ATP Finals: sarà ancora derby svizzero, Wawrinka manda Murray a Gent (audio Flink)

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ATP Finals: sarà ancora derby svizzero, Wawrinka manda Murray a Gent (audio Flink)

Stan Wawrinka batte Andy Murray con il brivido in due set con il punteggio di 7-6(4) 6-4 e passa il turno delle ATP Finals per giocarsi la semifinale con Roger Federer, l’anno scorso l’incontro dei due è stato costellato di polemiche. Per Murray la stagione non è finita, adesso potrà concentrarsi sulla finale di Davis Cup con il Belgio. Ascolta il commento di Ubaldo Scanagatta e Steve Flink

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[4] S. Wawrinka b. [2] A. Murray 7-6(4) 6-4 (Da Londra, Cesare Alfieri)

Nel Regno Unito, dove la Davis manca dal 1936, le Finals sono soltanto quasi un passaggio obbligato, per non dire una necessaria seccatura in attesa del prossimo week-end, quello dell’appuntamento con la Storia. Perché se Fred Perry aveva portato l’ultima insalatiera nel Regno, Murray già ne aveva seguito le orme a Wimbledon e, al diavolo la scaramanzia, battere Goffin – con rispetto parlando – non è difficile come trionfare a Church Road. Certo, la pressione può giocare brutti scherzi, la vicenda Bedene risolta pilatescamente dalla Federazione Internazionale rischia di innervosire i britannici, e i titoli dei giornali suggeriscono strategie – “Murray potrebbe trarre vantaggio da una” – per cui, non venissero seguite e si dovesse poi perdere a Gent, verrà presentato il conto. Tennisticamente, e a prescindere da considerazioni extra-torneo, Murray doveva salire con le percentuali di prime palle, non potendo impensierire il suo avversario con il 40 percento di punti con la prima di servizio, come nel secondo set contro Nadal.

D’altra parte, gli svizzeri l’anno passato non si sono certo risparmiati in vista della finale di Davis con la Francia, con Stan Wawrinka a sudare la sua seconda semifinale contro il più famoso connazionale (e, forse soprattutto, sua moglie). In uno psicodramma che avrebbe potuto avere, ma non ha invece avuto, conseguenze molto negative per i rossocrociati. Quale Wawrinka avremmo trovato in campo, però, questa sera? Il Dr. Jekyll della partita con Rafa Nadal e di mezzo primo set con Ferrer, o il Mr. Hyde della vittoria contro il numero due spagnolo? Un buon indicatore delle intenzioni, e del mood dello svizzero l’avrebbero data, questa sera, la qualità dei suo rovesci (fino ad ora, qui alle Finals, lontani dagli standard a cui siamo abituati) e la percentuale di prime. Curiosamente, pur giocando in casa di Murray, la pressione del pubblico non si sarebbe fatta troppo sentire: la claque svizzera è numerosa, e ben organizzata.

È lo scozzese a partire meglio. D’altra parte, il tempo potrebbe sottrargli importanti energie fisiche e mentali, e portare a casa il primo set è variabile cruciale. Il primo game, con Wawrinka al servizio, va ai vantaggi; nel terzo game ha due palle break e, correndo come una centometrista per recuperare le bordate dello svizzero, si procura due opportunità per strappare il servizio. Stan qui si tiene in piedi con il servizio –  anche se le percentuali di prime sono state, in verità, sotto il 50 percento per tutta la partita – e sarà lui il primo a brekkare nell’ottavo gioco. Dopo trentasette minuti, gli svizzeri alzano i bandieroni sugli spalti, e qualcuno inizia a pensare che Murray vada mentalmente a Ghent. Ci sarà, invece, subito il controbreak dello scozzese, con un recupero che, prima ancora che efficace, è una dichiarazione d’intenti. Andy è in campo, ed è il solito, eccezionale atleta: lo svizzero lascia andare il diritto e poi il rovescio, lo scozzese consuma la linea di fondo ma riesce a salvarsi, allungandosi come in tuffo. Stan prende la rete ma il suo smash facile e potente rimane cortissimo: la parata di Murray è come un goal, e la racchetta di Wawrinka raggiunge la panca prima dello svizzero.

Il pubblico inglese si rianima, e intona un timido “Let’s go Andy let’s go”. Andy va, tiene il servizio a zero, sembra in una fase positiva, ma si inceppa sul più bello. Nel tie-break, il secondo di queste ATP Finals, e il secondo di oggi, Andy commette due banali errori di diritto e regala il set allo svizzero. Murray non può essere contento e sfoga il suo disappunto – per un flash di uno spettatore? – con il supervisor. Il rientro in campo è, però, uno strazio: Wawrinka è una furia, picchia come un fabbro di diritto e di rovescio, e realizza un parziale di 12 punti a 2. Finalmente lo svizzero ha ritrovato il suo rovescio e finalmente, alla fine della partita, ci saranno più vincenti, e meno errori, di rovescio che non di diritto. Portandosi sul 5 a 2, e passando due volte col rovescio in corsa Murray a rete, si scrivono già i titoli di coda.

Sbagliando. Perché Murray contro-brekka e inchioda alcuni frettolosi colleghi, con lo zainetto già in spalle, in sala stampa. E tiene il servizio a zero. E va sullo 0-30, e poi ha una palla break, e una seconda. Però poi un urlo disumano, e il rumore di una racchetta fracassata a terra, indicano che – per la seconda volta nella partita – per lo scozzese le cose si interrompono proprio sul più bello. Il pubblico di casa può abbassare le bandierine minimaliste con la Union Jack, e la claque svizzera issare i bandieroni rossocrociati. Avrà l’imbarazzo della scelta in semifinale. Un caso quasi unico di sfida appassionante tra connazionali (chiedere a Valentino Rossi per ragguagli). Vedremo se Wawrinka, dopo tre semifinali alla O2 (raggiunto Murray), riuscirà a fare meglio.

CUSaijwWEAAQCdo

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