Coppa Davis, intervista esclusiva a Marco Cecchinato: "Questa Italia può arrivare fino in fondo"

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Coppa Davis, intervista esclusiva a Marco Cecchinato: “Questa Italia può arrivare fino in fondo”

I nostri inviati a Pesaro per la sfida di Coppa Davis tra Italia e Svizzera, Francesca Marino e Alessandro Stella, hanno intervistato in esclusiva Marco Cecchinato al termine della sua prima vittoria in Coppa Davis contro Adrien Bossel

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Oggi il rovescio a una mano è un colpo un po’ in disuso, tu invece lo giochi e anche con ottimi risultati: è stata una tua scelta fin da piccolo, ti ci sei avvicinato più tardi da solo o qualcuno ti ha indirizzato?

Io all’inizio giocavo il rovescio a due mani. E’ grazie a mio cugino che sono passato al colpo a una mano: è stato lui a consigliarmi di cambiarlo verso i 12-13 anni e da allora l’ho migliorato sempre di più fino a oggi.

Hai deciso di rinunciare a Indian Wells nonostante la possibilità di giocare nel main draw: come mai questa scelta?Adesso preferisco giocare qualche giorno sul cemento e allenarmi fisicamente, perché ho giocato molti tornei in Sud America e Australia e preferisco ritornare ad allenarmi sul cemento prima di giocare il Challenger di Irving o l’ATP di Miami.

Dopo aver fatto parte in questi giorni della squadra di Davis, una squadra per te nuova, e aver conosciuto meglio i tuoi compagni, qual è secondo te il leader di questa Italia?
Non c’è proprio un leader, siamo una squadra unita. Io ho avuto la fortuna di far parte del gruppo questa settimana ma ho subito notato che siamo molto compatti, molto vicini, quindi secondo me non esiste un vero leader perché ognuno ha la sua personalità e il suo carattere: siamo un po’ tutti dei leader. Secondo me  questa Italia può arrivare fino in fondo.

Parliamo invece dell’esperienza in doppio con Andreas Seppi agli Australian Open. E’ qualcosa che pensi di poter ripetere ancora?
La mia prima esperienza è stata parecchi anni fa al Foro Italico, quando avevamo avuto qualche chance contro Anderson/Melzer che sono due grandi giocatori, poi qualche volta c’è stata l’occasione e anche l’anno scorso agli Us Open abbiamo giocato un buonissimo doppio superando anche un turno. Quest’anno quindi sono stato molto contento perchè c’è stata di nuovo la possibilità di giocare con Andreas in coppia e abbiamo fatto un altro grande risultato.

Quindi con lui senti una buona affinità in campo?
Sì, mi sento sicuro con lui al mio fianco, mi dà tanta tranquillità e riesco ad esprimere un buon gioco.

Molti giocatori italiani hanno un rapporto speciale con il torneo di Roma. Tu quest’anno che prospettive hai per l’appuntamento del Foro Italico?
Giocare davanti al proprio pubblico è bellissimo; peccato che in Italia come grande torneo c’è solo quello del Foro Italico. Spero di poterlo giocare quest’anno perché a Roma mi trovo benissimo e da 3-4 anni gioco nel tabellone o nelle qualificazioni e spero soprattutto di poter fare un buon risultato.

Gli ultimi grandi nomi del tennis italiano sono nati quasi tutti nel Nord Italia: fai un appello agli altri tennisti che come te vengono dal Sud o a quelli che si stanno avvicinando ora a questo sport.
Di sicuro adesso in Sicilia siamo tanti a giocare a buon livello. Ci sono Caruso, Naso, Giacalone, insomma la situazione è cambiata rispetto a prima che avevamo soltanto Alessio Di Mauro. Di sicuro questo è uno sport in cui bisogna lavorare tanto, tutte le settimane, rimane sempre concentrati ed è molto difficile.

La vittoria di oggi ti incoraggia per la prossima avventura?
Di sicuro l’esordio in Davis è un’esperienza molto forte a livello di emozioni e sensazioni e quindi sì, mi incoraggia molto.

Quale obiettivo vorresti raggiungere in questo 2016?
Non mi pongo obiettivi, voglio giocare più partite possibili a questo livello e spero di non avere infortuni e giocare tutto l’anno con continuità.

Marco, un’ultima battuta sullo Slam nel quale preferiresti riuscire a cogliere la tua prima vittoria…
Sicuramente il Roland Garros.

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