Il ritiro per nulla casuale di Murray e Serena: il back-to-back Madrid-Roma ha colpito ancora

Editoriali del Direttore

Il ritiro per nulla casuale di Murray e Serena: il back-to-back Madrid-Roma ha colpito ancora

I due tornei si danneggiano a vicenda e Roma è messa peggio. Viene dopo Madrid ed è troppo vicina al Roland Garros. Inutile illudere o credere alle favole di Ion Tiriac e Angelo Binaghi. Ma guai a sbagliare programmazione! Fognini e Federer in contemporanea? Che errore

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Madrid e Roma si scambiano da anni colpi ai fianchi per conquistare quel che non conquisteranno mai, a dispetto delle “bufale” che da anni raccontano ai colleghi e lettori più creduloni Ion Tiriac e Angelo Binaghi. Il problema è che nessuno, né ATP né Wta, muove foglia. Tutti temono di turbare l’equilibrio che bene o male (più male ahinoi…) esiste oggi. La verità è che i due tornei invece si danno una gran noia. E anche che la competizione fra i due contribuisce a stimolare progressi a tutti, a migliorare entrambi. Così Federer non sarebbe venuto a Roma se avesse fatto bene a Madrid – non date retta a chi ha sostenuto il contrario alludendo ridicolmente alla prenotazione delle camere (chiaro che la si debba fare, come chiaro è che poi la si possa sempre disdire) – così Djokovic non è andato a Madrid perché aveva fatto bene a Montecarlo e a differenza di Federer ha dato la sua priorità a Roma.

Avete visto quello che hanno fatto Murray e Serena Williams a Roma. Sono venuti qui, lo scozzese già in dubbio se scendere in campo fin dal primo giorno… Poi gli è bastato svegliarsi un po’ intorpidito un mattino per gettare l’asciugamano e dare forfait. “Sono stanco, stavo bene ieri…” (e le altre dichiarazioni più giù…per non farmi perdere il filo). E Serena: “Ho parlato con il mio coach (il fidanzato Patrick Mouratoglou ndR) e lui mi ha detto che non sarebbe stato molto intelligente se avessi giocato oggi, dovevamo prendere la decisione più giusta per il futuro…” E così anche Serena, che di fatto anche se ha denunciato un problemino al gomito perché qualcosa doveva pur dire non aveva un tubo (proprio come Murray), ha dato “buca” al torneo che aveva vinto un anno fa e al quale – e credo sia sincera – dice di tenere.

Il più esplicito, ma solo con la stampa spagnola e nella loro lingua, è stato Rafa Nadal:Dobbiamo guardare in faccia la realtà: per i giocatori la massima priorità sono gli Slam. La programmazione di ogni tennista è impostata sul trovare la miglior condizione per quelli. Si cerca di programmarsi nel miglior modo possibile ma poi dobbiamo preoccuparci di non sottoporre il fisico a sforzi che poi si possono pagare fortemente”.

E certo lui ne sa qualcosa. Ma allora basta balle. Da parte di tutti.

Ho trovato un articolo del Corriere dello Sport a firma Dario Torromeo e datato 2007 in cui si leggeva nel titolo “Roma nel 2009 avrà due settimane”. Due anni fa Binaghi ha ripetuto in conferenza stampa le ottime chances di Roma di diventare un miniSlam. Ancora l’altro giorno sempre Binaghi ha invece raccontato che nel 2019 Roma ha buone chances di conquistare l’estensione del periodo (“Vogliamo il mini-Slam. Il prossimo anno riprenderà la sfida tra noi e Madrid, la decisione finale dovrebbe arrivare tra due stagioni e dal 2019 potremmo avere il nuovo formato. Insomma: Roma vale uno Slam.Di anno in anno aumenta il divario tra noi e il torneo spagnolo -aveva proseguito Binaghi:-“Avete visto Djokovic? Ha scelto di saltare Madrid e giocare a Roma: siamo sempre più favoriti. E poi presto il nostro campo Centrale avrà la copertura…”. 

Vabbè, chi ci crede…peggio per lui! Di certo l’attuale chief executive dell’Atp Chris Kermode non ha mai preso la benchè minima posizione in tal senso. Non sa nemmeno se verrà rieletto per il 2019, figuriamoci. Era Brad Drewett, il defunto chairman che aveva una mezza idea di realizzare i mini-Slam. Ma anche in ATP e WTA sono perfettamente consapevoli del fatto che lo status degli Slam è irraggiungibile, e lo sarà sempre di più. Anzichè perdere terreno lo guadagnano. Non dico che i top-player se potessero giocherebbero solo quelli, ma quasi.

D’altra parte se è vero che anche questi Masters 1000 guadagnano qualcosa, l’idea di farli disputare una volta ogni due anno, a turno, è impraticabile.  Eliminare altri tornei allora? Istanbul, Monaco, Barcellona…idem! Da ogni torneo i due circuiti guadagnano soldi, e i giocatori meno forti pure (insieme a quelli forti che vi partecipano). Murray ha detto anche, in risposta a chi gli chiedeva quanto avesse influito l’imminenza del Roland Garros: “Non mi aspettavo di fare così bene in queste ultime settimane…

Serena avrebbe potuto dire la stessa cosa? Più o meno.

E quando a Montecarlo avevo chiesto a Roger Federer se il pubblico romano dovesse fare il tifo per una sua prematura sconfitta a Madrid, pur di riuscire a vederlo, lui aveva dato la solita risposta politically correct: “L’importante è non illudere il pubblico”. Che era come dire: “Non cerchino di vendere biglietti per dare per scontata la mia presenza”. Sapete bene che quando ho scritto quel che era chiaro a tutti, e cioè che Federer sarebbe venuto a Roma solo se avesse perso presto a Madrid, è diventata presto vox populi e poiché poi diversi colleghi mi sono venuti dietro e fra questi anche un collaboratore della FIT su un altro sito, questi ha rischiato di compromettere la sua collaborazione perchè è stato cazziato pesantemente per aver osato influenzare negativ.

Il punto è che fra Madrid e Roma chi sta peggio è Roma. Al di là delle dichiarazioni di questo o quel giocatore – secondo Golubev (“Nove tennisti su 10 sceglierebbero Madrid”) e poiché Andrei non ha nessun interesse a dire una cosa del genere, ché anzi è molto più italiano lui ormai di tanti… italiani… e secondo i giornalisti ghettizzati a 500 metri dalla sala intervista si è meglio “serviti” a Madrid – il vero problema è che il Roland Garros è troppo vicino a Roma. Anche adesso che fra esso e Wimbledon ci sono – ed era l’ora! – tre settimane, chi vince Roma nella migliore delle ipotesi (e cioè se non piove la domenica della finale) può partire per Parigi lunedì. E, senza passare da casa, dalla famiglia, ove fosse stato a Madrid fino alle fasi finali e fosse venuto direttamente a Roma, vorrebbe dire stare – se europeo e peggio ancora se non europeo – più di un mese lontano da casa, con le sole racchette a fargli compagnia. Impensabile. Ricordate infine che quei giocatori che tutti vogliono vedere, quelli che fanno cassetta, sono tutti giù nababbi, supermilionari. Non hanno alcun bisogno di giocare tutti questi tornei. Ma non possono e non vogliono, invece, rischiare di compromettere una stagione, 3 o 4 settimane per farsi male alla vigilia di Parigi. E dopo c’è pure Wmbledon…

E’ anche questione di esperienza, al 90%. Lo scorso anno presi una decisione sbagliata e sto imparando – ha raccontato Serena Williams – Dopo aver vinto a Roma mi sono fermata quattro giorni prima di Parigi, mi sono allenata appena un giorno o due prima dell’inizio del torneo…in nessun torneo, specialmente dello Slam, e da campione uscente… vuoi partecipare in quelle condizioni…”. Più chiaro di così! Che avrebbe dovuto dire di più?

Piuttosto, visto che qualcuno dei “grandi” non verrà o abbandonerà sempre, così come oggi, bisognerebbe almeno cercare di non sbagliare la programmazione. E consentire a tutti quelli che hanno acquistato il biglietto per una giornata di tennis di vedere il maggior numero di giocatori “importanti” possibile. Idem per i telespettatori. Questo giovedì i giocatori “importanti” al di fuori del n.1 Djokovic impegnato nel match serale, erano soprattutto due (oltre a Nadal che era stato messo in campo a : Roger Federer, sempre idolo n.1 del pubblico, e Fabio Fognini dopo l’exploit contro Dimitrov e alla prese con Berdych. Programmarli alla stessa ora, e Fognini su un campo magnifico ma che ha una capienza di 3.720 spettatori, è per me incomprensibile. Se leggo che mercoledì c’erano oltre 31.000 spettatori, significa – sempre che anche questo giovedì siano stati altrettanti -aver deciso a priori che circa 25.000 spettatori non potessero vedere Fognini, l’ultimo superstite italiano (che oltretutto ha giocato una grandissima partita, facendo alla fine 2 punti più di Berdych ma purtroppo non quelli più importanti e decisivi).

Perché? Perchè? Perchè? Vi pare logico? Per carità, chi ha deciso di vedere Federer sarà rimasto comunque contento. Ma anche in tv o uno vedeva uno oppure vedeva l’altro. E non mi dite che fosse impossibile impedire la contemporaneità.

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