Tacchini, 50 anni e una mostra a Montecarlo (Federica Cocchi)

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Tacchini, 50 anni e una mostra a Montecarlo (Federica Cocchi)

Riprendiamo dalla rassegna stampa odierna un articolo della Gazzetta dello Sport che celebra uno dei marchi italiani più noti al mondo che festeggia i suoi 50 anni. A Montecarlo c’è una mostra dedicata al brand che ripercorre tutti i più famosi tennisti che hanno vestito Tacchini. Lo stesso ex azzurro ripercorre nello stesso articolo i personaggi sponsorizzati e le sue impressioni su di loro

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Riprendiamo dalla rassegna stampa odierna un articolo di Federica Cocchi della Gazzetta dello Sport nel quale si ripercorre la storia di uno dei più famosi “brand” italiani nel mondo, quello della Tacchini, che proprio in questi giorni festeggia i suoi 50 anni. Nello stesso articolo Sergio Tacchini ricorda i più famosi tennisti sponsorizzati e ne ricorda alcuni aneddoti

Tacchini, 50 anni e una mostra a Montecarlo (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Al Master 1000 di Montecarlo che si apre domani nel Principato «Sergio Tacchini» festeggerà i suoi primi 50 anni. Il compleanno avrà il momento saliente in una mostra giovedì prossimo presso la Ballroom dello Yacht Club di Monaco. Tacchini è più di un brand dell’abbigliamento sportivo, è uno stile, un pezzo di storia del tennis mondiale. L’immagine che subito viene alla memoria sono i capelli arruffati di John McEnroe contenuti da quella fascia rossa e la maglietta bianca e blu con la iconica «T». MOSTRA È una retrospettiva sui 50 anni di storia del brand. Si apre con le prime vittorie nei Grandi Slam riportate da campioni come llie Nastase, Jan Kodes, Jimmy Connors negli anni ’70, per approdare al 2012 con Djokovic. In esposizione ci saranno le più belle foto dell’archivio di Gianni Ciaccia. Un artista della fotografia che ha visto passare davanti al proprio obiettivo tutti i fuoriclasse della racchetta e le partite più memorabili. Sarà poi proiettato un video con l’intervista al fotografo che racconterà i momenti salienti della sua carriera e gli episodi legati ai tennisti che vestivano il marchio Tacchini. La rassegna avrà un catalogo ufficiale dove saranno rappresentate le varie epoche del tennis attraverso i protagonisti che indossavano «Tacchini»: da Nastase a Connors, poi Tanner, Kodes, Gerulaitis, McEnroe, Sampras, Cash, Wilander, Sabatini, Hingis, Ferrero, Bruguera, Ivanisevic e Djokovic, vincitori e plurivincitori di Slam. AMICIZIA II cavalier Sergio Tacchini oggi non è più il proprietario dell’azienda ma il suo nome è sempre sinonimo di tennis. Lui, giocatore che ha anche presenziato in Coppa Davis, ha passato una vita tra le stelle. «Un giornalista francese mi disse un giorno che il marchio ST è come la Ferrari perché accomuna campioni e tifosi/consumatori sotto lo stesso senso di appartenenza ad una grande famiglia e non ad un puro aspetto commerciale — racconta — . C’è sempre stato questo forte sentimento di amicizia che ha legato me e la mia famiglia non solo ai grandi del tennis, ma anche ad altri campioni di altri sport come Tomba, Gilardelli, Zurbriggen e Senna. Con John McEnroe in particolare c’è stato un grande e solido rapporto di amicizia che dura tuttora». John McEnroe, ad esempio se passa dall’Italia non manca di fargli un saluto. È lo stesso Tacchini a raccontare gli episodi più spassosi: John è una persona speciale, è stato con noi per 8 anni e non è stata mai una semplice sponsorizzazione, ma stima e fiducia reciproca». Niente scenate dunque, nemmeno quando si trattava di cambiare abitudini: «Una volta gli stavo mostrando le nuove divise che avevamo creato per lui. I pantaloncini, allora, andavano dritti con la chiusura con il bottoncino, e io avevo realizzato dei modelli senza chiusura, tipo costume da bagno. Li ha guardati, mi ha guardato ed è scoppiato a ridere: “Ma Sergio, come vuoi farmi andare in giro vestito?” mi ha detto. Poi li ha usati senza batter ciglio». Di Goran Ivanisevic è solito ricordare: «Pure lui aveva il suo bel caratterino, ma alla fine io ho sempre amato legarmi a personaggi con un temperamento forte. Solo Pete Sampras era un molto molto calmo e metodico, praticamente un robottino»

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