Terra rossa WTA, valori più equilibrati rispetto al cemento?

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Terra rossa WTA, valori più equilibrati rispetto al cemento?

Il passaggio dal cemento alla terra battuta potrebbe penalizzare le più forti, a cominciare da Serena Williams e Victoria Azarenka. Chi potrebbe approfittarne?

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Per introdurre la stagione della terra rossa ho deciso di affidarmi a due tabelle, che spero possano fornire indicazioni interessanti. Nell’analisi ho preso in considerazione gli ultimi cinque anni, un arco di tempo che mi pare consenta di avere un minimo di riferimenti storici senza che però assumano un peso eccessivo avvenimenti lontani e non più di attualità.
Prima tabella. Giocatrici vincenti e finaliste nei quattro tornei più importanti nella stagione sulla terra rossa:
WTA tornei terra 2011-2015

Come si vede ci sono stati tre anni (2012, 2013, 2014) in cui due tenniste, Serena Williams e Maria Sharapova hanno fatto l’en plein, lasciando nulla alle altre.
Ma nel 2015 qualcosa è cambiato: Kvitova e Kerber si sono aggiudicate il Premier Mandatory di Madrid (per Kvitova è la seconda volta) e l’indoor più importante, Stoccarda (seconda volta di una giocatrice di casa dopo il 2011 di Julia Goerges).

Per preparare la seconda tabella ho preso in considerazione il rendimento delle attuali prime 32 del ranking (con una appendice relativa alle tre italiane non incluse) sempre negli ultimi cinque anni, per cercare di capire chi dovrebbe risultare favorita dal passaggio dal cemento al rosso.
La tabella è ordinata secondo la percentuale di vittorie sulla terra. Il quadrato colorato che compare accanto ad alcuni nomi segnala se il rendimento su terra corrisponde a un progresso o a un regresso significativo rispetto alle altre superfici (nessun colore per le tenniste che non hanno sensibili differenze). Ho infine inserito il miglior risultato in carriera nel Roland Garros, e il migliore ottenuto negli ultimi cinque anni (sempre a Parigi).
Ecco quindi la seconda tabella (aggiornata all’11 aprile 2016).  Confronto tra la percentuale di vittorie sulla terra rispetto a quella su tutte le altre superfici (terra esclusa):

WTA Rendimento sulla terra 2011-2015

Qualche osservazione sparsa.
Serena Williams non solo è in testa alla classifica, ma addirittura negli ultimi cinque anni ha reso di più sulla terra che sulle altre superfici. Le sue sconfitte sono state appena quattro: Roland Garros 2012 contro Virginie Razzano, Charleston 2014 (terra americana) contro Jana Cepelova, Roland Garros 2014 contro Muguruza, e infine Madrid 2015 contro Kvitova. Ricordo che nel 2011 Serena non aveva giocato la stagione sulla terra per infortunio.
Da questi numeri Williams sembrerebbe ancora una volta la logica favorita, ma nella prima parte di 2016 ha dato segnali di flessione nel rendimento, e questi segnali sono stati proprio in alcuni aspetti del gioco fondamentali per il tennis su terra: la capacità di spostamento e quella di resistenza. Normalmente la terra limita l’importanza dei colpi di inizio gioco, allunga gli scambi, ed è complessivamente più faticosa; richiede quindi maggiore abnegazione e capacità di sofferenza, anche mentale. Per questo penso che per Serena, per poter tornare ad essere la tennista di riferimento su terra, sarà fondamentale recuperare una migliore efficienza fisica e psicologica. Ci riuscirà?

Al secondo posto c’è Maria Sharapova, che negli ultimi anni di carriera ha compiuto enormi progressi sul rosso, al punto che la terra è passata dall’essere la superficie sfavorita a quella che le ha permesso di raccogliere quasi tutti i migliori risultati recenti, incluse due vittorie Slam. Ma dopo la sospensione per doping appare estremamente improbabile che possa essere una protagonista delle prossime settimane di tennis giocato, salvo sorprese in extremis da parte degli organi giudicanti.

Al terzo posto sorprende Daria Kasatkina, che però ha costruito le sue statistiche in tornei di fascia molto inferiore. Un dato quindi che va ponderato, anche se testimonia comunque di una attitudine da non sottovalutare, visto che si tratta di una giovanissima in grande crescita, e che sino a oggi ha saputo raccogliere ottimi risultati (è 15ma nella Race) su superfici che in teoria non dovrebbero essere nemmeno quelle a lei più congeniali.

Quarto posto per Victoria Azarenka; la percentuale di vittorie è inferiore rispetto al cemento, ma il dato di partenza è così alto da farla rimanere in ogni caso tra le migliori. Per Vika la sfida sarà proprio quella di riuscire a non soffrire troppo il cambio di superficie e dimostrare che anche su campi meno favorevoli è in grado di mantenere la leadership tecnica stagionale (nel 2016 ha perso un solo match). A mio parere questo sarà uno dei temi più interessanti della prossime settimane.

Quinto posto per Sara Errani, vera specialista: la giocatrice che ha la maggiore differenza di rendimento tra terra e altre superfici (oltre il 22%). Senza arrivare agli ITF di Kasatkina, anche per Errani va tenuto presente che alcune vittorie sono frutto di partecipazioni a tornei di livello International, poco frequentati dalle più forti; e anche il numero di match su terra molto superiore alla media conferma che Sara adotta una programmazione del tutto specifica. Ma non bisogna nemmeno sottostimare il dato: il valore, anche ponderato, resta comunque molto significativo, visto che è rafforzato dai risultati raggiunti a Roma (una finale) e soprattutto a Parigi (una finale, una semifinale, due quarti di finale nelle ultime quattro edizioni).

Scorrendo la classifica risulta forse abbastanza sorprendente il settimo posto di Petra Kvitova: nel suo caso penso contino tre elementi. Il primo è che ha spesso giocato piuttosto bene a Madrid, agevolata dalle condizioni di gioco più veloci (per campi e altitudine) rispetto agli altri tornei. Il secondo è che la stagione primaverile europea è probabilmente quella con il clima più adatto a lei, visto che può evitare il caldo umido che molte volte le crea problemi. Il terzo è che comunque da ragazzina ha giocato spesso su campi in terra rossa, nelle stagioni in cui il freddo ceco non obbliga all’indoor; quindi non si può dire che si improvvisi su questa superficie. Per contro in passato ha mostrato di soffrire le condizioni di gioco più lente, nelle quali fatica a trovare il vincente e lo scambio si allunga troppo per le sue caratteristiche fisiche.

Nona e decima due giocatrici quasi specialiste come Stosur e Suarez Navarro, che stanno vivendo momenti opposti: in crisi di risultati Stosur (alla sua età ci si comincia a chiedere se è iniziata la parabola discendente), ancora in ascesa e brillante Suarez Navarro, che dopo la vittoria sul cemento nel Premier di Doha potrebbe trovare soddisfazioni anche sulla superficie su cui si è formata.

Oltre il decimo posto della tabella si trovano alcune giocatrici che per i risultati delle stagioni più recenti possono aspirare a posizioni ben superiori: Halep (finalista a Parigi nel 2014), chiamata a tornare ai livelli migliori dopo un inizio di 2016 opaco. Kerber, che l’anno scorso a Stoccarda ha vinto un torneo importante anche sul rosso, e che dopo il successo degli Australian Open è diventata una protagonista che non si può più trascurare nei pronostici. E Muguruza; come si vede dai numeri, il rendimento di Garbiñe sul rosso migliora leggermente rispetto alle altre superfici e quindi ha concrete possibilità di arrivare in fondo nei prossimi importanti tornei, dato che ha già saputo farlo a Wimbledon. Del resto l’ultima a battere Serena a Parigi è stata proprio lei. Al momento credo che l’unico dubbio sia caratteriale, visto che negli ultimi mesi ha attraversato fasi altalenanti.

Al posto 15 Agnieszka Radwanska. Per Aga la terra è una superficie che sembra proprio indigesta, anche al di là di quello che si potrebbe supporre. Sino ad oggi le sue doti tattiche non sono bastate a ovviare al deficit di potenza che i campi più pesanti della terra europea fanno emergere. E sulla terra è andata incontro a sconfitte piuttosto sconcertanti: cito ad esempio le eliminazioni contro Tomljanovic e Beck nei due ultimi Roland Garros.
Come l’anno scorso, non giocherà a Roma, un torneo in cui ha raccolto molte sconfitte premature e nel quale ha raggiunto al massimo un quarto di finale. Forse una scelta compiuta per non arrivare eccessivamente provata alla stagione su erba (a lei normalmente ben più favorevole) o forse una rinuncia per evitare probabili delusioni, risparmiare le forze e affrontare Parigi con più freschezza ed entusiasmo.

Roberta Vinci è solo diciottesima, ma il calcolo su cinque anni la penalizza. Se ci si limitasse alle ultime tre stagioni avrebbe una posizione migliore, e questo fa supporre che possa avere ambizioni superiori. Vinci ha la cultura specifica per il gioco su terra; forse l’incognita è legata alla parte fisica: bisogna vedere se il maggior dispendio di energie richiesto non finirà per pesare troppo su una trentatreenne, in particolare se dovesse affrontare tanti match nell’arco di pochi giorni.

Numero 19 Svetlana Kuznetsova. Già campionessa Slam sul rosso (Roland Garros 2009) ha dimostrato ultimamente di essere capace di sfoggiare ancora grandissimo tennis. Russa di nascita ma spagnola di adozione (tennistica) anche Sveta conosce in profondità il gioco su terra. A Madrid 2015 arrivò in finale dopo un percorso straordinario: se riesce a mantenere quello standard per un torneo intero può certamente dire la sua.

Nell’ultima parte di questa classifica, inevitabilmente, quasi tutte le tenniste che sulla terra peggiorano il rendimento. Forse però a qualcuna tra le giovani potrebbe riuscire il salto di qualità: aggiungendo partite ed esperienza al curriculum alla fine si potrebbe trovare la chiave per migliorare il proprio gioco. Mi incuriosisce anche Johanna Konta: dopo i grandi progressi degli ultimi mesi saprà confermarsi anche sulla superficie che, almeno secondo i dati, per lei è più sfavorevole? Al momento la sconfitta all’esordio a Stoccarda ha mostrato che l’adattamento non è ancora compiuto.

Italiane
Stando a quanto ci dicono i numeri, questa in arrivo non è la parte di stagione più favorevole per Camila Giorgi; in compenso dovremmo aspettarci il miglior rendimento possibile da Francesca Schiavone, probabilmente l’interprete più fantasiosa del gioco su terra (e vincitrice a Parigi nel 2010, oltre che finalista l’anno dopo) e anche da Karin Knapp, che sulla terra è la giocatrice che guadagna più di tutte (+18,3%) dopo Sara Errani.

Outsider
Nella tabella mi sono limitato alle prime 32 del mondo, ma se si scende nel ranking si trovano altre giocatrici che per ragioni differenti potrebbero fare bene. Scorrendo la classifica i nomi interessanti sono davvero tanti: Begu, Ostapenko, Cibulkova, Gavrilova, Babos, Doi, Garcia, Bouchard, Gasparyan, Cornet, Lisicki, Friedsam, Goerges… e questo solamente fermandosi alle prime 60. Impossibile dedicare spazio a tutte. Il momento di forma potrebbe fare la differenza.

In chiusura un ragionamento di carattere generale. Come si è detto, la terra potrebbe ridurre il vantaggio rispetto alla concorrenza delle due giocatrici di riferimento di questo inizio 2016, cioè Williams e Azarenka; se questo fosse confermato, i valori risulterebbero livellati, rendendo i pronostici ancora più aperti. Mancando anche Sharapova, il maggiore equilibrio potrebbe portare a vincitrici inedite nei tornei delle prossime settimane; e dopo Pennetta e Kerber non sarebbe impossibile un nuovo nome perfino nell’albo d’oro degli Slam.

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