Samantha Crawford: la sorpresa a stelle e strisce di Brisbane

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Samantha Crawford: la sorpresa a stelle e strisce di Brisbane

La giovane americana, approdata a Brisbane con un solo scalpo tra le Top100, ne ha eliminate tre in un colpo solo e si è arresa soltanto in semifinale alla rinata Azarenka, poi vincitrice del torneo. Conosciamo meglio la prima grande sorpresa del nuovo anno

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La stagione WTA è ripartita e ci ha regalato subito una Victoria Azarenka in grandissima forma a Brisbane, capace di demolire coi suoi colpi profondi e angolati e con un eccezionale rendimento alla risposta ogni sua avversaria. Compresa la ventenne a stelle e strisce Samantha Crawford, affrontata in semifinale. Ed è proprio di questa giovane americana che vogliamo parlare in questo articolo.

Samantha Crawford, ragazzona cino-americana di 1 metro e 88 di altezza per 77 chilogrammi di peso, nata ad Atlanta il 18 febbraio del 1995, è stata la vera sorpresa del torneo di Brisbane. Attuale numero 142 della classifica WTA, non molti conoscevano – addetti ai lavori esclusi – prima di Brisbane le sue qualità tennistiche. Lunedì prossimo, con l’uscita della classifica aggiornata, raggiungerà il suo best-ranking, avvicinando la Top100. Le proiezioni, se corrette, la collocano al numero 109.

La Crawford si mise in luce nel 2012 quando superò le qualificazioni agli US Open e si arrese al primo turno a Laura Robson per 6-3 7-6. Vinse però il torneo Junior battendo in finale Anett Kontaveit. Nel 2013 supera le qualificazioni al WTA International di Monterrey, cedendo poi al primo turno alla tedesca Kerber con un onorevole 6-3 6-3. Ma un infortunio al ginocchio ne condizionerà la stagione. Nel 2014 gioca con continuità nel circuito dei tornei ITF in Nord America senza ottenere grandi risultati. In primavera si trasferisce in Europa per giocare il torneo WTA di Strasburgo in cui non supera le qualificazioni. Quindi partecipa a tre tornei ITF in Italia. Torna negli USA ma continua a faticare e perde al primo turno di qualificazione degli US Open. Si qualifica finalmente al main draw di un torneo WTA a Quebec City, ma perde al primo turno contro Madison Brengle. Nel 2015 continua a partecipare ai tornei ITF in Nord America, raggiungendo la finale a Plantation, sulla terra. Fallisce la qualificazione ai tornei WTA di Indian Wells e Charleston. Disputa altre finali in tornei ITF, sulla terra di Raleigh e sul cemento di Lexington. Dopo aver usufruito di una wild card per gli US Open ma aver perso al primo turno da Irina Falconi, arriva fino ai quarti del torneo WTA International di Quebec City, dove per la prima volta in carriera sconfigge una Top100 (Evgeniya Rodina). Così facendo conquista i punti per entrare tra le prime 200 al mondo. La stagione termina con la prima vittoria in un torneo ITF a Scottsdale e con i quarti raggiunti nel WTA 125K di Carlsbad, che le valgono l’entrata tra le prime 150 al mondo.

Ed eccoci a Brisbane. Nonostante i miglioramenti del finale di stagione 2015, forte di un solo successo in carriera contro Top100, era difficile supporre per Crawford l’approdo in semifinale in un torneo Premier dove erano al via diverse tra le più forti tenniste al mondo. E invece… Fin dalle qualificazioni si sbarazza della testa di serie numero 1 e n° 59 al mondo Tsvetana Pironkova. All’ultimo turno supera la giovane emergente francese Dodin e approda al main draw. E qui accade quello che non ti aspetti. Dopo aver vinto il primo turno contro la giovanissima wild card australiana Priscilla Hon, supera in due combattuti set Belinda Bencic. Demolisce poi la tedesca Petkovic rifilandole un 6-0 nel secondo set e arriva a giocarsi la semifinale con la ex numero 1 del mondo Victoria Azarenka. Una Azarenka quasi perfetta non lascia scampo alla giovane americana che perde per 6-0 6-3, ma proprio nel finale di match, a partita ormai persa, sfodera il suo tennis fatto di aggressività e vincenti sia di dritto che di rovescio.

Il tennis di Samantha è senza mezze misure. Gioca di ritmo da fondo campo e colpisce la palla con poche rotazioni, cercando potenza e profondità. Ha una potente prima palla di servizio e una discreta seconda palla. Buona, considerata la “stazza”, la mobilità in campo. Il suo difetto principale è il gioco monocorde e l’incapacità di cambiare ritmo agli scambi, ma quando comanda lo scambio è capace di trovare soluzioni vincenti sia di dritto che di rovescio. Da migliorare il suo gioco in fase difensiva. La rivedremo a questi livelli? A Brisbane era, come dicono gli americani, “on fire”, ma il suo gioco è ad alta propensione di errori e non è facile avere un rendimento costante quando si prendono così tanti rischi. Intanto, segniamo il suo nome sul taccuino, ne sentiremo ancora parlare.

Massimo Aceti

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