Non si sono fatte attendere le reazioni dei vertici dell’ATP e della WTA, che in un acceso botta e risposta hanno commentato le parole di Raymond Moore riguardo la parità del prize money tra uomini e donne. L’ormai ex direttore del torneo di Indian Wells aveva affermato che le giocatrici si sarebbero dovute inginocchiare e ringraziare Dio per la nascita di Roger Federer e Rafael Nadal, per quello che hanno dato a questo sport. Un commento denigratorio e di cattivo gusto, come lo stesso Raymond ha successivamente riconosciuto.
L’ATP in una nota sul suo sito ufficiale ha dichiarato di supportare pienamente l’uguaglianza di uomini e donne nella società, ma ha poi sottolineato che la fattispecie è quella dell’entertainment business: “L’obiettivo è raggiungere un equo compenso per i giocatori, fissando i livelli minimi dei premi in denaro dei tornei ATP in relazione ai ricavi generati dal circuito maschile, rispettando il diritto dei tornei di prendere le decisioni riguardo al prize money del circuito femminile“.
Pur prendendo le distanze dalle infelici parole di Moore, sembra chiaro che l’ATP voglia far pesare la differenza dei ricavi tra il circuito maschile e quello femminile, auspicando che in futuro, nei tornei combined, uomini e donne possano avere un montepremi diverso.
Ovviamente non si è fatta attendere la risposta di Steve Simon, Chief Executive della WTA: “Non tolleriamo questo tipo di affermazioni. Sono una violazione del nostro codice di condotta. La WTA si fonda su principi quali l’uguaglianza e la consapevolezza della propria forza. Sono orgoglioso di ciò che le nostre atlete fanno giorno dopo giorno e il tennis si arricchisce grazie ad entrambi, uomini e donne”.
