Toni Nadal: "Rafa deve tornare ad essere il N.1 sulla terra battuta"

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Toni Nadal: “Rafa deve tornare ad essere il N.1 sulla terra battuta”

L’allenatore e zio di Rafa parla a tutto campo a Sports Illustrated del presente e del futuro prossimo di Rafael Nadal con l’ambizioso obiettivo di riportarlo ad essere il N.1 del mondo sulla terra battuta. E non esclude affatto di farsi da parte per il bene di suo nipote

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Anche se Rafael Nadal è in finale a Pechino, lo spagnolo non ha vissuto una stagione straordinaria. Toni Nadal, suo zio e allenatore ha parlato della difficile stagione di suo nipote a “Sports Illustrated”:

“E’ chiaro che Rafa ha giocato male quest’anno ma la cosa positiva è che è sempre settimo nella Race. Questo è quello che dobbiamo prendere di buono perché questo significa che ha abbastanza tempo per recuperare in fretta. Mentalmente è stato difficile non essendo abitutato a perdere così tanto ma nella vita ci sono delle cose non facili che bisogna accettare. Noi andiamo avanti, cerchiamo di giocare con ancora più intensità. Si migliora davvero ma non so se farà in tempo a tornare ai suoi livelli già in questa stagione ma penso che Rafa tornerà ancora più forte nel 2016.”

Tuttavia Toni non pensa ancora al ritorno ai livelli di Novak Djokovic:

“In questo momento siamo troppo lontani da lui. Prima di tutto dobbiamo ritrovare un buon livello di gioco e poi potremo essere competitivi con tutti. Non dimentichiamoci che stanno incominciando a venir fuori dei giovani giocatori e quindi non sarà per nulla facile”.

Lo spagnolo ha poi parlato del Roland Garros dove il suo ragazzo ha alzato il trofeo per nove volte:

La sua fiducia e il suo gioco si sono costruiti là. Per ritrovare queste due cose Rafa avrà bisogno di tornare a vincere sulla terra battuta. Certamente non deve aspettare i tornei sulla terra per tornare a giocare bene di nuovo ma il nostro obiettivo principale è tornare ad essere il N.1 sul rosso. Nel 2013 la sua classifica era stata migliore perché  giocava bene, colpiva la palla in anticipo ma quest’anno le gambe  gli sono andate dietro di meno”.

Lo spagnolo ha fatto poi riferimento alle parole di alcuni critici:

“È facile parlare, molte persone parlano senza sapere quello che dicono. Per saperlo bisogna venire a vedere una sessione d’allenamento. Poi vedremo in seguito se Rafael vuole cambiare o aggiungere un allenatore. Se penserò che sarà meglio per lui, me ne andrò. Non voglio quello che è meglio per me ma per lui. Prima di essere il suo allenatore, io sono suo zio. Se mi dicesse che vuole che venga Nastase e poi vincesse il Roland Garros sarei il primo ad essere contento di essermene andato”.

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