Si fa abbastanza contro il doping? I pensieri (diversi) di Federer, Djokovic e Nadal (AUDIO)

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Si fa abbastanza contro il doping? I pensieri (diversi) di Federer, Djokovic e Nadal (AUDIO)

Nella consueta conferenza stampa pre-torneo, gli otto maestri hanno detto la loro sul torneo, le loro motivazioni, il bilancio di una stagione, l’assenza di ricambi nel circuito maschile e, soprattutto, la lotta al doping. Qui con gli audio della conferenza stampa

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(Dalla O2 Arena di Londra, Cesare Alfieri)

Nella consueta conferenza stampa pre-torneo qui alla O2 Arena, gli otto Maestri hanno detto la loro su tante cose, ci hanno raccontato delle loro motivazioni e tracciato un bilancio della stagione che volge al termine, ma un tema ha dominato le interviste: la lotta al doping. Il pretesto è stata la notizia, uscita in settimana, con le accuse dell’Agenzia Mondiale antidoping (WADA) contro l’atletica, ed il doping di Stato in Russia. Il tennis non è stato colpito da scandali doping di entità paragonabile a quella di altri sport, ma questo dato si presta a due possibili interpretazioni: così è perché i controlli sono molto severi, o così è perché sono al contrario troppo blandi? Ascoltando Roger Federer, si è tentati di pensare che la seconda opzione abbia qualche merito. Il campione svizzero si è detto “niente affatto sorpreso” dal report della WADA, e dal fatto che certi Stati non siano troppo attenti, per non dire di peggio, nel controllare i propri atleti. Soprattutto, però, il tennis dovrebbe dedicare più risorse alla lotta al doping. Viste le ingenti risorse economiche, ed i premi sempre più generosi, una parte potrebbe andare all’antidoping. “Dove sono i controlli antidoping?” si è chiesto Roger dopo aver giocato una finale: evidentemente, i test non sono così sistematici come potrebbero (dovrebbero?) essere.

Dopo l’intervista di Federer, è stato interessante sentire cosa Djokovic avesse da dire sullo stesso tema. Chiaramente, un report come quello della WADA è “triste per lo sport”. Però, secondo il serbo, il tennis sta facendo bene e i giocatori vengono testati spesso. Per dire, Nole si è sottoposto a tre o quattro controlli fuori dalle competizioni, oltre ai test effettuati nei tornei. Poi c’è l’esigenza di riportare gli spostamenti, e informare chi di dovere ogni giorno. Forse persino troppo invasivamente. Insomma, la lotta al doping nel tennis va maluccio per Federer, e benone per Djokovic. E gli altri, che dicono? Nadal ha premesso di non aver letto molto, ma ha anche ribadito che certe discipline non hanno certo i controlli a cui sono sottoposti i tennisti. Per Rafa una soluzione sarebbe rendere i dati sulla frequenza dei controlli antidoping pubblici, così da incrementare la trasparenza e permettere a ciascuno di formarsi una propria idea se essi siano sufficienti, o meno. Mentre sull’idea di destinare una parte del prize money ai controlli antidoping…ecco, diciamo che Rafa non è parso entusiasta (ma potete sentire voi stessi). Infine Andy. Che invece sarebbe molto favorevole a destinare più risorse contro il doping, perché i premi sono altissimi, e maggiori investimenti necessari.

Insomma, sullo stato della lotta al doping nel tennis Djokovic e Nadal sembrano avere un giudizio positivo, mentre tanto Federer quanto Murray apprezzerebbero un maggior rigore, e controlli. Non si è però parlato solo di doping oggi. Interessante, ad esempio, l’idea di Rafa di giocare “una volta almeno, ogni 15 edizioni” delle Finals sulla terra rossa, per avere più variazione di superfici (e, nel caso, una più favorevole del veloce indoor). Djokovic ha affermato con molta sicurezza di non considerare “onestamente” di perdere alcun match (e come dargli torto…), ribadendo poi che gli piacerebbe avere Finals più itineranti in diverse parti del mondo, come strumento di marketing per il tennis. Né Federer né Nadal, che se ne intendono, sembrano considerare il cambiamento di superficie dalle Finals alla Davis troppo problematico. Murray, che si è allenato sulla terra…al Queen’s (!)…non è molto d’accordo. Infine, il giovane Nishikori ha anche detto delle cose, tra le altre, e la pattuglia di fotografi e giornalisti giapponesi è sembrata apprezzare.

 

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