I maestri di Londra: David Ferrer

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I maestri di Londra: David Ferrer

Il Master di Londra si avvicina e oggi vi presentiamo uno dei protagonisti, un veterano del circuito mondiale: David Ferrer, attuale numero 8 del ranking

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Più che un giocatore è un mentore, un modello da seguire. Stiamo parlando di David Ferrer, uno dei tennisti più costanti e coriacei del circuito ATP. Vissuto sempre all’ombra dell’amico/nemico Rafael Nadal, l’unico capace di superare il buon David sulla terra battuta. Lo spagnolo è un vero e proprio stacanovista, emblema di forza di volontà, sacrificio e abnegazione al lavoro, tutte qualità che lo portano a mettere in campo un gioco dispendioso che si contrappone all’eleganza dei gesti bianchi. Ciò nonostante l’ex numero tre del mondo, grazie al suo tennis concreto e caparbio, è riuscito nel corso della carriera a raggiungere traguardi notevoli: in top 10 dal 2007 (fatta eccezione per un breve periodo, dal novembre del 2008 ad ottobre 2010, restando comunque tra i primi 20), per diverso tempo nella top 5, fino a raggiungere il gradino più basso del podio, 26 titoli in carriera, tre Davis Cup, un Master 1000, finale al Master di fine anno nel 2007, due volte in semifinale agli Australian Open e agli US Open e la storica finale del 2013 al Roland Garros contro il sovrano dello Chatrier, Rafael Nadal. Il nativo di Javea può vantare un palmarès degno di nota, ma come noi tutti ben sappiamo l’unica pecca nella carriera dello spagnolo dagli occhi verdi è la mancanza di un titolo Slam. Il tennista dal braccio di ferro non gode di ottima fama tra gli amanti dei punti spettacolari, inutile negarlo, David non gioca di certo un tennis champagne. Tuttavia i punti di forza del ragazzo tutto cuore e grinta sono i colpi fondamentali, che trasformano le palline in macigni ogni volta che rimbalzano sul campo. Eppure il suo marchio di fabbrica rimane l’esplosività nelle gambe: infatti Ferrer resta sempre sul pezzo come un mediano, correndo da una parte all’altra del campo, senza mollare una palla. David in questo ha pochissimi eguali. Da ammirare anche l’umiltà con cui affronta i suoi avversari, di chiunque si tratti, encomiabile per la sua sportività e passione che riversa in ogni match.

La stagione 2015 comincia bene per “Ferru”, che conquista l’ATP 250 di Doha, battendo in finale il ceco Tomas Berdych. Subito dopo lo Slam australiano, in cui approda agli ottavi, acciuffa il secondo titolo dell’anno al torneo di Rio de Janeiro, sconfiggendo in finale il nostro Fabio Fognini, dopo l’eroica impresa in semifinale in cui l’italiano aveva eliminato Rafa Nadal. Ferrer inanella il terzo titolo stagionale ad Acapulco, battendo Kei Nishikori ed interrompendo le cinque vittorie consecutive del giapponese negli scontri diretti con lo spagnolo. Raggiunge i quarti al Roland Garros, perdendo contro Murray. Dà forfait a Wimbledon e ad altri tornei a causa di un infortunio al gomito. Torna in campo agli US Open senza ottenere grandi risultati. Infine gli ultimi due successi arrivano da Kuala Lumpur e dal più recente ATP 500 di Vienna. Dopo aver saltato il torneo di casa a Valencia, Ferrer conclude la sua stagione con le marce alte, ottenendo la semifinale a Parigi-Bercy, dove si arrende in due set a Murray. Sembrava che il buon Ferrer fosse destinato ad un lento ed inesorabile calo ed invece si è confermato ancora una volta fra i primi otto giocatori del mondo. Brava la Lotto a credere in lui scegliendolo ancora come suo testimonial di punta. Così come ha fatto con Agnieszka Radwanska, capace di trionfare recentemente alle WTA Finals di Singapore.

Insomma, il tennista che per tutta la carriera è stato ad un passo dal paradiso, il primo degli umani costretto a fronteggiare i supereroi sempre un gradino sopra di lui, vola al Master finale per la settima volta in carriera e purtroppo non parte da favorito a causa sia del problema al gomito che ha avuto di recente sia degli scontri diretti con gli altri finalisti (David è in vantaggio solo con Wawrinka e Berdych). A volte, però, è proprio quando si parte da sfavoriti che si ottengono le più grandi soddisfazioni: basti pensare al successo della Radwanska alle Finals di quest’anno o, per fare un confronto calcistico, alla storico triplete dell’Inter nell’ottima annata 2009/2010 o alla nazionale italiana ai mondiali nel 2006. In tutti i casi sopracitati nessuno avrebbe mai scommesso sulla vittoria delle due squadre e della tennista polacca. Beh… Chissà che il terraiolo dal pugno di ferro non abbia in serbo per noi qualche sorpresa.

Ranking: 8
Titoli in carriera: 26
Partecipazione alle Finals: 7
Slam vinti: 0
Masters 1000 vinti: 1 (Parigi Bercy 2012)
Precedenti con gli altri finalisti:
Ferrer-Djokovic 5-16
Ferrer-Murray 6-10
Ferrer-Federer 0-16
Ferrer-Wawrinka 7-6
Ferrer-Nadal 6-23
Ferrer-Berdych 8-5
Ferrer-Nishikori 4-8

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