AO interviste, Djokovic: "Nel 2007 volevano corrompermi, hanno contattato il mio staff"

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AO interviste, Djokovic: “Nel 2007 volevano corrompermi, hanno contattato il mio staff”

Australian Open interviste, primo turno. N. Djokovic b. H. Chung 6-3 6-2 6-4. L’intervista del dopo partita a Novak Djokovic

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Non era un primo turno facile, parlaci un po’ di come è andata la partita.
Beh, non l’avevo mai affrontato e non mi sono mai allenato con lui quindi, prima del match, ho cercato di analizzare il suo gioco, di ottenere informazioni dagli altri giocatori e ho guardato tutti i video disponibili delle sue partite. Mi sono preparato al meglio. Tuttavia, incontrare per la prima volta un giocatore giovane come lui, ha solo 19 anni, si sa, può essere difficile perché non aveva nulla da perdere. Il suo gioco da fondo è molto buono, molto solido, soprattutto dal lato del rovescio. Piatto, forte, con colpi solidi su entrambi gli angoli. Una volta trovato il buon ritmo, può servire davvero bene e per qualcuno della sua altezza, si muove agilmente, sia in difesa che in attacco. È uno dei giocatori di cui si parla come un potenziale top player in futuro e quel potenziale ce l’ha. Ha solo bisogno di esperienza e di tempo.

Quali sono state le tue sensazioni in campo oggi?
Una bella partita di esordio con le tipiche condizioni estive australiane. Faceva caldo e per questo tipo di condizioni, è necessario prepararsi accuratamente. In alcuni scambi molto lunghi mancava l’aria a entrambi ma fisicamente mi sentivo davvero bene in campo. Sono riuscito a giocare il miglior tennis quando ne ho avuto bisogno e il servizio mi ha aiutato a ottenere molti vincenti.

Siamo tutti colpiti dalle nuove rivelazioni sulle partite truccate nel tennis. Qual è la tua opinione? Nessuno di questi giocatori è stato ancora identificato. Credi che questo getti un’ombra su tutti voi?
Io onestamente non la penso così. Sono stati fatti i nomi di un paio di giocatori che non sono più in attività e si sta parlando di partite giocate quasi 10 anni fa. Nel nostro sport non c’è spazio per partite truccate o per atti di corruzione. Stiamo cercando di mantenerlo il più pulito possibile. Abbiamo aggiornato i nostri programmi e le nostre autorità sono nelle migliori condizioni per affrontare questi casi particolari. Non credo che si possano gettare ombre sul nostro sport. Si stanno facendo nomi, si cerca di indovinare di quali giocatori si tratta ma non c’è nessuna prova reale o evidente contro i giocatori attivi e finché è così, è solo speculazione. Penso quindi che dobbiamo continuare sulla nostra strada.

Nel 2007 si è parlato di un’offerta di $ 200.000 che avresti ricevuto per uscire al primo turno a San Pietroburgo. In realtà tu non hai neanche partecipato al torneo. Può chiarire cosa era successo.
Non ero stato direttamente avvicinato, nel senso non personalmente. Sono stato avvicinato attraverso le persone che lavoravano con me in quel momento, che erano nella mia squadra. Naturalmente abbiamo respinto e allontanato subito il ragazzo che stava cercando di arrivare a me. Non c’è stato nient’altro oltre a questo. Purtroppo in quei giorni sono girate voci di colloqui e di persone che si muovevano nel nostro ambiente ma le situazioni sono state trattate e risolte. Negli ultimi sei, sette anni, non ho più sentito niente di simile. Io, ripeto, non sono mai stato contattato direttamente, quindi non ho nient’altro da dire al riguardo.

Da giovane giocatore che sta evolvendo nel circuito, come ti sei sentito nell’essere, anche solo indirettamente, associato ad un episodio del genere?
Mi ha fatto sentire malissimo perché io non voglio essere associato a ciò che qualcuno potrebbe chiamare “opportunità”. Per me questo è un atto antisportivo, un crimine nello sport che non deve trovare spazio in nessuno sport, soprattutto nel tennis. Sono sempre stato circondato da persone che mi hanno insegnato il rispetto dello sport e io mi sono nutrito di questi valori.

(Domanda riguardo alla presenza alla festa del vino di Zupska Berba con l’amico Ilija Bozoljac).
Non sono sicuro di andare. Ilija è un buon amico, sono cresciuto con lui ma io bevo più acqua che vino, anche se mi piace di tanto in tanto godermi un bicchiere di vino, non di più. Sono certo che sarà una grande festa ma ora non ho davvero tempo. Mi godo la  vita che faccio e sto bene così.

Tu sei una persona che prende il ruolo di ambasciatore dello sport veramente sul serio. Non ti senti un po’ a disagio per il fatto che questo Grande Slam abbia tra i suoi grandi sponsor una società di scommesse? Ci sono tanti annunci, anche su Twitter.
In effetti credo che questo sia un argomento di cui discutere oggi e in futuro. È una linea sottile, direi una linea di confine, è difficile dire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Uno dei motivi per cui il tennis è uno sport popolare e pulito è perché ha sempre dato valore alla propria integrità. Proteggere l’integrità è stata una delle massime priorità di ogni singolo leader che ha fatto parte dell’associazione. Penso soprattutto ai Grandi Slam, tornei amati e conosciuti in tutto il mondo, in tutta la storia di questo sport. Certo, ci sono molte aziende di scommesse che sui siti web utilizzano i nomi, i marchi e le immagini di tornei e giocatori per trarre profitto da questo ma il tennis non è mai stato un pezzo importante della torta, se capisci cosa voglio dire. È un discorso complesso, non ho ancora un’opinione chiara su questo. Penso che sia e sarà un argomento di discussione. Staremo a vedere cosa succede.

Ti conosciamo da molto tempo, hai sempre detto le cose come stanno. Secondo te com’è possibile chiedere a un giocatore che occupa il 137° posto nel ranking e che fatica a restare nel circuito, di rispettare sempre le regole in campo mentre gli alti funzionari prendono i soldi dalle società di scommesse? Non è un messaggio ambiguo?
Beh, è la prima volta che sento una cosa del genere. Non posso parlare da questa posizione, non ho il supporto dei fatti e delle informazioni o delle prove. Ovviamente si sentono alcune storie qua e là ma non riguardano le zone alte della classifica. Forse i tornei Challenger o forse no. Non lo so realmente, ma c’è una organizzazione, ci sono le autorità e le persone competenti che si occupano di questi problemi. E comunque si tratta sempre di una scelta: per un giocatore di tennis, un’atleta o qualsiasi persona nella vita. Sai, anche se sembra che non si stia facendo, si fa sempre una scelta, soprattutto per qualcuno che è sul campo da tennis, di accettare o meno qualcosa che va contro tutto ciò che lo sport rappresenta. Io vorrei sempre fare la scelta giusta. Ma posso parlare solo a titolo personale.

Traduzione di Maria Cristina Graziosi

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