Anteprima ATP/WTA: ultimo valzer in Asia per gli uomini, donne tra Hong Kong, Linz e Tianjin

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Anteprima ATP/WTA: ultimo valzer in Asia per gli uomini, donne tra Hong Kong, Linz e Tianjin

Dopo Shenzhen e Pechino, la Cina chiude il suo trittico maschile d’autunno con l’ottavo Masters 1000 della stagione a Shanghai mentre le donne si dividono tra Cina, Hong Kong e Austria

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ATP SHANGHAI – Gli otto petali dell’enorme magnolia che compone il tetto mobile del campo centrale sono pronti ad aprirsi e chiudersi, in ossequio alle condizioni climatiche. Il Qi Zhong Tennis Center di Shanghai si appresta ad ospitare per la settima volta un torneo Masters 1000, dopo essere stato per quattro anni consecutivi (2005-2008) la sede di quella che allora si chiamava Masters Cup e adesso prende il nome di ATP World Tour Finals. In realtà a Shanghai venne disputata anche l’edizione 2002 del Master ma non in questo impianto bensì allo SNIEC (Shanghai New International Expo Centre).

Nel calendario dei 1000, Shanghai ha rilevato Madrid quando la capitale spagnola ha inaugurato il nuovo impianto della Caja Magica e ha cambiato data da ottobre a maggio. Nelle sei edizioni disputate si sono registrati quattro diversi vincitori con Andy Murray e Novak Djokovic che hanno concesso il bis da campioni in carica; a Davydenko e Federer gli altri due titoli. Murray vanta anche il maggior numero di finali (3) davanti a Djokovic e Federer (2).

Dei 131 tennisti che hanno giocato almeno un match in singolare nella storia del torneo, quello con la percentuale più alta è Murray (87,5% per effetto di 14 vittorie e 2 sconfitte) anche se il miglior record migliore è quello di Djokovic con +16 (19-3); il serbo vanta anche la più lunga striscia positiva (13 vittorie consecutive). È l’australiano Matthew Ebden il qualificato che si è spinto più avanti nel torneo (quarti di finale nel 2011) mentre Davydenko è il campione con la testa di serie più bassa (n°6 nel 2009).

La testa di serie n°1 non è mai stata eliminata all’esordio ma solo Djokovic (2013) ha vinto da primo favorito; Davydenko è l’unico campione in carica sconfitto al debutto (nel 2010 perse da Mischa Zverev 6-4 7-6). Gilles Simon è il finalista con il ranking più basso (n°29 nel 2014) e Kei Nishikori il semifinalista (n°47 nel 2011)

Così l’anno scorso – Era uno dei tre “1000” che mancavano alla sua ricca collezione. Alla sua quarta partecipazione, Roger Federer ha finalmente fatto centro anche a Shanghai. Accreditato della testa di serie n°3 e sorteggiato nella stessa metà di tabellone di Djokovic, lo svizzero ha rischiato di salutare subito la compagnia. A secco di incontri ufficiali dalla semifinale di Coppa Davis contro l’Italia, Federer ha beneficiato di un bye al primo turno e affrontato l’argentino Leonardo Mayer al secondo. Quest’ultimo, autore di un match eccellente, ha sfruttato quasi al meglio i 57 errori non forzati del più blasonato avversario; quasi, perché a Leo è mancato proprio il puntino sulla i. Cinque i match-point non capitalizzati da Mayer, tutti nel terzo set: due sul 5-4 e 15-40, servizio Federer; altri due sul 6-4 e l’ultimo sul 7-6 nel tie-break decisivo, chiuso poi dall’elvetico per 9-7 con un lob vincente.

Se il buongiorno si doveva vedere da questo mattino, Federer non avrebbe dovuto arrivare nemmeno a mezzogiorno ma nella giornata in cui tre dei quattro vincitori stagionali di slam erano usciti dal torneo (Nadal, Wawrinka e Cilic) e altre quattro teste di serie (Nishikori, Raonic, Dimitrov e Anderson) li avevano imitati, i segnali positivi per il miracolato Roger si erano evidentemente moltiplicati.

Infatti, dagli ottavi in poi Federer cambiava pelle e, se le vittorie su Bautista Agut e Benneteau potevano apparire quasi scontate, il doppio 6-4 con cui interrompeva la striscia record di Djokovic nel torneo legittimava le sua aspirazioni di successo. In finale, a sorpresa ma non troppo, il francese Gilles Simon, alla cui cintura erano appesi gli scalpi eccellenti di Wawrinka (5-7 7-5 6-4 al secondo turno) e Berdych (7-6 4-6 6-0 nei quarti). L’altro semifinalista era l’iberico Feliciano Lopez, non nuovo a una simile impresa (era già arrivato a questo livello nel 2009 e nel 2011) e autore dell’eliminazione di uno spento e acciaccato Nadal.

Sia pur equilibrata, la finale sorrideva a Roger Federer che la faceva sua al termine di due tie-break. Perso il servizio in apertura di match, Federer lo recuperava all’ultimo tuffo (quando cioè Simon serviva per il set sul 5-4) e doveva annullare anche un set-point sul 5-6 del primo gioco decisivo. Nel secondo parziale invece era lo svizzero ad avere le migliori occasioni per prendere le distanze dall’avversario ma sul 6-5 Francia, Roger doveva annullare due set-point con il servizio a favore (15-40) prima di chiudere 7-2 il tie-break definitivo.

Vittorie n°81 in carriera per lo svizzero, 23 a livello di Masters 1000.

ALBO D’ORO

2009 N.Davydenko b. R.Nadal 7-6 6-3

2010 A.Murray b. R.Federer 6-3 6-2

2011 A.Murray b. D.Ferrer 7-5 6-4

2012 N.Djokovic b. A.Murray 5-7 7-6 6-3

2013 N.Djokovic b. J.M.Del Potro 6-1 3-6 7-6

2014 R.Federer b. G.Simon 7-6 7-6

WTA LINZ – Punti pesanti in palio alla Tips Arena di Linz. Il Generali Ladies Open è infatti una delle ultime chiamate nella corsa alle WTA Finals di Singapore e l’edizione di quest’anno (la n°25) si presenta quanto mai importante in tal senso.

Con il passare degli anni, l’appuntamento austriaco ha saputo ritagliarsi il suo spazio nel calendario autunnale delle prove indoor anche se va precisato che solo dal 2000 si disputa nel mese di ottobre, mentre le prime nove edizioni (1991-1999) si svolsero in febbraio.

L’albo d’oro è ricco di nomi eccellenti, con diverse campionesse che sono state n°1 al mondo e/o vincitrici di prove dello slam (Novotna, Pierce, Davenport, Henin, Mauresmo, Sharapova, Ivanovic, Kvitova e Azarenka).

Sono quattro le tenniste ad aver vinto due titoli: Manuela Maleeva, Novotna, Davenport e Ivanovic. Di queste solo Lindsay l’ha fatto in due anni consecutivi mentre la Ivanovic è stata quella che più si è avvicinata al tris, avendo perso la finale del 2013.

Natalia Medvedeva è l’unica vincitrice non testa di serie; Chanda Rubin, Ana Ivanovic (nel 2010) e Karolina Pliskova (un anno fa) le vincitrici con la peggior testa di serie: n°7. La metà delle volte (12 su 24) il titolo è finito nelle mani della prima favorita e una sola volta (Conchita Martinez nel 1993) la testa di serie n°1 ha perso la finale.

Così l’anno scorso – L’unica testa di serie sopravvissuta all’ecatombe ha conquistato il trofeo del Generali Ladies 2014. Karolina Pliskova, l’ultimo prodotto dell’eccellente scuola ceca, centra il secondo titolo in carriera (dopo Kuala Lumpur 2013) e si propone come una delle atlete più interessanti in prospettiva. Il torneo austriaco ha dovuto sopportare il doppio ritiro delle prime due favorite negli ottavi (Bouchard e Ivanovic, opposte rispettivamente a Pironkova e Brengle) e la prematura dipartita di altre cinque teste di serie tutte uscite al debutto: Cibulkova (3) battuta dalla Friedsam, Petkovic (4) dalla Giorgi, Lisicki (5) dalla Knapp, Strycova (6) dalla Voegele e Garcia (8) dalla Erakovic.

Spazio dunque alle sorprese, con due italiane sugli scudi, che si sono sfidate in semifinale. Dopo aver spento le velleità delle tedesche, le azzurre hanno proseguito il loro cammino sbarazzandosi di Rybarikova e Pironkova (Karin) e di Jabeur e Erakovic (Camila). Il derby è poi stato vinto con una certa scioltezza dalla Giorgi: 6-2 6-4 lo score.

Nella parte bassa invece, la Pliskova ha fatto il vuoto nei primi tre turni (Flipkens, Barthel e Brengle le sue avversarie) ma ha dovuto soffrire in semifinale contro la qualificata di Germania Anna-Lena Friedsam, che le ha strappato il primo set: 2-6 6-3 6-3 il punteggio a favore di Karolina.

Anche nella finale la Pliskova ha dovuto recuperare un set ma Camila Giorgi è stata a un solo punto dalla vittoria quando, sul 6-5 in suo favore nel terzo segmento, ha sbagliato una risposta. E pensare che l’italiana era sotto 1-5 ed aveva infilato cinque giochi consecutivi! La ceca ha mostrato nervi saldi anche nelle situazioni più complicate e alla fine è stata lei a sollevare il leone alato di cristallo, simbolo dello sponsor.

ALBO D’ORO

1991 Man.Maleeva b. P.Langrova 6-4 7-6

1992 N.Medvedeva b. P.Paradis 6-4 6-2

1993 Man.Maleeva b. C.Martinez 6-2 1-0 ritiro

1994 S.Appelmans b. M.Babel 6-1 4-6 7-6

1995 J.Novotna b. B.Rittner 6-7 6-3 6-4

1996 J.Halard b. S.Appelmans 6-2 6-4

1997 C.Rubin b. K.Habsudova 6-4 6-2

1998 J.Novotna b. D.Van Roost 6-1 7-6

1999 M.Pierce b. S.Testud 7-6 6-1

2000 L.Davenport b. V.Williams 6-4 3-6 6-2

2001 L.Davenport b. J.Dokic 6-4 6-1

2002 J.Henin b. A.Stevenson 6-3 6-0

2003 A.Sugiyama b. N.Petrova 7-5 6-4

2004 A.Mauresmo b. E.Bovina 6-2 6-0

2005 N.Petrova b. P.Schnyder 4-6 6-3 6-1

2006 M.Sharapova b. N.Petrova 7-5 6-2

2007 D.Hantuchova b. P.Schnyder 6-4 6-2

2008 A.Ivanovic b. V.Zvonareva 6-2 6-1

2009 Y.Wickmayer b. P.Kvitova 6-3 6-4

2010 A.Ivanovic b. P.Schnyder 6-1 6-2

2011 P.Kvitova b. D.Cibulkova 6-4 6-1

2012 V.Azarenka b. J.Goerges 6-3 6-4

2013 A.Kerber b. A.Ivanovic 6-4 7-6

2014 Ka.Pliskova b. C.Giorgi 6-7 6-3 7-6

WTA HONG KONG – Posticipato di oltre un mese rispetto alla passata stagione (quando si giocò nella seconda settimana di settembre), il Prudential Hong Kong Tennis Open è alla sua seconda edizione.

Così l’anno scorso – Hong Kong rientra nel circuito femminile (c’era già stata nel lontano 1993) e saluta il ritorno al successo di Sabine Lisicki, a secco da tre anni. La tedesca ha rispettato in pieno il pronostico che la vedeva prima favorita del torneo asiatico, davanti ad Hantuchova e alla finalista Karolina Pliskova.

In un tabellone privo di Top-20 e con appena quattro Top-50, la finalista di Wimbledon 2013 è stata messa subito con le spalle al muro nel match d’esordio contro la rumena Niculescu, vinto 3-6 7-6 6-1. Dopo due partite agevoli (Min e Saisai Zheng le sue vittime), la tedesca ha prevalso nuovamente al terzo contro una ritrovata Schiavone (6-3 3-6 6-2) mentre in finale ha sofferto solo nella prima frazione.

Anche Karolina Pliskova ha lasciato per strada due set: uno al debutto contro la slovena Polona Hercog e l’altro in semifinale contro la giovane belga Van Uytvanck. Più semplici i successi colti contro Puig e Jie Zheng. Come detto, la finale è stata in bilico solo nel primo set, conquistato dalla Lisicki al dodicesimo game; poi la tedesca ha chiuso 6-3 e sollevato il quarto trofeo di una carriera che forse prometteva ben altro.

ALBO D’ORO

2014 S.Lisicki b. Ka.Pliskova 7-5 6-3

WTA TIANJIN – Altro appuntamento pressoché inedito quello di Tianjin, sesto torneo cinese nel circuito maggiore. Si gioca all’International Tennis Center.

Così l’anno scorso – Alison Riske coglie il primo titolo importante in carriera in un tabellone che la vedeva accreditata della sesta testa di serie. L’americana fa percorso netto e chiude la sua miglior settimana nel circuito WTA senza lasciare per strada alcun set. Con la prematura dipartita della favorita numero 1 (Jelena Jankovic, sconfitta al secondo turno da Saisai Zheng con un duplice 6-3), la beniamina locale Shuai Peng (2) prova a dare una soddisfazione ai suoi tifosi ma in semifinale la cinese è costretta al ritiro dopo appena quattro giochi contro la giovanissima Belinda Bencic. L’elvetica si qualifica così per la finale con poca fatica (al secondo turno non era nemmeno scesa in campo a causa del forfait di Romina Oprandi) ma la maggior freschezza non l’aiuta contro una Riske decisamente in palla. In precedenza Alison aveva avuto la meglio sulla connazionale Lepchenko nei quarti e sulla stessa S. Zheng in semifinale.

ALBO D’ORO 

2014 A.Riske b. B.Bencic 6-3 6-4

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