Tutti i migliori vogliono David Goffin

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Tutti i migliori vogliono David Goffin

Intervista esclusiva a David Goffin realizzata dal giornalista belga Yves Simon per “Sud Presse”

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Intervista tradotta da Laura Guidobaldi

DA MONTECARLO – Tanto di cappello! Dopo gli exploit a Indian Wells e Miami, David Goffin continua ad essere presente negli eventi che contano. Questa settimana, infatti, il belga disputa il prestigioso Masters 1000 di Montecarlo, ovvero l’esordio della stagione sulla terra europea. Parlando di grandi rendez-vous, da mercoledì il tennista di Liegi ha avuto un carnet alquanto nutrito, essendosi allenato con Federer, Murray e, ieri, con Nadal. Tutti quanti? Sì, qualcosa è cambiato per il nostro n. 13 del mondo.

È strano per un giocatore che non è abituato alla mondanità monegasca, con la vista mozzafiato sul Mediterraneo ma a Montecarlo David Goffin si sente come a casa sua. “Sono venuto ad allenarmi qui dopo l’Australian Open e prima della Coppa Davis, grazie a Thomas Johansson che abita qui ormai da vent’anni (l’ex tennista svedese, vincitore in Australia, è entrato nel suo team nel mese di febbraio). Le strutture non erano ancora tutte disposte per il torneo, e del resto ciò suscitava una strana sensazione, ma si tratta davvero di un club e di una regione straordinari, con un clima migliore rispetto al nostro (ndr ieri pomeriggio c’erano 20 gradi) e un cibo eccellente. Sì, potrei venire a vivere qui come hanno fatto molti giocatori, ma per ora non è ancora così“. Ora si tratta di passare alla fase della terra rossa mentre, soltanto dieci giorni fa, disputava la semifinale del torneo di Miami contro Djokovic. “Sì, tutto si è svolto molto rapidamente” afferma David con un’espressione che riflette il momento di grande forma, “È una cosa positiva e negativa allo stesso tempo. Mi sarebbe piaciuto avere un po’ più di riposo perché ho speso molte energie. Ma, d’altra parte, forse è una buona cosa riprendere subito. Sono in fiducia, sono sereno, sicuro dei miei mezzi e delle mie qualità. Il passaggio sulla terra rossa si è svolto molto bene, almeno per quanto riguarda gli allenamenti“.

 

Ecco, parliamo degli allenamenti. Nel Principato, il nostro n. 1 non ha smesso di allenarsi: Chardy, Murray, Djokovic, Federer, ieri Nadal e, lunedì (giocherà oggi), Tsonga. Sì, tutti i migliori vogliono Goffin. “Non so se gli altri giocatori mi considerano diversamente adesso“, confessa David con la solita modestia “è comunque da un anno che faccio parte della Top 20. Ora ho ricevuto parecchi complimenti da parte loro e vedo che il pubblico mi riconosce più facilmente. Soprattutto qui, dove i vialetti del club sono più stretti. Ovviamente fa piacere. Ma la cosa più importante per me resta quella di poter stare al passo con i migliori del circuito, perché sono loro ad essere sul tetto del mondo del tennis e ad alzare il livello di gioco. Voglio ispirarmi a loro e poter attingere dal loro talento per mantenere il livello”.

Ieri David si è allenato contro il “mostro sacro” Nadal (8 Montecarlo e 9 Roland Garros!), una terra sulla quale lo spagnolo spera di rilanciare una carriera i cui successi stentano a ripetersi negli ultimi anni. “Posso dirvi che due ore di allenamento con Rafa si sentono nelle gambe. Su questa superficie più che su ogni altra, Nadal adora scambiare a lungo e bisogna essere preparati fisicamente altrimenti la sua palla liftata ti sovrasta. Non bisognerebbe mai dare per spacciato Rafa su questa superficie“. Il sorteggio ha riservato un vero e proprio percorso di “guerra” per David che incontra oggi al primo turno Feliciano Lopez (n. 24 del mondo).

È, forse, il sorteggio più complicato che potessi avere al primo turno ma, a questo livello, non ci osno mai partite facili. È ovvio che sono in fiducia e che se non cerchiamo di vincere partite come queste tanto vale restarsene a dormire… Rimango fiducioso, ma umile e prudente allo stesso tempo. La cosa più importante è mantenere il mio livello di gioco”.

Non potevamo prendere congedo da David senza un omaggio a Julien Hoferlin. Gli trema la voce e gli occhi si fanno lucidi: “È un gran signore che se n’è andato troppo presto. Non l’ho conosciuto così bene come Steve [Darcis] ma è sempre stato presente per sostenermi e incoraggiarmi. Ho pensato che forse avrei giocato con il lutto al braccio martedì… Ma, d’altra parte, ciò non riflette il mio stile. Preferisco ricordarmi di Julien in modo discreto. Tutti erano felici quando stavano in sua compagnia ed è questo che voglio ricordare di lui...”.

Yves Simon

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Roland Garros, Arnaldi analizza la sconfitta con Shapovalov: “Sono mancato nei momenti importanti”

“La partita è girata su pochi punti” dichiara Matteo Arnaldi. “Ma giocare contro ex top ten mi aiuta a crescere”

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Matteo Arnaldi - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

Matteo Arnaldi può reputarsi soddisfatto del suo Roland Garros. Intanto, perché ha portato a casa la prima vittoria in un Major in carriera, e poi perché ha strappato un set al n° 32 ATP Denis Shapovalov al secondo turno, in un incontro, poi perso in quattro parziali, che forse con un pizzico di esperienza e malizia in più avrebbe potuto allungare ulteriormente. Presentatosi alla stampa nel post-match, di seguito riportiamo le sue dichiarazioni.

D. Matteo, qual è stata la difficoltà maggiore?

MATTEO ARNALDI: “Mah, non saprei dirtelo in questo momento. Sicuramente non era una partita semplice. Lui è molto discontinuo perché alterna fasi in cui gioca molto bene ad altre in cui commette qualche errore, e per questo non mi ha dato continuità. Ha giocato meglio nei momenti importanti, mentre io in quei frangenti non sono riuscito a fare la differenza. Alla fine il match è girato su un break per ogni set. Io potevo prendere vantaggio nel terzo e quello poteva significare un risultato finale diverso, ma va detto che lì è stato bravo anche lui”.

 

D. Una curiosità. In questi giorni in cui ti stai allenando a Parigi e vedi altri giocatori nella loro quotidianità, c’è qualcosa che hai carpito da loro nella routine, nel modo di approcciare le partite? Qualcosa che ti possa essere utile per progredire.

MATTEO ARNALDI: “Sinceramente mi faccio un po’ gli affari miei (ride, ndr). Io e il mio team abbiamo le nostre idee. Certamente mi sto abituando a stare in questo ambiente, nel quale non sono solito trovarmi. Ma sinceramente faccio le mie cose come sempre”.

D. Senti, invece secondo te cosa è mancato per fare di più?

MATTEO ARNALDI: “Sono mancato nei momenti topici, semplicemente. È ciò che ha fatto pendere l’ago della bilancia in suo favore. In più, lui certamente ha fatto una buona partita, mentre io no. Se fossi riuscito a comportarmi meglio in qualche frangente, saremmo qui a parlare di un altro match e forse di un altro punteggio. Meriti suoi, senz’altro, ma anche qualche demerito mio”.

D. Abbiamo visto che, soprattutto nel terzo set, insistevi parecchio sul dritto di Shapovalov. L’avevate preparate così?

MATTEO ARNALDI: “Senza dubbio lui stava commettendo diversi gratuiti con il dritto. Per questo ho cercato di insistere un po’ di più da quel lato”.

D. Cosa ti porti via di buono da questo Roland Garros?

MATTEO ARNALDI: “Intanto la prima vittoria a livello Slam e tanta esperienza. Poi ho giocato i primi match tre su cinque, e questi sono i fattori più importanti. E mi ha fatto bene anche disputare partite contro tennisti di un certo valore, come Shapovalov stesso, ex n° 10 ATP. Ciò mi darà più consapevolezza per i prossimi match e tornei”.

D. VANNI GIBERTINI (Ubitennis) – Qual è il tuo rapporto con l’erba?

MATTEO ARNALDI: “Non l’ho mai vissuta tanto in realtà. Ci ho giocato quando ero Junior e l’anno scorso ho disputato una sola partita. Al momento non abbiamo programmato di giocare tanti tornei prima di Wimbledon, anche perché non so ancora se lì sarò direttamente in tabellone oppure no. Cercherò di racimolare ancora qualche punto in qualche Challenger in Italia, credo su terra, e poi si vedrà”.

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Djokovic e la frase che fa discutere. “Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza”

In seguito agli scontri accaduti in Kosovo in seguito alle elezioni, Djokovic ha manifestato il suo supporto alla Serbia. Critiche da parte del governo francese

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Novak Djokovic - Roland Garros 2023 (foto Roberto dell'Olivo)

La situazione geopolitica in Europa non è delle migliori. Da oltre un anno prosegue l’invasione della Russia in terra ucraina, la cosiddetta operazione militare speciale secondo il gergo utilizzato da Putin. Ad aggiungere tensione nel vecchio continente è quanto sta accanto nei territori dell’ex Jugoslavia. É, infatti, cresciuta la tensione negli ultimi giorni in Kosovo, in seguito alle elezioni locali tenutesi nel nord del paese.

A porre ulteriore attenzione sulla tematica, aumentandone la risalta a livello mondiale è stata la frase scritta da Novak Djokovic sulla telecamera, in seguito alla vittoria nel suo match di primo turno contro lo statunitense Aleksandar Kovacevic.Il Kosovo è il cuore della Serbia, fermate la violenza.

La Serbia non ha mai riconosciuto la dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo dalla Serbia avvenuta nel 2008. Il Kosovo, infatti, è oggi ancora considerata come una regione autonoma della Repubblica serba. Si tratta di un’area caratterizzata da tensioni politiche con le forze NATO che sono presenti nel territorio kosovaro da oltre venti anni. 

 

Il messaggio di Djokovic segue quanto accaduto nella città kosovara di Zvecan, uno dei comuni situato nel distretto di Kosovska Mitrovica, e a grande maggioranza serba. Nella città si sono verificati degli scontri nei giorni scorsi. Questo è avvenuto dato che la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni per disperdere una folla di cittadini di origine serba che si erano ritrovati davanti agli uffici municipali. Tale assembramento avevo lo scopo di impedire l’accesso nel suo ufficio al sindaco neoeletto di origine albanese.

Non sono un politico e non ho intenzione di entrare nel dibattito politico“, ha dichiarato un emozionato Djokovic, parlando ai media serbi. “Questo argomento è molto delicato… Come serbo, tutto ciò che sta accadendo in Kosovo mi fa molto male.”

Questo gesto è il minimo che avrei potuto fare.” – ha dichiarato Djokovic, che non ha nascosto il peso emotivo che ha percepito davanti a questa questione.

Sento la responsabilità come personaggio pubblico, non importa in quale campo,  di mostrare il mio sostegno. Soprattutto come figlio di un uomo nato in Kosovo, sento il bisogno di dare il mio sostegno a loro e alla Serbia. Non so cosa porterà il futuro per il popolo serbo e per il Kosovo, ma è necessario mostrare sostegno e dimostrare unità in questo tipo di situazioni”.

Djokovic ha sottolineato con orgoglio quanto fatto: “Ho sentito che ci sono state tante obiezioni,  rispetto al mio gesto sui social. Io non voglio né nascondermi, né trattenermi. Lo rifarei di nuovo”. Alla richiesta dei media serbi su eventuali pressioni degli organizzatori in seguito a quanto fatto, il tennista serbo ha sottolineato come nessuno si è avvicinato a lui per parlare del tema e che spera la cosa rimanga così. 

La mia posizione è chiara: sono contro le guerre, la violenza e ogni tipo di conflitto, come ho sempre affermato pubblicamente. Sono una persona che comprende bene e che mostra empatia con tutte le persone, ma la situazione relativa al Kosovo è un precedente nel diritto internazionale. Sono molto dispiaciuto per la situazione in cui ci troviamo: il Kosovo è la nostra casa, la nostra roccaforte, i nostri monasteri più importanti sono lì… “.

Situazione che ha generato polemiche non solo nel mondo dei social. Gli organizzatori hanno rilasciato un comunicato interlocutorio. Si evidenziava, infatti, come le notizie relative ad eventi che avvengono a livello globale possano avere impatti su quanto accade nel torneo. Tuttavia, hanno rassicurato che gli organizzatori e i supervisor monitoreranno il rispetto delle regola stabilite dal Grand Slam Board.

Al contrario il ministro dello sport francese Amelie Oudea-Castera si è dimostrata molto critica. Ai microfoni di Telematin, su France 2, dichiarando quanto accaduto un episodio non appropriato, manifestando il disappunto del governo su quanto accaduto.

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Monfils si ritira da Parigi per un problema al polso. “Quanti altri Roland Garros giocherò?”

Amaro ritiro per il francese che saluta Parigi per un problema al polso emerso durante la sfida con Baez. Avanza al terzo turno senza giocare Rune

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Gael Monfils - Australian Open 2022 (foto Twitter @AustralianOpen)

Si chiude con un finale amaro uno degli ultimi Roland Garros della carriera di Gael Monflis. Il trentaseienne campione francese ha dovuto chiudere in anticipo la sua esperienza a Bois de Boulogne a causa di un problema al polso che era emerso durante l’epica rimonta contro Sebastian Baez. Salta quindi il match che avrebbe dovuto animare la sessione serale del Philippe Chatrier, con Holger Rune che beneficia del ritiro e approda senza fatica al terzo turno, dove affronterà il vincente della sfida tra qualificati che vedrà in campo il nostro Vavassori e l’argentino Olivieri.

Un brutto colpo per Monflis che dopo quella da lui definita come la vittoria più bella della sua partita ha dovuto fare i conti col suo corpo. Problemi fisici che continuano a mettere in difficoltà il corpo di Monfils con lo stesso francese che ha definito la sua carriera appesa ad un filo in caso di nuovo infortunio, minando il sogno rappresentato dalle Olimpiadi di Parigi 2024. Non sembra essere questo il caso, con il francese che si sottoporrà a nuovi esami ma mantiene ancora vive le speranze di scendere in campo già sull’erba di Wimbledon.

L’annuncio del ritiro è arrivato nella serata di ieri con il francese che ha convocato una breve conferenza stampa, di seguito riportata.

 

D. Gael, dispiace sentire il tuo annuncio. Qual è la situazione? È legato a  quanto è successo un paio di sere fa, per la durata e la tensione di quel match? È un altro infortunio?

GAEL MONFILS:In realtà, fisicamente, sto abbastanza bene. Ero abbastanza felice stamattina. Mi sono svegliato abbastanza bene, ma ho avuto il problema con il mio polso che non riesco a risolvere. L’ho sentito durante la partita. Il dottore dice che non è stato positivo per il mio corpo giocare con un infortunio di questo genere. In realtà è stato molto rischioso, e per questo è arrivata la decisione di rinunciare a proseguire il torneo”

D. Si tratta di un problema al polso quindi? Quando te ne sei reso conto?

GAEL MONFILS: Si tratta di una lesione al complesso triangolare di fibrocartilagine (TFCC) del mio polso sinistro. Ieri faceva male, e c’è stato un momento in cui ho chiamato il fisioterapista per un paio di secondi, e poi ho pensato posso gestirlo da solo, non ne ho necessariamente bisogno. La partita è proseguita e l’ho ultimata con tanta adrenalina in corpo e molto altro per la testa. La sera è tornato il dolore e abbiamo usato subito il ghiaccio. Ho pensato che potesse essere sufficiente. Quando mi sono svegliato la mattina dopo il match, ho preso degli antinfiammatori, ci siamo allenati un po’ e faceva ancora male. Ci siamo allenati nuovamente nel pomeriggio e la situazione era ok. Ma sentivo che faceva ancora male. Quindi abbiamo dovuto rimandare di nuovo gli esami, con il dottore che non era del tutto d’accordo con noi. Poi è arrivato il suo consiglio di non giocare e di sottopormi subito ad una risonanza magnetica.”

D. Gael, sei preoccupato per l’inizio della stagione sull’erba? Quanto starai fuori dal campo?

GAEL MONFILS:  “Ottima domanda, so che domani mi sottoporrò alla risonanza magnetica in modo da sapere esattamente i tempi di recupero. Penso si tratterà di poche settimane, non molte. Può essere un recupero veloce come potrebbe volerci più tempo. Penso che se fosse stata una lesione completa si sarebbe trattato di un infortunio più serio, ma è parziale. Quindi, dopo la visita, saprò di più sul periodo di tempo in cui sarò fuori dai campi, ma il dottore ha detto che spera di potermi rivedere in campo sull’erba.

D. Dopo il folle scenario che abbiamo visto nel match contro Baez, non sei deluso di lasciare il  Roland Garros in questo modo a causa di infortunio?

GAEL MONFILS: “Non sono davvero sicuro di cosa provo, ma di certo è molto più che semplice delusione. Quanti Roland Garros giocherò ancora? Questa è la vera domanda. Non so quale sia la risposta. Quanti ne giocherò? Ho scoperto da poco dell’infortunio e per il momento sto cercando di digerire questa notizia.”

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