Djokovic pronto per la campagna di Roma (e non pensa all'elefante Roland Garros)

Interviste

Djokovic pronto per la campagna di Roma (e non pensa all’elefante Roland Garros)

È un Novak Djokovic rilassato e riposato quello che si presenta in sala stampa di fronte ai giornalisti alla vigilia del torneo di Roma. Il numero uno del mondo è pronto ad affrontare il mese più importante della sua vita tennistica con un solo pensiero: “non pensare all’elefante”

Pubblicato

il

 

Il via vai è frenetico e il passo è sempre svelto: il torneo di Roma sta entrando nel vivo. Mentre in campo ci sono i giocatori del tabellone delle qualificazioni, un seeding che vale un Challenger dall’altro montepremi se non un torneo ATP 250, i primi campioni del Foro si concedono alle domande dei giornalisti. Oggi il calendario delle conferenze stampa non è affollato. A Madrid si giocano le semifinali e ci sono ancora i vari Murray, Nadal, Nishikori e Berdych. A Roma ci sono però gli italiani, Simone Bolelli e Fabio Fognini, che fanno conferenza stampa assieme, e c’è Sara Errani. E poi lui, Novak Djokovic, il numero uno del mondo.

Prendiamo posto in sala stampa dieci minuti prima dell’inizio, fissato per le 15. Ci sono tutti i più importanti giornali d’Italia e non solo, tutti pronti per chiedere a Djokovic del Roland Garros e della defezione di Madrid. I fotografi sono allineati per lui, che ritarda. Ad un tratto si materializza, ma solo per attraversare la sala. È vestito di grigio, veste pantaloncini e la giacchetta della tuta, perché dentro la sala stampa, nella pancia del Centrale dove hanno i desk solo i fotografi, l’aria condizionata fredda la pelle. Una TV lo attende, lui attraversa svelto la sala ma ad un tratto si ferma: è per stringere la mano a Gianni Clerici, in segno di grande rispetto. Sorride e sembra riposato e rilassato.

Torna saltellando poco dopo, facendo finta di andarsene (“Arrivederci…”, dice) e la prima domanda, manco a dirlo, è sull’aver saltato il torneo di Madrid. La risposta è il solito trionfo del politicamente corretto. “Volevo giocare il torneo di Madrid, ma allo stesso avevo bisogno di un periodo di riposo. Ho avuto un ottimo inizio di stagione e dall’Australia non ho mai preso una pausa. Avevo bisogno di sette, dieci giorni di riposo per ripartire fresco mentalmente e fisicamente. Questi successi mi hanno consentito di cambiare la porogrammazione secondo le mie priorità”. Ovviamente, sappiamo tutti qual è la sua priorità.

Tocca poi a Gianni Clerici che offre un assist perfetto a Djokovic chiedendogli quali sono le due domande banali che puntualmente gli rivolgono ad ogni conferenza stampa. Per qualche minuto la seriosità di Djokovic si alleggerisce, e arrivano sorrisi e ammiccamenti. “Ma sai Gianni (con quella “a” che è più un dittongo, “ao” ndR) mi chiedono sempre come sto e se sono felice di stare nel posto in cui sono, le solite cose insomma”. Si ritorna subito sul serio ma la nuova domanda, che chiede come ha trascorso il tempo in famiglia durante questo periodo di riposo, offre un assist perfetto a Nole. “Ecco Gianni, questa è un’altra di quelle domande” dice Djokovic mentre sorride. Risponde poi dicendo che “ho passato ovviamente il tempo con la mia famiglia e con mio figlio, oltre che ad allenarmi con mio fratello che mi ha raggiunto durante questi giorni. Ho avuto modo, quindi, di arrivare a Roma molto presto e di allenarmi qui. Insomma: mi sono tolto un po’ di stress addosso”.

È tempo quindi di parlare dei suoi avversari nei prossimi tornei, il solito Rafael Nadal, e Andy Murray, improvvisamente diventato vincente anche sul rosso. Anche qui trionfa la diplomazia, con “Nadal che è in progresso ed è solito fortissimo giocatore sulla terra. Murray invece si è sposato nelle ultime settimane e questa novità ha avuto un impatto positivo sulla sua carriera. Anche se la terra rossa non è stata in passato la sua superfice preferita, ora ha dimostrato di poter fare bene anche sui campi in rosso, come a Monaco e a Madrid. Per me non è una sorpresa vederlo vincere”.

Gli chiediamo poi cosa pensa dei cambi di racchetta effettuati a metà stagione, come quelli di Federer nel 2013 e Nadal quest’anno, cambi che poi hanno costretto i giocatori a tornare alle vecchie racchette. Il cambio di racchetta può servire a ritrovare confidenza con il proprio gioco? Lui ci risponde che “è una cosa molto individuale e che ovviamente non posso parlare in generale ma solo per me. Quando ho cambiato racchetta passando da Wilson a Head a inizio 2009, ho impiegato un anno e mezzo per trovare il telaio giusto. È un processo molto lungo e che richiede molti test su varie caratteristiche della racchetta, rigidità, dimensione, e poi le corde. È diverso se lo fai a metà stagione, inizi a giocare con la tua testa, la racchetta è piu o meno la stessa ma tu pensi sia differente e ti incasina, ecco perché è la cosa più importante per noi, e bisogna essere sicuri sul cambiare racchetta, altrimenti iniziano ad insinuarsi dei dubbi nella tua testa e questi possono provocare cattive sensazioni sul campo, non facendoti giocare come vorresti. Questa è la mia esperienza personale e la racchetta che ho adesso è la stessa del 2010. Cambia solo l’aspetto esteriore ovviamente e voglio tenerla così per molto tempo”.

È tempo poi di parlare del Roland Garros, il “Non pensare all’elefante” di Novak Djokovic. “Quest’anno per la prima volta molti mi ritengono il favorito vero al Roland Garros anche se ero davanti a Nadal in classifica in passato. In quegli anni vincevo tornei anche sul rosso, e tutti mi dicevano che era l’anno giusto per vincere Parigi. ‘Questo è l’anno buono’, mi dicevano. Conosco le aspettative della gente, dei tifosi su questo torneo. Io voglio veramente conquistarlo, e per riuscirci devo stare concentrato e non pensarci troppo. Non devo pensare troppo al fatto che sono favorito, anche perché ho giocato il Roland Garros tante volte. Devo essere ispirato e motivato, questo è quello che io cerco, a partire da oggi, qui a Roma. Ora c’è questo torneo da giocare, poi penseremo a Parigi”.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement