadal è alla continua ricerca del Nadal vincente che fu e – per ora – non è un ostacolo. E Federer? Federer lo ha battuto a Dubai, al meglio dei tre set, ma poi è stato domato a Indian Wells. E comunque non rappresenta uno spauracchio nei tornei tre su cinque dell’estate o nei tornei sul rosso della primavera.

Aumentano i record intanto. Al torneo di Miami Djokovic ha la possibilità di centrarne un altro, quello di vincere per la seconda volta in carriera il trittico Australian Open-Indian Wells- Miami. Novak ci è già riuscito nel 2011 ovviamente e prima di lui solamente in quattro ce l’hanno fatta: il primo è stato Pete Sampras nel 1994 (battè Todd Martin in Australia, Petr Korda a Indian Wells e Andre Agassi a Miami); poi fu la volta di Andre Agassi, che riuscì nella stessa impresa sette anni dopo, nel 2001 (battè Arnaud Clement a Melbourne, lo stesso Pete Sampras a Indian Wells e Jan Michael Gambill a Miami); e poi Roger Federer, nel 2006 (batté Marcos Baghdatis in Australia, James Blake a Indian Wells e Ivan Ljubicic a Miami). E quindi ora Djokovic, dopo aver battuto nel 2011 Andy Murray in Australia e Rafael Nadal a Indian Wells e a Miami, ha il matchpoint per il bis – e senza che in gara ci sia l’unico tennista che ha dimostrato di poterlo contrastare, Roger Federer. Già nel 2008 Djokovic realizzò la doppietta Australian Open-Indian Wells, perdendo poi da Kevin Anderson a Miami in Florida. Con quella del 2011 e quella di quest’anno sono già tre le doppiette nei primi due tornei più importanti dell’anno.

Col successo in California Novak si è portato a cinquanta tornei vinti in carriera, di cui 21 Masters 1000 (gli manca solo Cincinnati, dove peraltro ha collezionato 4 finali). Questi numeri sostengono il numero uno in classifica, con 13205 punti, ben 4000 in più di Roger Federer, il numero due. Rafa Nadal, terzo ATP, è staccato di parecchio essendo a quota 5810 punti. Murray è quarto con 5695. La Race ovviamente rispecchia questa superiorità. Novak la guida a quota 3385 punti, con Murray secondo a 1820. Con questi numeri vien da sé pensare che il serbo stia già mettendo una grossa ipoteca sulla conferma a numero 1 ATP a fine anno, titolo a cui tiene molto e che ha già vinto nel 2011, 2012 e 2014. Ma se consideriamo anche la parte finale del 2014, dominata da Novak, è impressionate notare come dall’ultimo Masters 1000 dell’anno in poi, e quindi da Parigi-Bercy,  il serbo ha collezionato 5845 punti vincendo proprio Bercy (1000), Londra (1500), l’Australian Open (2000), Indian Wells (1000), perdendo solamente in finale a Dubai (300) e nei quarti di finale a Doha (45). Il tutto in pratica da novembre 2014 a marzo 2015 con un mese e mezzo di stop nel mezzo: impressionante. Per dire: il secondo classificato in questa race temporale è Federer che con i punti conquistati a Parigi (180), Londra (1000), Brisbane (250), Australia (90), Dubai (500) e Indian Wells (600) arriva a quota 2620: neanche la metà.

Il numero uno del mondo ha conquistato un altro record questa settimana. Da lunedì scorso infatti Novak Djokovic è entrato nella top quattro dei giocatori più a lungo consecutivamente nelle prime quattro posizioni del ranking, raggiungendo Sampras al quarto posto a 403 settimane. Davanti a lui ci sono Lendl a 501, Federer a 522 e Jimmy Connors lontanissimo a quota 651. Inoltre il serbo ora è a tre settimane di distanza dal superare Rafael Nadal a quota 141 settimane passate al numero 1 della classica (il record è di Federer, davanti a Sampras, Lendl, Connors e McEnroe), muovendosi al sesto posto della classifica generale (disponibile dal 1973).

Insomma: tutto sembra protendere verso un’altra annata marchiata dal dominio di Novak Djokovic, magari con la conquista del Roland Garros, il suo obiettivo numero uno della stagione. In splendida forma fisica, sorridente, con la famiglia allargata che ora lo segue in giro nei tornei, e con gli avversari alle prese con l’età, con gli infortuni o con la difficile maturazione per battere i migliori, all’orizzonte il mare sembra tranquillo.

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