Rafa Nadal non è il solo a “ricusare” un arbitro, c'è una lunga lista. Federer diplomatico, Wawrinka molto meno

Editoriali del Direttore

Rafa Nadal non è il solo a “ricusare” un arbitro, c’è una lunga lista. Federer diplomatico, Wawrinka molto meno

Stan Wawrinka denuncia: “Se vai contro un top-ten rischi di perdere la chance di arbitrare le finali!”. Esclusiva intervista con il Supervisor Stefan Fransson

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Ho visto che l’argomento dell’invito di Rafa Nadal a darsi un break con Bernardes dopo i fatti di Rio de Janeiro, “nell’interesse di entrambi”, ha suscitato tantissimi commenti.

E allora ho voluto approfondire, chiedendo a Wawrinka e a Federer prima – Stan è stato schietto, Roger ha fatto invece… lo svizzero diplomatico e neutrale – e poi ad una mia vecchissima conoscenza, lo svedese Stefan Fransson, il supervisor ITF e del Roland Garros, lumi sulla vicenda che presenta contorni abbastanza oscuri e a me poco… simpatici. Per così dire.

Di tutto ciò scrivo, ma senza trascurare i nostri italiani che, purtroppo, ad eccezione di Flavia Pennetta che ha dominato la Rybarikova lasciandole solo due games nel primo set, 6-2, 6-0, hanno profondamente deluso. Un po’ meno Lorenzi che aveva vinto i primi due set 6-4 con Gilles Muller (n.55 Atp), ma nel corso del tiebreak del terzo set ha risentito di un problema ad un flessore, aveva ceduto anche il quarto al tiebreak martedì sera, e oggi come ha precisato lui, “Stavo peggio di ieri, sono arrivato al 4 pari, lui ha fatto delle buone demi-volèe in quel game, io ho sbagliato qualcosa sul 4-5, ma insomma ero un po’ handicappato”.

Non ha quindi colpe il buon Lorenzi che ora si dedicherà ad una serie di tornei minori ma non tanto, Mestre, Caltanissetta e Perugia. I punti fatti con l’ultimo Challenger gli hanno fatto risalire la china, stava per uscire dai 100 – che è sempre un dramma perché si rischia di compromettere la partecipazione agli Slam – ma ora è n.86 e senza troppe cambiali da pagare. Gilles Muller mi ha detto: “So quel che è successo a Paolo, però io ho perso i primi due set che avrei potuto benissimo vincere…”. Vabbè, ognuno la vede alla sua maniera.

Mi spiace molto aver assistito anche alla debacle di Fabio Fognini con Paire. Stavolta anche lui non ha colpe per il 3-0 subito, a parte la scelta di aver fatto room-service in camera ed essere incappato in un pesce probabilmente avariato.

In campo non si reggeva in piedi. E lui per giocare bene deve essere al top. Non lo era e nessuno degli interventi del medico che ha chiamato al suo “capezzale” ha risolto nulla. Fatto sta che con Camila Giorgi e Sara Errani sembrava quello che aveva più chances di approdare alla seconda settimana e invece… nisba.

E nisba anche Camila che per miracolo non ha rimediato un doppio 6-1 dalla Muguruza che gioca sparando pallate come lei, ma oggi le teneva dentro e Camila no. Non ha nemmeno servito tanto male Camila, meno doppi falli del solito (5), ma una caterva di errori da fondo campo: 19 dritti, 11 rovesci.

La solita fretta pazzesca, come se avesse paura di perdere il treno. Senza – more solito – un minimo di strategia fino al 5-1 del secondo set quando improvvisamente ha rallentato un tantino mentre la Muguruza si è fatta prendere lei dalla frenesia.

Così Camila si è avvicinata al 5 pari, sfiorandolo in una disperata rimonta che però, anche se aveva gli occhi un po’ lucidi sul 6-1 5-1, non riusciva ad emozionare.

Annabel Croft, la partner di Eurosport con Mats Wilander, bella come sempre e dolcissima, commentava con Sam Smith e il sottoscritto una partita senza senso, tiravano fortissimo, ma non sembrava che ragionassero. Tutte cannon-balls. Peccato, mi spiace per Camila, quando gioca bene è un piacere guardarla”.

Flavia Pennetta, più tardi, avrebbe detto di non vedersi nelle vesti di consigliera di Camila: “Non so come si allena, cosa fa, quindi consigli non sono in grado di darne. Uscire dal piano A per lei è complicato, se vince giocando alla sua maniera penserà sempre che se sta perdendo deve soltanto ritrovare il suo gioco per tornare a vincere… tanti anni fa era così un pochino anche per me, in tempi più recenti sono diventata più aggressiva, perché so che se sto un metro dietro la riga e perdo campo non ho futuro. ‘Salva’ (Navarro) dice in allenamento che se faccio un numero di vincenti pari agli errori di solito vinco…”.

E allora, segnalata doverosamente la sconfitta della Halep, finalista l’anno scorso, con la sorprendente e simpatica Mirjana Lucic – leggete la sua intervista – con la rumena che all’inizio della sua conferenza parlava un po’ come un’automa, senz’anima, ma che alle fine son riuscito a far sorridere, sebbene di solito io preferisca evitare le conferenze stampa di chi ha perso perché mi sembra di partecipare ad un funerale. Con troppi avvoltoi inconsapevoli e presenti.

Ma torniamo all’argomento Nadal-Bernardes e rapporti fra arbitri e giocatori.

Un personaggio che conosce bene le cose dal dentro, mi ha ammonito (non è il manager di Nadal eh!):Guarda che sono tanti i giocatori che segnalano di non voler avere per arbitri questo o quello, non c’è solo Nadal. Se tu andassi a verificare chi ha arbitrato certi giocatori negli ultimi mesi, anzi anni, vedresti che qualcuno non ha arbitrato da tempo quel certo giocatore o quell’altro. È una lista lunga credimi, e non risale soltanto ai tempi di Lendl, di Agassi e di altri… ma è bella folta anche oggi”.

Prima di andare da Fransson a sincerarmi di tutto ciò, senza illudermi sui probabili silenzi e risposte evasive che mi sarei dovuto sorbire, vi dico che cosa ha detto Federer rispondendo ad una mia serie di domande, a seguito di una prima fatta dalla collega dell’Equipe Carole Bouchard: “Dacché Nadal ha chiesto dopo Rio di non avere più come arbitro Bernardes non lo ha più avuto. Hai fatto anche tu una richiesta simile e cosa pensi di aspetti come questi?“.

È una cosa molto personale – dice con un certo imbarazzo – sai, nella vita puoi trovarti meglio con qualcuno che con qualcuno altro. In questa situazione ci sono abbastanza arbitri e quindi non è una grande problema per l’Atp o per l’arbitro stesso o per un giocatore. Non so come possono evolversi le cose… riguardo a Nadal, è qualcosa che riguarda loro. Io cerco di non pensare troppo a chi è l’arbitro. Mi concentro sul mio gioco. Ma insomma è dura: abbiamo giocato quasi mille match, io e Rafa, Quindi chiaramente con certi arbitri andiamo più d’accordo e con altri meno. E capiamo anche che anche loro possono avere cattive giornate, come noi. Non siamo sempre di buon umore ogni giorno…”

Ma non credi Roger – gli ho chiesto allora – che se ogni giocatore dice che non vuole quell’arbitro…“.

Roger: “Beh, diventa difficile da gestire, certo…”.

Scanagatta: Certo che diventa difficile, ma anche per l’arbitro perché diventerebbe timoroso di poter deludere qualcuno, magari un tennista più potente, importante… Non sarebbe giusto neppure con gli altri giocatori… che ne pensi?

“Certo. Ecco perché penso che sia una situazione che debba essere chiarita. E chiaramente – qui la sua risposta assomiglia a quella di Arzani l’altro giorno – assomiglia alle altre richieste dei giocatori… io vorrei giocare martedì, io mercoledì, io domenica. Insomma le richieste le facciamo un po’ tutti ma questo non significa che vengano accettate. Credo sia giusto così. Alla fine per le varie questioni sono i ‘governing bodies’, il torneo, il direttore del torneo, l’ATP, l’ITF che devono prendere una decisione. E comunicarla al giocatore, sempre attraverso un dialogo che può essere in pieno relax oppure non così pieno…ma è importante che si comunichi insieme”.

Insomma figurarsi se Federer si sbilanciava, attaccava Nadal o lo difendeva. Lo sapevo in partenza. Provo ad insistere ancora: –Beh ma ci sarebbe una notevole discrepanza fra un giocatore e un altro, perché se la chiede te che sei Federer magari la accettano, ma se la chiede un tennista meno conosciuto… 

E lui: “No, questo va oltre al punto di chi ha fatto la richiesta. Io credo che ognuno dovrebbe essere trattato allo stesso modo.

Vabbè, mi arrendo, è pura utopia e Federer lo sa meglio di me. Idem Nadal.

Stan Wawrinka è più sincero e diretto (o forse meno accorto): “Ha fatto una richiesta del genere (Nadal) per un breve periodo di tempo. Io credo che se un giocatore fa una richiesta del genere gli dovrebbe essere accordata la possibilità di evitarlo solo se l’arbitro ha fatto errori e si è macchiato di qualche colpa. Se è solo perché non ti piace quell’arbitro allora la richiesta non dovrebbe essere accettata. Io non so quali siano le motivazioni di Rafa. Ho letto in alcuni articoli che lui si sentirebbe con Bernardes sotto particolare pressione riguardo alle time-violation. Quindi bisognerebbe essere più rigidi sulla regola dei 25 secondi (20 per gli Slam), ma gli arbitri non tengono tutti lo stesso orologio per tutti i giocatori… perché sanno che se hanno un problema con uno dei top-players e poi non possono più arbitrarlo… rischiano di avere il problema di non poter più arbitrare le finali e questo è un bel problema per loro. Questo è il problema che abbiamo nel circuito riguardo a certe regole particolari. Gli arbitri non sono così rigidi sul campo centrale con i top-players, come invece lo sono quando si trovano ad arbitrare un match sul campo 17”.

Beh, ragazzi, più chiaro di così Wawrinka non poteva essere. Il problema esiste, eccome. Ma non credo verrà risolto come si dovrebbe.

Qualcuno mi ha detto: se all’arbitro Rocchi facessero arbitrare una partita della Roma succederebbe di tutto. E ormai da tempo non gliene fanno più arbitrare! Quindi è comprensibile anche che non si debba per forza andare a caccia di guai o di tensioni non necessarie se si possono evitare.

E’ una posizione simile a quella che esprimerà Stefan Fransson: “Non sono tantissime le richieste – ma non vuole darmi né percentuali né altro (io sospetto siano almeno una trentina…ma non ho dati certi) – ma non vengono soltanto da parte dei giocatori. Le fanno anche gli arbitri. E noi dobbiamo evitare problemi inutili visto che abbiamo ampie possibilità di scelta. Il nostro obiettivo è cercar di garantire il miglior arbitraggio possibile. Ma quando ci arrivano certe richieste – che Fransson ammette senza problemi facendo quindi capire che Nadal ha scoperto la pentola… ma che tutti sanno che cosa ci bolle dentro anche se ci sono tennisti più esigenti (e magari un tantino prepotenti) e altri meno – esaminiamo la loro ragionevolezza e non è detto che accogliamo tutte le richieste. A volte sì e a volte no”.

Ma anche a lungo, per mesi, per anni?

Fransson fa una smorfia, non vuol dire di sì, ma neppure di no.

Non crede che questo sistema andrebbe scoraggiato, perché un atteggiamento permissivo può danneggiare i giocatori più deboli e quindi essere unfair?

Fransson risponde da quell’attento dirigente che è: “Dobbiamo stare attenti a monitorare la situazione, a che non tracimi, ma che questo porti a delle ingiustizie non credo, non lo vogliamo e non lo tollereremmo”.

Io faccio una faccina per dire: “Ma dai, la verità sui numeri e le situazioni di disequilibrio non le sapremo mai…”

Capisco i tuoi dubbi, ma sono tue opinioni…non le mie”.

Vabbè, il sistema non è trasparente. O forse lo è… Però non bisogna neppure essere talebani. E mettere per forza un arbitro sgradito ad un giocatore con il quale ci sono stati problemi. Pare che ad esempio Fognini, che pure con Layhani qualche problemino l’aveva avuto, abbia fatto capire che per lui ritrovarsi Layhani non sia un problema. E bravo Fabio allora. Vedete che sottolineo anche i suoi lati positivi?

Intanto, una cosa Fransson mi sottolinea: “Negli ultimi dieci anni, all’incirca, non è più capitato in una finale di Slam che un arbitro fosse della stessa nazionalità di un finalista. Prima accadeva spesso. Quante volte ricordo Rudy Berger arbitrare finali di Becker e Stich, o americani finali di Agassi, Sampras, Courier o ChangSi tengono sei arbitri in preallarme dai quarti in poi e di nazionalità diverse, e poi si sceglie il candidato che non ha compatrioti in campo. Per evitare sospetti”. Ma degli altri sospetti Fransson non vuol sentire parlare.

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