Tennis Oscar 2015: "And the winner is..." tra Djokovic e Murray (Judy però eh?)

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Tennis Oscar 2015: “And the winner is…” tra Djokovic e Murray (Judy però eh?)

Oscar del tennis maschile anno 2015. Statuette per Novak Djokovic, come se non gli bastasse il campo, e Roger Federer. Ma occhio ai colori italiani, a Stan Wawrinka e alla fine… spuntano anche due donne sul palco a ricevere il premio

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Non siete ancora sazi di vedere Leonardo Di Caprio con la sua prima statuetta della carriera tra le mani? Se la vostra fame di Oscar non si è placata eccovi le statuette che Ubitennis avrebbe assegnato a quel monotono anno passato, in puro stile Hollywood. Una premiazione più facile rispetto al 2014 per colpa di Novak Djokovic ma ci ha pensato il nostro patriottismo a mischiare, leggermente, le carte.

Miglior attore: Novak Djokovic
La statuetta non poteva che andare a Novak Djokovic perché bla bla bla sempre numero uno, bla bla bla ha vinto tre quarti di slam. In pratica cosa dire del campionissimo serbo per non risultare banali e monotoni. Chiaramente non ci poteva essere altro vincitore al di fuori di lui, come l’anno scorso, ma quantomeno ci fu più indecisione visto che Nole a fine anno aveva rischiato di perdere il numero uno e soprattutto aveva trionfato in un solo major. Quest’anno il dominio si è fatto ancora più evidente, non ci sono stati mai veri rivali nell’egemonia senza glutine. Federer ci ha provato negli slam, senza riuscirci, Murray qualcosa gli ha strappato nei master 1000. L’unico a dargli il vero dispiacere è stato Stan Wawrinka a Parigi. Uno su mille ce la fa…

Miglior attrice: Eva Asderaki
Chi se non lei, in un mondo dominato dai pantaloni dove le uniche gonne stanno nei players box? Ovviamente non vince solo per mancanza di alternative, vince soprattutto perché è entrata nella storia essendo la prima giudice donna ad arbitrare una finale dello Slam maschile. Tutti sappiamo come è andata a finire, una direzione impeccabile, in ogni istante della sfida.

Miglior attrice non protagonista: Judy Murray
Senza dubbio e con una certa facilità si può trovare in lei il giusto vincitore di questa statuetta. Non ha giocato, ovviamente, ma che gli vuoi dire ad una donna che tra l’86 e l’87 mette al mondo due splendidi bambini che poi a distanza di poco meno di trent’anni regalano la Coppa Davis alla Gran Bretagna? Di diritto è vincitrice senza dubbio, non c’è partita (e non c’è sfidante!).

Miglior film: Nadal Vs Fognini (US Open 2015)
Nel premiare la miglior partita della stagione c’è molta più indecisione rispetto al 2014 dove la finale di Wimbledon fu campione indiscusso della categoria. A chi consegnare quest’anno la statuetta? Senza nessun rimpianto l’academy di Ubi si veste del tricolore italiano e assegna il premio alla rimonta di Fabio Fognini da due set sotto contro Rafael Nadal in quel di New York. Tutto sommato come ci emoziona Fabio non lo fa nessuno. Il ligure è capace di trasformare in realtà i sogni più reconditi degli appassionati di tennis di tutta Italia.

Miglior regista: Boris Becker
Nonostante si sia andati vicini a vedere la doppietta di Magnus Norman, quest’anno non si può non assegnare il premio alla coppia Becker – Vajda. Nole ha vinto tutto e magari sarà anche vero che allenarlo in questo momento della sua carriera non sia l’impresa più ardua di questo mondo ma quel posto in panchina lo occupano pur sempre loro. E allora lunga vita alla coppia che fa incetta di ringraziamenti su tutti i campi del mondo per bocca del serbo ad ogni premiazione e allora, a fuori di sentirli nominare, ci viene naturale premiarli anche noi.

Miglior attore non protagonista: Roger Federer
Roger Federer neanche in questo 2015 è riuscito a stringere tra le sue mani un trofeo del Grande Slam (non ci riesce dal 2012). Ci ha provato, come al solito, con la consueta determinazione e umiltà che troppo spesso non fanno parte del carattere di chi ha vinto tutto quello che c’era da vincere al mondo, in qualsiasi ambito. A Wimbledon ci era andato più vicino nel 2014 mentre a New York… lasciamo perdere che è meglio. Flushing Meadows 2015 rimane forse uno dei più grandi rimpianti nella carriera dello svizzero. Un match nel quale, senza nulla togliere a Djokovic, Federer ha sprecato l’impossibile (non citiamo il conto delle palle break per non essere cattivi) soprattutto nel terzo dove sembrava che il dominatore del 2015 stesse vacillando. Alla fine Re Roger chiude con sei titoli, uno solo Master 1000 (Cincinnati), e cinque finali perse (due Slam e tre 1000). Si aggiudica l’oscar come attore non protagonista, magra consolazione.

Miglior film straniero: Gran Bretagna
Era dal 1936 che la Gran Bretagna non portava a casa l’insalatiera. Un successo, quello del 2015, frutto soprattutto del lavoro di Andy Murray capace di vincere tutte le volte nelle quali è sceso in campo nella competizione. Il premio, come la stessa Coppa Davis, è più suo che del resto della squadra ma d’altronde quando si gioca in gruppo la torta si divide sempre in parti uguali. Ad ogni modo il successo dei britannici getta paradossalmente ancora più ombra su un competizione che sfortunatamente perde sempre più valore. Il GB team non era di certo tra i favoriti ai nastri di partenza, come del resto non lo era neanche il Belgio. Lecito pensare a questo quando spetterà all’Italia giocarsi il prestigioso titolo, in fin dei conti visti gli ultimi successi al team italiano non manca assolutamente niente per giocarsi il successo. 

Miglior cortometraggio: Stan Wawrinka
Non poteva essere che essere Wawrinka il vincitore della categoria. Unico uomo capace di battere Novak Djokovic in una partita del Grand Slam. E poi… che stile ragazzi! Un trionfo a Parigi che ha dell’incredibile, che nessuno avrebbe immaginato, neanche alla vigilia della finale dove tutto sommato si ha il 50% di chance di alzare la coppa. Un Nole stordito dalla potenza e dalla qualità dei colpi dello svizzero che ha messo al tappeto il serbo per l’unico vero ko dell’anno. Perché diciamocelo Djokovic non si sarà strappato i capelli a Dubai, Cincinnati, Montreal etc… se l’ha fatto è stato quel pomeriggio di giugno sul centrale dello Chatrier.

Migliori effetti speciali: Benoit Paire
Eletto da tutti come il colpo dell’anno quello di Benoit Paire a Parigi – Bercy gli vale anche l’oscar per i migliori effetti speciali. Una stop/drop/volley (chi più ne ha più ne metta) che raramente si è vista su campo da tennis. Emblematico quell’attimo nel quale lo stesso Paire si è ritrovato la pallina a dieci centimetri dalla fronte, chissà se gli è passata per la testa l’idea di colpirla, stile bomber d’aria di rigore, per spedirla dalla parte di campo occupata da Gilles Simon.

Miglior costumi:
Dodici mesi fa fu premiato l’ingresso di H&M nel mondo del tennis, nonostante il suo testimonial Berdych non abbia fatto vedere sempre cose buone in campo. Complice anche la caduta di stile dei colossi Adidas e Nike totalmente offuscati dai colori fluo (piaceranno a qualcuno?). Quest’anno la storia si ripete, nel senso che Adidas e Nike non sono nuovamente candidabili alla vittoria della statuetta. Per pochi, chiari e semplici motivi: Adidas non riesce a rinnovarsi, i completini di punta di quest’anno (quelli di Fognini per capirci) non hanno nulla di bello, detto in parole povere. Nike invece ci prova, sperimenta. Ma Nadal versione Grande Puffo al Roland Garros elimina categoricamente il colosso americano dalla vittoria. Chi premiare dunque? In Esclusiva per questo 2015, non essendoci un vero e proprio vincitore indiscusso il premio va diviso tra tre marchi. Il primo è la Lotto, semplicemente perché sembra l’unica a ricordarsi la tradizione tennistica. Il secondo è l’Under Armour, anche qui premiamo la new entry alla quale piace vestire i suoi testimonial con prodotti semplici ma di buon gusto. Ultimo, ma non per importanza, è Hydrogen. Altro marchio italiano che entra nel tennis, anche qui prodotti lineari e semplici senza tralasciare quel tocco di estroverso (quanto basta) che caratterizza tutta la linea del 2015, bene così.

Miglior scenografia: Parigi Bercy
Il torneo che maggiormente si è rinnovato in questa stagione. Aspettando il tetto a New York e il nuovo centrale del Roland Garros intanto il premio se lo becca il secondo torneo più importante di Parigi che rinnova gran parte dei colori del terreno di gioco. Importantissimo anche il restyling del campo n.1 che finalmente non sembra una palestra dove è stata montata una rete al centro. Da primo della classe invece, e come sempre, il gioco di luci che accompagna gli ultimi momenti prima delle partite. Come creare un show all’interno di una partita di tennis da queste parti l’hanno capito benissimo.

Miglior attore giovane: Alexander Zverev
L’originale si chiama Honorary Juvenile Award. È stato assegnato la prima volta nel 1935 e, senza regolarità, fino al 1961. A noi sembra giusto rispolverarlo per premiare i passi da gigante di Zverev in questo 2015. Il tedesco ha iniziato l’anno alla posizione numero 134 per chiuderlo alla 81, con il best ranking di 78. Ma al di là del ranking è l’approccio che stupisce di questo ragazzo appena 18enne. Le soddisfazioni più grandi arrivano a Washington (quarti dopo aver battuto Anderson e Dolgopolov) e Bastad (semi persa da Robredo). Il 2016 sarà senza dubbio l’anno nel quale il tedesco può raggiungere la top50. Da menzionare ci sono anche Chung e Coric, il primo è ad una sola posizione dai primi 50 mentre il secondo vi è stabilmente all’intero. Ad ogni modo entrambi sono un anno più grandi di Zverev e alla sua età, praticamente al termine della passata stagione, chiudevano l’anno rispettivamente alla posizione numero 172 e 102.

Migliori effetti sonori: Novak Djokovic
In questo caso sembra doveroso premiare il silenzio di Nole ogni qual volta incontra Roger Federer in finale e il pubblico dimentica chi esso sia. Tutto si trasforma, come se Djokovic fosse il numero 250 al mondo. Tutti vogliono fargli recitare il ruolo di runner up, convinti che sia arrivato il momento di veder Federer trionfare nuovamente. A New York l’apice, sembrava una cantone svizzero (come hanno suggerito in molti), anche alle Finals qualcosa si è visto, o meglio sentito. Ovazioni ad ogni punto rossocrociato. Nole rispondeva con il silenzio, giocando sempre meglio, ma come fa?!?!

Oscar alla carriera: Mardy Fish
Lascia il tennis un grandissimo, ex numero 7 del mondo, ex numero 1 d’America, medaglia d’argento alle olimpiadi del 2004. Personaggio squisito fuori dal campo e sublime dentro con il gioco a tutto campo (quasi praticamente estinto). Fish ha raggiunto i quarti di finale in tutti i tornei dello slam escluso il Roland Garros ma numeri e statistiche a parte il gran coraggio con il quale ha voluto fortemente tornare al tennis giocato dopo i problemi al cuore (e soprattutto alla testa) è da tramandare alle generazioni anche solo per raccontare cosa significa non mollare mai perchè non basta una catenina al collo!

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