AO interviste, Federer: "Bisogna essere se stessi, non quello che la stampa o l'organizzazione vogliono che tu sia"

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AO interviste, Federer: “Bisogna essere se stessi, non quello che la stampa o l’organizzazione vogliono che tu sia”

Australian Open interviste, terzo turno. R. Federer b. G. Dimitrov 6-4 3-6 6-1 6-4. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Trecentesima vittoria in un Grand Slam, cosa significa questo per te, oltre a passare al prossimo turno?
Non lo so, devo ammettere che è molto emozionante. Come quando ho raggiunto le 1,000 lo scorso anno, è stato un grande traguardo per me. Non è certamente qualcosa che abbia mai inseguito e cercato volontariamente, ma quando arriva, è qualcosa di veramente speciale. Penso si presti molta attenzione, certo, a quello che è successo e a come. Si, è una bella sensazione. Sono felice.

Il match di oggi è stato, forse, fin troppo semplice dopo quel secondo set?
Si, quello era il mio obbiettivo, rispondere velocemente dopo il secondo set perché mi sono sforzato un po’ di più, ma quando ho ritrovato la mia strada, sono riuscito a prendere il controllo del match. Era importante. Le condizioni, di nuovo, erano molto differenti al chiuso rispetto a quando ho giocato contro Doglopolov nel secondo turno. Anche la sessione notturna si gioca differentemente. Devo solo gestire queste condizioni un po’ di più. Sai, sono soddisfatto.Non è stato facile. Non mi aspettavo di andare contro Grigor. E’ stato un match tosto, ne sono felice.

Credo che le palle break convertite siano state una su nove. E’ su questo che vorresti vedere dei miglioramenti?
Sarebbe utile poter fare di più. A volte servono degli ace. A volte, succede semplicemente che non ti va nel migliore dei modi. Ma non penso che il gioco sia andato così. Penso di aver creato molte opportunità e di essere stato capace di metterlo sotto pressione quando era il momento di farlo.

Questa è una domanda complicata. In qualità di membro dell’ All England Club, saresti in grado di indossare quello che indossi oggi in Inghilterra?
Oh, non ne ho idea. In passato l’ho fatto, no? Quindi, non saprei. Dipende da chi detta le regole. E’ una domanda che andrebbe fatta ai fans, più che a me. Penso che un po’ più di colore vada bene. Ma l’ho già detto anche altre volte prima.

Abbiamo visto un video di te e Grigor che passavate del tempo insieme mentre aspettavate il vostro turno, durante il match della Sharapova. E’ una cosa che fai spesso, prima di iniziare a giocare?
Se ci troviamo nello stesso posto, succede. Non abbiamo passato del tempo insieme solo perché mi trovavo con Grigor. Non sapevo nemmeno che si trovasse lì. Ma dal momento in cui ci conosciamo bene a vicenda, eravamo abbastanza rilassati. Eravamo entrambi ben preparati. A volte non dai molte attenzioni all’altro. Ma con Grigor è diverso, come con altri ragazzi. Ce ne sono molti, con i quali vorrei far due parole prima di giocare. E così è stato oggi. Sono felice che succeda ancora. Non siamo così professionali dal dover evitare anche solo guardare il nostro avversario. Non ci siamo ancora arrivati, e spero che non succeda mai.

Hai seguito Grigor durante la sua carriera. Come pensi che stia andando adesso? Ovviamente, è arrivato in semi finale a Wimbledon, nella top ten, ed ora si sta inserendo ancora di più. In quale direzione pensi che stia andando?
Si, penso che lo scorso anno abbia imparato molto e credo che quest’anno andrà meglio. L’inizio della stagione e la bassa stagione sono stati importanti per lui. Ha ricevuto un sacco di informazioni da Brisbane, Sydney, ed anche qui. Deve solo trarre il meglio da tutto questo. Ha giocato bene da fondo, controllando i suoi colpi. Gioca positivamente, ed è quello che deve continuare a fare. Penso che ciò che vedremo con il passare del tempo, sarà un Grigor più forte.

Hai qualche idea sul perché sia andato fuori strada?
Si, probabilmente il cambio delle racchette non è stato molto utile. Potrebbe esser dovuto anche al cambio di allenatore nel bel mezzo della stagione. Penso che abbia perso anche un po’ di sicurezza, per un breve momento. Il problema nasce quando ci si colloca tra i 10 ed i 20 nella classifica, se non oltre. Non so quale sia la sua posizione in classifica, ma diventa comunque più dura. Dopodiché, sai di dover giocare contro dei grandi avversari. E non stai giocando male, semplicemente non stai più vincendo le partite come quando ti trovavi nella top ten.

Nel 2015 sei stato nominato come uno degli atleti più notevoli dopo LeBron James, Tiger Woods e tutti gli altri. Hai passato l’anno principalmente al secondo posto della classifica, non di più. Cosa vuoi dire agli atleti che aspirano a diventare come te?E’ più importante raggiungere i risultati o mantenere integrità morale dentro e fuori dal campo?
In fin dei conti, si parla sempre di tennis. E’ bello raggiungere grandi risultati ed avere una buona immagine. Ma, in fin dei conti, sono un giocatore di tennis. Penso che stia a noi scegliere chi vogliamo essere, dentro e fuori dal campo. Penso che sia importante rimanere se stessi, indipendentemente da quello che la stampa o l’organizzazione voglia farti essere. Dal momento in cui si rispetta il gioco come si dice di fare, si rispetta la propria integrità. Penso sia fondamentale. Sono felice di essere rimasto sempre me stesso. Sono orgoglioso di tutti i compagni che ho avuto durante la mia carriera. E’ stata un’esperienza utile e formativa per me.

Pete Sampras ha scritto un bellissimo articolo, nel quale scrive a se stesso una lettera dandosi consigli, come se fosse un ragazzino, su alcune cose che vorrebbe emergessero nel tennis. Se tu potessi lasciare un bigliettino al giovane Roger Federer circa l’ingresso nel mondo del tennis, passando per il periodo della crescita, che cosa diresti?
Beh, che bisogna darci dentro, oggi apparentemente ancora più di prima. Il tennis è più professionale che mai. Il talento ti porta fino ad un certo punto. Dopodiché, devi insegnare a te stesso alcune cose, impararle e farle nel modo giusto. E devi essere paziente. Non aspettarti, oggi, di vincere uno slam a 16, 17 o 18 anni, di scalare le classifiche come se fossi di un altro mondo. Ho fatto un sacco di errori. Speravo di poter essere più tenace nella pratica quando ero giovane, ma immagino che, forse, è proprio così che doveva andare. Ho dovuto commettere degli errori, per essere il giocatore che oggi sono. In un certo senso, li rifarei esattamente così come li ho fatti, magari cambiando qualcosa. Ma ho avuto un allenatore incredibile, supporto da famigliari, da mia moglie, chiunque altro intorno a me. E’ stato fantastico. Sono stato fortunato ad avere esperienza.

Commettere errori è stato davvero utile?
Si, penso sia importante e giusto commettere errori.

Il tetto chiuso ha cambiato le condizioni oggi. Sei considerato uno dei migliori giocatori al chiuso di tutti i tempi. Pensi che giocare sotto un tetto chiuso ti sia d’aiuto, o pensi che sia uguale per tutti?
Si, penso che possa essere d’aiuto per me. Ma, sai … Alla fine non lo so! Oggi non è stato automatico (schiocca le dita). Ho dovuto sforzarmi, ricordare a me stesso cosa fare. Questi sono i match migliori da vincere, devo essere sincero, perché non ti sentirai sempre al 100% ogni singolo istante. Ma l’importante è vincere quei match nei quali ti senti un po’ giù la maggior parte delle volte. Durante il secondo set mi sono sentito come se non fossi in me. Sono stato in grado di trovare un modo per riprendermi. Vedremo come andrà il prossimo round, perché Goffin giocherà molto, molto bene. Nutro molto rispetto per lui. Credo che le condizioni potrebbero essere utili o meno, dipende da come andrà.

Traduzione di Gilda Dota

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