ATP Houston: Jack Sock oltre il dolore ma non basta, il titolo va a Juan Monaco

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ATP Houston: Jack Sock oltre il dolore ma non basta, il titolo va a Juan Monaco

Finale emozionante all’ATP di Houston. Jack Sock domina il primo set e Monaco chiede un MTO per la schiena. Nel secondo lo statunitense ha guai al gomito destro e cede nettamente. Nel terzo parziale Sock non riesce a giocare ma non abbandona. Break decisivo subìto con un doppio fallo servendo la seconda dal basso

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J. Monaco b. [4] J. Sock 3-6 6-3 7-5

Lo US Men’s Clay Court Championship è un torneo antico con prima edizione nel 1910, e vede incisi nell’albo d’oro veri immortali del gioco come “Big Bill” Tilden (sette volte!), Bobby Riggs, Pancho Gonzalez e Jimmy Connors. A contendersi oggi la corona sul centrale del River Oaks Country Club di Houston scendono il n° 25 ATP Jack Sock e il trentaduenne Juan Monaco, precipitato oltre la centesima posizione causa infortunio ma con un best rank numero 10 raggiunto meno di quattro anni fa e vero tagliatore di teste…di serie in questo torneo, che ha vinto nel 2012. Il ventitreenne del Nebraska cerca la seconda affermazione consecutiva su questa terra, un risultato centrato negli ultimi trentasei anni solo dall’argentino José Luis Clerc (1980 e 81) e dal suo conterraneo Andy Roddick, campione nel 2001 e 2002. Jack è un duro e ieri ha quasi dominato Isner ma all’argentino di Tandil non mancano certo attributi né convinzione per tessere la sua ragnatela. Del resto ha conquistato sette dei suoi otto titoli in carriera proprio sulla terra. Vedremo se a prevalere saranno la potenza e il coraggio dell’uno o la strategia e la pazienza dell’altro.

Cielo coperto e un vento fastidioso accolgono i finalisti in campo e dopo il sorteggio lo statunitense serve per primo tenendo a 15. Sock mostra di non soffrire il palleggio insistito dell’avversario quando vola 15- 40 con un vincente dopo un lungo scambio che è il preludio al break. Il vento però è un fattore, anche Jack non trova il timing per le sue cannonate e un rovescio largo seguito da un dritto steccato che non tocca neanche terra lo condannano quando stava servendo per il 3-0. Fortunatamente per lui però Monaco ha nel servizio il suo tallone d’Achille e perde ancora la battuta nel quarto gioco mettendoci del suo perché va 0-40 con un doppio fallo. Da qui in poi Sock governa con sempre maggior agio i propri turni, e pur nelle complesse condizioni di gioco causa vento non rinuncia al proprio gioco, trovando i punti necessari a chiudere 6-3 il set con un ace.

Sorpresa nella pausa quando l’argentino chiede un MTO e si stende a terra per un massaggio a schiena e bacino mentre Jack fa il segno della vittoria verso la telecamera. E sorpresa ancora maggiore quando Juan tiene a zero la prima battuta del set e va in vantaggio 0-30 sul servizio avverso. La reazione di Jack è, se non da campione, da giocatore coraggioso e con una serie composta da servizio vincente, randellata di dritto, rovescio inside-out difficilissimo e smorzata difende il suo turno. Qualcosa è cambiato però, Juan gioca molto lungo senza sbagliare, il vento continua ad essere un fattore e scopriremo che anche Sock ha qualche guaio. Lo statunitense perde male il servizio nel quarto gioco, Monaco conferma e al cambio campo, sul punteggio di 4-1, il MTO tocca a Jack che si fa massaggiare il gomito destro. Alla ripresa l’argentino non molla il vantaggio acquisito e difendendo la battuta senza troppi problemi contro un avversario divenuto fallosissimo conduce in porto il 6-3 che pareggia i conti.
Piccola nota lieta in questi tempi barbari: sul set point il giudice di linea chiama out un rovescio di Monaco ma è Sock a correggere e concedere il punto.

Si ha la sensazione che Jack abbia dolore a colpire forte, soprattutto col rovescio e il numero spropositato di drop shot che gioca sembra confermare l’ipotesi. Sia come sia l’argentino coglie la situazione perfettamente, si piazza con la schiena sui teloni e palleggia lungo rimandando tutto, costringendo l’altro a fare il punto almeno tre volte. Il linguaggio del corpo di Sock dice molto ma il suo spirito battagliero lo porta a lottare comunque con quel che gli rimane. Perde subito il servizio in apertura di terzo set dopo aver annullato due occasioni consecutive ma è nel quinto gioco che evidentemente il dolore diventa insopportabile. Jack serve e va 40-0 ma viene ripreso. Da quel momento prende sempre più tempo fra un punto e l’altro, si inginocchia spesso a testa bassa e il giudice arbitro Steiner, capendo il momento, consente. Il secondo break per il 4-1 contro un avversario immobile è solo da cogliere per Monaco e Sock chiama un secondo MTO stavolta per la spalla destra.
E qui il miracolo quasi si compie e il tennis racconta un’altra piccola grande storia. Jack risorge, spara tutto e l’argentino crolla incredibilmente, perde due servizi e quattro giochi di fila, due dei quali da 40-15 sopra e quando si risveglia dall’incubo è sotto 5-4 e deve servire. L’esperienza gli viene in soccorso per il 5 pari e il game seguente, da film, chiude la contesa. Sock serve ma l’effetto della pozione magica è svanito, errori ripetuti alternati a pause sempre più lunghe procurano tre palle break a Monaco. Le prime due sono annullate con dritto e coraggio leonino ma sulla terza… sulla terza Jack sbaglia il primo servizio e si immobilizza con tutta la parte destra del corpo irrigidita. Serve la seconda dal basso ma commette doppio fallo. Al cambio campo lo statunitense non si siede neanche, teme di non alzarsi più e poco dopo deve alzare bandiera bianca.

Complimenti a Monaco ma onore a Sock, che ha mostrato il significato di un celebre detto di Churchill, “Never give up, Never give up, Never give up”. Mai mollare.

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