Lo staff del Foro Italico, l'anima silenziosa degli Internazionali d'Italia

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Lo staff del Foro Italico, l’anima silenziosa degli Internazionali d’Italia

Il punto di vista dello staff degli Internazionali BNL d’Italia, che in ogni settore fornisce un eccellente servizio per aiutare giornalisti e pubblico, sostenendo turni faticosissimi e richieste impossibili

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I raccattapalle degli Internazionali d'Italia 2015
 

Non ci sono solo i super atleti, i nomi da rotocalco e le Very Important People, nel caldissimo (un po’ meno in questi ultimi due giorni) melting pot del Foro Italico; abbiamo dato uno sguardo anche a chi lavora incessantemente, per permettere alle giornate romane di trascorrere al meglio.

I più riconoscibili sono i coloratissimi raccattapalle, nei loro sgargianti completini firmati, con cappellino e scarpe abbinati ai dominanti arancione e blu. Sulle scale dell’ingresso, in un raro momento di pausa, ci sono Lorenzo (16 anni, alla quarta esperienza qui al Foro), iscritto al liceo classico, e Simona, ventitreè anni undici dei quali conditi da questa attività, universitaria iscritta a Chimica: “Per far parte del team si fa richiesta con una mail alla Federtennis, che eventualmente ci segnala ai responsabili che a loro volta ci contattano. Siamo divisi in tre categorie a seconda dell’anzianità, Gold, Silver e Bronze; le assegnazioni per i campi ci vengono comunicate all’inizio di ogni giornata, e dovrebbero dipendere dal nostro comportamento e dalle qualità che dimostriamo durante la settimana, anche se spesso la meritocrazia rimane solo un’ipotesi. Ogni giorno la convocazione è alle 8.30, e non ce ne andiamo prima della fine di tutti i match; molti di noi sono tennisti, altri invece preferiscono solo guardare. Ci frequentiamo anche fuori dal Foro, ci sono un paio di gruppi che frequentano la stessa scuola se non la stessa classe addirittura“. Anche un paio di membri della security scambiano due parole volentieri, elegantissimi nel loro black&white: “Facciamo tutti parte della stessa società” dice Claudia, ventisettenne laureata in scienze politiche, “abbiamo turni diversi; chi dalle 7 alle 15, chi fino a tarda notte. Si tratta della mia prima volta qui, ma onestamente l’anno prossimo vorrei non esserci, spero di sistemarmi con un lavoro fisso”. Le fa eco Daniele, ventidue anni: “Io per l’anno prossimo vorrei due piedi nuovi! Lavoro al parcheggio, tutto il tempo in piedi e raramente qualcosa di particolare, anche se oggi sono passati molti volti noti (Max giusti, Paolo Bonolis, ndr); lavoro anche in una pizzeria, quindi questa settimana è stata molto intensa”. La paga è buona? “Come no…”.


Gentilissimi i membri dello staff della sala stampa, bombardati di richieste a volte impossibili da soddisfare ma gestite sempre con il sorriso. Mario è l’anziano del gruppo, trentasette anni portati clamorosamente bene: “Sono di Napoli, lavoro per un’agenzia di stampa e l’unico motivo che mi spinge a chiedere una settimana di ferie ogni anno è lo spirito di gruppo: si crea sempre un ottimo ambiente, c’è aria di grande collaborazione e troviamo sempre il tempo per scherzare”. Benedetta e Camilla, studentesse entrambe (moda e storia dell’arte) sembrano timide, ma alla fine concedono qualche dichiarazione: “Da un punto di vista organizzativo ci sarebbero molte cose da rivedere; come per i giornalisti, anche noi siamo costretti a fare maratone ogni giorno per spostarci tra la sala stampa e la sala conferenze, che è situata all’interno del Centrale; l’anno prossimo dovrebbero accorpare le due zone, assolutamente“. L’ultimo a parlare è Jeremy, trentatrè anni, laureato in comunicazione e in ferie dal suo lavoro ufficiale in uno studio legale: “Facciamo orari abbastanza faticosi, Mario ad esempio si occupa della rassegna stampa alle sette del mattino e poi tira avanti fino a quando le attività non sono più o meno terminate. Noi ci occupiamo anche del servizio navetta e delle varie prenotazioni, quindi siamo praticamente gli ultimi al lasciare la sala stampa”.

Se è vero che “Roma è il posto più bello del mondo per un torneo”, il merito va anche e sopratutto a questi instancabili e spesso invisibili angeli custodi, che migliorano ogni anno l’esperienza del Foro Italico.
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