Possibile che una top10 non abbia mai vinto un terzo turno in uno Slam?

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Possibile che una top10 non abbia mai vinto un terzo turno in uno Slam?

Possibile che Karolina Pliskova non riesca a fare bene in nessuno dei quattro major eppure sia in top10? Possibile che alle WTA Finals ci vada una tennista che non ha mai sorpassato il terzo turno in uno Slam quest’anno? Strani meccanismi del conteggio del ranking che permette queste ed altre cose

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Possibile che una top10 non sia mai andata più avanti di un terzo turno in uno torneo dello Slam? La domanda è evidentemente retorica, altrimenti questo articolo non avrebbe motivo di esistere. La top10 in questione è Karolina Pliskova, attuale (alla apertura degli US Open) numero 8 della classifica WTA.
Pliskova ha appena perso il primo turno a Flushing Meadows da Anna Tatishvili, tennista georgiana numero 121 della classifica WTA che aveva vinto le qualificazioni. C’è di più, il punteggio è stato eloquente: 6-2 6-1, la miseria di 3 game per una giocatrice che avrebbe dovuto passare agilmente il turno.

Chi si vuole sorprendere, faccia pure, perché Pliskova non è nuova a queste prestazioni nei tornei che contano. Quest’anno, è riuscita soltanto agli Australian Open nell’impresa di vincere più di una partita di fila in un torneo dello Slam. Risultati eloquenti: terzo turno in Australia (perso da Ekaterina Makarova), secondo turno al Roland Garros (perso da Andrea Mitu), secondo turno a Wimbledon (perso da CoCo Vandeweghe) e questa desolante sconfitta agli US Open al primo turno. Non male per una che proprio quest’anno ha centrato l’esordio tra le prime top10 al mondo.

Ma la tendenza non è isolata. Lo score dei risultati di Karolina Pliskova nei tornei dello Slam è molto, ma molto, povero. Dal 2012, da quando ha esordito al Roland Garros, non è mai riuscita ad andare più in là del terzo turno, cosa che peraltro le è capitata soltanto agli Australian Open di quest’anno e agli US Open dell’anno scorso. Per il resto ha una ricca collezione di primi turni (cinque) e una altrettanto ampia collezione di secondi turni (ben sette).

Ma allora, proprio in considerazione di questi risultati, viene da chiedersi come sia possibile che una giocatrice che abbia raccolto così poco nei tornei dello Slam, che sono quelli che assegnano più punti, oltre che più prestigio, sia riuscita a centrare questo prestigioso traguardo. Non siamo nuovi alle stagioni di giocatrici che si fanno notare nei tornei minori ma poi, arrivate ai grandi appuntamenti, non riescono mai a centrare il segno. Caso emblematico era per esempio la stagione di Ana Ivanovic del 2014, quattro titoli WTA ma poco altro.

Karolina Pliskova ha conquistato, dei suoi punti in classifica nell’arco della stagione, ben 2737 punti nei tornei minori (WTA International, Premier, Premier 5, Premier Mandatory) e solo 280 nei tornei dello Slam. Frutto di quei 2737 punti sono stati 5 finali (Sydney, Birmingham, Stanford, Dubai, Praga), di cui 3 in un evento Premier (Sydney, Birmingham e Stanford), 1 in un Premier 5 (Dubai) ed una in un torneo International (Praga). Di queste cinque finali ne ha poi vinta soltanto una, paradossalmente quella del torneo meno importante, a Praga.

Karolina Pliskova è la top10 con più tornei “minori” giocati in stagione: ben 16. Dietro di lei Carla Suarez-Navarro e Caroline Wozniacki con 15 e Lucie Safarova con 14.

Pliskova: 16
Wozniacki: 15
Suarez-Navarro: 15
Safarova: 14
Muguruza: 12
Ivanovic: 11
Halep: 10
Sharapova (non ha più giocato dopo Wimbledon): 8
S. Williams: 7

Abbiamo sempre assistito a questi “scherzetti del ranking”, un metodo di classificazione che di tanto in tanto i più contestano, quando per l’appunto si trovano di fronte queste situazioni paradossali. Come nel caso di Shuai Zhang, testa di serie numero 32 agli US Open dell’anno scorso senza mai aver vinto un match di primo round negli Slam. Oppure, i più recidivi a rimarcare le falle del ranking ricorderanno come ci siano state numero 1 del mondo senza titoli dello Slam in bacheca: Dinara Safina, Jelena Jankovic e poi Caroline Wozniacki. L’esempio della danere era però il più palese dei tre perché Wozniacki chiuse le stagioni 2010 e 2011 alla posizione numero 1; soltanto ad 8 tenniste è capitato di chiudere per due volte o più la stagione al primo posto della classifica mondiale (Evert, Navratilova, Graf, Seles, Williams, Davenport, Henin, Hingis).

Riguardo al caso Pliskova, non le si può additare di non essere a pieno diritto una top10. È ancora una tennista relativamente giovane, ha esordito nei Grand Slam soltanto da poco, ha le qualità tecnico-fisiche per riuscire ad emergere. È sicuramente più strano che non abbia mai vinto un terzo turno in uno Slam, del fatto che sia una top10. Inoltre il metodo del ranking non è nemmeno poi criticabile: quelle sono le regole del gioco, ad ognuno la scelta di come giocare. Quantità o qualità? Se poi si vuole discutere della calibratura dei punti assegnati nei quatto Major, allora quello è un altro discorso, ma inevitabilmente nessun criterio risulterà mai univocamente meritocratico.

Intanto, con quel bottino recuperato per tutta la stagione, Karolina Pliskova è al quinto posto della Race verso le WTA Finals. È ancora presto per parlare, poiché mancano tutti i risultati degli US Open, ma cosa succederebbe se Karolina Pliskova riuscisse a qualificarsi?
Possibile che una giocatrice che non abbia mai vinto un terzo turno in uno Slam si qualifichi per le WTA Finals?

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