29 anni per il talentuoso Monsieur Gasquet, il campione mancato che insegue la gloria

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29 anni per il talentuoso Monsieur Gasquet, il campione mancato che insegue la gloria

Oggi, 18 giugno, Richard Gasquet compie 29 anni. Tante le aspettative riposte sull’ex enfant prodige di Francia; ma Richard, nonostante un’ottima carriera (2 semifinali Slam, best ranking al n. 7, 12 titoli Atp e 400 incontri vinti finora), non è riuscito a diventare il grande campione tanto atteso. A 29 anni, riuscirà mai a compiere il fatidico exploit?

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Gli articoli di Ubitennis dedicati a Richard Gasquet

L’enfant prodige è cresciuto e, quest’oggi, Richard Gasquet spegne 29 candeline. Amato e ammirato in tutto il mondo soprattutto grazie al sublime rovescio ad una mano, il francese nativo di Béziers ha tuttavia deluso le aspettative di coloro che lo acclamavano come il futuro grande campione, erede di Yannick Noah. Certo Richard può vantare una carriera  costellata finora da ottimi successi ma resta, forse, l’amaro in bocca per non essere riuscito a compiere il grande exploit che le sue doti tecniche lasciavano presagire.

Tante, troppe le aspettative che la Francia comincia a riporre sull’allora bimbo Richard quando, a soli 9 anni, nel “lontano” 1996, il celebre mensile Tennis Magazine gli dedica la copertina presentandolo come uno dei ragazzini più talentuosi del paese. E, in effetti, il piccolo “Richie” comincia molto presto ad accumulare le vittorie come, ad esempio, quella contro un coetaneo di nome Rafael Nadal, nel Campionato del mondo Under 14 a Tarbes, nel 1999. Ma non solo. Gasquet comincia ad imporsi anche a livello Future in Francia, sviluppando un tennis di grande talento, nonché gesti tecnici armoniosi e ineccepibili, tra i quali, in primis, un rovescio ad una mano dall’esecuzione perfetta e di notevole rendimento. L’adolescente di Béziers suscita così un interesse sempre maggiore da parte dei professionisti della racchetta e degli appassionati, fino al punto di venire considerato ormai la grande promessa del tennis transalpino.

Ma la prima svolta arriva nel 2002. Richard continua ad inanellare successi diventando campione del mondo junior dopo aver vinto il Roland Garros e lo US Open nella categoria cadetti, senza dimenticare il primo risultato di rilievo in un torneo senior. Wild card alle qualificazioni del torneo di Montecarlo, il francesino batte Davydenko e Voinea per poi sconfiggere, al 1° turno del main draw, il n. 54 Atp diventando così, a 15 anni e 10 mesi, il più giovane tennista dal 1988 a conquistare un match in un torneo Masters Series. Conclude la stagione 2002 nella top 200, diventando, a 16 anni, il più giovane di sempre a terminare l’anno con un tale risultato. Migliora il record nel 2003, diventando il più giovane a chiudere l’annata tra i primi 100 del mondo. Nel 2004 trionfa in doppio misto al Roland Garros in coppia con Tatiana Golovin. Ma è nel 2005 che Gasquet realizza il suo primo vero grande exploit al torneo di Montecarlo superando, non ancora 19enne, il n. 1 del mondo Roger Federer e raggiungendo la semifinale. È così uno dei 4 giocatori a sconfiggere Federer in quell’anno, insieme a Rafael Nadal, David Nalbandian e Marat Safin. Si issa inoltre in finale al Masters 1000 di Amburgo e, per la prima volta in carriera, agli ottavi di finale in un major (Roland Garros). Vince, inoltre, il suo primo titolo sull’erba di Nottingham e riceve la prima convocazione in Coppa Davis contro la Russia. Più che soddisfacente per lui la stagione 2005 che si conclude con la top 20. Ma l’anno della consacrazione sarà il 2007. Il francese di Béziers può vantare la sua prima semifinale slam a Wimbledon, il best ranking – occupando la posizione n. 7 – e la qualificazione alle Finals di Shanghai.

Dopodiché, invece di continuare l’ascesa che tutti attendono e il grande, definitivo, salto di qualità, Richard si trova ad affrontare momenti sempre più difficili, inazitutto a causa di una serie di infortuni al ginocchio e al gomito. E, forse, nel fare i conti con un tennis sempre più atletico, alcuni limiti fisici non gli permettono di supportare il grande bagaglio tecnico di cui è dotato. Comincia inoltre a rivelare una certa fragilità nei momenti di massima pressione. Tuttavia, l’anno “buio” sarà il 2009 quando, alla vigilia del torneo di Miami, dal quale si è appena ritirato per un infortunio alla spalla, Richard viene trovato positivo alla cocaina in un controllo antidoping. Gasquet nega i fatti e, anche se il test risulta positivo, ulteriori analisi sui suoi capelli rivelano che il tennista non è affatto un consumatore di cocaina. Successivamente viene infatti confermata l’assunzione accidentale e involontaria dello stupefacente, avvenuta in seguito ad un malaugurato bacio scambiato in una discoteca di Miami con una ragazza conosciuta la sera stessa che aveva fatto uso di cocaina. Insomma, reo fu il bacio e il povero Richard si trova in pochi giorni dalle stelle alle stalle, tempestato dalle accuse e dalle critiche più velenose. Fortunatamente il tribunale internazionale dell’Itf riconosce l’innocenza del transalpino che, invece di incorrere in due anni di squalifica, dopo due mesi e mezzo di stop può riprendere le competizioni.

Il rientro non è facile. La ripresa è lenta. Ma ecco che un’ulteriore svolta nella carriera di Richard avviene alla fine del 2011 grazie al sodalizio con Riccardo Piatti. Interrotta definitivamente la collaborazione con Eric Deblicker, Gasquet si affida al celebre coach italiano, coadiuvato da Sébastien Grosjean. Il connubio italo-francese funziona e Richard sembra rivivere un’altra “giovinezza” tennistica vincendo, tra il 2012 e il 2013, altri 4 tornei. Non solo. Si issa in semifinale allo US Open (2013) vincendo un match maratona con David Ferrer e rientra nella Top 10, il tutto coronato dalla qualifica alle Finals di Londra. Il tennis del transalpino sembra aver acquisito inoltre un livello di grande completezza e maturità. Richard non sfoggia soltanto talento cristallino, eleganza classica nell’esecuzione dei colpi e ottimo tocco di palla, ma risulta più aggressivo – nonostante persista la tendenza ad arretrare troppo spesso oltre la linea di fondo – e abile nel gioco di anticipo e nelle accelerazioni da fondocampo, in particolare grazie al suo magistrale rovescio, efficace in cross o lungolinea.

Tuttavia, le Finals del 2013 risultano particolarmente amare per il francese poiché, alla vigilia dell’ultimo incontro del girone, Piatti pone fine alla loro collaborazione e parte da Londra. Sorpreso e amareggiato, Richard non nasconde alla stampa la propria delusione senza tuttavia criticare l’ormai ex allenatore: “Certo, non me l’aspettavo e sono deluso. Le cose andavano benissimo tra di noi. Ma non ce l’ho con Riccardo. Ho molto rispetto per lui, è una brava persona e non sta a me spiegarvi le ragioni che l’hanno spinto a prendere questa decisione. Se vorrà, lo farà lui“. Insomma, nonostante la diplomazia di “Richie”, l’amarezza c’è eccome. Piatti poco dopo raggiunge Ivan Ljubicic nel team del canadese Milos Raonic. Il 2014 è un anno inerlocutorio e complicato per il francese, penalizzato da ripetuti problemi alla schiena nonché, forse, da un calo di fiducia. Nonostante i due titoli conquistati nel 2015, il tennis di Richard Gasquet non ritrova quello smalto eclatante e, oggi, il campione in erba è rimasto tale.

A 29 anni, e attuale n. 19 del ranking, l’ex promessa di Béziers annovera nel suo bel palmares 12 titoli Atp (tutti nella categoria 250), 2 semifinali slam, 2 partecipazioni al Masters di fine anno, altre 12 finali disputate di cui 3 nei Masters 1000 (una ad Amburgo e due a Toronto), nonché il best ranking al n. 7. Senza dimenticare la vittoria n. 400 in carriera, avvenuta proprio tre giorni fa nel match di primo turno del torneo del Queen’s ai danni del nostro Simone Bolelli. Vittoria seguita poi dalla sconfitta in tre set per mano di Milos Raonic, attuale pupillo di Riccardo Piatti. Tuttavia, per il potenziale dimostrato fin dall’inizio e in tutti questi anni, i risultati raggiunti non sono all’altezza del talento cristallino e delle abilità tecniche di Richard. Troppe pressioni? Tenuta mentale non sufficientemente solida nei momenti più complicati? Scarsa fiducia in se stesso? Cos’ha impedito a Richard Gasquet di diventare quel grande campione che tutta la Francia aspettava e aspetta ancora? Forse un po’ di tutto questo. Stan Wawrinka ha vinto due major nella fase avanzata della carriera: l’Australian Open a quasi  29 anni e il Roland Garros e 30; Francesca Schiavone trionfa nel major parigino alle soglie dei 30 anni, così come accade a Li Na, vittoriosa a Parigi a 29 e quasi 32enne a Melbourne. Perché non potrebbe riuscirci anche Richard? Una sete inesauribile di vittoria – oltre alle abilità eccelse – ha aiutato questi campioni, ed altri ancora, ad imporsi, seppur tardivamente, tra i grandi. Chissà che l’ “anzianità” non riservi qualcosa di speciale anche all’ex enfant prodige di Francia… Ma Richard dovrà tirar fuori una volta di più, e ancora di più, quella rabbia di vincere sembrata, a volte, fin troppo “timida” e che, forse, non si è ancora spenta. Auguri!

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