Interviste
Wimbledon interviste, Radwanska: “Sono state due buone settimane, mi consentono di risalire nel ranking”
Wimbledon, semifinali. G. Muguruza b. A. Radwanska 6-2 3-6 6-3. L’intervista del dopo partita a Agnieszka Radwanska

Qual è la tua reazione complessiva dopo questo match?
Un gran buon match. Penso lei abbia giocato molto bene oggi. Credo senza alti e bassi. Molto solida dall’inizio alla fine. Ho provato tutto quello che potevo oggi, ma non era abbastanza.
Puoi dirci cosa è successo giusto alla fine dal tuo punto di vista? Il tuo box ti stava dicendo di chiedere il challenge?
La chiamata dentro di quella palla era al 50 e 50. Ho deciso di chiedere il challenge. Non proprio una buona scelta.
Lei ha iniziato molto bene. Come pensi di essere rientrata nel match?
Sì, lei ha iniziato molto veloce. Io ero ancora un po’ troppo lenta all’inizio. Poi c’è stato un momento cruciale sull’1-3 nel secondo set. Ero al servizio. Lei ha fatto un paio di errori. Ho approfittato delle mie occasioni nel secondo set. Per questo è andato molto veloce alla fine il secondo set. Il terzo, lo avete visto, era molto combattuto. Io ho avuto l’opportunità soprattutto all’inizio del set. Ma lei era molto solida nei momenti importanti e molto buona al servizio.
I punti di svolta nel secondo e nel terzo set: più una questione di dubbi mentali o scelte tattiche di gioco?
Ogni punto è cruciale in questo tipo di incontri. Era molto combattuto. Non c’erano punti facili in questo tipo di incontro. È difficile dire se era mentale o nervoso o, chi sa, solo fortuna qualche volta. Ogni incontro è differente. Ogni punto è differente. Ma io avvertivo che nei momenti cruciali lei serviva molto bene. Questo non mi dava l’occasione di breakkarla.
Che differenza c’è secondo te tra il gioco di Garbiñe rispetto a Serena o Sharapova relativamente alla pesantezza di palla che ti arriva. Eri sorpresa di come lei gestisse i momenti in cui era sotto pressione?
Abbiamo giocato un paio di volte. Avevo idea di cosa aspettarmi. Credo per esempio che Madison colpisca molto più forte di Garbiñe. Quello che credo Muguruza stia facendo è essere solida da ambo i lati. Anche se usa molta forza, ha anche una buona direzione, è un mix. Questo fa di lei una gran brava giocatrice. Credo che la vedremo molto spesso nelle seconde settimane dei tornei del Grande Slam, di sicuro.
Nonostante tu abbia perso, non pensi ci sia da essere soddisfatti perché hai raggiunto forse le semifinali del migliore torneo del Grande Slam di questa stagione?
Certo, sono felice di queste settimane sull’erba. Sono state molto intense. Sono contenta del mio gioco. Certo, è sempre spiacevole quando perdi, soprattutto un match serrato. Ma comunque due buone settimane.
Tatticamente puoi spiegare un po’ quale era il tuo piano di gioco per l’incontro? Anche circa il secondo set, tatticamente avevi iniziato a cambiare un po’ le cose, tenerle la palla un po’ più bassa. Puoi darci idea di quanto volessi giocare quest’incontro?
Talvolta giochi come il tuo avversario ti fa giocare. Penso che quando abbiamo iniziato, ero troppo in difesa nel primo set. Ma poi trovi sempre altri modi per stare nel match, per cambiare le cose. Ma la tattica per questi match è molto semplice: non giocare al centro, concentrarsi sul servizio, mettere dentro il maggior numero di prime. Questo è quello che cercavo di fare. Lei era semplicemente troppo in palla oggi.
Lei ha detto che era nervosa nel secondo set. Lo eri anche tu? Tu hai disputato tante partite a questo livello, ma è passato un po’ di tempo.
Ad essere sincera, no. Certo ho disputato partite del genere in passato, per cui sapevo cosa aspettarmi. In confronto alle altre semifinali e finali qui, non ero affatto nervosa.
Puoi chiarire sul challenge a fine match, hai sentito un urlo che ti diceva di chiedere il challenge o è stata una tua decisione?
Penso che l’ho fatto perché sono io quella che decide se chiedere challenge o meno. Nessuno può farlo al posto mio.
Dopo il tuo inizio di stagione, questo è per te ovviamente un grande risultato. Cosa pensi di questo risultato guardando avanti. Pensi che possa essere uno spartiacque della stagione?
Certo, sono state delle buone settimane. Molto meglio dell’inizio di stagione, di sicuro. Mi consente di risalire nel ranking. Penso a Singapore, questo è l’obiettivo per tutte. C’è un altro slam e qualche altro torneo importante. Vedremo. Tutto può succedere.
Quando sei uscita dalla top ten quest’anno, hai inviato un tweet ironico, del tipo, ce l’ho fatta, sono fuori dalla top ten. Adesso che ci sei rientrata, come ti senti al riguardo?
É sempre una cosa importante essere nella top ten. Alcuni pensano che sia una tragedia essere 12, 13 o qualcosa meno. Credo lo pensino le persone che non fanno mai sport. Ci sono un sacco di esperti che criticano, pensando che loro sanno tutto. Ma io ero numero 13. Non proprio un problema. Sai, se giochi, giochi il tuo miglior tennis, non è proprio un problema. Certo, quando giochi meglio, il tuo ranking è migliore. Ma penso che la cosa importante è se finisci nella top ten a fine anno.
Tu e Martina Navratilova vi siete separate quest’anno. Mi sembra di capire che lei ti ha aiutato un po’ qui in queste due settimane.
Sì, siamo negli stessi spogliatoi, per cui parliamo negli spogliatoi. Ci siamo separate alcune settimane fa, ma ciò non significa che non parliamo, evitandoci. Lei c’è sempre per me. Io posso sempre fare affidamento su di lei.
Pensi che Garbiñe possa vincere il titolo?
Buona domanda. Non so chi vincerà l’altra semifinale. Immagino Serena. Non penso che possa battere Serena in finale. Non credo che Serena glielo consentirà, non in questo torneo (sorride). Ma le auguro buona fortuna. Sarà difficile. Se ce la dovesse fare, grande stima per lei.
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Roland Garros, Gipo Arbino: “La vittoria più bella di Lorenzo” [ESCLUSIVA]
“Lorenzo non ha mai giocato così bene. Contro Khachanov bisognerà servire alla grande” spiega il coach di Sonego

A pochi minuti dalla fine dell’impresa forse più importante della carriera di Lorenzo Sonego, il suo storico allenatore Gipo Arbino, si è concesso per una chiacchierata con Ubitennis sul match appena concluso e il prossimo contro Karen Khachanov.
D. È finita da pochissimi minuti la partita forse più bella, l’impresa più clamorosa di Lorenzo Sonego. Ne ha fatte diverse ma qui ha battuto di nuovo Rublev, dopo averlo fatto anche già a Roma. Cinque set pazzeschi, tre ore e 42 minuti. Gipo Arbino, che cosa hai provato e quanta soddisfazione per un match tatticamente perfetto da un certo punto in poi?
Gipo Arbino: “Sì certo. Il primo set ci è sfuggito di misura, anche in maniera non troppo fortunata perché, secondo me, almeno si poteva raggiungere il tie-break dove Lorenzo (Sonego) è sempre molto pericoloso. Nel secondo set, Lorenzo si è proprio disunito. Era molto demoralizzato. Abbiamo cercato di tenerlo su di morale e lui è stato bravo a reagire. Piano piano ha iniziato a giocare meglio. Nel quarto set è stata davvero dura perché Rublev giocava veramente bene. Però siamo stati avanti noi nel tie-break e siamo riusciti a vincere questo quarto set. Il quinto è stato davvero un bellissimo set, dove era importante fare anche solo uno o due punti in risposta e così è stato. Poi Lorenzo è andato a servire ed ha avuto grande personalità.”
D. Lorenzo ha avuto due palle break sul 2 a 1 e su alcune seconde di servizio di Rublev non ha rischiato abbastanza. Poi però, nel game successivo, è stato Lorenzo a dover salvare delle palle break. Lì è stato bravo.
Gipo Arbino: “Sì, sì in quel momento è stato davvero bravo. Anche perché questi match, contro questi giocatori di altissimo livello, la partita si gioca su uno o due punti. Era importante in quel momento, con coraggio, andarsi a prendere il punto. E così ha fatto.”
D. Sì, è stato molto coraggioso. Ha giocato anche dei diritti in quasi demi-volée da fondo campo. Ne ha fatti anche un paio, incredibili, secondo me, fintando la smorzata e poi giocando profondo. Eccezionali devo dire. È la più bella partita che gli hai visto giocare? Anche se ne ha giocate tante così.
Gipo Arbino: “Sì secondo me sì. Rispetto tantissimo Rublev, lo trovo un giocatore incredibile con delle accelerazioni superiori a tutti gli altri. Questa è una conferma di quello che ho detto anche prima di questo match: Lorenzo non ha mai giocato così bene e si è completato tanto, riesce a fare dei punti di grande qualità e di grande talento secondo me.”
D. Oggi tra l’altro ha giocato bene anche dopo il rientro in campo dopo il toilet break, mentre nella partita precedente non era stato così. Oggi è stato concentrato praticamente sempre. Che cosa ti è piaciuto di più di lui?
Gipo Arbino: “L’atteggiamento. Mi è piaciuto tantissimo l’atteggiamento che ha avuto. È stato tranquillo, è stato in grado di recuperare le energie, si è proprio visto il cambio di sguardo, di atteggiamento corporeo, dalla frustrazione piano piano è diventato un leone, quello che è lui di natura. Questa cosa mi è piaciuta tantissimo perché sintomo di una grande maturità e consapevolezza delle sue forze.”
D. Ora il leone Sonego deve ripetersi. La prova del nove è sempre molto difficile. Contro Khachanov. Cosa ti ricordi di Khachanov e quali credi siano le possibilità per Lorenzo?
Gipo Arbino: “Sarà molto importante servire con grande determinazione e con una percentuale molto alta. Khachanov è un giocatore molto aggressivo che serve molto bene. Però ha anche lui i suoi punti deboli. Uno di questi è la mobilità. Si muove molto meno bene di Rublev. Se Lorenzo riesce a comandare, ovviamente dopo aver risposto al servizio perché serve oltre i 200 km/h e a volte, anche oltre i 220 km/h quindi sarà importante approfittare di quei 15 in cui non metterà la prima palla, per cercare di essere noi a comandare.”
D. Ha già vinto con Khachanov, a Montecarlo.
Gipo Arbino: “Sì e ci ha giocato alla pari a Roma e ha perso al terzo ma lì, c’erano stati dei problemi fisici per Lorenzo.”
D. Può darsi che sia decisiva anche la seconda palla di servizio di Lorenzo perché oggi io mi sono un pochino spaventato quando c’è stato un momento in cui lui ha servito tre volte di fila la seconda fra i 124 e i 132 km/h. Con Khachanov non te lo puoi permettere.
Gipo Arbino: “No, non si può fare. Domani avremo modo di allenarci e lavoreremo molto sul servizio, sia sulla prima che sulla seconda palla ma come hai detto tu, la seconda palla deve andare oltre i 140/145 km/h.”
In bocca al lupo e congratulazioni. Penso sia una soddisfazione enorme, non so quanto tu abbia sofferto in tre ore e 42 minuti.
Gipo Arbino: “Ho sofferto davvero molto. Grazie!”
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Roland Garros, Paolini: “Più che per aver perso, il rammarico è per come ho perso”
Per Jasmine adesso c’è il match di doppio con Trevisan. Poi volerà in Croazia per il torneo di Makarska

La conferenza stampa di Jasmine Paolini dopo la sconfitta di secondo turno per mano della serba Olga Danilović.
D: Come è andata la partita? Quali sono state le maggiori difficoltà?
Paolini: “Ero poco lucida. Non sono riuscita ad essere lì ad ogni punto mentalmente. Lei è una giocatrice che mi mette in difficoltà però io ho fatto male le cose che potevo controllare come il servizio. Ero confusionaria nella tattica di gioco, ho avuto tante chances che non ho sfruttato. C’è rammarico“.
D: Possiamo dire che questa è una sconfitta che non rovina quanto di buono hai fatto in queste ultime tre settimane dopo Roma e Firenze?
Paolini: “Quando le cose vanno bene speri che migliorano. Ho giocato una buona partita di primo turno e speravo di giocare meglio di così. Poi il risultato ci sta, si può perdere, ma potevo fare meglio quello che potevo fare e invece non l’ho fatto. Più che l’aver perso è come ho perso, questo è il rammarico”.
D: Cosa farai ora?
Paolini: “Ora c’è il doppio. Dopo se torno in tempo (spero di no) gioco a Makarska dopodiché mi allenerò una settimana e comincio la stagione sull’erba“.
D: Come affronti la stagione sull’erba? Quale è il tuo rapporto con la superficie?
Paolini: “Sono stata un po’ altalenante. L’anno scorso ho giocato bene nonostante le poche pretese. Sono arrivata a Wimbledon con poche ore di tennis alle spalle. L’obbiettivo sarà arrivarci bene, continuando anche con le cose per cui sto lavorando sulla terra: servire bene, prendersi tempo tra un punto e l’altro. Spero di trovarmi bene con la superficie, ma se riesco a fare queste cose bene il resto sarà più semplice”.
D: Riesci a ritagliarti uno spazio per te qua a Parigi prima di ripartire, al di là del tennis?
Paolini: “Al momento voglio solo andare all’hotel e mangiare qualcosa. Poi domani c’è il doppio sperando di riscattarmi un po’, anche perché è stata una settimana buona dove stavo giocando bene e avevo sensazioni positive, quindi speriamo che il doppio ci regali un’altra gioia”.
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Roland Garros, Sinner: “Se tornassi indietro, smasherei dall’altra parte. Il problema è stato l’atteggiamento” [VIDEO]
“Con tutta la passione che ho ritornerò più forte”. Sinner commenta la sconfitta contro Altmaier: “Avrei dovuto essere più felice di essere in vantaggio”

È un Jannik Sinner piuttosto sereno quello che si presenta in sala stampa dopo la sconfitta incassata da Daniel Altmaier in quasi 5 ore e mezza di gioco. Certo, perdere non piace a nessuno e tantomeno a uno che non ci è molto abituato come il numero uno d’Italia ma ancora una volta Jannik si dimostra intelligente, riconosce i suoi errori e guarda al resto della stagione con ottimismo. Del resto, come dice lui, due tornei non rovinano quanto fatto di buono finora e con tutto il duro lavoro e la passione che ci mette, arriveranno altri risultati importanti.
D. Ho visto a fine match che hai fatto un gesto verso il tuo box. Che significato aveva?
Jannik Sinner: “No niente, è stata la pressione subito dopo la partita, quando non sei tanto lucido. Il gesto era più che altro riferito a me, alle scelte sbagliate, soprattutto nell’ultimo game. Era come dire “Ma che cavolo hai fatto?”. È andata così oggi. Fa male, ovviamente, perché comunque ci tenevo tanto. Diciamo che ho avuto le mie possibilità, ho avuto due match point. È andata così.”
D. È un incidente di percorso. C’è una lezione in più che hai imparato oggi?
Jannik Sinner: “No, non c’è una lezione. Come ho detto prima, forse il mio atteggiamento non era il mio solito. Poi certo, ho dato tutto quello che avevo altrimenti non sarei stato in campo quasi 5 ore e mezzo. È difficile da spiegare, però forse avrei dovuto essere più felice di essere in quella situazione di vantaggio, come sono sempre anche se non lo faccio vedere. Sorridente dentro. Oggi non ero così. Quando mi manca quel tipo di ricetta, faccio più fatica. Questa oggi è la mia lezione. D’ora in poi sarò molto più felice, perché mi serve.”
D. È molto presto dopo la fine della partita. Puoi fare una valutazione della tua stagione su terra battuta da Montecarlo fino ad adesso. Come pensi sia andata in confronto con le tue aspettative? C’è qualcosa che faresti diversamente, sapendo com’è finita? (Ubitennis, Vanni Gibertini)
Jannik Sinner: “Smashare la palla dall’altra parte (ride). Però è sempre facile dopo la partita. Più che altro, non volevo smashare in mezzo – credo di aver smashato in mezzo, ma volevo smashare sul suo dritto. Però alla fine sono i dettagli che fanno la differenza. Sulla stagione rossa, secondo me, mi sono adattato molto molto velocemente. A Montecarlo ho fatto semifinale, poi ci siamo preparati e allenati per fare bene sia a Roma che qua. Le mie aspettative nella testa erano alte, perché sentivo, sapevo che potevo fare molto bene qua. Purtroppo non sono riuscito. Forse io devo ragionare in un altro modo. Quest’anno è andato così, però ripeto, non sono due tornei che rendono negativa un’intera stagione, tutte le cose positive che ho fatto finora. Quindi, va bene.
D. Hai parlato di scelte sbagliate. L’impressione è che dopo 5 ore e mezza di gioco fossi un po’ stanco, fisicamente un po’ giù negli ultimi game.
Jannik Sinner: “Ma lo eravamo entrambi, no? Dopo tanto tempo in campo. Però ripeto questo secondo me è più parte dell’atteggiamento. Oggi forse era un pochettino più caldo, però è entrata anche l’ombra in campo nel quinto. Difficile ora dire qualcosa. Sicuramente ci sono stati dei punti in cui avrei potuto far meglio, soprattutto nel quarto in cui ho avuto tante chance: ero sotto 3 a 0 poi sul 3 pari, in quel momento dovevo brekkare e non ci sono riuscito. L’ho brekkato dopo ma non ho servito benissimo. È facile parlare dopo la partita. Prendo le cose positive, poi conoscendomi, con tutto il lavoro che ci metto, con tutta la passione, ritornerò sempre più forte. È andata così.