US Open: la grande ombra sull'Arthur Ashe Stadium, tetto funzionante per l'edizione 2016

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US Open: la grande ombra sull’Arthur Ashe Stadium, tetto funzionante per l’edizione 2016

Prosegue a vele spiegate il progetto quinquennale di ampliamento e ammodernamento di Flushing Meadows. Già da questa edizione l’imponente impalcatura d’acciaio che regge il nuovo tetto sovrasterà l’Arthur Ashe Stadium anche se la copertura sarà pienamente operativa solo per l’edizione 2016 dello US Open insieme al nuovo stadio Grandstand

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L'Arthur Ashe Stadium per l'edizione 2015
 

Il piano di ampliamento di Flushing Meadows 2014-2018

Coprire l‘Arthur Ashe Stadium sembrava impresa impossibile dal punto di vista ingegneristico ma si sa che agli americani l’idea di realizzare l’impossibile è sempre piaciuta. Così non sorprende che già da quest’anno gli spettatori saranno sostanzialmente coperti, anche se per avere un tetto pienamente funzionale bisognerà aspettare altri 12 mesi.
I giochi di luce e ombra sul campo che possono creare problemi per questa edizione 2015 saranno comunque limitati coprendo con dei teli la struttura d’acciaio

Gli americani sono stati in grado di zittire tutti, riuscendo a coprire l’impianto tennistico più capiente al mondo nonostante la sua particolare conformazione e il fatto che sia stato costruito su una vecchia discarica, rendendo così l’aggiunta di pesi impossibile; un tetto in acciaio bianco, supportato da alcuni pali esterni all’impianto. Le prime novità si vedranno già nel torneo al via Lunedì 31 ci sarà un nuovo impianto di illuminazione a LED, un nuovo sistema audio e quattro nuovi maxi-schermi, Il nuovo tetto sarà anche parte integrante di uno spettacolo di luci che avrà luogo tra i due match notturni

La soluzione è stata trovata dallo studio Rossetto & WSP in modo a dir poco geniale. Le 5.000 tonnellate d’acciaio, spalmate su 1.700 travi strutturali, non toccheranno l’impianto attuale. Il supporto arriva dall’esterno, da 24 colonne in acciaio. Le ultime file dell’impianto non saranno “chiuse” dal tetto, il che permetterà agli spettatori di affacciarsi e ammirare Manhattan.

Tuttavia, quando il tetto si chiuderà, 32 porte potranno rendere l’impianto assolutamente indoor. La chiusura, tuttavia, avverrà unicamente in caso di pioggia e non di eccessivo calore. La fase finale dei lavori scatterà dopo il torneo del 2015: verranno inserite 800 tonnellate di tessuto retrattile che permetteranno di aprire e chiudere il tetto in 5-7 minuti, oltre a un sistema di climatizzazione.

Il modello del nuovo stadio Grandstand che sarà inaugurato nel 2016

Il modello del nuovo stadio Grandstand che sarà inaugurato nel 2016

Non finisce qui: l’edizione 2016 segnerà l’inaugurazione del nuovo stadio Grandstand da 8 mila posti che sostituirà quello attuale da 6 mila che sarà demolito al termine del torneo di quest’anno.

A Flushing Meadows insomma le cose si fanno in grande anche perché nel 2018 è previsto un aumento di capienza dello stadio Louis Armstrong da 10 a 14 mila posti , anch’esso con tetto retrattile.

Un investimento complessivo che supera i 500 milioni di dollari e che spiega perché l’Open degli Stati Uniti sia lo slam più grande sia come dimensioni che come ricchezza. Allora è proprio il caso di dirlo, a New York non si bada davvero a spese.

 

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