Nick Bollettieri presenta il suo libro al Foro: "Quinzi non ha abbastanza coraggio"

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Nick Bollettieri presenta il suo libro al Foro: “Quinzi non ha abbastanza coraggio”

In una conferenza stampa all’interno dell’Area Media del Foro Italico, Nick Bollettieri ha introdotto il suo ultimo libro ai giornalisti: “Non ho mai cambiato nulla nei miei giocatori, ho sempre cercato di formare il loro carattere”

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L’ intervista esclusiva a Nick a Milano

Diplomato in filosofia, ex militare nella US Army: il volto cotto dal sole della Florida dove risiede e rispetta la sua routine quotidiana. Sveglia alle 4.20, alle 5 ginnastica, dalle 5.30 inizio delle sessioni di allenamento nella sua accademia fino alle 19.30. Alla IMG Academy ha seguito dieci tra giocatori e giocatrici diventati poi numero uno del ranking, oltre a altri innumerevoli tennisti di livello mondiale. Adesso si dedica sopratutto ad attività motivazionale e benefica.

Non si dirà mai abbastanza sul personaggio Nick Bollettieri, sebbene la sua storia sia diventata leggenda, anche tramite gli aneddoti raccontati dai suoi allievi, su tutti Andre Agassi. In occasione degli Internazionali d’Italia, il coach italoamericano ha presentato il suo nuovo libro “Cambiare Gioco”, autobiografia di una delle personalità più influenti del mondo sportivo. Bollettieri concentra sul lato caratteriale da subito, ed è cristallino con i giornalisti presenti in sala quando parla di Quinzi: “Non posso dirvi che privilegio sia per me essere qui, sono italiano. Non mi sono mai preoccupato di avere successo, troppe persone hanno paura di fallire e restano mediocri. Nello sport è lo stesso; se guardiamo a Quinzi, che è molto bravo da fondo, sembra invece avere paura di andare a rete. Se imparasse a venire avanti, e avesse coraggio, parleremmo di una star assoluta”. Fondamentale divertirsi e non crearsi troppe pressioni: “La mia vita si è incentrata sul divertimento: adoro l’azione e essere parte di essa. Non avrei mai immaginato di essere qui, né di indossare l’anello della Hall of Fame; se ci avessi pensato non ce l’avrei fatta”.

Nel corso degli anni la sua attività e il suo regime accademico hanno collezionato ingenti quantità di critiche,  ma con eleganza e un pizzico di marcato orgoglio Bollettieri ne parla sorridendo, ricordando in oltre i primi passi mossi nel campo della beneficenza e dell’interesse verso i giovani disagiati: “Ringrazio tutti, a prescindere da quello che la gente pensa: alla prima pagina del mio libro c’è una citazione di John McEnroe, che sosteneva non capissi nulla di tennis. Quest’estate alla Hall of Fame, TennisChannel mi ha sorpreso con un video con Billie Jean King, Jim Courier e Andre Agassi, con ringraziamenti e incoraggiamenti per me. Non perdete tempo a dimostrare di avere ragione con le parole: provatelo con i fatti. Nel mio libro c’è una foto del Roland Garros 1987; ero con Arthur Ashe, che mi chiese quale fosse il piano per gestire tutti i bambini che non avevano le risorse per giocare. Gli ho detto di non preoccuparsi, me ne sarei occupato io, e ho iniziato il programma Bollettieri-Ashe, nelle città più difficili; anche quando la situazione sembrava non avere soluzione, non mi sono mai arreso. Siate sempre onesti con voi stessi e con chi si fida di voi; parlare ai giovani può cambiare la loro personalità per il resto della loro vita. Incitare, stimolare è il compito degli insegnanti; severità, ma anche comprensione”. 

“Intuisco quello che le persone pensano, è il mio dono. Per avere successo, bisogna avere feeling con chi ti sta di fronte, perché siamo tutti diversi gli uni dagli altri; non ho mai cambiato nulla nel modo di giocare di nessuno, il mio è sempre stato un lavoro personale”, sostiene, e calca la mano sull’importanza dell’emotività nel tennis: “La Federazione deve assicurarsi che il giocatore lotti; Raffaella Reggi aveva un complesso tecnico non eccezionale, ma era una grandissima combattente, e per questo la adorava. Lo stesso vale per Errani, che apprezzo davvero tanto; il talento da solo non è mai abbastanza per arrivare al top, nello sport come nella vita, perché il migliore degli atteggiamenti può sconfiggere qualsiasi avversario. Questa è la definizione di “attitude”; sono cresciuto in un quartiere nero, mia nonna era la capofamiglia. Mi chiedeva sempre se fossi stato attento a scuola, mai se avessi avuto buoni voti; l’importante è l’atteggiamento positivo. Sii il primo, mi diceva; ero il più piccolo del mio gruppo, ma ero il leader, non avevo paura di nulla”.

“Solo chi è matto può far cose che le persone sane non riescono a fare, perché preoccupate dal fallimento. Scalare, cadere, riprovarci e cadere di nuovo, prima di provarci ancora; questa è la mia mentalità, e i giovani sono una ricchezza immensa. Ho cinque figli, quattro nipoti e due figli adottivi dall’Etiopia; stare tra i giovani ti mantiene giovane. So di essere speciale, e per questo devo fare cose speciali”.

Fioccano i ringraziamenti della Federazione per l’apporto che Nick ha fornito per il Simposio che si è tenuto nel weekend. Bollettieri ha poi confermato la sua presenza anche all’edizione degli Internazionali del prossimo anno.

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