Jules Marie, un tennista francese di 24 anni, best ranking 228 ottenuto nel marzo scorso, ha deciso di ritirarsi dal circuito professionistico. Triste a dirsi ma la ragione è economica: nell’anno in cui ha raggiunto il suo miglior risultato sportivo, arrampicandosi alla posizione 228 del ranking mondiale, ha incassato solo 13.185 $, pochini per mantenersi economicamente. Soprattutto in una stagione in cui il francese ha girato dall’Europa al Canada passando per l’Iran (dove ha anche vinto il torneo, guadagnando la miseria di 2.160 $).

È l’ennesimo esempio di come, fuori dai 150 del mondo, non sia possibile mantenersi con il tennis professionistico, e che riporta l’attenzione sui prize money dei tornei minori. Vero che la ITF ha chiesto per gli anni a venire l’ospitatilità obbligatoria offerta ai tennisti dall’organizzazione (e questo è un buon inizio) ma è altrettanto vero che questa iniziativa probabilmente non basterà a colmare il gap troppo alto tra top players e giocatori di seconda fascia o terza fascia. Oggi star fuori dai tornei del grande slam significa non farcela. E si rischia di perdere potenziali talenti che hanno solo la sfortuna di maturare più tardi. Il nostro Luca Vanni, best ranking intorno ai 30 anni, ne è un esempio.

Alessandro Zijno