Focus
Novak Djokovic, prossimo obiettivo la storia
Con la recente vittoria alle ATP Finals il dominio del serbo Novak Djokovic sul tennis mondiale ha raggiunto il suo apice. A questo punto il n°1 del mondo più che contro gli avversari gioca contro la storia. Vediamo insieme quali sono i grandi record della storia del tennis che potrebbe raggiungere e quali sono le possibilità del serbo di superarli

11 tornei vinti in stagione (su 15 finali) di cui 3 Slam (più la finale del Roland Garros persa con Stan Wawrinka), 6 MS1000 (su 8 finali, ha mancato l’ultimo atto solo a Madrid, semplicemente perché…non vi ha partecipato) e il 4° Masters consecutivo (5° assoluto), record di punti ATP, record di margine sul n°2, n°1 di fine anno conquistato a settembre, 82 partite vinte in stagione contro sole 6 sconfitte, basterebbero questi numeri per descrivere l’eccezionalità del 2015 di Novak Djokovic da Belgrado, il tennista che quest’anno ha fatto letteralmente tabula rasa della concorrenza nel circuito ATP.
Il 28enne residente a Montecarlo sembra in questo momento inattaccabile, e tutto fa pensare che il suo regno possa durare ancora a lungo. In questo articolo non vogliamo però soffermarci sugli aspetti tecnici del gioco di Djokovic, nè sull’analisi dei principali avversari del serbo, di cui tanto si è già discusso in passato.
E’ indubbio che anche se decidesse di ritirarsi domani mattina, il posto del serbo nella storia del tennis sarebbe assicurato, e qualsiasi racconto sui grandi di questi sport non potrebbe fare a meno di includerlo in quel ristretto club degli “immortali” del gioco.
Andiamo allora a scoprire a che punto è il percorso del serbo sulla strada dei record più importanti del tennis, provando anche ad azzardare un pronostico sulle possibilità del serbo di riuscire a battere questi record nel proseguo della sua carriera.
Slam vinti (detentore: Roger Federer – 17)
È questo forse il record più importante di questo sport, quello che, per un motivo o per l’altro, spicca su tutti gli altri. Il serbo con la vittoria agli US Open ha raggiunto quota 10, agganciando la 5° posizione assoluta in solitario, preceduto solo da Federer, Nadal, Sampras e Borg.
Mettendo un attimo da parte l’orso svedese, che a quota 11 verrà quasi sicuramente raggiunto e superato da Nole, concentriamoci invece sui 3 tennisti sul podio, di cui due sono i grandi avversari della carriera di Djokovic.
Per cercare di rendere più confrontabili i dati di tennisti di generazioni ed età diverse, abbiamo analizzato le vittorie Slam anno per anno focalizzandoci sull’età dei giocatori al momento della vittoria, ottenendo la seguente tabella:
N.B. La divisione per età viene fatta sull’effettiva data di nascita del giocatore, quindi nel caso di Djokovic per 20 anni si intende il periodo dal 22/05/2007 al 19/05/2008
Per avere una comparazione ancora più approfondita vediamo anche che età avevano i quattro tennisti al momento del loro 1°, 5°, 10° e 14° Slam:
Dal grafico a linee è evidente come il serbo, a parità di età, sia sempre stato in ritardo rispetto agli altri tre, che hanno vinto molto di più a livello Slam nei primi 25 anni di vita.
Sampras e Nadal in particolare sono stati anche più precoci di Federer, che ci ha messo qualche anno prima di riuscire a “domare” il suo talento e ad innescare il turbo nel periodo fra i 22 e i 25 anni di età (10 Slam vinti in 4 anni). Lo spagnolo è stato il leader di questa classifica per età fino ai 24 anni, quando ha subito il sorpasso di Federer, che a parità di età è sempre stato il più vincente a livello Slam dai 25 anni in poi. Un dato importante, specialmente se si considera che lo svizzero ha vinto il suo primo Major con quasi 3 anni in più rispetto allo spagnolo e all’americano. Al 5° Slam il distacco dello svizzero da Nadal era sceso a poco meno di due anni (quello di Sampras da Nadal era salito a 9 mesi), al 10° Slam la distanza era ormai di meno di 6 mesi, all’11° c’è stato il sorpasso e al 14° lo svizzero era in vantaggio di 67 giorni sullo spagnolo. E Nole? Vinto il primo Slam a Melbourne prima del 21° compleanno, il serbo è arrivato a quota 5 sempre in Australia 4 anni dopo, con quasi 3 anni di ritardo rispetto a Rafa. Con la vittoria n°10 siglata a New York a settembre il ritardo di Nole si è ulteriormente ampliato, essendo arrivato a quota 10 Slam con 3 anni e 4 mesi di ritardo su Nadal e poco meno di 3 anni di ritardo su Federer.
7 Slam di ritardo da Federer non sono pochi (dando per scontato che lo svizzero nel frattempo non raggiunga il sogno del 18° Slam e che Nadal non goda dell’ennesima rinascita per provare a migliorare lui il record), dal canto suo però Nole ha la consapevolezza di essere il numero uno incontrastato del tennis e di avere la possibilità di vincere 3-4 Slam all’anno anche per i prossimi due anni se il fisico lo assisterà.
A giocare contro Djokovic c’è però anche lo scoglio del 29° anno: dopo quel compleanno Federer ha vinto solo uno Slam, Nadal al momento neanche uno, Sampras solo gli US Open 2002 e a Nole resta solo l’Australian Open 2016 prima di compiere 29 anni…
Insomma, giocando altre due stagioni del genere il record potrebbe anche essere battuto, ma difficilmente Djokovic potrà mantenere questo dominio fino al 2017-18, più realistico l’aggancio e l’eventuale sorpasso al duo Nadal-Sampras
Probabilità di riuscita: Molto bassa
Possibile piazzamento: 2°
MS1000 vinti (detentore: Rafael Nadal – 27)
Tutt’altra musica se passiamo ad analizzare i dati sui MS1000: con la vittoria di Bercy Djokovic si è portato a -1 dal leader Rafael Nadal, con 2 titolo in più di Roger Federer, in uno dei pochi record che sfuggono allo svizzero. Anche qui analizziamo le vittorie per età:
L’ultimo alloro a livello MS1000 di Nadal risale a Madrid 2014, Nole solo quest’anno ne ha vinti 6 (record) e ha dalla sua anche il fatto di poter essere considerato il favorito n°1 in tutti i MS1000 che si disputano in stagione. Federer dal canto suo ha più probabilità di vincere ancora dei MS1000 che non degli Slam, visto che lì si gioca al meglio dei 3 set, ma tuttavia sarebbe irreale pensare ad un suo sorpasso sul serbo.
Con 9 MS1000 all’anno il record è probabilmente solo questione di tempo e arriverà già nel 2016, quando magari riuscirà anche a sconfiggere la “maledizione” di Cincinnati…
Probabilità di riuscita: Altissima
Tornei vinti (detentore: Jimmy Connors – 109)
Nella classifica dei tornei vinti il serbo è al momento al 10° posto a quota 59, a -1 da André Agassi. Anche al ritmo attuale di circa 10 tornei all’anno a Djokovic servirebbero almeno altre 5-6 stagioni-monstre per raggiungere il primato di Connors, impresa quasi proibitiva per chiunque.
A livello di giocatori in attività Djokovic è al momento a -8 da Nadal (5° assoluto) e a -29 da Federer (3°); l’ingresso nei top5 di sempre sembra decisamente alla sua portata, più complicato il podio, anche perché lo svizzero non pensa ancora al ritiro e potrà aggiungere qualche alloro al suo carnet in futuro.
Dei 67 titoli vinti da Nadal, lo spagnolo ne ha conquistati “solo” 7 negli ultimi due anni, quindi al momento gli obiettivi a lungo termine più credibili per Nole sono il maiorchino e John McEnroe, 4° a quota 77.
Probabilità di riuscita: Quasi nulla
Possibile piazzamento: 4°
Vittorie contro top10 (detentore: Roger Federer – 197)
In questa classifica il serbo è già al n°2 a quota 158, a 39 vittorie dal record dello svizzero (Nadal è fermo a 136). Solo nel 2015 Djokovic ha già battuto 31 volte un top10 (record assoluto), contro le 15 dello svizzero, riducendo quindi il gap di 16 vittorie in un anno. Da questo punto di vista Federer ha il vantaggio di riuscire ancora a battere con una certa continuità tutti i tennisti che non si chiamino Djokovic, Murray o Nadal, per cui nel 2016 dovrebbe con ogni probabilità toccare quota 200.
Proviamo allora a fare una comparazione per età come abbiamo fatto per gli Slam:
In questo caso la precocità di Nole è assai più marcata (il serbo è arrivato alla vittoria n°150 con quasi due anni e mezzo di anticipo sullo svizzero) e l’attuale ritmo del serbo, che dal 2011 a oggi ha mancato quota 20 vittorie vs top10 in stagione solo nel 2014, quando si è fermato a 19 e che nelle ultime 5 stagioni ha battuto 119 volte un top10, contro le 62 e 64 di Federer e Nadal, depone a suo favore.
Le due principali incognite a sfavore di Djokovic sono la sua tenuta fisica per i prossimi 2-3 anni e la data del ritiro di Federer. Nel 2016 il serbo recupererà con ogni probabilità altre 15-20 vittorie rispetto a Federer, anche diminuendo il ritmo di vittorie, se il serbo non concluderà anzitempo la carriera lo spazio per il sorpasso c’è tutto.
Probabilità di riuscita: Medio-alta
N°1 a fine anno (detentore: Pete Sampras – 6)
Con la vittoria agli US Open Djokovic si è assicurato il numero 1 di fine stagione anche per il 2015, ripetendo quando già ottenuto nel 2011, 2012 e 2014.
Il serbo è diventato così il 6° giocatore della storia a chiudere almeno 4 stagioni al n°1, a pari merito con Lendl e McEnroe e dietro a Sampras (6), Federer e Connors (5). Se per il 2016 il candidato n°1 a chiudere l’anno in vetta sarà sempre lui, per il 2017, quando Nole compirà 30 anni, è difficile fare previsioni. Molto dipenderà dalla crescita dei giovani come Kyrgios, Zverev e co. ma c’è da considerare anche che mai nessun tennista nella storia è riuscito a chiudere l’anno in testa alla classifica dopo aver compiuto 30 anni, con il record di longevità che spetta a Ivan Lendl, che nel 1989 ci riuscì a 29 anni e 9 mesi.
Se quindi l’aggancio a Sampras sembra probabile, il sorpasso appare ancora improbabile.
Probabilità di riuscita: Bassa (Probabilità medio-alta di eguagliare il record)
Settimane al n°1 (detentore: Roger Federer – 302)
Lunedì Djokovic ha festeggiato la 174esima settimana in vetta al ranking ATP (la 73esima consecutiva), cifra che lo inserisce al 5° posto di tutti i tempi, subito davanti a John McEnroe. Visti i quasi 8.000 punti di vantaggio del serbo sul n°2 Murray, almeno fino alla primavera 2016 il suo primato sarà inattaccabile, tuttavia Nole avrà bisogno di quasi altre 100 settimane, poco meno di due anni interi, per attaccare il 4° posto di Connors, fermo a 268.
Dovesse raggiungere Connors, Djokovic avrebbe subito nel mirino Lendl, a quota 270 e Sampras, a 286. Anche in questo caso, se un suo regno ininterrotto nel 2016 è più che una possibilità, è difficile fare previsioni per il 2017, per cui, almeno per il momento anche questo primato sembra irraggiungibile per Djokovic, che dovrebbe rimanere n°1 fino al 14 maggio 2018 per superare le 302 settimane di Federer.
Più probabile, ma decisamente meno importante, il record di settimane consecutive fra i primi 2 del mondo, per il quale Djokovic ha bisogno di altre 107 settimane fra i top2 per superare Federer.
Probabilità di riuscita: Molto bassa
Possibile piazzamento: 5°
Conclusioni
Come già detto nell’introduzione, Novak Djokovic si è già guadagnato il suo posto nella storia del tennis e dello sport. Probabilmente il serbo non riuscirà a raggiungere tutti i record che caratterizzano il mondo tennistico, tuttavia non bisogna dimenticare che solo un paio di stagioni fa non ci saremmo neanche sognati di metterci a calcolare le vere possibilità del serbo di infrangere certi primati.
Oggi, dopo due stagioni forse irripetibili per lui, Nole ci ha “costretti” a confrontarlo con la storia di questo sport, per cercare di dargli una più giusta collocazione al suo interno.
Chissà, magari fra 12 mesi saremo qui ad aggiornare al rialzo le sue quotazioni, oppure a chiudere definitivamente il discorso. In ogni caso, quello che il serbo ha fatto e sta facendo non potrà mai essere cancellato.
ATP
ATP Astana, il tabellone: Grieskpoor e Baez primi favoriti
Nessun azzurro nel main draw kazako. Da tenere d’occhio Tallon, prossimo avversario in Davis. Presenti anche Wawrinka e Thiem

L’Astana Open torna nella categoria ATP 250 dopo la promozione a 500 dello scorso anno, edizione impreziosita dalla finale tra Novak Djokovic e Stefanos Tsitsipas, oltre che dalla presenza del numero 1 Alcaraz e di Medvedev. A prescindere dalla categoria, dopo l’introduzione nel 2020 per far fronte alla perdita dei tornei cinesi, l’evento è diventato una presenza fissa nel calendario del Tour. Quest’anno si terrà dal 27 settembre al 3 ottobre, in anticipo di un giorno rispetto all’ATP di Pechino, e il campo di partecipazione è inevitabilmente meno nobile rispetto a dodici mesi fa.
Primo favorito sul duro indoor kazako a succedere nell’albo d’oro a Djokovic è n. 24 del ranking Tallon Griekspoor, uno degli avversari degli azzurri nei quarti di Coppa Davis tra un paio di mesi. L’olandese tenterà di mettere in bacheca il suo terzo titolo del circuito maggiore, a far compagnia ai due vinti proprio quest’anno a Pune e ‘s-Hertogenbosch. Il numero 2 del seeding è Sebastian Baez, che in questa stagione sul duro ha vinto più incontri che in tutti gli anni precedenti nel Tour – otto, cinque dei quali gli sono valsi il titolo a Winston-Salem.
Le altre due tds esentate dal primo turno sono l’uomo di casa Alexander Bublik, sorteggiato nella parte bassa, e il n. 4 Jiri Lehecka. Da segnalare anche la presenza di Sebastian Korda, Stan Wawrinka e Dominic Thiem. Wild card a Kukushkin, Shevchenko e Medjedovic. Nessun italiano in tabellone, mentre nelle qualificazioni c’è Stefano Napolitano, opposto al quarto del seeding cadetto Taro Daniel.

Flash
WTA Ningbo: avanza al secondo turno Kvitova. Sorpresa Zvonareva
La ceca supera Friedsam e troverà al secondo turno Putintseva. Zvoraneva elimina la tds n.7 Boulter. Baindl sarà l’avversaria al secondo turno di Bronzetti

Poche sorprese nella prima giornata del Ningbo Open, torneo WTA 250 che ha preso il via nella giornata di lunedì nella città della provincia dello Zhejiang. Prima edizione del torneo cinese che vede come prima favorita la tunisina Ons Jabeur, in gara grazie ad una wild card, e per i colori italiani vede in campo Lucia Bronzetti, che all’esordio ha regolato la svizzera Teichmann.
Approda al secondo turno la testa di serie numero 2 Petra Kvitova. La ceca, numero 14 WTA, fatica nel primo set ma poi regola con facilità la tedesca Anna-Lena Friedsam, proveniente dalle qualificazioni. Primo set che inizia con una pioggia di break, ben quattro nei primi 5 game. Kvitova si trova per ben due volte a servire per il set, ma in entrambi i casi viene breakkata dalla sua avversaria. Il tie-break però si rivela a senso unico con la ceca che chiude facilmente 7-2. Nel secondo set Friedsam non riesce a tenere neanche una volta il suo servizio. L’unico game conquistato dalla tedesca arriva strappando il servizio a Kvitova.
Al secondo turno la ceca affronterà la ceca Putintseva. Per la ventisettenne kazaka, numero 73 al mondo, successo in due set sull’australiana Daria Saville 6-4 6-1 in un’ora e venti minuti. Saville paga le scarse percentuali al servizio 58% di punti vinti con la prima e il 22% sulla seconda, con ben 7 doppi falli. Putintseva, al contrario, si difende bene con la prima conquistando il 79% di punti ed è brava nell’annullare ben 4 palle break delle sei concesse.
La sorpresa di giornata la mette a segno la russa Vera Zvoraneva. Spicca, infatti, la vittoria della russa (39 anni, numero 526 del mondo in singolare) ai danni della britannica, testa di serie numero 7, Boulter (12 anni più giovane, numero 54) dopo una lotta di 3 ore e 12 minuti.
La ex finalista di Wimbledon e Us Open (2010) si è imposta col punteggio di 6-4 4-6 7-6 (3) e va ricordato che non vinceva un match a livello di tabellone principale WTA dal torneo di Miami del 2022.
Al secondo turno la russa affronterà la danese Tauson, in una vera e propria sfida tra generazioni. La giovane danese (20 anni, numero 76 WTA) ha avuto la meglio col punteggio di 6-4 6-1 sulla russa Avanesyan. Successo che vendica la sconfitta patita dalla danese al secondo turno del Roland Garros.
Nota anche l’avversaria di Lucia Bronzetti. Sarà l’ucraina Kateryna Baindl (Kozlova con il cognome da nubile). La numero 88 WTA ha avuto la meglio in rimonta sulla tennista di casa Yuan Yue (3-6 6-4 6-3).
Successo in due set anche per la testa di serie numero 4 Anna Blinkova. La russa (numero 40 WTA) regola per 6-3 7-5 la slovacca Viktoria Hruncakova (nota ai più con il cognome da nubile Kuzmova). Al secondo turno troverà la giovane ceca Linda Fruhvirtova, che finalmente interrompe la striscia di sconfitte consecutive. Erano ben nove le sconfitte consecutive della diciottenne ceca prima del match di Ningbo. Successo che è arrivato per ritiro della spagnola Masarrova ad inizio del terzo set sul punteggio di 1-6 6-2 1-0.
(Ha collaborato Jacopo Gadarco)
ATP
ATP Chengdu: Zverev ha la meglio su Dimitrov. In finale la sfida con Safiullin
Seconda finale stagionale per il tedesco che andrà a caccia del titolo numero 21 della sua carriera

[1]A. Zverev b. [3] G. Dimitrov 6-3 7-6(2)
Sarà Alexander Zverev l’avversario di Roman Safiullin nella finale del Chengdu Open, torneo ATP 250 in corso di svolgimento nel capoluogo del provincia del Sichuan. Per Zverev si tratterà della finale numero 32 a livello ATP che permetterà al tedesco di puntare al titolo numero 21 in carriera. Si tratterà della ventunesima finale su hardcourt per l’attuale numero 10 ATP, la prima da Montpellier 2022. Zverev disputerà, inoltre, la seconda finale in stagione dopo il titolo conquistato ad Amburgo lo scorso luglio.
Continua la serie di sconfitte per Dimitrov contro il tedesco. Sono, infatti, con quella di Chengdu ben 7 le sconfitte consecutive dell’attuale numero 20 al mondo. L’unica vittoria di Dimitrov risale al lontano 2014 con il bulgaro che si aggiudicò in tre set la sfida in quel di Basilea. C’è un solo precedente tra il tedesco e Safiullin. La sfida risale al Roland Garros 2021, con Zverev che si aggiudicò la sfida in tre set.
Primo set: break in apertura spiana la strada a Zverev
Il match inizia in maniera complicata per Dimitrov che cerca di rallentare i ritmi, puntando più sulla profondità che sulla potenza. Gli errori del bulgaro, tuttavia, lo portano subito a fronteggiare palle break. I due sin dall’inizio si sfidano dando vita a scambi lunghi e combattuti, soprattutto sulla diagonale di rovescio. Alla terza occasione Zverev riesce a trovare il break che spezza l’equilibrio già nel game di apertura. Il tedesco può contare su un’arma che il suo servizio. Velocità e direzione che non danno il tempo a Dimitrov di orchestrare una degna controffensiva in risposta. Zverev gioca principalmente di potenza, sebbene il dritto a volte sia un po’ impreciso, Dimitrov prova maggiormente a manovrare e non lesina qualche discesa a rete per mettere pressione al tedesco. I due continuano a lottare anche se cresce il numero degli errori. Una palla corta larga al termine di un altro scambio maratona permette a Dimitrov di trovarsi con due opportunità per il controbreak. La prima viene annullata da un recupero vincente di Zverev su una palla corta ben giocata da Dimitrov, la seconda con una gran prima. Due punti consecutivi permettono al tedesco di uscire indenne dal sesto gioco. Dimitrov fa e disfa con colpi vincenti, alternati a gratuiti, soprattutto con il dritto, che prende il ruolo del protagonista ma in negativo. Tra mille difficoltà e con la complicità del tedesco, poco cinico, Dimitrov riesce ad annullare due palle del “doppio break” a Zverev. Chiamato a servire per rimanere nel set il bulgaro va nuovamente in difficoltà. Sulla palla break una risposta angolata di rovescio di Zverev porta Dimitrov ad affondare a rete il rovescio per il 6-3 che sancisce la fine del primo set.
Secondo set: regna l’equilibrio. Zverev domina il tie-break
Anche in apertura di secondo set il dritto continua ad essere più croce che delizia nel gioco del tennista bulgaro. Colpi profondi che strappano applausi, si alternano a dritti lunghi che si traducono in palla break Zverev. A togliere le castagne dal fuoco al tennista bulgaro ci pensa il servizio. Nel gioco successivo è Dimitrov ad arrivare per ben tre volte ad un punto dal break ma anche in questo caso Zverev chiede aiuto al servizio per uscirne indenne (due prime vincenti e un ace). Rispetto al primo set, Dimitrov trova maggior supporto dal servizio che gli permette di ottenere punti senza sforzo. Zverev continua a servire prime oltre i 220 km/h, Dimitrov gestisce bene anche i momenti di maggior pressione. Combinazione di fattori che porta entrambi ad arrivare sul 5-5 senza difficoltà alcuna. Il braccio di Dimitrov chiamato per rimanere nel match, al contrario di quanto accaduto nel primo set, non trema neanche per un momento. Inevitabile quindi l’approdo al tie-break al termine di un set nel quale si è fatto leggermente preferire il bulgaro, salito di livello con il passare del tempo, rispetto al tedesco. Sui turni di servizio di Zverev gli scambi sono brevi, Dimitrov deve remare maggiormente. Al termine dell’ennesimo scambio combattuto Dimitrov sbaglia di dritto per il primo mini-break a favore di Zverev. L’inerzia del tie-break è a favore del tedesco che ottiene un secondo mini-break attaccando sul rovescio il bulgaro. Il passante di rovescio di Dimitrov non riesce ad essere incisivo e Zverev capitalizza la situazione al massimo. Al primo match point sbaglia ancora Dimitrov e chiude dopo un’ora e cinquanta minuti di gioco.