Djokovic e Berdych, sul "rosso" c'è più equilibrio. Il serbo, contro Nadal, vince il duello sul dritto

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Djokovic e Berdych, sul “rosso” c’è più equilibrio. Il serbo, contro Nadal, vince il duello sul dritto

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Una vittoria per parte sulla terra battuta dopo due match di 3 set. Berdych e le strisce perdenti. Djokovic stacca Gaston Gaudio

Il miglior Rafa Nadal del 2015, secondo lui e secondo anche noi, non è bastato ad arginare lo strapotere attuale di Novak Djokovic nemmeno e nonostante l’avvio superfavorevole, il 2-0 e la palla break per un 3-0 che sarebbe diventato doppio break se Djokovic non avesse messo a segno un servizio vincente.

“Troppo stanco troppo presto” ha spiegato (la sintesi è nostra) Nadal, senza addurre alibi per la battaglia di venerdì con Ferrer (che Rafa avrebbe potuto accorciare se non avesse ceduto un secondo set che avrebbe potuto far suo). Il Djokovic visto anche oggi è un Djokovic in grandissima fiducia e per questo si permette di giocare immediatamente sul dritto di Nadal, come non fa quasi nessun altro tennista.

Novak, appunto, se lo può permettere, perchè è straordinariamente solido con entrambi i fondamentali, dritto e rovescio. Altri no.

Se andiamo a vedere i numeri del match, scopriamo che Rafa ha retto il confronto con Djokovic meglio sul rovescio che sul dritto. Il che, rispetto ai tempi del miglior Nadal, è abbastanza sorprendente, se ci pensate.

Dunque: quanto a dritti vincenti quelli di Djokovic sono il doppio di quelli di Nadal, 12 contro 6; e quanto ad errori gratuiti di dritto (sebbene questi siano numeri soggettivi presi da scouters non sempre inappuntabili) quelli di Nadal sono 14 contro i 9 di Djokovic. Alla fine, facendo le somme e pur prendendo cum grano salis le statistiche viene fuori che Nadal ha un bilancio negativo di 11 punti nei confronti di Djokovic.

E non se lo può permettere. Non rispecchia quanto ha sempre fatto. Il suo bilancio dritto contro dritto è quasi sempre stato favorevole con tutti gli avversari, salvo forse anche con Federer contro il quale la maggior parte dei punti l’ha vinta sulla diagonale del suo dritto contro il rovescio di Roger.

Nadal è sulla buona strada, però, e ha ragione di essere ottimista sul proprio futuro. “Se riesco a mantenere questo livello a Barcellona dove ho un tabellone duro dirò che sono di nuovo a posto”. Nadal avrà al secondo turno il vincente fra Lorenzi e Almagro e al terzo potrebbe trovare Fognini (o Verdasco) e al quarto Feliciano Lopez, come potete leggere qui.

Nadal non ha fatto che ripetere tutta la settimana che il favorito del torneo non era lui e, alla vigilia di questa loro quarantreesima sfida, che il favorito era Djokovic.

Djokovic che ha sempre tenuto a ribadire – è il gioco delle parti – che “È Nadal il più forte tennista di tutti i tempi sulla terra rossa” (opinione condivisibile allargando magari il discorso anche a Bjorn Borg), ha intanto allungato il distacco sugli altri tennisti che potevano vantare più vittorie su Nadal sul “rosso”: Gaston Gaudio è il solo ad averlo battuto 3 volte, Federer e Ferrer si sono fermati a 2. DjokerNole sale a cinque. Il bilancio è ancora negativo e non può soddisfarlo, lui aspira a ad accorciare il gap: oggi è ancora indietro di un bel po’ 5 a 14.

Ma i nove Roland Garros di Rafa sembrano oggettivamente irraggiungibili, molto più dei 14 Slam del maiorchino. Semplicemente perchè di Roland Garros ce n’è uno all’anno e invece di Slam quattro.

Anche il record di Nadal a Montecarlo, otto successi, è quasi impossibile da battere per Nole che ha vinto qui soltanto nel 2013.

Sulla carta dovrebbe vincere il suo secondo titolo avendo battuto Tomas Berdych 18 volte su 20. Attenzione però: sulla terra rossa hanno giocato solo due volte, e sono sempre andati al terzo set, con una vittoria per ciascuno. L’ultima a Roma 2013 è proprio stata vinta da Berdych, mentre a Montecarlo 2012 aveva vinto il serbo.

Berdych quest’anno è stato di una regolarità impressionante (“Sì, ma mi manca ancora un titolo” ha detto lui stesso per primo), ma ha fatto un paio di finali, e in tutti gli altri tornei ha raggiunto almeno le  semifinali salvo che a Indian Wells. Non a caso è secondo nella race, preceduto soltanto da Djokovic.

Se andate a vedere la traduzione dell’intervista riportata da Carlo Carnevale vedrete che c’è stato un simpatico scambio di frasi fra Berdych e il sottoscritto. Gli avevo chiesto, cercando di essere il più possibile diplomatico, se non gli desse fastidio che tanti avessero scritto e pensato che quella fra Djokovic e Nadal fosse una finale anticipata. Lui mi ha chiesto se lo pensavo anch’io, e io dovuto rispondergli la verità, e cioè che i numeri impietosi suggerivano proprio questo.

È vero però che proprio quest’anno Berdych ha interrotto all’Australian Open una “striscia” di 16 vittorie consecutive battendo finalmente Rafa Nadal. E se questa volta interrompesse la striscia, molto più corta, costituita dai cinque successi di Novak?

Credo che a Tomas piaccia giocare sulla terra rossa, gli dà il tempo di “aprire” sia il dritto sia il rovescio. Ha un ottimo servizio, è uno dei giocatori più regolari e solidi quest’anno – ha detto Djokovic, sempre bene informato sul conto dei rivali –  ma se continuo a giocare come adesso penso di avere una good chance”..

Certo è che se Novak vincesse anche questo Masters 1000, il terzo dell’anno, diventerebbe più giustificata la domanda che gli è stata fatta stasera: “Pensi di poter vincere tutti i 13 tornei che contano, i 9 Masters più i 4 Slam?”.

Lui si è messo a ridere e come al solito è stato pronto “Visto che mi ci fai pensare…”, e poi ha dato la risposta più saggia: “Siamo solo a un terzo dell’anno, la stagione è lunga...”.

Berdych ha dominato Monfils, ancora una volta, la sesta su sette. E Monfils che soffre tantissimo i suoi colpi penetranti e piatti “Non mi dà il tempo, e poi legge bene il mio servizio…”, ancora si chiede non tanto come farà a batterlo ma come ha fatto a batterlo l’unica volta che gli è riuscito, nel 2013, al quinto.

Non riesco a trovare la videocassetta di quel match, non ricordo come sia potuto succedere, ho chiesto al mio allenatore Jan De Witt se può farsi dare dal Roland Garros la cassetta …perché sono proprio curioso di rivederla”.

Con Berdych, con il quale ho un ottimo rapporto, abbiamo chiacchierato un paio di minuti anche fuori dalla conferenza stampa. L’ho amichevolmente rimproverato per quel suo modo di parlare così monocorde, senza mai un lampo. Gli ho detto che anche se diceva cose interessanti, e ogni tanto le dice, le sue interviste sul campo sono inascoltabili, noiose, tristi perfino quando vince. E lui mi ha dato ragione aggiungendo però: “È la mia lunga, il ceco, che ti abitua a parlare in quel modo… Lo so che non va bene, cercherò di migliorare..” mi ha sorriso. Gli ho chiesto allora se anche i telecronisti della tv ceca fossero così “smorti”. E lui, riflettendo un po’: “Beh,no, forse quelli del calcio qualche vibrazione se c’è un gol riescono a trasmetterla, ma niente a che vedere con italiani e spagnoli, questo è sicuro”.

Beh, non so se il mio sermoncino servirà a qualcosa, ma sarei quasi curioso di vedere vincere Berdych contro Djokovic – e sì che anche Nole mi sta fortemente simpatico – a) perchè giornalisticamente farebbe molta più notizia che non l’ennesima vittoria di Nole, la diciannovesima su 21, b) perchè vorrei vedere se Tomas sarebbe capace di trasmettere un po’ di emozioni nel suo discorso post match da campione.

Penso però che ho più chances di assistere ad un successo di Fognini e Bolelli sui Bryan nel doppio (ore 11,30 diretta su Sky 2). Anche i gemelli americani hanno vinto 105 tornei e 16 Slam e i nostri uno Slam e soltanto 3 tornei in tutto. Ma i gemelli viaggiano per i 37 anni: li compiranno il 29 aprile. E sulla terra rossa sono più vulnerabili che sulle superfici veloci.

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