Al femminile
Roland Garros femminile con poche certezze
A differenza delle ultime stagioni i tornei di preparazione hanno dato indicazioni meno chiare in vista dello Slam sulla terra rossa

Verso Parigi con poche certezze. Così sintetizzerei la situazione del tennis femminile in questo momento. In sede di presentazione della stagione sulla terra battuta avevo preparato una tabella riassuntiva da cui si deduceva che negli ultimi tre anni tutti i tornei importanti sul rosso erano stati vinti esclusivamente da Williams e Sharapova. Quest’anno invece sembra di essere tornati al 2011, con una tedesca a vincere il torneo di casa (Kerber, sempre contro Wozniacki), Kvitova a Madrid e Sharapova a Roma. Lo schema però non potrà ripetersi sino in fondo, visto che la vincitrice del Roland Garros 2011, Li Na, nel frattempo si è ritirata.
Se invece vogliamo affrontare un discorso più soggettivo, vale a dire quello relativo al livello di gioco espresso dalle più forti, allora secondo me c’è stato un leggero calo rispetto alla stagione precedente. A parte qualche eccezione (Suarez Navarro, Kvitova, Wozniacki) la maggior parte delle tenniste di vertice secondo me ha giocato un po’ meno bene rispetto al 2014. Difficile dire se per una differente gestione delle forze in vista del torneo più importante o perché non sempre si riesce a raggiungere la forma quando lo si desidera. Ecco come stanno, secondo me, le prime dieci del ranking.
1) Serena Williams
Miglior risultato in carriera al Roland Garros: vittoria (2002, 2013)
Risultato 2014: secondo turno (Muguruza def Williams 6-2, 6-2)
L’anno scorso Williams aveva vinto a Roma e, da campionessa in carica, a Parigi si presentava come grande favorita per la riconferma. Invece venne eliminata addirittura al secondo turno da Muguruza, giocatrice in grado di sostenere il confronto con il tennis potente di Serena.
Williams ha dichiarato recentemente di avere sbagliato l’avvicinamento allo Slam 2014, allenandosi troppo poco nella settimana precedente, e di non avere l’intenzione di ripetere l’errore.
Per quanto ho visto, a me sulla terra non è sembrata ai livelli dell’anno scorso: dopo il weekend non entusiasmante di Fed Cup, ha saltato Stoccarda, e a Madrid si è salvata per il rotto della cuffia contro Azarenka; mentre ha racimolato appena cinque giochi contro Kvitova. A Roma ha giocato solo un incontro, e poi si è ritirata.
E’ vero che in sostanza ha perso un solo match (che le è costato l’imbattibilità del 2015) ma ha anche giocato poco. Il ritiro è sembrato precauzionale, per cui non penso avrà problemi fisici seri. La salute è salvaguardata, ma al momento la forma resta una incognita.
2) Maria Sharapova
Miglior risultato RG: vittoria (2012, 2014)
Risultato 2014: vittoria
La vincitrice del torneo di Roma ha dimostrato di essere in crescita rispetto alla giocatrice un po’ arrugginita di Stoccarda, costretta a saltare la Fed Cup per un piccolo infortunio.
A mio avviso, però, il suo livello di gioco su terra quest’anno non ha raggiunto quello del 2014. Insolitamente incerta nella risposta al servizio, e anche meno solida nel palleggio, con un numero di errori gratuiti superiore ai suoi migliori standard.
Il fatto che malgrado tutto abbia ugualmente vinto gli Internazionali testimonia secondo me due cose: che in questo momento forse manca una concorrenza particolarmente insidiosa; ma soprattutto quanto sia eccezionale la sua forza mentale, che le consente di venire a capo di match in cui non gioca al meglio. Sotto questo aspetto segnalo la partita di Madrid contro Garcia, in cui ha saputo spuntarla grazie al killer instinct, visto che secondo me la sua avversaria stava giocando meglio di lei. È la campionessa in carica a Parigi, e la possibilità di ripetersi c’è. Per chi ci crede, segnalo che contro di lei c’è la cabala: non ha mai vinto uno Slam negli anni dispari (successi nel 2004, 2006, 2008, 2012, 2014).
3) Simona Halep
Miglior risultato RG: finale (2014)
Risultato 2014: finale (Sharapova def Halep 6-4, 6-7, 6-4)
Luci e ombre per Simona Halep. Ha perso a Stoccarda da Wozniacki, a Madrid da Cornet e a Roma da Suarez. La sconfitta più inattesa è stata quella di Madrid, visto che negli altri due casi ha trovato avversarie in forma eccezionale. Ma in compenso ci sono stati anche match positivi: quello di Stoccarda con Muguruza (giocatrice molto sofferta in passato) e quelli di Roma in cui ha lasciato le briciole alle avversarie dei primi turni.
Ma forse l’aspetto più importante lo si è ricavato dalle ultime interviste, in cui Halep ha dichiarato di essere fisicamente del tutto a posto; e la cosa non è da trascurare, visto che era arrivata alla conclusione della stagione su cemento con qualche acciacco. Essere sana e con il pieno di energie è fondamentale per uno Slam che richiede molto sul piano fisico come quello parigino. Sempre molto costante, mi sembra difficile che possa uscire al Roland Garros per una giornata storta: la mia impressione è che per batterla occorrerà giocare ad un livello davvero alto, e non è detto che ci sia qualcuna in grado di raggiungerlo.
4) Petra Kvitova
Miglior risultato RG: semifinale (2012)
Risultato 2014: terzo turno (Kuznetsova def Kvitova 6-7, 6-1, 9-7)
Due mesi senza partite, rientro in Fed Cup e poi la sconfitta a Stoccarda all’esordio contro Madison Brangle. Sembrava in difficoltà, invece si è ritrovata strada facendo a Madrid, arrivando a giocare benissimo; mentre è apparsa un po’ provata a Roma. Non credo che sia un caso che abbia bissato (dopo quattro anni) la vittoria proprio a Madrid: è il torneo su terra con le condizioni più veloci, cioè più adatte al suo tipo di tennis.
La forma sembra esserci, ma in Francia ci sono almeno due aspetti che sono a suo sfavore: le condizioni di gioco lente (per le sue caratteristiche), e la possibilità di trovare giornate calde, che Petra fatica a digerire. Sulla terra battuta soffre particolarmente le giocatrici difensiviste e quindi anche il tabellone sarà importante per capire fin dove potrà arrivare.
5) Caroline Wozniacki
Miglior risultato RG: quarto di finale (2010)
Risultato 2014: primo turno (Wickmayer def Wozniacki 7-6, 4-6, 6-2)
L’anno scorso a Parigi Caroline era reduce dallo choc del mancato matrimonio, e al primo turno perse una partita affrontata chiaramente con la testa altrove.
Nel stagione su terra 2015 Wozniacki è invece partita benissimo, ma poi è sembrata in leggera flessione. Davvero molto brava a Stoccarda (dove ha sconfitto Safarova, Suarez, Halep prima di perdere in finale da Kerber), in Spagna mi è parsa un po’ meno incisiva, anche se una sconfitta contro Sharapova ci può sempre stare.
Contro Azarenka a Roma ha confermato che ultimamente sembra proprio non riuscire a trovare la formula giusta per affrontare Vika: tre partite e zero set vinti nel 2015. Non è uscita in modo brillante dagli Internazionali, ma dopo tre anni negativi ha ritrovato la capacità di fare risultati sul rosso. Se recupera la forma e la convinzione di Stoccarda penso potrebbe fare strada.
6) Eugenie Bouchard
Miglior risultato RG: semifinale (2014)
Risultato 2014: semifinale (Sharapova def Bouchard 4-6, 7-5, 6-2)
Un 2014 da incorniciare (sopratutto negli Slam) e un 2015 da dimenticare; almeno sino a oggi. Dopo gli exploit che l’hanno proiettata ai vertici del tennis femminile è arrivata la difficile fase della conferma. Con le avversarie che l’aspettano al varco, i media che ne hanno fatta una protagonista caricandola di responsabilità e un nuovo allenatore (ex di Azarenka) assunto per cercare di invertire il trend negativo.
Se non altro a Roma è riuscita a sfiorare la vittoria contro Suarez Navarro, anche se l’ha mancata in un rocambolesco finale. L’anno scorso a Parigi contro la stessa avversaria era invece riuscita ad aggiudicarsi un match in cui era stata indietro in tutte e tre i set. Ma quella era una Bouchard che mentalmente era fortissima e senza incertezze. Al Roland Garros arrivano punti pesanti in scadenza, e il rischio è quello di cominciare un arretramento nel ranking difficile da contrastare.
7) Ana Ivanovic
Miglior risultato RG: vittoria (2008)
Risultato 2014: terzo turno (Safarova def Ivanovic 6-3, 6-3)
Una stagione su terra in linea con la parte iniziale dell’anno, vale a dire chiaramente inferiore allo stesso periodo del 2014. Sconfitta a Stoccarda da Garcia, a Madrid da Suarez e a Roma da Gavrilova. La vittoria con Svitolina non basta a rendere sufficiente il rendimento di una giocatrice che era classificata al numero 5 del mondo.
Ivanovic è reduce dall’ennesimo divorzio dall’allenatore, a conferma di una fase difficile della carriera. L’anno scorso aveva fatto benissimo nei tornei WTA ma deluso negli Slam; chissà che a Parigi non riesca a fare l’opposto trovando finalmente un risultato positivo. I suoi picchi di gioco glielo consentirebbero, bisogna vedere se riuscirà ad essere all’altezza anche sul piano psicologico, superando l’opaco momento attuale.
8) Carla Suarez Navarro
Miglior risultato RG: quarti di finale (2008 e 2014)
Risultato 2014: quarto di finale (Bouchard def Suarez 7-6, 2-6, 7-5)
Non credo occorra dire molto: è la tennista del momento, per come ha giocato e per i progressi mostrati su tutte le superfici. Quarta nella Race, a conferma di un inizio anno eccezionale.
Quarti di finale a Stoccarda (sconfitta da Wozniacki), quarti a Madrid (battuta da Serena, che per ora non riesce proprio a contrastare) e finale a Roma, dopo aver sconfitto tre top ten (Bouchard, Kvitova, Halep). Per formazione giovanile e risultati del passato è probabilmente la più specialista della terra delle prime otto teste di serie. Da esordiente nel 2008 a Parigi riuscì ad arrivare ai quarti di finale (partendo dalle qualificazioni).
A Roma ha terminato la finale un po’ in riserva di energie, ma in tutta la stagione ha dimostrato di avere una condizione e un fondo invidiabili, visto che ha vinto quasi tutte le partite andate al terzo set (16 vinte, 4 perse). I dubbi sono soprattutto sul piano caratteriale, dato che negli anni passati aveva mostrato grandi difficoltà nel chiudere le partite. Quest’anno è progredita sotto questo aspetto, ma non quando arriva la finale, che rimane ancora uno degli scogli più difficili da superare (8 finali su 9 perse in carriera).
9) Ekaterina Makarova
Miglior risultato RG: quarto turno (2011)
Risultato 2014: terzo turno (Stephens def Makarova 6-4, 7-6)
La terra non è la sua superficie preferita e i risultati degli ultimi tornei lo confermano.
Sconfitta da Kerber a Stoccarda, da Kuznetsova (sua bestia nera) a Madrid, e a Roma da Dulgheru.
Non ha molto da difendere rispetto all’anno scorso e non ha di certo giocato troppo nelle ultime settimane. Penso che per lei potrebbe essere importante il sorteggio: riuscisse ad evitare mine vaganti e ostacoli insidiosi nei primi turni magari potrebbe acquisire un po’ di fiducia strada facendo. Resta il fatto che la sua parte di stagione favorita sarà quella che incomincerà dopo, sull’erba, tra Eastbourne e Wimbledon.
10) Andrea Petkovic
Miglior risultato RG: semifinale (2014)
Risultato 2014: semifinale (Halep def Petkovic 6-2, 7-6)
Pessimo momento per Petkovic: ha rinunciato a Stoccarda per un piccolo infortunio nel weekend di Fed Cup, poi si è ritirata a Madrid per un problema gastrointestinale; e ha saltato anche Roma. Ma non è bastato per togliersi la sfortuna che sembra di nuovo averla colpita, con problemi fisici in serie. A Norimberga infatti si è ritirata per un infortunio alla gamba destra, la cui entità è ancora da valutare. Al Roland Garros 2014 aveva raggiunto per la prima volta una semifinale Slam, a coronamento di un periodo in cui aveva finalmente potuto giocare senza infortuni; quest’anno sembra di nuovo essere precipitata nel gorgo dei problemi fisici in serie che l’hanno tormentata altre volte in passato. Il suo stato di salute è tutto da verificare.
Le Italiane
Il torneo di Roma ha fornito indicazioni negative per le giocatrici italiane. Forse la prestazione migliore è risultata la sconfitta di Knapp contro Kvitova; partita in cui Karin nel terzo set ha servito due volte per il match, prima di perdere al tiebreak. Ma se si deve parlare di una sconfitta onorevole per citare qualcosa di buono, si capisce che la situazione non è particolarmente rosea.
Rispetto all’anno scorso un po’ tutte le giocatrici si presentano con rendimenti peggiori. Resta la possibilità che Schiavone a Strasburgo e Vinci e Knapp a Norimberga riescano a risollevarsi nei tornei in corso. (Nel momento in cui scrivo tutte hanno passato il primo turno). Giorgi è più adatta al veloce (meglio ancora se indoor) e anche Pennetta negli ultimi anni ha mostrato di preferire il cemento. Dopo lo straordinario biennio di Francesca Schiavone (vittoria 2010, finale 2011) il Roland Garros è diventato fondamentale soprattutto per Sara Errani, e lo spiegano i risultati: finale nel 2012, semifinale nel 2013, quarto di finale nel 2014. Un trend negativo ma pur sempre ad altissimi livelli. Parigi per Sara rappresenta l’ultima e più importante occasione sul rosso prima che si passi a giocare sull’erba.
Le outsider
Se usciamo dalle prime sedici del tabellone (qui non ho approfondito le giocatrici dal 10 al 16 per ragioni di spazio, ma che non credo si potrebbero considerare sorprese nomi come Kerber, Safarova o Keys) indicherei innanzitutto cinque nomi: tre tenniste affermate e due giovani.
Comincerei con Victoria Azarenka, in crescita di classifica e di gioco. A mio avviso non è ancora ai livelli pre-infortunio, ma vale comunque più della posizione 27 che dovrebbe avere nel sorteggio. Una brutta cliente per le teste di serie più alte. Accanto ad Azarenka segnalerei due giocatrici molto esperte come Samantha Stosur e Svetlana Kuznetsova: tenniste che conoscono la superficie e in passato hanno ottenuto grandissimi risultati a Parigi (vittoria e finali).
Tra le giovani cito Garbiñe Muguruza (che l’anno scorso ha eliminato Serena e impegnato moltissimo Sharapova, dimostrando di poter giocare molto bene sulla terra) e Caroline Garcia, che però sino ad ora il suo meglio sul rosso lo ha mostrato in altitudine (Bogotà e Madrid).
Garcia è anche giocatrice di casa, e chissà che la spinta del pubblico non aiuti qualche francese (Cornet, Mladenovic, Parmentier, Dodin).
Infine ci sono le giocatrici che sono ancora indietro nel ranking, ma che hanno iniziato l’anno con una marcia in più, come dimostra la posizione nella Race: Bacsinszky, Svitolina e Gavrilova. E le rumene Begu e Dulgheru. Mi pare più probabile che possa fare strada qualcuna di loro rispetto a qualche specialista del rosso oggi più indietro in classifica. Ma in questi casi molto dipenderà dai sorteggi; a volte è proprio il tabellone a favorire approdi alla seconda settimana che oggi sarebbe difficile ipotizzare.
P.S. Come già in occasione degli Open d’Australia, questa rubrica si ferma durante lo Slam. Ritornerà fra tre settimane, al termine del Roland Garros.
Buon torneo a tutti.
Al femminile
US Open: Trevisan vince una sfida di nervi interminabile contro Putintseva e si trascina al secondo turno, Giorgi dominata da Pegula
I crampi non fermano Martina Trevisan che in 3 ore e 20 minuti di gioco conquista il primo turno degli US Open. Camila raccoglie 4 giochi contro la N.3 del seeding

M. Trevisan b. Y. Putintseva 0-6 7-6(0) 7-6(8)
Martina Trevisan vince il primo turno degli US Open contro Yulia Putintseva in 3 ore e 20 minuti al tiebreak del terzo set: 0-6 7-6(0) 7-6(8).
Quante volte può cambiare una partita di tennis non smetteremo mai di chiedercelo. Quella di oggi, tra Martina Trevisan e Yulia Putintseva è stata l’ennesima dimostrazione che niente può essere prevedibile, tanto meno sui campi di Flashing Meadows. C’era stato un solo precedente tra le due giocatrici, al torneo di Abu Dhabi 2021, dove la kazaka aveva vinto con un doppio 6-3. Difficile quindi dire, a inizio partita, chi fosse la favorita tra due giocatrici separate solo da 20 posizioni in classifica e 1 anno di età. L’azzurra di 29 anni, numero 58 del mondo, è partita malissimo. Demoralizzata, nervosa e notevolmente fallosa. Il primo parziale si è concluso con 24 punti a favore della kazaka numero 78 del ranking, contro i soli 5 punti di Trevisan e nient’altro da aggiungere. Ma nel secondo parziale è entrata in campo la lottatrice che conosciamo ed è iniziata un’altra partita. La giocatrice toscana ha iniziato a mettere in gioco dei cambi di ritmo, alternando colpi in cui respirare a sfiammate di dritto imprendibili. Non a caso per due volte nel set è stata avanti di due game. E nonostante la kazaka sia riuscita a recuperarla entrambe le volte, Trevisan, con le idee decisamente più chiare è arrivata a prendersi un tie-break vinto a 0. Ma nonostante i precedenti 7 punti consecutivi dell’azzurra e il recupero di un set, Putintseva è rimasta lucida nel terzo parziale, dove gli errori sono aumentati da entrambe le parti. A metà del terzo set la partita sembrava di nuovo finita: Trevisan ha iniziato a non reggersi più in piedi per via dei crampi, e il match, dopo il turno di servizio perso a 0 dell’azzurra, sembrava scritto. Ma proprio in quel momento la partita è cambiata ancora. Trevisan ha iniziato a correre di nuovo, trovando l’energia chissà dove, e da sotto 4-2 è riuscita a rimontare 4 giochi pari. Da lì è stata una lotta punto dopo punto, scambi perfetti seguiti da errori non forzati sul finale di scambi strazianti. La partita non ha preso una direzione precisa fino alla fine del tiebreak decisivo dove con soli due punti di distanza, la giocatrice Toscana ha chiuso 10 punti a 8 mettendo a segni i due punti più belli dell’intero match. Al secondo turno l’aspetta la testa di serie numero 9, Marketa Vondrousova.
IL MATCH
Primo set: Dominio totale di Putintseva e prestazione inesistente di Trevisan
Trevisan inizia al servizio e si ritrova subito costretta a salvare tre palle break. Annulla la prima con uno schema servizio e dritto vincente. Ma Putintseva risponde aggressiva sul secondo servizio e segue con una palla corta insidiosa che costringe Trevisan a rispondere male, buttando largamente fuori la palla. Il primo vantaggio è della Kazaka: 1-0. Inizia la serie infinita di errori gravi da parte di Trevisan che nei primi due game porta a casa un punto soltanto: 2 a 0 Putintseva. Anche nel terzo gioco l’azzurra si ritrova in svantaggio e la kazaka continua ad avere le idee molto più chiare. Grazie ad un dropshot sotto rete e un passante preciso Putintseva si aggiudica anche il terzo game: 3-0. Completamente fuori dalla partita, Trevisan lascia poco spazio alle parole e concede anche il 4 gioco alla kazaka. Prende anche il triplo break a sfavore e si ritrova sotto 5 game a 0 con 21 punti a 4 a favore di Putintseva. Proprio sul finale, Trevisan sembra risvegliarsi, annulla molto bene i primi due set point risalendo da sotto 40-0 a 40-30. Ma Putintseva sfrutta la terza chance per chiudere il primo parziale totalmente dominato.
Secondo set: La rivincita di Trevisan premiata da un tie-break perfetto, agevolato dagli errori di Putintseva
Per la prima volta dall’inizio del match Trevisan prende tre punti di vantaggio consecutivi nel primo game e tiene a 0 il turno di servizio:1 a 0. Entra finalmente in campo un’altra giocatrice italiana che va a prendersi le prime due palle break del match per chiudere avanti 2-0. Nel terzo gioco ritornano gli errori non forzati dell’azzurra e Putintseva si riprende il game di svantaggio. La kazaka regala qualcosa a Trevisan nel quarto gioco trascinandosi fino ai vantaggi. Putintseva inizia ad avere le idee più confuse ma l’italiana è ancora troppo fallosa e non sfrutta le occasioni fino in fondo: 2 giochi pari. Arriva un altro calo di Trevisan al servizio che regala alla kazaka tre palle break consecutive. Ma l’italiana riesce ad arrampicarsi con le unghie fino a vantaggi per poi chiudere un game complicatissimo: 3-2. Con quel carico di fiducia, Trevisan strappa il servizio all’avversaria per ritornare sopra 4-2. Ottima reazione della kazaka che dimostra di essere ancora nettamente in partita e va a prendersi subito due occasioni per chiudere il game sul servizio di Trevisan: 4-3. Nell’ottavo gioco arriva lo scambio più lungo del match dove Trevisan non vuole mollare, ma è lei la prima a sbagliare: 4 pari. L’azzurra non si fa demoralizzare dalla seconda rimonta del set di Putintseva e tiene dignitosamente il turno di servizio per restare avanti 5-4. Per sei volte, Trevisan si ritrova a due punti dal set ma la kazaka non molla la presa e con un lob imprendibile conquista il decimo e più lungo game del match: 5 pari. Dopo tanta fatica, Trevisan gioca due brutti punti e Putintseva vede uno spiraglio dove attaccare di prepotenza. Con coraggio, Trevisan annulla tre palle break, di cui due consecutive, per guadagnarsi la prima chance di 6-5. E grazie al servizio si tira fuori da un fosso profondo. La kazaka tiene bene il turno di servizio successivo che la porta al tiebreak decisivo.
Tiebreak: Inizia con un vincente di dritto Trevisan e tiene il turno di servizio: 1-0. L’italiana fa correre in avanti la kazaka due volte di fila con due drop-shot efficaci e conquista due mini-break consecutivi: 3-0. Continua il tiebreak perfetto di Trevisan che tiene il servizio e avanza: 5 a 0. Putintseva ormai sembra senza idee, sbaglia di rovescio e concede un altro punto importante: 6-0. E dopo un ‘ora e 45 minuti, Trevisan vince il tiebreak senza concedere neanche un punto.
Terzo set: Una sfida di nervi interminabile dove non c’è spazio per nessun vantaggio netto, ma il tiebreak decisivo lo vince Trevisan
Ora la partita sembra davvero essere girata: Trevisan attacca fin dal primo punto e come nel secondo parziale parte in vantaggio: 2-0. Nel quarto game, l’italiana avanti 2-1 commette un doppio fallo e perde il turno di servizio a 0. Putintsova rientra nel terzo set: 2 pari. Insiste con la palla corta la kazaka, Trevisan corre ma inizia a far fatica a stare in piedi per i crampi dopo quasi 2 ore e mezza di gioco. Si arrende a Putintseva che chiude il terzo game di fila e va in vantaggio: 3-2. L’azzurra può finalmente chiamare il fisioterapista anche se sa bene che per i crampi non può farsi trattare. Torna a servire Trevisan, ma senza forze, e regala di nuovo a 0 il suo turno di servizio alla kazaka che ora conduce 4-2. Difficile immaginare che la numero 58 del mondo possa rientrare in partita. Ma questo match è totalmente imprevedibile: l’azzurra ricomincia a correre e recupera con grande personalità il break di svantaggio: 4-3 Putintseva. Continua a muoversi meglio Trevisan che riesce a guadagnarsi due chance del 4 pari. Il primo dritto finisce in corridoio, ma il secondo prende un angolo maledetto e la 29enne toscana resta aggrappata: 4 pari. Putintseva sale nuovamente in cattedra con un rovescio incrociato perfetto: 5-4 per la kazaka. Il decimo game è il momento più importante fino a qui per l’italiana che è costretta a tenere un turno di servizio determinante ai vantaggi. Trevisan tiene la battuta: 5 giochi pari e quasi 3 ore di gioco. Da quel momento in avanti inizia una lotta infinita, straziante: parità e vantaggi; break e contro-break. L’ultima parola va al tie-break decisivo.
Tiebreak: Trevisan parte di nuovo bene anche nel secondo tiebreak del match e si prende il vantaggio avanti 2-0. Chiude con un schiaffo al volo la kazaka che si prende il primo punto dei due tiebreak giocati: 3-1 per la toscana. Con un dritto scarico a metà rete e un doppio fallo Trevisan deve ricominciare da capo: 3 pari. Senza mini-break di vantaggio Trevisan va a servire sotto 5-4. Chiude di rovescio lungolinea il primo punto ma la volée successiva la tradisce: 6-5 per la kazaka che le restituisce in fretta il favore con una pallonetto fuori dalla riga di fondo: 6 pari. Doppio fallo di Putintseva: 7-6. Ma finalmente, da sotto 7-8, la giocatrice toscana si aggiudica due punti consecutivi uno più bello dell’altro che le regalano il primo match-point di questa sfida. Senza forze, quasi in lacrime, Martina Trevisan si aggiudica il secondo turno degli US Open in 3 ore e venti minuti.
[3] J. Pegula b. C. Giorgi 6-2 6-2 (Federico Martegani)
Si sapeva che sarebbe stata dura per Camila Giorgi, che non aveva certo goduto di un sorteggio fortunato pescando al primo turno la testa di serie n° 3, nonché n° 3 del mondo, Jessica Pegula, e il pronostico è stato in tutto e per tutto rispettato, con un punteggio, 6-2 6-2 in un’ora e 24 minuti, forse anche troppo severo per quanto visto sul campo. Fatto sta che era l’undicesima volta che le due si affrontavano e solo in due circostanze l’italiana aveva avuto la meglio. Chiaro segnale che la solidità dell’americana, per di più sospinta dal pubblico ovviamente di parte, è per la marchigiana quasi sempre inscalfibile.
Giorgi ha mostrato un buon tennis soprattutto verso la metà di entrambi i parziali, ma è andata sotto troppo presto di un break sia nel primo che nel secondo, non riuscendo poi a rimontare. Il game chiave è forse stato proprio quello che ha offerto l’allungo decisivo a Pegula, avvenuto sul 2-2 del secondo set. Un gioco in cui Camila ha avuto cinque palle per rimanere con il naso avanti, ma che alla fine le è costato il break, decisivo per spezzare anche quei pochi appigli rimasti. Pegula avanza dunque al secondo turno e dovrà ora affrontare, in ogni caso da netta favorita, o Patricia Maria Tig o Rebecca Marino.
Al femminile
US Open, Pegula: “Accordo tra WTA e Arabia Saudita? Se ci pagano abbastanza…”
Jessica Pegula parla anche del rapporto straordinario con Gauff: “Coco favorita, io vivrò alla giornata”

C’è grande fermento e attesa negli Stati Uniti per l’edizione 2023 dell’US Open. In campo femminile le speranze sono riposte in Coco Gauff e Jessica Pegula. Le due sono pronte a riportare la propria nazione sul gradino più alto, spolverando i grandi fasti delle sorelle Williams. Gauff e Pegula sono state protagoniste nella stagione sul cemento che ha condotto le atleti all’ultimo Slam dell’anno: “Sono molto felice di essere qui – spiega Jessica – da americana poi si sente una responsabilità differente”.
La n. 3 del mondo debutterà contro Camila Giorgi lunedì 28 agosto e ha motivato la presenza di Ace, il cane che fa parte del suo team: “Esce sempre con me! Sto raccogliendo fondi anche per la fondazione di Elina (Svitolina) ed è molto divertente farlo. Mercoledì sera abbiamo contribuito a questa causa facendo un bel match di esibizione. Mi è servito per respirare l’aria pre torneo alla presenza di tanti tifosi. Mi sono adoperata anche per l’evento promosso dalla WTA. È stato davvero carino”.
Che effetto le fa arrivare all’US Open da atleta n. 3 del ranking: “Anche l’anno scorso ero in una posizione simile e so cosa si prova. Quest’anno sarà molto più impegnativo. In generale mi sento come se rappresentassi il tennis americano”. Pegula ha anche parlato del suo splendido rapporto con Coco Gauff: “La sconfitta subita a Wimbledon l’ha spinta a migliorare. E’ venuta fuori molto affamata da una situazione negativa ed è bello vedere che una tennista così giovane abbia già vinto tanto. Ho giocato a Montreal contro di lei, io poi ho vinto con Iga e lei ha fatto la stesa cosa a Cincinnati. Ha detto che la mia vittoria l’ha spronata a far bene. Succede spesso che le vittorie delle tue amiche o colleghe ti siano da stimolo, ti aiutano ad avere più fiducia. Sono felice che anche lei abbia acquisito sicurezza da quella settimana e sia riuscita a portarla a Cincinnati. Penso che sia davvero in fiducia. Quando un giocatore è in questo stato è più difficile da battere. So che adora giocare con il pubblico. Penso che ci siano molti favoriti, ma il pubblico potrebbe aiutarla molto. Sono felice che stia migliorando e imparando. Lei è il futuro di questo sport, quindi… è bello da vedere”.
Come membro del consiglio dei giocatori, come Pegula giudica l’impatto dell’Arabia Saudita sul tennis e sulla WTA che sta per stilare un accordo con i sauditi? “Parliamo di voci e non so se accadrà. Bisogna valutare i pro e i contro: di positivo c’è che entreranno più soldi nel nostro sport al femminile e lavoreremo per i diritti delle donne in Arabia Saudita per sperare in un cambiamento e sostenere le giuste cause. Se riusciamo a cambiare quei popoli sarebbe un grande successo. Sfortunatamente, molti posti non pagano abbastanza le donne e purtroppo non possiamo permetterci il lusso di dire no ad alcune cose. Credo che se i soldi fossero giusti e l’accordo fosse qualcosa per cui possiamo creare un cambiamento, andrebbe bene giocare là. Vediamo come andrà a finire”. Ma i soldi arabi hanno un attivo profumo, a sentire il direttore Scanagatta.
Ma come sta Pegula? “Non mi sento più in fiducia delle altre volte, a dire il vero. Ancora una volta, il tennis è così e cambiam di settimana in settimana. Ho vinto a Montreal, poi sono stata sconfitta e ho perso a Cincinnati. In un certo senso sono tornata al punto di partenza nell’analizzare le cose su cui lavorare. Prendo questo Slam come un’ulteriore sfida con me stessa”.
Per l’americana c’è il taboo semifinale e finale in uno Slam da abbattere. Sei quarti di finale negli ultimi suoi otto Major: “Mi manca solo vincere i quarti di finale (sorride). Questo mi aiuterebbe a superare i quarti di finale e arrivare in semifinale. Ci sono andata molto vicina a Wimbledon. Non so cos’altro dire. Cercherò sempre di vincere ogni singola partita, non importa in quale round sia. Il mio “must” è pensare una gara alla volta: penso che questo sia il modo migliore per giocare senza troppa pressione, affrontando una partita alla volta. Saranno due settimane lunghe. Ogni giorno mi sentirò diversa. Probabilmente ci saranno delle sfide mentali e fisiche da combattere o non mi sentirò al top. Dovrò vivere giorno dopo giorno”.
Al femminile
Martina Navratilova sulle atlete trans: “Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti”
L’ex campionessa statunitense torna nel mirino dei social: il commento sulle atlete trans che stona con la sua veste di icona Lgbtq+

Martina Navratilova contro le atlete trans: un paradosso che sa di reazionarismo. L’ex campionessa di tennis e icona Lgbtq+ nel panorama sportivo mondiale, tuona sulla questione legata alla presenza di atlete trans nei tornei per donne over 55 organizzati dall’USTA (United States Tennis Association) la Federazione tennis a stelle e strisce. Prima atleta professionista a fare coming out nel 1981, la tennista ceca (naturalizzata statunitense) si butta a capofitto nel mezzo di una discussione su Twitter riguardante, nello specifico, la vittoria di una tennista nata uomo, Alicia Rowley che ora partecipa ad eventi per donne dopo il periodo di transizione: “Il tennis femminile non è per atleti maschi falliti” commenta Navratilova.
E continua ribadendo: “Hey, Usta: il tennis femminile non è per atleti maschi falliti, qualunque sia l’età. Questo sarà consentito allo US Open di questo mese? Solo con un documento d’identità? Non credo. […] È patriarcato per gli uomini biologici insistere sul diritto di entrare negli spazi creati per le donne. Quanto è difficile da capire? È patriarcato che gli uomini biologici insistano sul diritto di competere nella categoria femminile nello sport“.
Per quanto sorprendente, la posizione presa da Navratilova non è tuttavia una completa novità: nel 2019 era stata espulsa da un’associazione che combatte battaglie in sostegno di atleti omosessuali, l’Athlete Ally, accusata di transfobia per aver pronunciato le seguenti parole (riportate dal Sunday Times): “È sicuramente ingiusto per le donne che devono competere contro persone che, biologicamente, sono ancora uomini. Sono felice di rivolgermi a una donna transgender in qualsiasi forma preferisca, ma non sarei felice di competere contro di lei”. A distanza di quattro anni, nulla è cambiato. Almeno per lei.