E chi si azzardava più a chiamarlo baby Federer? La retorica del paragone scomodo era ormai accantonata, come accantonata pare ancora essere l’ingombrante ricerca di un epigono dello svizzero, che nell’anno delle 35 candeline vuole continuare ad essere unico erede di se stesso. Grigor Dimitrov ci mette del suo e restituisce qualche speranza a chi continua a scommettere sul suo talento cristallino, regalando un’ottima prestazione contro un Federer in grande spolvero per buona parte del match.

L’onere di servire per primo è di Roger Federer, che tiene con disinvoltura i primi turni di servizio. Fa lo stesso Dimitrov, almeno sino al 3-2, quando concede una palla break che annulla con autorità con un’ottima prima ad uscire. Il bulgaro rimane a galla, ma è inerme in risposta, con l’elvetico che picchia duro e non consente lo scambio. Non è da meno Grigor, che metabolizza rapidamente i turni in risposta e ribatte colpo su colpo. Meravigliosa la demivolè in uscita dal servizio sul tracciante di Dimitrov che consegna a Federer il nono game e costringe il bulgaro a servire per allungare il set. Sotto pressione Grigor mostra i denti; sotto 15-40 sfodera due ottime prime e torna prepotentemente nel match. Federer non ci sta e con passo felpato sguaina il fioretto adoperando la SABR. La terza palla set è quella buona, al termine di un lungo scambio il bulgaro è poco fortunato e il suo passante sfiora la rete e termina in corridoio.

Il primo allarme al servizio per lo svizzero scatta sull’uno pari. Dimitrov trova una risposta in allungo di rovescio che fa la barba alla rete, Federer non può che rimanere immobile e applaudire l’avversario. La lesa maestà provoca la reazione dell’elvetico che risponde con una seconda molto simile ad una prima e chiude poi la pratica con un vincente di dritto. Splendido il quinto game con il bulgaro costretto agli straordinari per riportarsi in parità. Grigor inventa numeri pazzeschi e dal possibile colpo del KO si ritrova sopra 15-40 nel gioco successivo. L’elvetico si irrigidisce e affossa in rete un dritto, è break. L’inerzia del match si è capovolta. Il botta e risposta al servizio non spariglia le carte in tavola, Dimitrov va a servire per conquistare il set, ma si scioglie: alla prima palla break Federer colpisce con un dritto in avanzamento e riporta il match in perfetto equilibrio. L’ultima occasione per Grigor di saltare sul treno e allungare il match è il tie break. Il mini break in apertura consente al bulgaro la fuga, Federer prova a trovare il bandolo della matassa, ma un altro errore di dritto complica maledettamente le cose. Si gira sul 5-1, Grigor tergiversa e si fa tallonare, poi trova un eccezionale passante che buca la difesa dell’elvetico e chiude 7-4.

Federer sconsolato esce dal campo e al ritorno concede un rapido streap tease alle fans assiepate sugli spalti che accompagnano il cambio con un lungo “ooooh”. Lo svizzero pare non avere troppa benzina nel serbatoio e improvvisa soluzioni a rete poco fortunate. Le gambe di Grigor girano ancora a mille e i primi turni di battuta filano via senza intoppi, ma nel quinto game l’ex partner della Sharapova la fa grossa e dà un’enorme mano a Federer che non si fa pregare e agguanta un insperato break salendo 3-2. Sembra esserci ancora spazio per un ultimo colpo di scena, ma l’elvetico è tagliente al servizio e nuovamente pericoloso in risposta. Dimitrov risorge dallo 0-40 sul 5-3, ma nulla può nel successivo turno di risposta che sigilla il match e consegna la semifinale allo svizzero.

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— #BrisbaneTennis (@BrisbaneTennis) January 8, 2016