Terra battuta al femminile: chi gioca meglio sul rosso?

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Terra battuta al femminile: chi gioca meglio sul rosso?

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Con il torneo di Stoccarda iniziano gli appuntamenti importanti sulla terra rossa: qualche dato per individuare le migliori sulla superficie

Vincono soltanto  Sharapova e Williams.
Arriva la stagione della terra rossa e con le cinque parole di apertura dell’articolo si potrebbe sintetizzare il tema. Negli ultimi tre anni  i grandi tornei sulla terra battuta, infatti, sono stati letteralmente monopolizzati dalle prime due del ranking, come non è accaduto per nessuna delle altre superfici.
Eppure undici anni fa, quando Serena e Maria si affrontarono sull’erba della finale di Wimbledon 2004, non so quanti avrebbero potuto immaginarlo. Forse più ancora che per la longevità, colpisce l’evoluzione tecnica che entrambe hanno compiuto per arrivare a questo dominio. Da aprile a giugno sono quattro i tornei importanti che si disputano sulla terra battuta: Stoccarda, Madrid, Roma, Roland Garros. Ebbene, dal 2012 in poi, Maria e Serena li hanno vinti tutti (7 Sharapova, 5 Williams).
Ecco la tabella relativa agli ultimi anni:

Principali tornei sulla terra
Curiosamente solo due volte si sono affrontate direttamente in finale (Madrid e Roland Garros 2013); ma hanno comunque sistematicamente respinto tutti gli assalti delle altre pretendenti arrivate all’atto conclusivo.

Per Serena la svolta decisiva è da individuare nel 2012. Il 29 maggio perde al primo turno del Roland Garros da Virginie Razzano, e credo sia stato quello choc a farle capire che se voleva davvero primeggiare anche sulla terra avrebbe dovuto impegnarsi in modo più profondo e specifico. In quegli stessi giorni inizia la collaborazione con Patrick Mouratoglou; e un coach francese non poteva certo trascurare il torneo di riferimento nazionale: Serena studia una preparazione mirata che le consentirà di rivincere il Roland Garros a distanza addirittura di undici anni (2002 – 2013) e poi di costruire un record sulla terra di 56 vittorie e 3 sole sconfitte. Una percentuale vicina al 95%, paradossalmente superiore a quella su qualsiasi altra superficie.
Dal 2012 in poi (oltre a quella con Razzano) le altre due sconfitte arrivano nel 2014, e una è anche un po’ anomala, visto che si riferisce a una fase di stagione differente, sull’Har-Tru di Charleston (la terra grigio-verde americana).
Riassumendo le due partite perse: a Charleston da Jana Cepelova (4-6, 4-6) appunto, e al Roland Garros da Muguruza (un sorprendente e perentorio 2-6, 2-6). La Williams vincente sulla terra è diventata più paziente, tatticamente più accorta, fisicamente più preparate e disposta al palleggio prolungato, più stabile sugli appoggi al momento di colpire. E aggiungerei anche con un po’ più di topspin nei colpi.

Per quanto riguarda invece i progressi di Sharapova, bisogna dire che l’evoluzione “terraiola” di Maria è risultata tanto sorprendente quanto inequivocabile: dall’agosto 2011 (Cincinnati) all’ottobre 2014 (Pechino) ha vinto 7 tornei sulla terra (e due erano Slam) e uno solo sul cemento (Indian Wells) Per chi avesse voglia di leggere un tentativo di analisi approfondita sulla questione rimando a questo articolo dell’anno scorso.

In estrema sintesi alcune delle ragioni che sembrano più plausibili potrebbero essere queste:
– la terra è la superficie fisicamente e soprattutto mentalmente più probante. Maria nel tempo è diventata particolarmente solida sul piano fisico e soprattutto una lottatrice quasi imbattibile a livello mentale.
– Alla ricerca del Career Slam (Parigi era l’ultimo Slam che mancava dei quattro) Sharapova potrebbe avere cercato il picco di forma nel periodo primaverile; e poi, dopo i primi successi, potrebbe aver deciso di mantenere un calendario simile anche nelle stagioni seguenti.
– Sulla terra il rimbalzo alto e più lento favorisce una giocatrice come lei: alta e non agilissima, ma con la potenza necessaria per ottenere i vincenti che altre ragazze meno forti faticano a produrre sul rosso.
– Altre giocatrici, che sono temibili concorrenti sul cemento o sull’erba, sulla terra calano di rendimento in modo sensibile, e così il campo di avversarie pericolose si riduce.

Prendo spunto da quest’ultimo aspetto per introdurre una serie di dati che riguardano le attuali prime 32 giocatrici del ranking. Chi gioca meglio sul rosso e chi invece fatica ad adattarsi?
In questa tabella ho preparato i valori riferiti alla intera carriera delle tenniste in base alle diverse superfici:

Superfici carriera
Poi ho provato a rendere i dati più attinenti alla situazione attuale. Per farlo ho preso in considerazione solo i risultati dal 2012 in poi (tre stagioni intere, più l’inizio di quella in corso), sempre divisi per superfici:

Superfici dal 2012

Prevedibilmente scendono i valori di alcune giocatrici verso fine carriera e ne salgono altri. A questo punto per evidenziare meglio il tema che ci interessa ho abbandonato l’ordine del ranking e costruito una classifica sulla base dal rendimento sulla terra battuta. Eccola:

Rendimento Terra dal 2012
Questa è esattamente la gerarchia delle migliori giocatrici su terra negli ultimi anni? Sì e no, perché è influenzata anche dalla diversa programmazione delle protagoniste. Alcune puntano alla stagione su terra in modo particolare, disputando tornei di fascia più bassa che, avendo una concorrenza meno qualificata, potrebbero consentire di migliorare il rendimento specifico sulla superficie.

Se scorro la classifica verso il fondo, mi colpisce il valore di Caroline Wozniacki. É stata finalista a Stoccarda e Roma nel 2011, ma nelle ultime tre stagioni sulla terra ha raccolto pochissimo. Un valore davvero molto basso (40%); ma forse più che un problema tecnico potrebbe essere stata una coincidenza di differenti periodi di scarsa forma.

Con questi stessi dati ho provato a stabilire un aspetto più specifico. Vale a dire: chi sono le “terraiole”? Per cercare di scoprire chi rende in modo particolare sulla terra ho individuato chi ha uno scarto particolarmente alto tra la percentuale di vittorie sul rosso rispetto alla migliore percentuale sulle altre superfici. (Ho accorpato i dati di cemento e carpet, visto che questi ultimi sono molto limitati):

Specialiste
In arancione sono le giocatrici con una differenza superiore al 10% di rendimento tra la terra e la migliore delle altre superfici. In giallo chi si attesta tra il 4 e il 10%. Valori inferiori al 4% li ho considerati non sufficientemente rilevanti per far pensare che si tratti di una sicura predilezione di superficie. Probabilmente non dovrei dirlo, ma confesso che alcuni risultati mi hanno sorpreso. Forse dipende dalla mia valutazione di partenza di alcune singole giocatrici (sbagliata?); o forse è il metodo ad essere troppo rozzo.

Spiccano i numeri di Sara Errani, con uno scarto clamoroso; e fin qui ci siamo.
Nel dato di Petkovic influisce anche l’ottimo rendimento a Charleston: terra americana un po’ differente, visto che è più veloce di quella rossa.
Il valore di Sharapova mi convince abbastanza: in questi ultimi anni i tornei vinti sul rosso sono stati senza dubbio preponderanti.
Non mi aspettavo invece differenze così alte per Bouchard e Jankovic. Eugenie è comunque una giocatrice ancora in formazione per cui sospendo il giudizio. Non pensavo invece che Jelena, recente finalista a Indian Wells, avesse una tale scarto di rendimento tra duro e terra. Purtroppo non so quanto si potrà verificare il dato nelle prossime settimane, visto che il problema fisico che l’ha costretta al forfait a Stoccarda potrebbe impedirle di esprimersi al meglio.
Del tutto attese le presenze di Suarez Navarro e Stosur, mentre non attendevo numeri simili per Safarova: semifinalista a Wimbledon e molto forte anche sull’indoor veloce; eppure i numeri la descrivono più efficace sulla terra. Cornet, Lepchenko e Kuznetsova sono nomi abbastanza prevedibili.
Halep infine ha il dato che aspettavo: un valore che privilegia leggermente il rosso, ma non smentisce certo la sua forza sul cemento.

Queste tabelle possono essere di aiuto per orientarsi in vista dei prossimi tornei? Me lo auguro, se non altro minimamente. Fra tutte, quella che dovrebbe sintetizzare meglio i valori complessivi è la penultima, ma direi che le superfici del tennis contemporaneo sono diventate più simili tra loro, e quindi a volte più che l’attitudine alla superficie può diventare fondamentale il momento di condizione della singola giocatrice. E vedremo se ci sarà qualcuna capace di interrompere il dominio di Williams e Sharapova.

P.S. I dati di partenza delle singole giocatrici sono ricavati da: tennisabstract.com
(Potrebbero mancare nel conteggio complessivo alcuni match di Fed Cup).

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