Intervista esclusiva con Gulbis: "Posso battere i top 10. Il doppio misto alle Olimpiadi? Non mi piace tirare sulle ragazze" (audio)

Interviste

Intervista esclusiva con Gulbis: “Posso battere i top 10. Il doppio misto alle Olimpiadi? Non mi piace tirare sulle ragazze” (audio)

Ernests Gulbis ha concesso un’intervista in esclusiva a Ubitennis. L’ex numero 10 del mondo e semifinalista a Parigi ha spiegato il suo disinteresse per i social, perché non gioca i challenger e quanto conta la fiducia per un giocatore. A patto di… pettinarsi poco!

Pubblicato

il

 

Dal nostro inviato a Montpellier

Prima di tutto congratulazioni per la vittoria, hai commesso pochi errori, è abbastanza sorprendente.
Sorprendente? (Sorride.)

Per essere un tennista che prende dei rischi.
Non penso di aver preso molti rischi oggi, penso di aver servito con solidità, e in allenamento servo ancora meglio quindi c’è ancora un margine di miglioramento, per portare quel livello di servizio nei match. In generale mi sono mosso bene oggi, la superficie è piuttosto lenta quindi ci sono molti scambi lunghi, nel primo set ho fatto il break sul 5-4 e in quel game stavo quasi soltanto correndo e spingendo la palla sul campo, e lui ha commesso un paio di errori. Questo è quello che succede su queste superfici lente, perciò penso che serva semplicemente mettere più palle in campo, non penso di aver preso molti rischi. Ho messo molta rotazione nei colpi, non ho colpito piatto. Mi sentivo bene, mi sono mosso bene, è stato un buon match.

Intendevo che sei un tennista che si prende dei rischi in generale, più che oggi.
Sì, in generale sì, ma ho cercato di far scendere i miei rischi a un livello inferiore.

Agli Australian Open contro Chardy davi l’impressione che il tuo gioco migliorasse a mano a mano che ti trovavi in campo a giocare. Non sei andato benissimo all’inizio ma hai giocato molti bei colpi nella parte finale del match. Pensi di aver bisogno di giocare di più per migliorare?
Penso di dover vincere degli incontri, questa è la cosa più importante adesso. Perché dal Roland Garros 2014 è passato più di un anno senza che vincessi più di un paio di incontri. Avevo le mie ragioni ma non ho voglia di parlarne adesso, ne ho parlato abbastanza. Adesso ho soltanto bisogno di vincere incontri, incontri come quello con Chardy, ho bisogno di vincere questi incontri al meglio dei cinque set. Ho servito per il set nel primo set, ho vinto il secondo, ho vinto il terzo, ho servito per il match nel quinto, il punto è che devo vincere questi incontri. Hai visto il tabellone degli Australian Open, hai visto chi è arrivato fino al terzo o quarto turno, tutti tennisti battibili, quindi sono questi gli incontri che bisogna vincere davvero. Non importa come si gioca, non importa come ci si sente. Vinci questi incontri quando sei in fiducia, quando hai una routine. Ho avuto un brutto torneo a Brisbane, un brutto torneo a Sydney, sono arrivato agli Australian Open con soli tre match disputati, non ero pronto per giocare. Però se prendi quell’incontro singolarmente, se guardi se il mio gioco è migliorato o meno, magari lo trovi migliorato.

C’è una ragione se non hai giocato nei challenger lo scorso anno?
Non mi piace giocare nei challenger.

Lo trovi deprimente?
No, non è deprimente, è soltanto che il livello dei challenger è davvero così tanto inferiore in termini di… non tutti, ma la maggior parte di essi è davvero tanto inferiore agli eventi ATP. Ho giocato di tutto in vita mia, qualificazioni dei challenger, qualificazioni dei futures, ho fatto tutta la strada. Non vengo da un grande paese dal punto di vista tennistico, non ho mai avuto wild card, mi sono dovuto fare tutto il percorso e non ho davvero voglia di tornare indietro. Sono il genere di giocatore che se si allena bene, se gioca bene può battere i top 10, i top 20. Dipende da me, dalla mia fiducia, da come mi alleno, da come gioco, e le vittorie arriveranno. Le vittorie arriveranno in questo genere di tornei, nel prossimo turno affronterò Gasquet, che è… non conosco il suo ranking al momento ma è un top 10.

Numero 9.
Anche lui però non gioca da un lungo periodo.

Visto che hai menzionato il tuo paese, pensi che considererai l’idea di giocare il doppio misto con Jelena Ostapenko alle Olimpiadi?
Non ci ho davvero pensato, no, probabilmente no. Non mi piace il doppio misto.

L’ho domandato a te perché non ci sono molti giocatori lettoni in giro.
No no no, non mi sentirei gentile a colpire la palla con forza contro una ragazza. (Ride.) Onestamente, non mi sentirei a posto. Non mi sentirei gentile a servire forte, tu magari con le ragazze ci puoi perdere ma io non mi sentirei a posto nel colpire forte verso una ragazza. (Sorride.)

Hai molto sostegno dal pubblico, specialmente qui in Francia. C’è una ragione particolare per cui non hai il minimo contatto online con i tuoi fan? Qualcuno dei tuoi sponsor, ad esempio l’Adidas, ti ha mai fatto pressioni per creare almeno una pagina Facebook?
Uhm… (Sospira.) Io non sono d’accordo con l’idea generale dei social network, del mondo social. Non mi piace l’idea in generale. Sì, mi è stata fatta una pressione molto lieve da alcuni sponsor, non mi hanno davvero fatto pressione, mi hanno detto che sarebbe stato bello. Ma non è mai successo che mi facessero pressioni sul serio e io non ho mai pensato di voler fare qualcosa del genere. Cioè, non capisco proprio il concetto di Instagram, non mi piace condividere molto della mia vita privata. Sono una persona molto aperta, mi piace parlare con le persone, mi piace condividere. Ad esempio se parlo con te non voglio mentirti, voglio essere completamente aperto e onesto come sono, e come sono sempre stato nelle interviste. Però condividere la mia vita privata, i posti in cui vivo, ciò che faccio… non capisco semplicemente perché dovrei. Forse un giorno lo farò, ma se lo farò sarà in un modo diverso. Non so quale, ma diverso. Twitter forse mi attrae di più, perché almeno puoi scrivere qualcosa, almeno puoi condividere delle informazioni, ma ad essere onesto sono stato forse una volta in vita mia su Twitter, non ho Instagram…

Tuttavia più di un tennista parla bene di te su Twitter, ad esempio Sergiy Stakhovsky. A proposito di tennisti attivi sui social, tu condividi l’allenatore con Dominic Thiem. Come fate? Adesso tu sei qui a Montpellier e lui no, sei qui senza Gunther Bresnik, come ci si organizza quando si ha lo stesso allenatore?
Gunther sta cercando di essere molto equo con entrambi. Ad esempio è stato molto chiaro sul fatto che non sarebbe andato in Sudamerica con Dominic. C’è un altro coach, Joakim Nystrom, che lo segue lì. Con me in qualche modo si trattava sempre di sempre Marsiglia, Rotterdam, adesso Montpellier. Negli ultimi quattro anni sono sempre andato a questi tornei con mio padre. Non so come sia cominciata ma è sempre stata una cosa naturale. Ogni volta è diverso, ma non c’è davvero alcuna pressione. Giochiamo molti tornei insieme, poi se lui va in Sudamerica ha Joakim Nystrom per dieci, dodici settimane l’anno e io viaggio con mio padre o con un amico che è un ex giocatore di tennis. Ci riusciamo, non ci sono molti problemi per me. La maggior parte del lavoro la facciamo a Vienna, alla nostra base. Riguardo i social beh, buon per Dominic. (Ride.)  Ho visto il suo profilo, ho visto quello di altri tennisti, non li ho trovati estremamente interessanti. Magari la gente li trova più interessanti.

Un’ultima cosa. Verdasco ha detto che riguarda molto spesso i suoi incontri, più di una volta, specialmente quelli che perde, e…
Ha un sacco di tempo libero. (Ride.) Si pettina anche un sacco, prima di entrare in campo. Non farmi domande su Verdasco. Ci sono tante cose che non sappiamo. (Ride.) Ad essere onesto anche a me piace riguardare i miei incontri a volte. Non ogni volta, e non li guardo subito dopo la fine, ma a volte mi prendo un giorno o due e riguardo un gran numero di miei match per vedere i cambiamenti tecnici e cose del genere. Era questa la domanda?

Sì. Guardi anche match di altri tennisti nel tempo libero, o preferisci fare altro?
Mah, sì, per esempio ho guardato un po’ gli Australian Open a partire dalle semifinali. Questi incontri, semifinali, finali, i quarti di finale, se c’è un incontro interessante mi fa piacere guardarlo ma non è che organizzi le mie giornate in modo da guardare gli altri tennisti, no.

Sempre meglio che pettinarsi, però.
(Sorride.) Non ho una grande esperienza a riguardo.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement