Londra: la capitale mondiale del tennis?

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Londra: la capitale mondiale del tennis?

I maestri del tennis cominceranno a sfidarsi domenica 15 novembre alla O2 Arena di Londra. Si tratta della settima edizione nella capitale del Regno Unito, con Djokovic favorito d’obbligo. Nonostante sporadiche voci relative ad un cambiamento di sede, Londra rimane la location ideale per il Masters di fine anno. Né in Europa, né altrove sembrano esserci concorrenti all’altezza

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Certo sarebbe importante – lo disse Djokovic a margine delle Finals lo scorso anno – che il tennis acquisisse più visibilità in location meno battute, e che le Finali fossero la vetrina della disciplina in Asia oppure in America. Non sarebbe sicuramente male che lo spettacolo dei migliori itinerasse da un paese all’altro, magari al di fuori delle solite rotte tennistiche. Però poi siamo sempre lì: se non si pensa più a Londra è perché si pensa alla Cina, o ai denari dei paesi del Golfo. Non è difficile capire il perché: gli introiti delle Finali sono destinati a coprire i costi di altre attività che l’ATP – proprietaria del torneo – non può permettersi di perdere. E Londra garantisce incassi come poche altre sedi. Nel 2014 hanno fatto visita a quella sorta di astronave costruita per celebrare il nuovo millennio – Millennium Dome: così era chiamata la O2 Arena – più di 260.000 persone. Tra il 2009 ed il 2013, 1.28 milioni di spettatori. Diverse settimane prima dell’inizio del torneo, trovare un biglietto per i match di apertura o chiusura nei week-end si fa impresa ardua. Nonostante una capienza di 17.500 posti a sedere.

L’America non è più la terra promessa del tennis, e dopo il periodo al Madison Square Garden di New York tra gli anni Settanta e Ottanta, sembra improbabile un ritorno negli States. Il tennis non tira più così tanto lì, e la ripetuta assenza di tennisti a stelle e strisce tra i Maestri sta a testimoniarlo. I migliori sono tutti – quasi, tanto l’anno scorso quanto questo c’è Nishikori a fare da intruso – europei, e gli incentivi a muoversi fuori dal Vecchio Continente sono o economici, o non sono. Perché costringere gli otto ad un altro lungo spostamento, quando il torneo precedente le Finali è Parigi-Bercy? È stato bello vedere tantissimi giapponesi alla O2 Arena a tifare Nishikori, ma lo è altrettanto per i tifosi di Federer, Nadal e Djokovic, per i quali raggiungere Londra è banale. Per non parlare di quelli dell’idolo di casa, Andy Murray, che lo scorso anno disputò una finale per finta (venne richiamato dagli organizzatori a causa dell’infortunio di Federer) arrivando in quattro e quattr’otto da casa. Le Finals sono nella top five degli eventi sportivi del Regno Unito e, come dimostrano i numerosissimi taxi con i mezzobusti dei tennisti, hanno un richiamo pazzesco.

Londra è, nei fatti, la capitale del tennis mondiale. Dei cinque eventi di cui sopra, l’indiscusso protagonista è il torneo di Wimbledon. Non troppo distanti da lì sono i campi in erba del Queen’s Club, che ospitano uno storico torneo promosso quest’anno ad ATP 500. Londra ha ovviamente avuto le Olimpiadi nel 2012, ed il Queen’s anche la partita di Davis tra Gran Bretagna e Francia. Con la sua popolazione residente – giovane e mediamente benestante – e la facilità nei collegamenti con l’Europa ed il mondo, il pienone è sempre assicurato. Andrà trovato un altro sponsor post Barclays dopo il 2016, ma il traguardo del 2018 e delle dieci edizioni sembra in vista. Alla fine, Londra è pure la tredicesima città italiana per numero di abitanti (ufficiali) – ma forse anche in top ten… – con un po’ di immaginazione quindi, c’è pure un po’ d’Italia in questo successo. 

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