ATP Istanbul: a riposo il Re (Federer), viva il principe (Dimitrov)

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ATP Istanbul: a riposo il Re (Federer), viva il principe (Dimitrov)

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È il giorno dell’esordio di Dimitrov, che spera di non diventare come il povero Charles Windsor di Galles, il più duraturo e longevo erede al trono. Tra lusinghe e viaggi interminabili, nell’attesa – e nella speranza –  che il torneo Atp di Istanbul entri nel vivo

Dopo che persino la pioggia ieri sera si era ritirata al passaggio di Sua Maestà, per tornare copiosa e insistente su coloro che erano rimasti a ore da casa, oggi il cielo ha deciso di dare una tregua. Era possibile così vedere parte dell’Anatolia – certo non dalla Koza Arena – e attendere con sereno disinteresse i favolosi match del giorno. Mentre Cuevas e Gabashvili intrecciavano le racchette, il cronista traviato dai suoi lettori si perdeva tra la confusione del Gran Bazar, dove personale pagato dal comune – difficile esistano altre spiegazioni – faceva finta di cedere alle leggendarie capacità negoziatrici degli italiani. Quando Gabashvili trasforma il primo set point, dopo il break nel terzo game, i commercianti turchi si sono già liberati di una dozzina di paia di calze e di un’originalissima maglietta di una nota marca europea che volevano rifilare a 200 lire turche (circa 70 euro) per accontentarsi alla fine di 25 (8 euro).  Con la netta sensazione di essere ugualmente stati truffati e dopo aver scoperto che essere cortesi significa perdere due ore ogni dieci metri (“no, grazie davvero, non voglio quella sciarpa di puro cashemere, davo solo un’occhiata“. Ma no, venga, le faccio un te. “Un te? devo andare a lavorare,  Cuevas, è avanti di un break nel secondo“. Guardi costa solo 350 Lire quale preferisce? “Non preferisco, guardavo soltanto“. Quella? Bella scelta, la sua signora sarà felice; facciamo 300? “No guardi, davvero, Cuevas adesso è un set pari, devo provare a vedere almeno il terzo“. Ma lo sa che oggi è il mio primo cliente? È importante il primo cliente, deve essere trattato bene; facciamo 250? “Guardi glielo prometto: faccio un giro e torno, ok? Tanto Cuevas e Gabashvili tra break e controbreak nel terzo andranno avanti chissà quando“. Si sieda amico mio, si sieda. Vuol fare lei il prezzo? “Non è questione di prezzo, mi creda, l’avrei comprata a 350 volentieri“. Su, dica un numero. “50?” Amico mio, lei vuole scherzare, facciamo 100 guardi. “Ma avevo detto un numero qualsiasi!” 75?)

L’intervento di un signore lo convince che quello che davvero vogliono gli inviati italiani è una bella fetta di anguria – a fine aprile – per appena (“non voglio saperlo, mangio, le do una banconota e faccia lei“). Si può rimanere stremati più di Gabshvili, che dopo un paio d’ore di inutile battaglia – la sua eh? – cede alla testa di serie numero 4 del torneo.

Se non fosse che dal centro di Istanbul, posto che esista, alla Koza Arena ci sono due ore buone di autobus – tutto per arrivare in tempo per vedere Istomin entrare in campo con gli occhialetti da sole e le raccattapalle deliranti – sarebbe valsa la pena guardare meglio la Moschea Blu, ma il rischio è di trasformarsi nella guida “4 giorni a Istanbul” e quindi meglio vedere Bellucci, che al cospetto è intimidito, tiene gli occhi bassi ma non perde un servizio. Istomin, lo ricorderete, è quello che gira per il circuito aspettando di giocare 5 set contro Seppi in qualche slam, logico che non si trovi a suo agio in uno “250” su terra. I due vanno al tiebreak, Bellucci piazza un incredibile dritto vincente dopo un dropshot che fa vibrare i 48 spettatori presenti. Il secondo set si chiude presto – che peccato – dopo che i primi due giochi sono durati quanto il tragitto per arrivare dalla Koza a Piazza Taksim, che fu teatro di duri scontri un paio d’anni fa per la questione del parco Gezi. Ne parleremo domani, buon primo maggio a tutti, dopo la visita alla moschea Dolmabahçe.

Finalmente arriva il principe ereditario, e ci si accorge di come non  basti il sole per salvarsi dal freddo. Sarà per questo che, in uno stadio che non vuole riempirsi, gli spettatori lì in alto cominciano a battere le mani frenetici. Ma la bandiera è bulgara, qui Dimitrov è quasi di casa, la Bulgaria è a due passi, forse meno considerato dove siamo finiti.  Il principe ha qualcosa da imparare nelle movenze, quando entra in campo non muove la mano quasi imbarazzato a benedire i fedeli. È giovane, sembra più giovane dei suoi 23 anni, l’attesa non lo sta consumando. Essere l’erede di un vegliardo a volte è difficile, chiedere dalle parti di Londra. I movimenti di Grigor sono più repentini, la felina lentezza del Re arriverà col tempo. L’impressione è che giochi finalmente più vicino alla linea di fondo, lo scopriremo quando le partite saranno più complicate. Golubev non ha l’aria di essere pericoloso, anche se nel 2008 diede una severa lezione al ragazzino. Dimitrov lo è invece, non va mai in difficoltà, potrebbe brekkare subito ma rimane sorpreso dalle seconde del kazakho. Poco male, break al quarto con un piccolo aiuto di un doppio fallo, poi facile fino al 6 a 3. Anche nel secondo Grigor scappa subito, break in apertura, un altro nel settimo game tanto per finire un po’ prima, con 4 prime rapide. 1h e 5′ qualcosa in più dell’altro ma meno game concessi, siamo 7 a 5.

Di nuovo si riempie la sala stampa, i fotografi si fanno vivi cercando di spostare i cronisti seduti al tavolo. Arriva Grigor con – orrore! –  la chewing gum. Il ragazzo si distende, sembra contento, risponde  gentile e banale alla domanda del vostro cronista (“si, mi piace giocare sulla terra, mi trovo a mio agio. Ma mi trovo bene anche sull’erba e sul duro“) che la prossima volta cercherà domande migliori.

Anche oggi è fatta, domani il Re alle 13.30 (da voi un po’ prima) il principe alle 17.30(16.30 da voi). Si torna a casa, si cercheranno quegli ambulanti che sembrano sbarcati da Piazza Olivuzza (accettate il mistero) quando gli altri ristoranti e venditori di pizza (figuriamoci) e kebap (o b?) sono chiusi. Si piazzano con una griglia in una specie di vecchia ape, e arrostiscono carne e pollo, per metterla dentro il pane. Per i più esotici anche la specialità locale. Sembrano stigghiuoli chissà cosa sono.

Chi sono mai Dodig e Lajovic?

 

Risultati

[2] G. Dimitrov b. A. Golubev 6-3 6-2
[3] P. Cuevas b. [Q] T. Gabashvili 4-6 6-4 6-4
T. Bellucci b. D. Istomin 7-6(4) 6-3
I, Dodig vs. D. Lajovic 5-7 7-6(1) 6-4

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