AO interviste, Sharapova: "Ho fatto degli errori, ma sapevo che erano quelli giusti"

Interviste

AO interviste, Sharapova: “Ho fatto degli errori, ma sapevo che erano quelli giusti”

Australian Open interviste, quarto turno. M. Sharapova b. B. Bencic 7-5 7-5. L’intervista del dopo partita a Maria Sharapova

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Cosa ti dà più soddisfazione? Una vittoria liscia o una battaglia come questa?
Beh, mi prendo tutto quello che capita. Ho avuto la sensazione che ci fossero degli alti e bassi all’inizio, dopo aver sprecato alcune opportunità. Penso che sarebbe stato molto facile per me mollare e lasciarle vincere il primo set, sono contenta di non averlo fatto. Sono contenta d’essere rimasta lì a motivarmi per aprirmi altre porte e alla fine riuscire a entrare. Ho decisamente esitato su alcuni punti. Ma in generale mi è sembrato un match di qualità.

Alcuni ottimi servizi nei momenti giusti. Pensi che abbiano fatto la differenza oggi?
Sì, penso di aver servito piuttosto bene. Ho trovato i miei bersagli, ho colpito molte linee oggi. È stato importante.

Molti buoni servizi e anche degli errori gratuiti.
Ci sono stati anche dei vincenti, per caso? (Ride.)

Sì, un bel po’. C’è stato un bell’assortimento. Come pensi di sistemare questa cosa per il prossimo incontro?
Sì, ho sentito che dovevo essere aggressiva. Sono una giocatrice aggressiva. Ma c’è una differenza tra fare gli errori sbagliati e fare quelli giusti. Ok, ho fatto degli errori, a volte ho voluto esagerare. Ma penso che la differenza sia che a volte stai commettendo degli errori, ma sai di star facendo la cosa giusta. Alla fine, quando è il momento, devi credere che quei colpi fossero larghi o lunghi di pochi centimetri e che inizieranno a rimanere in campo.

L’altro giorno hai messo a segno 16 ace. Oggi 21, che è il tuo record personale. Hai lavorato sul servizio ultimamente? Sei contenta del risultato?
Ci ho lavorato molto da quando ho avuto l’operazione alla spalla. Ho provato molti movimenti per trovare di nuovo il mio ritmo, un ritmo che potessi tenere per molti match. È stato difficile trovare ritmo ed equilibrio cercando di non portare troppo indietro la spalla. Quindi sì, ho cambiato un po’ la posizione dallo scorso anno, ma penso che tutte cerchino di migliorare questo e quello. Non è nulla di speciale, tutte cerchiamo di aumentare un po’ le percentuali.

Cosa pensi del gioco di lei? Abbiamo visto molte giovani giocatrici venir fuori, negli anni. Pensi che questa qui possa essere quella buona?
Penso che lo abbia già dimostrato. Ha sconfitto molte top player. Ha già vinto titoli. Non sta emergendo, è già lì. Sì, ha un buon gioco. Molte persone la hanno paragonata a Martina Hingis ma trovandomi dall’altro lato penso che il suo gioco sia piuttosto diverso. Magari hanno le stesse caratteristiche tecniche, ma il modo in cui lei gioca è molto diverso. Colpisce la palla con anticipo, ha un paio di schemi che le piacciono, quindi è stato piacevole giocare finalmente contro di lei e riconoscerli. Ma non penso di dover essere io a dirvelo. Penso che i suoi risultati degli ultimi anni parlino da soli.

Probabilmente Serena Williams al prossimo turno. Come metti da parte, come scacci dalla tua testa le sconfitte recenti e il suo record contro di te? Cerchi di dimenticartene completamente o di guardare indietro e pensare a come fare meglio?
Assolutamente, non penso a cosa posso fare di peggio. Si cerca sempre di migliorare. Ho raggiunto i quarti di finale di uno Slam. Non c’è ragione per la quale non dovrei voler migliorare e portare il mio gioco a un livello migliore rispetto ai primi turni. Sarà soltanto più dura, specialmente contro Serena.

Ti è mai capitato che un tuo incontro finisse così, con un challenge?
Non penso. Il sistema dei challenge c’è da un po’ di tempo ma ricordo forse solo un’occasione, a Cincinnati contro Jankovic, che sia successo durante un match point. Però credo che nel contesto di uno Slam sia un pochino diverso.

Quando venne introdotto Hawk-Eye, ricordi una discussione sul fatto che non avrebbe dovuto esserci la possibilità di chiedere il challenge sul match point?
No, non ricordo nulla del genere.

Traduzione di Raoul Ruberti

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