AO, italiani: Seppi perde dignitosamente da Djokovic, Friedsam rimonta Vinci

Australian Open

AO, italiani: Seppi perde dignitosamente da Djokovic, Friedsam rimonta Vinci

Agli Australian Open l’Italia non avrà nessuna donna e nessun uomo agli ottavi di finale. Roberta Vinci dopo aver dominato il primo set, non riesce ad arginare la potenza della tedesca Friedsam. Andreas Seppi inizia male con Djokovic, ma poi dimentica il 6-1 del primo set trascinando il numero 1 del mondo fino al 7-5 e poi al tiebreak del terzo pure avendo due set point

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[1] N. Djokovic b. [28] A. Seppi 6-1 7-5 7-6 (6) (Valerio Vignoli)

Andreas Seppi nel suo match di terzo turno agli Australian Open, lotta, spreca due set point nel terzo set per riaprire la partita ma alla fine si deve inchinare per la dodicesima volta in dodici scontri diretti al cospetto del n.1 del mondo Novak Djokovic. Il fuoriclasse serbo, da parte sua, allunga a 33 la striscia di vittorie contro i tennisti azzurri e approda per il decimo anno consecutivo il terzo turno a Melbourne, dove sfiderà il francese Gilles Simon.

Partenza sprint per Djokovic che dopo aver tenuto il proprio servizio ai vantaggi, ottiene subito due palle break grazie ad un perfetto rovescio lungolinea. Il n.1 del mondo capitalizza immediatamente l’opportunità ancora con il proprio colpo prediletto in contropiede e sale 2 a 0. Nole continua a premere in risposta e un Seppi poco brillante e particolarmente falloso è così costretto a cedere di nuovo il proprio servizio nel quarto gioco. Anche alla battuta Djokovic è impeccabile con tante prime in campo. Il tennista azzurro, sotto 5-0, muove finalmente il punteggio ma nel gioco successivo il 28enne belgradese chiude il set per 6-1 in appena 25 minuti. Da sottolineare come Andreas in quel momento fosse ancora a secco nei punti vinti con la seconda.

L’altoatesino soffre ancora nel game d’apertura del secondo parziale, concedendo altre due palle break. Nole però questa volta non si fa trovare pronto sbagliando un paio di risposte, una delle quali centra in pieno una malcapitata raccattapalle. Seppi salva poi il turno di servizio con un ace. Rinfrancato dallo scampato pericolo, il 31enne di Caldano entra definitivamente in partita grazie ad una maggiore precisione nei colpi e un atteggiamento più aggressivo. Il 10 volte campione Slam comincia a lasciare per strada sempre più punti sui propri turni di battuta fino a che, sotto 2-3, sotterrando un rovescio in rete, consegna al n.29 del ranking ATP la prima palla break della sua partita. Seppi tuttavia spreca la chance mettendo in corridoio la risposta su una seconda vivace di Nole e poi perdendo il gioco. L’equilibrio nel parziale si spezza improvvisamente sul 5 pari, dove il serbo, aggiudicandosi alla sua maniera due scambi estenuanti strappa il servizio al n.2 italiano. Nonostante un ottimo Seppi, Nole conquista sul proprio servizio, in poco meno di un’ora di gioco, anche il secondo set con il punteggio di 7-5.

Andreas però continua imperterrito a macinare gioco e a incrementare il proprio rendimento alla battuta. Dall’altra parte della rete il fenomeno serbo mostra segnali di nervosismo, soprattutto a causa di un numero insolito per lui di errori di rovescio, alcuni anche piuttosto banali. A conferma del mutato equilibrio in campo, arrivano altre due palle break per l’azzurro sul 2 a 1 in suo favore. Se sulla prima Djokovic è bravo a proiettarsi verso la rete, sulla seconda Andreas deve invece recriminare per un potente dritto incrociato che finisce fuori di nulla e sarebbe stato probabilmente vincente. Nole se la cava e, senza troppi patemi nei patemi nei rispettivi turni di battuta, i due giocatori giungono come al tiebreak, un giusto epilogo di set. Avanti 2 a 1, Djokovic ottiene un minibreak sfruttando un rovescio dal centro del campo in corridoio di Seppi. Ma l’altoatesino non molla e recupera lo svantaggio con un bel dritto vincente. Nole commette un altro gratuito e concede inaspettatamente due set point all’azzurro. Sul primo Djokovic è perfetto a rete mentre sul secondo è Seppi a sotterrare malamente in rete un comodo rovescio. Il treno è passato e Andreas si distrae perdendo un altro sanguinoso minibreak. Il 5 volte vincitore degli Australian Open sente l’odore del sangue e azzanna la preda, conquistando il tiebreak, per 8 punti a 6, e il match, in quasi 2 ore e mezza di tennis di buonissima qualità.

stats seppi

 

A.L. Friedsam b. [13] R. Vinci 0-6 6-4 6-4

dal nostro inviato a Melbourne Ubaldo Scanagatta

MELBOURNE _ Che Roberta Vinci potesse perdere al terzo turno da questa tedesca semisconosciuta, Anna-Lena Friedsam, n.82 del mondo, non se l’aspettava nessuno. In tanti pensavamo già al prossimo match contro Agnieszka Radwanska

Tantomeno dopo che aveva dominato il primo set 6-0 in 28 minuti, dovendo fare attenzione soltanto nei primi tre games.

I bookmaker avrebbero detto a quel punto che non c’era quota. Il guaio è stato, probabilmente anche se non mi aspetto che lo dica, che anche Roberta deve aver pensato la stessa cosa.

Dimenticando che il tennis è davvero lo sport del diavolo, come diceva Mario Belardinelli, il padre putativo di Adriano Panatta e dei ragazzi di Formia degli anni Sessanta.

Roberta avrebbe dovuto far valere la sua maggior esperienza “ammazzando” il match quando la ragazzona tedesca, 1 metro e 74 che paiono di più, due spalloni da scaricatore del porto, era ancora un po’ sconvolta dalla lezione patita nel primo set.

Invece nei primi due games del secondo set ha giocato un tantino da presuntuosa…e non lo dico adesso perchè ha perso contro la Friedsam che dal secondo set ha invece giocato molto meglio del suo ranking, mostrandosi forte al servizio (battute spesso oltre i 180 km orari: “E’ il mio colpo migliore”), di rovescio (capace di coprirlo con le due mani e forzarlo, così come di reggere prolungati scambi di rovesci tagliati ad una mano) e non malissimo neppure di tocco a giudicare dalla precisione con la quale ha giocato gran parte dei suo lob.

Me lo sono scritto sul mio blocnotes allora, quando ho visto Roberta improvvisare un serve&volley sul 30-15 e poi commettere un paio di errori superficiali.

E mi ero appuntato anche il pugnetto risoluto con il quale aveva festeggiato il break e la conquista del primo game, quella ragazza dai capelli biondo-rossicci quasi ventiduenne di Oberdurenbach, paesino di appena 100 anime, una sola strada disertata dalle macchine, naturalmente nessun campo da tennis (ovvio!) se non quello di Coblenza a 45 minuti da casa – nella regione di Rheinland Platz, poco a sud della Westfalia di Michael Schumacher _ da dove ogni mattina il padre commerciante la accompagnava dacchè lei si era invaghita del tennis e non aveva più mollato la racchetta.

Sotto 2-0 Roberta avrebbe perso di nuovo il servizio addirittura a 0 subendo 11 punti consecutivi.

Non chiedeva di più e di meglio, per rafforzare la propria fiducia la ragazza che prima che qua non era mai approdata al terzo turno di uno Slam, in 7 partecipazioni ai Majors.

Non gioca male, tutt’altro, questa ragazzona che per l’aspetto e le origini il vecchio scriba Clerici avrebbe probabilmente dipinto quale “pastorotta”.

Nona di 10 tedesche, con il suo n.82 WTA, Anna-Lena è pero campionessa nazionale, dopo aver i campionati cui Kerber, Lisicki e Petkovic non avevano partecipato, ma Georges, Barthel e altre sì.

Nel secondo set la Friedsam è stata lì lì per restituire la pariglia alla Vinci, che

ha salvato due palle break per lo 0-5 e quando è risalita sul 3-4 ha fatto credere di poter riprendere il match in mano.

Ma non era così. La Friedsam non aveva più complessi né paure, tantomeno braccino. Se c’era da tirare tirava, se c’era da scambiare lunghi palleggi di rasoiate rovescie ad una mano non si faceva né pregare né intimorire.

E nemmeno dopo che Roberta le ha annullato sul 3-5 3 setpoint ha tremato poi quando, sul 5-4 è andata a servire per il set e per acchiappare il terzo. Quel game lo ha infatti chiuso a 15 e con un ace finale. Altro che paura.

Erano trascorsi a quel punto 72 minuti. Di sicuro la Friedsam è stata favorita dall’aver giocato il match indoor.

Roberta ha perso la battuta, ma stavolta la Friedsam le ha restituito il favore cedendo la propria. E così, per l’ennesima volta, quando Roberta – la giustiziera di Serena Williams all’ultimo US Open, la tennista che non più tardi di due giorni fa si era definita…”serena (o Serena?) e senza più particolari pressioni addosso nel trovarsi a giocare una partita difficile” _ ha tenuto con disinvoltura il proprio servizio a 30 per il 2-1 nel set decisivo, in tanti abbiamo pensato in tribuna stampa che il momento peggiore per Roberta era passato, che la strada tornava ad apparire in discesa, pur essendo la Friedsam tutt’altro che scarsa come poteva invece essere sembrata a fine primo set.

Beh a quel punto si sono giocati due games che hanno probabilmente deciso la partita più ancra degli ultimi game.

Roberta, avanti 2-1, saliva sullo 0-40 nel quarto game ma non si giocava con sufficiente attenzione almeno due pallebreak su tre. E perdeva un game di 8 punti cedendo prima cinque punti consecutivi e poi i primi due del game successivo sul 2 pari (che avrebbe dovuto essere 3-1 per lei…).

In quel quinto game, sul suo servizio, salvava 3 palle break, aveva lei una pllagame per il 3-2, ma perdeva invece anche quel game.

Insomma invece di trovarsi avanti 4-1, come sarebbe stato possibilissimo, Roberta ha avuto la brutta sorpresa di ritrovarsi sul 2-3 e contro un’avversaria sempre più “in the zone”, com dicono gli americani, esaltata dai propri inattes successi.

In aggiornamento…perchè Roberta Vinci sta arrivando in conferenza stampa!

Beh ho messo gli audio delle interviste sia di Roby sia della ragazza tedesca. Roby, in sintesi per chi non ha  voglia di sentirsi l’audio ha detto: “Non ho giocato bene, non sono stata sufficientemente aggressiva con il dritto, avrei dovuto giocare meglio i primi games del secondo set. Un set che ero riuscita in qualche modo a riaprire…forse aver vinto quel primo set 6-0 non mi ha aiutato, anche se non l’ho sottovalutata, è un’arma  a doppio taglio,  a volte è meglio vincere 6-1…sentivo poco la palla, giocare indoor l’ha certamente aiutata, io sentivo poco la palla, potevo fare di più, alla fine l’ho fatta giocare bene…lei comunque gioca bene, ma nel tennis dipende sempre da tutte e due…ora ho il doppio con la Kuznetsova, poi giocherò San Pietroburgo, Dubai, Doha, Indian Wells, Miamistats vinci friedsam

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