Novak Djokovic ha fatto bene o male a scegliere di disertare Madrid? E Federer a Roma?

Editoriali del Direttore

Novak Djokovic ha fatto bene o male a scegliere di disertare Madrid? E Federer a Roma?

Pubblicato

il

 

Risparmia energie per il Roland Garros, ma rinuncia al record delle 4 vittorie in 4 Masters 1000 che solo Djokovic poteva centrare. Roger Federer, se rinuncerà a Roma dopo tanti soldi presi a Istanbul, è un caso che mi lascia perplesso

Dopo aver vinto tutti i primi grandi tornei della stagione, Australian Open e 3 Masters 1000 di fila (Indian Wells, Miami e Montecarlo), come nessuno prima di lui aveva mai saputo fare, Novak Djokovic ha deciso di non giocare a Madrid per preservare qualche energia e non arrivare spompato al Roland Garros, il solo Slam che manca al suo palmares.

Così facendo Novak ha rinunciato ad un record che solo lui avrebbe potuto stabilire. Giusto, sbagliato?

C’era chi aveva ipotizzato, fra i nostri lettori e suoi fans, che Novak potesse addirittura puntare a vincere tutti i Masters 1000 e i 4 Slam. Un’impresa che sarebbe stata storica, che è stata anche avanzata a Montecarlo nel corso di una conferenza stampa e nell’ascoltare la quale Novak aveva sorriso con condiscendenza accarezzando forse in cuor suo il sogno, ma poi prendendone saggiamente subito le distanze. Se nessuno ha più realizzato il Grande Slam dai tempi di Rod Laver (1962 e 1969), è giusto semmai fare del proprio meglio per centrare prima quello, con tutto il rispetto per i Masters 1000 che danno sì prestigio ma non lo stesso.

Da ottobre 2014 Nole ha vinto tutti i tornei più importanti: Parigi-Bercy, le Atp Finals, l’Open d’Australia, i primi 3 Masters 1000. I sei titoli più prestigiosi (e ricchi) in tre continenti e sulle più diverse superfici. A questo punto lui punta a vincere anche Roma e Parigi e nessuno dubita che abbia buone probabilità di farcela. Anche se lo spauracchio di Nadal “re della terra rossa” per nove Roland Garros su dieci non può davvero lasciare tranquillo Nole man mano che i tornei sul “rosso” si succedono.

Ove ci riuscisse sicuramente Novak si consolerà del dispiacere di aver visto la foto di qualcun altro (Nadal? Federer? Nishikori? Murray) con il trofeo di Madrid in mano, ma avrà comunque mancato un record che sarebbe rimasto insuperabile per tutta la prima metà della stagione tennistica, quella che si conclude con il Roland Garros. In quella i sette trofei più importanti sono i quattro già vinti da Djokovic, Madrid che non potrà vincere, Roma e Roland Garros per i quali sarà invece in piena corsa.

La seconda è quella che si apre con le superfici più veloci, dall’erba di Wimbledon ai cementi dei 2 Masters 1000 nordamericani più quello cinese di Shanghai, fino agli indoor di Bercy e delle finali Atp londinesi: 6 trofei dunque (più un’eventuale Coppa Davis, che però fa storia a sé trattandosi di competizione non individuale).

Quattro volte Rafa Nadal, conclamato re della terra battuta (al pari di Bjorn Borg) ha vinto quattro dei sette titoli della prima metà stagione (2007-2009-2010-2013): e cioè sempre uno Slam, Parigi, e tre Masters 1000.

2007: Indian Wells, Monte Carlo, Roma, Roland Garros

2009: Australian Open, Indian Wells, Monte Carlo, Roma

2010: Monte Carlo, Roma, Madrid, Roland Garros

2013: Indian Wells, Madrid, Roma, Roland Garros

Soltanto nel 2010 vinse tutti e quattro i tornei soltanto sulla terra rossa.

In altri 4 anni (2005-06, ’08, ’12) Nadal ha vinto almeno 3 Masters 1000 o Slam nella prima parte dell’anno.

Roger Federer è sempre stato più forte e vincente nella seconda parte dell’anno che nella prima. Inutile spiegare perchè.

Soltanto due volte il campione di Basilea (2004 e 2006) ha vinto 3 più trofei fino alla conclusione del Roland Garros.

Di Novak Djokovic tutti ricorderanno il suo magico 2011: in quell’anno Novak, imbattuto fino a che perse da Roger Federer al Roland Garros una fantastica semifinale, aveva vinto 5 dei sette tornei: Australian Open, Indian Wells, Miami, Madrid, Roma.

L’aver perso quella semifinale a Parigi con Roger ha fatto sì che i suoi successivi trionfi a Wimbledon e allo US Open hanno quasi fatto ombra alla sua prima metà anno. Migliore di qualunque “prima metà d’anno” di Nadal e Federer. Forse inferiore soltanto a quella di John McEnroe anno di grazia 1984, quando SuperMac perse soltanto 3 partite su 85 (Lendl in finale a Roland Garros, che magnifica indimenticabile partita!, Amritray prima dell’US Open, Sundstrom in finale di Coppa Davis a Goteborg sulla terra rossa dello Scandinavium). Djokovic fin qui ha vinto 30 partite e ne ha perse due (Doha e Dubai).

Se Djokovic, che ha vinto le ultime 17 partite di fila (dopo aver perso a Dubai da Federer) vincesse Roma e Parigi, però, avrebbe fatto meglio di McEnroe, almeno a metà stagione. E molto meglio di Nadal e Federer.

In quel caso Novak sarebbe anche il primo tennista dai tempi di Jim Courier nel 1992, ad aver vinto i primi due Slam dell’anno.

Se si pensa che Andy Murray ha vinto soltanto tre titoli “minori” (2 ATP 250 e un ATP 500), da quando un anno fa Ivan Lendl lo ha abbandonato – e non dico davvero che sia colpa di Amelie Mauresmo, ma semmai della sua schiena traballante – beh, mettere lo scozzese sullo stesso piano dei tre fuoriclasse come si fa quando lo si include nel quartetto dei “Fab-Four”, è forse un premio esagerato.

Infine un commento su Roger Federer che ha preferito cimentarsi a Istanbul (un Atp 250, montepremi complessivo quasi 500.000 dollari, ma si dice che lo svizzero abbia “monetizzato” un ingaggio del doppio: cioè avrebbe preso più lui che gli altri 31 tennisti tutti insieme! Sono le leggi di mercato) dando quindi la sensazione che se le cose andassero bene sia a Istanbul sia a Madrid, potrebbe disertare Roma. Sempre per via dell’imminente Roland Garros.

Alla sua età, 33 anni e mezzo, e con la sua straordinaria carriera alle spalle, Roger è naturalmente più che autorizzato a programmarsi come meglio crede. E a prendere tanti altri soldi – non bastano mai ai multimilionari e soprattutto ai loro agenti… – faticando meno in tornei meno competivi. Mentre, come certo sapete i Masters 1000, diversamente dai tornei ATP minori, non possono dare ingaggi supplementari ai top-players. E’ giusto, alla luce di quel che può fare invece un torneo come Istanbul, che ci possa rimettere Roma?

Sia chiaro che sia Djokovic sia Federer hanno pieno diritto di “saltare” Madrid e Roma. Stando alle regole (che se ci fossero state a suo tempo forse avrebbero dissuaso Bjorn Borg dal ritirarsi a 26 anni). I tre requisiti per potersi permettere forfait indolori ai Masters 1000 qui su Ubitennis sono già stati più volte ricordati ma li ripeto: a) basta avere più di 600 vittorie nel circuito maggiore Atp b) avere più di 31 anni c) aver giocato per più di 12 anni nel circuito.

Regole sacrosante. Meno sacrosanto il fatto che gli agenti dei giocatori abbiano spesso conflitti di interesse, siano cioè coinvolti nel management o nella promozione di certi tornei e non di altri. Ed influenzino quindi i programmi dei loro “clienti”. Ciò detto sia Djokovic, che fa bene a puntare all’unico Slam finora sempre sfuggitogli, sia Federer, che non può sottoporre la propria schiena a sette tornei uno più duro dell’altro nell’arco di sei mesi, hanno cento e una ragione per fare le scelte che hanno deciso di fare.

Per quanto riguarda Federer e Roma, poi, non è detta l’ultima parola. Roger mi ha fatto capire a Montecarlo che non sarebbe giusto che gli organizzatori della FIT illudessero il pubblico romano, ma non ha detto che se andrà molto avanti a Madrid non verrà a Roma. Io, però, lo do quasi per scontato, pur augurandomi il contrario, perchè vedere Federer dal vivo è sempre un bel vedere, perfino quando non è in forma smagliante. Penso però che, se non c’erano ragioni commerciali e di agenti sotto sotto – Tiriac ha più “argomenti” convincenti di Palmieri? – sarebbe stato più logico che Federer giocasse Istanbul, saltasse Madrid (che però sarebbe stata doppiamente penalizzata visto il forfait di Djokovic) e poi partecipasse a Roma. In quel modo avrebbe giocato una settimana sì e una no prima di Parigi. Così invece ne avrà giocate due di fila, Istanbul e Madrid, arrivando nella capitale spagnola non proprio riposatissimo, e quindi a rischio anche di infortuni, per poi restare a digiuno agonistico per minimo due settimane prima del Roland Garros.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement