ATP Roma: Donati gran cuore ma non basta. Djokovic a fatica. Fuori Cilic bene Ferrer e Wawrinka

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ATP Roma: Donati gran cuore ma non basta. Djokovic a fatica. Fuori Cilic bene Ferrer e Wawrinka

Nole costretto al terzo da Almagro, “solita” sconfitta di Marin Cilic. Feliciano Lopez elimina Nick Kyrgios in 2 set mentre Andrea Arnaboldi cede a David Goffin al terzo set. Fuori Tomic e Monaco, eliminati rispettivamente da Victor Troicki e Stan Wawrinka. Non prima delle 21 Berdych-Donati

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[5] T. Berdych b. M. Donati 6-2 6-4 (Raffaello Esposito)

Voglio impostare il mio gioco, vedere se posso stare al suo ritmo e provare a portarla a casa”, così Matteo Donati in un’intervista pomeridiana pre-match con Filippo Volandri. È un incrocio probante per il neo ventenne. Dopo la finale a Napoli e l’esaltante battesimo di ieri contro Giraldo infatti, il portacolori del T.C. “Match Ball” di Bra affronta in prima serata sul centrale il quinto favorito del torneo Tomas Berdych, autore finora di una stagione da incorniciare. Parafrasando una celebre battuta di John Belushi si potrebbe dire “Quando il gioco si fa duro… vediamo quanto duro sei”.
Donati mostra personalità nello scegliere di servire ma una stecca di dritto dà subito al ceco due palle break consecutive che Matteo annulla bravamente prima di capitolare alla terza occasione concessa, con un altro dritto scentrato. Berdych conferma il vantaggio ma l’italiano è in partita da subito, spinge senza paura con gran velocità di braccio, contende ogni singolo punto all’avversario e così facendo annulla una palla per il tre zero prima di difendere per la prima volta la sua battuta. Nel quinto game Donati non chiude un facile dritto per il 30-0, va sotto 15-40 e un ace non basta per evitare il quattro uno pesante che indirizza il primo set verso il sei due. Il peso della palla di Berdych sta scavando il solco ma Matteo non arretra di un passo, accetta il controbalzo per non perdere campo e alcuni suoi vincenti strappano smorfie di perplessità all’avversario. Il ventenne di Alessandria apre anche il secondo parziale al servizio ma stavolta conquista un sonoro game a zero portandosi avanti per la prima volta nel punteggio. E’ particolare la sua scelta, quando serve da sinistra, di posizionarsi nei pressi del corridoio per buttare fuori campo Berdych col kick o sorprenderlo al centro. Donati cresce in autorità, arriva ai vantaggi per la prima volta sul servizio avverso e solo un rovescio miracolato del ceco gli nega una palla break. Come spesso succede, un’occasione mancata si sconta e Matteo perde il servizio a zero nel terzo game pagando cara la leggerezza della sua seconda palla di servizio, l’unico fondamentale nel quale è ancora visibile e netta la distanza che lo separa dall’elite del tennis. La prima invece è già da big e Donati conquista il quinto gioco con tre aces fra i 195 e i 200 km/h. Nel turno successivo al servizio annulla due palle break con orgoglio prima di accorciare sul tre quattro con un altro ace. Berdych si deve appoggiare all’esperienza di mille battaglie per navigare di conserva e difendere i suoi turni di battuta da un Donati che non smette mai di lottare. Un onorevole sei quattro e i complimenti dell’avversario a rete chiudono il match con una certezza: Matteo dovrà irrobustirsi fisicamente ma la testa del campione è già lì. Il ceco dal canto suo avanza e avrà ora il vincente dell’ennesimo Fognini-Dimitrov di questo 2015.

[7] D. Ferrer b. R. Gasquet 6-4 7-5 (Francesco Scurci)

Partita prestigiosa sul Grand Stand fra lo specialista della terra battuta David Ferrer ed il talentuoso francese Richard Gasquet. In altri tempi questo match avrebbe potuto svolgersi in una fase più avanzata del torneo ma Gasquet, pur reduce dal fresco successo all’Estoril, ha perso qualche posizione in classifica a causa di un infortunio ed è così costretto a misurarsi con Ferrer già nel secondo turno. La chiave tattica del match appare subito scontata con Ferrer intento a spingere come un ossesso e Gasquet nella consueta e per lui esiziale posizione tre metri fuori dal campo; infatti il francese non riesce ad essere mai pericoloso in risposta nonostante la bassa percentuale di prime dello spagnolo (56% nel primo set) ma con una realizzazione dell’81% sulla seconda, a dimostrazione del fatto che così lontano dalla riga non ci sono speranze per il transalpino che fa male solo nelle rare volte in cui riesce a far andare il suo celeberrimo rovescio. Il break arriva subito nel terzo gioco con lo spagnolo che non soffre mai sul proprio servizio, non concedendo nemmeno l’ombra di una palla break e chiude 6-4 con un dritto inside out. Il secondo parziale inizia sulla falsariga del primo con lo spagnolo a menare le danze ed il francese troppo passivo da dietro che perde subito il servizio e va sotto 2 a 0; a questo punto Gasquet capisce che deve fare qualcosa per cambiare l’inerzia del match, comincia a spingere di più ed a variare gli schemi di gioco infilando un parziale di 3 giochi consecutivi, recuperando il break e portandosi in vantaggio per 3 a 2. La partita si fa più interessante e combattuta ma sul 4 pari Ferrer si procura la bellezza di tre palle break consecutive annullate brillantemente da Gasquet con delle ottime accelerazioni di rovescio. Ma è solo il preludio del break che arriverà sul 5 pari con il transalpino incapace di arginare l’offensiva dell’iberico che si porta 6-5 e chiude nell’ultimo game dovendo annullare due pericolose palle break. Ottima prestazione di Ferrer che chiude con 30 vincenti (ben 12 in più di Gasquet) e 21 unforced e dimostra di essere una garanzia di rendimento su questi campi. Gasquet invece è sulla strada del recupero ma fa male vedere un giocatore della sua qualità remare vicino ai teloni di fondo campo.

[1] N. Djokovic b. [PR] N. Almagro  6-1 6-7 (5) 6-3 (da Roma, Roberto Dell’Olivo)

Almagro ha messo in difficoltà il numero uno del mondo Nole Djokovic. La partita che non ti aspetti, Almagro sceso al numero 174  al mondo dal numero 9 del 2011 e che a Roma gioca grazie alla classifica protetta (si era operato al piede sinistro nel giugno dello scorso anno), dopo aver eliminato il nostro Vanni si ricorda di essere un tennista vero e mette più volte alle strette il serbo all’esordio quest’anno al Foro. La sua nona presenza, condita di 3 trionfi (2008, 2011 e 2014).

Sembrava un pomeriggio tranquillo, caldo anzi caldissimo, meglio chiudere in fretta senza troppa fatica e Nole in 28 minuti porta casa 6-1 il primo set. Nessuno avrebbe giocato un euro sul recupero dello spagnolo che nel secondo set  invece gioca punto su punto , tira a tutto braccio il suo diritto da applausi e porta Diokovic al tie break dove  annulla ben tre match point. Dal 5-2 Diokovic non fa più punti sotto la furia iberica e Almagro chiude 7-5. “Non mi aspettavo che avrebbe giocato così, ha meritato di vincere il secondo set e io non sono stato costante oggi”, dirà Djokovic nel postpartita. Il pubblico via via sempre più numeroso è felice.  Con una striscia positiva di 17 match , Djokovic ha vinto tutti e tre i master 1000 cui ha partecipato nel 2015 – e non c’era mai riuscito nessuno, poiperò ha saltato Madrid – e quando la partita arriva al terzo set qualcuno si chiede se Djokovic non stia accusando la desuetudine agonistica e pensa: “Chissà che non ci scappi la sorpresa!”. Inizia il set decisivo: Djokovic non accusa il colpo, Almagro non cala il ritmo e ci si diverte. Poi sul 3-2 per Nole, Almagro si impianta sulla terra battuta e finisce a ridosso della balaustra. Sta fermo per un po’. Zoppica  al punto che perfino l’arbitro Layhani scende a portargli del ghiaccio con Djokovic a sincerarsi del suo stato fisico. Ma non è nulla, si continua a giocare. Il momento è particolarmente delicato, i punti iniziano a valere doppio. Si respira un po’ di tensione e lo stesso Boris Becker, che da poco si è visto sorpassare nel numero di titoli vinti dal suo assistito, si alza in piedi a sostenere il suo pupillo. Novak è meno reattivo del solito, ma forse non ci si aspettava un Almagro così solido che ha un solo passaggio a vuoto proprio sul 4-3 Djokovic. “Ha servito benissimo dal secondo set in avanti, ho fatto davvero fatica a strappargli il servizio”. Lo spagnolo va sotto 15-40 gli scappano lunghi un paio di dritti  con Nole che riesce a rispondergli al corpo molto profondo . Nico accelera fin troppo, colpisce un nastro con un dritto e al colpo successivo ecco ancora che esagera, tira fortissimo  ma oltre la linea di fondo campo. Con tanto di imprecazione finale e lancio della racchetta. Ora Djokovic serve per il match per continuare la sua favola romana. C’è il tempo anche di un siparietto con l’arbitro Layhani a sentenziare un ace urlando un “Correction” con troppa virulenza. Djokovic si spaventa, le casse del Centrale fanno rimbombare la voce dell’arbitro con Nole che, a gesti, lo invita con la racchetta a parlare più piano. Ma è l’ultimo momento di  paura per il campione serbo che chiude deciso la pratica Almagro. Con abbraccio finale al degno avversario ed una dedica al pubblico: un bel “ Forza Roma”  scritto sulla telecamera raccoglie diversi consensi. I laziali avranno capito che era più una dedica alla città che alla squadra giallorossa? Oppure il doppio giocato per beneficenza la sera prima con Totti, Florenzi e DeRossi ha lasciato il segno?“Sono contento di aver vinto lottando, questo periodo di pausa mi ha fatto perdere un po’ di ritmo, mi serviva giocare in modo competitivo. Non ho visto la partita di Murray a Madrid, di certo so che Rafa non è al meglio ultimamente e la terra rossa di Madrid è una di quelle più veloci, quindi forse la meno adatta al tennis di Rafa“.

D. Goffin b. [Q] A. Arnaboldi 5-7 6-2 6-1 (Diego Serra)

Non avrà nulla da rimproverarsi Andrea Arnaboldi, milanese di ventotto anni, numero duecento del mondo, sbarcato da protagonista a Roma.  La sua avventura nel tabellone principale è stata onorata appieno. Arnaboldi inizia perdendo il servizio nel terzo game del primo set, e si difende in modo eroico nel settimo game respingendo al mittente ben quattro palle break. Riporta in parità il match nell’ottavo game con un break sul belga e approfitta di un dodicesimo game disastro di Goffin, che perde il servizio a zero. 7 a 5 e pubblico romano che tributa un lungo applauso al nostro giocatore. Arnaboldi all’inizio del secondo set si attacca al servizio, lo difende come l’ultimo baluardo di questa sua impresa capitolina. Nel primo game ribatte ben sei palle break del belga e tiene il servizio. E’ però il sussulto finale dell’avventura.  Break di Goffin nel quinto game, dopo aver fallito tre palle break, ma la quarta è fatale. Nuovo servizio perso da Arnaboldi nel settimo game e set chiuso per 6 a 2.  Terzo set senza energie per l’italiano. Che combatte prima di cedere il servizio nel primo game, respingendo tre palle break e strappando gli ultimi applausi. Ma non basta. Break di Goffin nel quinto e settimo game, partita chiusa. Per Andrea Arnaboldi una settimana da incorniciare, per Goffin Tsonga al prossimo turno.

[8] S.Wawrinka b. J.Monaco 4-6 6-3 6-2 (da Roma, Carlo Carnevale)

I fantasmi dei problemi personali che nelle ultime settimane lo hanno perseguitato sembravano aleggiare anche sul Centrale, ma Stan Wawrinka ha reagito di gran carattere; bella vittoria in tre set su Pico Monaco, che avrà più di qualche idea su cui ripensare questa sera. L’argentino va avanti un set e un break, ma si scioglie sotto il violento sole romano e cede di schianto nel parziale decisivo: Wawrinka parte malissimo, troppo dipendente dal dritto, che quando schiocca fa danni, ma spesso vola oltre le righe. Monaco scatta allo start, avanti 2-0 e spreca quattro occasioni del doppio break, prima di restituire il servizio. Sul 3-3 si susseguono tre break consecutivi fino al 4-5 Monaco, che fa valere i suoi quadricipiti e la sua solidità da maratoneta: cascata di gratuiti da entrambe le parti, l’argentino raddrizza il livello qualitativo con una stupenda controsmorzata di dritto incrociato e fa suo il primo set 6-4. Il pubblico si schiera con Wawrinka (si sente un “Vamos Stan”, che con un sudamericano in campo è un chiaro controsenso ideologico) e quasi resta bruciato quando Monaco va avanti 2-0 anche nel secondo, grazie alla sua consueta tigna e un ottimo gioco d’attaco, con dritti ad uscire che seguono prime incisive, spesso al centro: Wawrinka si sveglia d’improvviso, le sbracciate si fanno più fluide e i piedi sono molto più stabili, il timing si affina fino alla quasi perfezione e dall’1-3 per Monaco lo svizzero mette in borsa cinque giochi consecutivi, per regalare alla calorosa folla capitolina il terzo set di un incontro comunque godibile. Standard il calo di tensione di Monaco, che perde campo progressivamente, permettendo a Wawrinka di colpire alle sue altezze e i suoi ritmi preferiti: Stupenda una combinazione di pressione incrociata con il dritto nel terzo game del set conlusivo, terminata poi da un rovescio lungolinea in contropiede sul disperato cambio di Monaco; il 2-2 è l’unico momento di dubbio sull’esito del’incontro, Wawrinka infila quattro giochi consecutivi e con voce cavernosa esulta insieme ad un impassibile Norman. Al prossimo turno l’elvetico troverà il vincente tra Thiem e Simon.

[11] F. Lopez b. N. Kyrgios 6-4 7-6(4) (da Roma, Claudio Giuliani)

Supertennis TV cresce come numero di spettatori, almeno stando a quel che Binaghi ha dichiarato stamani in conferenza stampa – esordendo con un polemico “SuperTennis va benissimo, e mi dispiace per quei poveracci, gente che non conta niente e che per interessi personali ne parlano male” (Ubaldo Scanagatta gli ha chiesto a chi si riferisse, ma il presidente, dopo aver negato di aver detto la parola “poveracci”, che è invece registrata, ha detto “sono dei miserabili” senza indicare i destinatari) -, ma l’arena “intitolata” alla TV del CONI non ne vuole sapere di riempirsi, e neanche per la metà. Eppure in campo c’è l’uomo nuovo del tennis, il predestinato Nick Kyrgios, opposto a Feliciano Lopez, uno che ha iniziato a giocare il suo miglior tennis passati i trent’anni e che delizia le donne in tribune assolutamente lascive in quanto a complimenti. Il match inizia in maniera equilibrata. Ognuno usa le armi a propria disposizione: Kyrgios cerca di squartare la pallina girandole attorno colpendo ad uscire, mentre Lopez cerca di addormentare il gioco, alternando diritti non troppo angolati sul rovescio dell’australiano ai classici backspin. Sul 2 a 2 Kyrgios salva una palla break. Non riesce però a tenere il servizio sul quattro pari anche per via di alcune scelte tattiche non proprio azzeccate. Urla qualcosa al suo angolo Kyrgios, con il suo vocione, e intanto Lopez chiude 6-4 senza problemi facendo infuriare i tanti tifosi di Nick.

Si riparte con l’australiano che sembra essersi calmato, e che passa a condurre nel punteggio con Lopez che insegue. Il primo sussulto del set arriva sul tre pari quando Kyrgios offre un’altra palla break. Entrambi urlano: Kyrgios per i tanti gratuiti, Lopez per aver fallito l’occasione di strappare nuovamente la battuta al suo avversario. Lo spagnolo si infuria, se la prende con qualche spettatore che gli dà fastidio dietro la tribuna, ma riesce comunque ad arrivare al tiebreak. Kyrgios parte male e va subito sotto 3 a 1,  Lopez si issa fino al 5 a 4 per lui e chiude la partita con il servizio. Delusione fra i tanti fan di Kyrgios che hanno fischiato anche Lopez a fine gara. Un pubblico rumoroso che proprio non ce la fa a tifare tranquillamente per il proprio beniamino.

G. Garcia Lopez b. [9] M. Cilic 6-4 6-3 (di Roberto Salerno)

Sempre più imbarazzante trovare un modo per commentare le prestazioni di Marin Cilic. Il vincitore degli UsOpen ha giocato una buona partita, a tratti persino bella, contro un brav’uomo come Guillermo Garcia Lopez, numero 28 del ranking. Lo spagnolo è dotato di un rovescio di tutto rispetto ed è stato bravo a superare i pochi momenti complicati – come la palla break del sesto game, o l’interminabile decimo game, quando di palle break ne ha dovute annullare ben tre – senza particolari patemi, aiutato dal servizio. Cilic invece ha sempre penato, in perenne difficoltà sul proprio servizio, ha dovuto  fronteggiare palle break quasi tutte le volte che è andato alla battuta.

Neanche il secondo set – iniziato con un altro game fiume di 24 punti, in cui lo spagnolo ha avuto ben 6 opportunità di chiudere il discorso, e in cui Cilic è arrivato ad avere l’opportunità per il 2 a 0 – ha cambiato il corso delle cose. Marin ha ceduto il servizio alla nona palla break, nel quinto game,  con un doppio fallo, dopo che proprio grazie alla battuta si era cavato dai guai varie volte.
È sembrato finanche avvilito il croato, che si è disperato, ha rotto racchette, ha provato dropshot e ad assere aggressivo; ma davvero, questo Marin Cilic, non ha neanche un briciolo della spaventosa reattività messa in mostra in quei 6 giorni che sconvolsero il tennis.
Ma forse dovremmo cominciare a considerare che il buon Cilic, USOpen o no, è un buon top25. Come Guillermo.

Le altre partite

Anderson e Bellucci approfittano dei ritiri dei loro avversari  e volano al turno successivo. Bautista non ha il minimo problema nel derby contro Granollers ed è pronto a sfidare Djokovic, che farà bene a non distrarsi. Dura un solo set Sam Querrey, per poi sciogliersi al cospetto di un buon Tsonga. Gran battaglia e tre tiebreak tra Troicky e Tomic, vinta dal primo al terzo match point.

Risultati:

G. Garcia Lopez b. [9] M. Cilic 6-4 6-3
[Q] T. Bellucci b. [Q] D. Schwartzman 6-4 4-3 rit.
A. Dolgopolov b. M. Klizan vs [Q] 6-4 6-1
[11] F. Lopez b. N. Kyrgios 6-4 7-6(4)
V. Troicki b. B. Tomic 7-6(3) 6-7(4) 7-6(4)
[8] S. Wawrinka b. J. Monaco 4-6 6-3 6-2
D. Goffin b. [Q] A. Arnaboldi 5-7 6-2 6-1
[14] R. Bautista b. M. Granollers 6-1 6-3
[1] N. Djokovic b. [PR] N. Almagro 6-1 7-6(5) 6-3
[15] K. Anderson b. P. Kohlschreiber 3-0 rit.
[13] J.W. Tsonga b. S. Querrey 7-6(6) 6-0
[7] D. Ferrer b. R. Gasquet 6-4 7-5
[6] T. Berdych b. [WC] M. Donati 6-2 6-4

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