[2] A. Murray b. T. Robredo 6-4 7-5 (da Montreal, Vanni Gibertini)La pioggia che non ha consentito la conclusione del match tra Murray e Robredo martedì sera ha fornito agli organizzatori, per il secondo giorno consecutivo, un match “pre-serale”, che ha consentito di regalare qualcosa in più agli spettatori della sessione notturna arrivati puntuali allo stadio, nonostante le difficoltà di raggiungere l’impianto per le 18.30, orario abbastanza insolito per una sessione serale.Fortunatamente per loro i due protagonisti non hanno ripetuto le maratone che hanno prodotto lo scorso anno durante la stagione indoor ed hanno evitato gravi inconvenienti alla programmazione. Robredo ha dimostrato grande volontà e si è spesso prodigato per cercare di mantenere l’iniziativa nello scambio, lasciando andare i colpi più spesso del suo avversario, ma purtroppo per lui è venuto a mancare nei momenti chiave dei due set, lasciando via libera a Murray.Lo spagnolo si è trovato in pochi minuti sotto di un set, dato che dopo il primo game tenuto da Murray dopo la ripresa, sul 4-5 si è inguaiato da solo perdendo un game di servizio da 40-15 regalando così il primo set al britannico.
Avviandosi al cambio di campo il buon Tommy si è tirato la pallina sul petto in segno di stizza per quel set così malamente concluso, ed è ripartito nel secondo parziale con il proposito di fare più gioco contro un Murray sempre più in versione muro di gomma. Il forcing di Robredo dà qualche frutto a metà parziale, quando prende un vantaggio di 4-2, ma la festa dura poco, e Murray impatta poco dopo sul 4-4. Il set si sta disputando ormai da più di un’ora quando Robredo serve per andare al tie-break, ma sul più bello l’iberico deve cedere alla grande resistenza da fondo dello scozzese e con 3 punti consecutivi si passa dal 30-15 al gioco-partita-incontro Murray. Emblematico l’ultimo quindici, con Murray arroccato a fondo a rimettere palla su palla e Robredo che cerca di fare gioco come può, per poi accorciare un poco su una palla più angolata e subire una smorzata beffarda che accarezza il nastro e muore nel suo campo. Ci si sarebbe potuto aspettare un replay del doppio dito medio sfoderato da Robredo dopo la finale di Valencia nel 2014, ma nulla di tutto ciò, solo una stretta di mano ed un rimpianto per una partita che forse poteva girare in maniera diversa.”Oggi sicuramente è stata la giornata migliore per quanto riguarda l’impatto sulla palla da quando ho iniziato a giocare sul duro [due settimane fa] – ha commentato Murray al termine dell’incontro – la risposta è andata sicuramente meglio, tuttavia ci sono alcune cose che bisogna migliorare, non ho sfruttato alcune occasioni che ho avuto, mi sono fatto rimontare un break nel primo set, per cui ci sono ancora diverse cose su cui lavorare“.[7] R. Nadal b. S. Stakhovsky 7-6(4) 6-3 (Michele Gasperini)
Esordio vincente per il campione dell’edizione 2005, 2008 e 2013 del Canadian Open, Rafa Nadal, reduce dalla vittoriosa campagna in terra (battuta) teutonica, in quel di Amburgo, solo due settimane fa. Vincente, sì, ma mettendo in mostra i soliti problemi di carattere psicologico e di scarsa fiducia palesati, ormai, molte volte in questo tribolato 2015 dal fuoriclasse iberico, soprattutto nei momenti di chiudere parziali e/o incontri. Anche oggi, con l’ucraino Sergiy Stakhovsky, No.60 del mondo, dopo un inizio piuttosto convincente soprattutto al servizio, arrivano questa tipologia di problema: break del maiorchino nel settimo gioco, dopo che i primi sei giochi erano filati lisci per il battitore, che si conquista la possibilità di chiudere il set sul 5-4: ma con un doppio fallo e tre errori grossolani di dritto cede la battuta, mostrando una tensione palpabile. Si arriva al tiebreak e qui Nadal torna a fare la voce grossa, grazie anche a brutte risposte dell’ucraino, portando a casa un fondamentale parziale per 7 punti a 4. Nel secondo set tutti facile per Rafa, il quale, approfittando dell’evidente scoraggiamento del proprio avversario, scappa rapidamente sul 5-1 con due break di vantaggio: ma, ancora, calo di tensione di Nadal, che cede nuovamente la battuta mentre serve per chiudere l’incontro, anche se risulterà indolore, visto che chiuderà, finalmente, al nono gioco.
[Q] D. Young b. T. Berdych b. 7-6(5) 6-3 (di Paolo Valente)
Arriva intorno all’1.20 italiana la più grande sorpresa di questo secondo turno a Montreal. In una sfida inedita sul campo n°1 il qualificato Donald Young, ex promessa del tennis a stelle e strisce oggi n°79 del ranking, elimina il n°6 del mondo, nonché novello sposo, Tomas Berdych. Un match che sembrava dovesse risolversi piuttosto facilmente a favore del ceco, che però si è inspiegabilmente spento all’improvviso sul 5-2 in suo favore nel primo set. Dopo aver mancato un’opportunità per il 5-1, la tds n°5 ha giocato infatti un game disgraziato quando è andato a servire per il primo parziale sul 5-3, commettendo tre gratuiti che hanno consegnato il controbreak all’americano. Young ha sfruttato l’inerzia per pareggiare i conti e guadagnarsi il tie-break, dove Berdych è riuscito a dilapidare un doppio minibreak iniziale con altri tre errori consecutivi, consegnando incredibilmente con un doppio fallo il set all’avversario. Young a quel punto si è galvanizzato (15/15 con la prima nel secondo set), mentre Berdych ha abbassato ulteriormente il livello di gioco, soprattutto sui suoi turni di battuta, dove è apparso molto impacciato e lento in uscita dal movimento del servizio. Il ceco ha salvato due palle break nel secondo game e altre tre nel sesto, ma sulla sesta occasione il suo dritto in rete ha regalato il 4-2 a Young. Salvato il game successivo da 0-30, l’americano non ha invece tremato al momento di servire per il match, chiudendo il game a zero con un ace per qualificarsi per i suoi primi ottavi in un MS1000, centrando la 3° vittoria in carriera contro un top10, la prima dal 2011 (vs Monfils a Kuala Lumpur). Per Berdych un’altra delusione dopo Wimbledon, nell’unico torneo MS1000 dove, non a caso, non ha mai raggiunto le semifinali.
J. Sock b. [14] G. Dimitrov 5-7 7-6(5) 7-5 (da Montreal, Vanni Gibertini)
Il primo match in programma sul campo 9 in questo mercoledì di Rogers Cup a Montreal è sulla carta davvero succulento: Dimitrov-Sock rappresenta un match tra due dei giovani più interessanti che occupano le parti alte della classifica, ed il fatto che siano stati programmati sul campo 9 vuol dire che chiunque può in teoria assistere al match gratuitamente. Infatti su uno dei lati corti è stata predisposta una tribuna appena fuori dal recinto dei ground, e che quindi non necessita alcun biglietto d’entrata – un’iniziativa questa che Tennis Canada ripete da qualche anno e che fornisce una delle più clamorose opportunità per vedere grandi campioni in azione: il programma odierno infatti, dopo a Dimitrov-Sock, offre un interessantissimo Cilic-Tomic, seguito da due doppi che vedono sia Rafael Nadal (in coppia con Verdasco) e Novak Djokovic (in coppia con Tipsarevic). Il tutto al prezzo di zero dollari.
Ma veniamo alla partita in sé, che non ha certamente tradito le attese: 2 ore e 28 minuti pieni sì di alti e bassi, ma anche infarcita di momenti di grande tennis, soprattutto nel finale degli ultimi due parziali, quando entrambi i protagonisti hanno saputo tirare fuori il meglio del loro repertorio. Alla fine l’ha spuntata Sock dopo essere stato sotto di un set e dopo aver recuperato un break nel terzo, reagendo molto meglio di Dimitrov alla delusione per alcune chiamate arbitrali proprio in dirittura d’arrivo che hanno innervosito non poco due protagonisti.
Primo set di buona qualità che però ha tradito le attese nel finale, quando dopo 11 game senza palle break Jack Sock si è imballato in tre doppi falli negli ultimi quattro punti consegnando il parziale su un vassoio d’argento all’avversario. Dimitrov cerca di variare le rotazioni e le parabole dei colpi per togliere i punti di riferimento a Sock, così da non permettergli di martellare da fondo con il suo diritto arrotatissimo. Gli slice bassi e corti gli procurano qualche punto, ma il dominio delle battute è pressoché assoluto, dal momento che bisogna aspettare fino all’undicesimo game per vedere una palla break. Sul 5-5 infatti il bulgaro si trova 0-40 sul suo servizio, ma ne esce con grandissima autorità, andandosi a prendere i cinque punti successivi ed issandosi a match point nel game successivo. Qui però anche Sock non trema, lavora il punto con il suo diritto e trascina il set al tie-break, vincendolo per 7 punti a 5 grazie ad un doppio fallo finale di Dimitrov, che quasi restituisce il favore ricevuto nel game precedente.
Nonostante la vittoria nel parziale, Sock non sembra lasciar trasparire una grande fiducia nelle sue possibilità: sempre molto negativo nelle fasi di gioco, a volte quasi rinunciatario sui servizi, va subito sotto di un break e si trova a rincorrere. Dimitrov lavora molto bene con lo slice esterno da destra per aprirsi il campo e testare l’arma meno forte dell’americano, il passante di rovescio. Ma è proprio quel passante di rovescio che pochi game più tardi gli saprà regalare la chance di rientrare in partita, ottenendo il controbreak per il 4-4. Sul 5-4 Dimitrov il game più lungo ed emozionante del match (20 punti), nel quale succede di tutto: Sock si procura un match point, sul quale il diritto incrociato di Dimitrov atterra nelle immediate vicinanze della riga. Sock crede di aver vinto, ma il giudice di linea e l’arbitro Lichtenstein sono di altro avviso: “What are you doing?” grida il ragazzo del Nebraska, che si dispera per la vittoria negata. Ci sono altri due match point che se ne vanno, ed un quarto che arriva quando Dimitrov decide di lasciare andare un passante di rovescio di Sock che pizzica qualche millimetro di riga di fondo… o almeno così dicono i giudici di linea. Uno schema servizio-diritto cancella anche quello, e poco dopo arriva il 5-5. Tutti pensano che si arrivi al tie-break decisivo, ma qui è Dimitrov a crollare, quando sul 5-6 30-0 cede quattro punti consecutivi e lancia Sock al terzo turno.
M. Youzhny b. [9] G. Simon 6-1 6-4 (Ruggero Canevazzi)
Mikhail Youzhny vince a sorpresa contro il più quotato Gillles Simon, al termine di un match dominato dal russo per tutto il primo set e dopo un secondo parziale più equilibrato, dove i miglioramenti del francese si sono concretizzati nel break messo a segno sul 4-3 e servizio Youzhny, che però è subito riuscito a controbrekkare l’avversario portandosi a servire per il match sul 5-4. A quel punto, le piccole incertezze che l’attuale n.107 del mondo aveva mostrato nel set, più per i meriti di un ritrovato Simon che per i demeriti del russo, sono del tutto svanite: il semifinalista dello US Open 2010 (sconfitto allora dal miglior Nadal di sempre – quell’anno conquistò 3 Slam, mancandogli solo l’Australian Open per completare il Grande Slam) ha giocato 3 rovesci perfetti e sul match-point il transalpino, costretto a remare dal fondo sulla pressione dell’avversario, ha sparacchiato in rete un dritto da dietro la riga di fondo, dopo 1 ora e 15 minuti di partita. Per Youzhny una prova molto convincente, in netta controtendenza rispetto a quanto offerto sin qui in stagione: se continuerà di questo passo potrebbe rivelarsi un pessimo cliente per l’Italia nel prossimo turno di spareggio di Coppa Davis nella difficile trasferta siberiana. Decisamente da rivedere invece uno spento Gilles Simon, che si è svegliato troppo tardi dal torpore che lo aveva avvolto nel primo set. Al prossimo turno (ottavi di finale) il trentatreenne moscovita affronterà Nadal.
Risultati:
[4] K. Nishikori b. P. Andujar 6-3 6-3
[Q] M. Youzhny b. [9] G. Simon 6-1 6-4
J. Sock b. [14] G. Dimitrov 5-7 7-6(5) 7-5
J. Chardy b. L. Mayer 4-6 7-6(4) 6-2
[7] R. Nadal b. S. Stakhovsky 7-6 (4) 6-3
G. Muller b. [15] G. Monfils 6-3 3-6 7-6(4)
B. Tomic b. [6] M. Cilic 6-3 6-4
[13] D. Goffin b. S. Querrey 6-4 6-4
[2] A. Murray b. T. Robredo 6-4 7-5
[Q] D. Young b. [5] T. Berdych 7-6(5) 6-3
[Q] E. Gulbis b. L. Rosol 6-2 5-7 6-3
[16] J. Isner b. [WC] V. Pospisil 7-6(1) 4-6 6-3
[10] J. W. Tsonga b. R. Bautista Agut 5-7 7-6(6) 7-5
N. Kyrgios b. [3] S. Wawrinka 6-7(8) 6-3 4-0 rit.