ATP Roma: Kyrgios stende Raonic e trova Nadal. Andy Murray non soffre

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ATP Roma: Kyrgios stende Raonic e trova Nadal. Andy Murray non soffre

Un ottimo Nick Kyrgios (25 vincenti, 11 errori) supera in due set Milos Raonic faticando soltanto nel primo parziale. Successo comodo nel primo match del torneo per Andy Murray: doppio 6-3 a Mikhail Kukushkin. Al prossimo turno il britannico avrà Chardy

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N. Kyrgios b. [10] M. Raonic 7-6(5) 6-3 (da Roma, cigi)

Ha voglia il ragazzo australiano, ha voglia di vincere qualcosa di importante e allora non c’è Raonic che tenga. Anche perché il canadese è lontano dalla sua forma migliore, come si era visto nella partita d’esordio contro Cecchinato. Il team Kyrgios, con mamma Norlaila e fratello Christos, incoraggia Nick ad ogni punto. “Let’s go Nick, it’s all ok, come on mate!”. Piove sul Pietrangeli, Raonic parla con l’arbitro per capire che fare dopo un game e Kyrgios intanto fa il break. Il canadese lo riprende subito ma sul 2 a 2 arriva la pioggia promessa dalle nuvole: match sospeso. Quando si riparte, mezz’ora dopo, i due tengono agevolmente i turni di battuta fino al 4 pari, quando Raonic va sotto 0-40, salvandosi tutte e tre le volte col servizio. Si arriva al tiebreak, con Kyrgios che si occupa dei punti più spettacolari e Raonic che rimane solido e concentrato con servizio e dritto. Ma un errore gratuito di Raonic con il dritto permette al clan australiano di urlare lo “yeah” definitivo: 7-5 al tiebreak e primo set per Kyrgios.

Nel secondo set l’australiano fa il break subito, sul 2 a 1, e sale facilmente 4-1. Eppure non esce dai panni del personaggio: se la prende con l’avversario borbottando, parla ripetutamente col suo angolo come se fosse il più grande incompreso del pianeta, si arrabbia e si agita ma, intanto, è avanti un set e un break. Il canadese sembra non crederci più, cede nuovamente il servizio e ha solo un moto d’orgoglio sotto sul 5 a 1, quando si riprende uno dei due break di svantaggio. Kyrgios serve per il match sul 5 a 3, sciupa banalmente due matchball e si prepara a servire sul 40-30. “Ora gli fa un ace”, declama Roberto Salerno da poco arrivato sul Pietrangeli. Ed ace fu.

[2] A. Murray b. [Q] M. Kukushkin 6-3 6-3 (Raoul Ruberti)

 Andy Murray, fresco finalista di Madrid e appena scivolato alla terza posizione del ranking ATP, fa una prima, vittoriosa sgambata sulla terra di Roma. A fare da vittima sacrificale il kazako Mikhail Kukushkin, qualificato, e ad ospitare la sfida la Grandstand Arena, per fortuna non più desolantemente vuota come nei primi giorni. Andy non suda quasi mai, concedendo le uniche due palle break nello stesso game, al termine del secondo e ultimo set. Più propenso allo scambio, esperto di palle leggere ma subdole, Kukushkin finisce per pagare principalmente la presenza del suo avversario, riuscendo a ottenere spesso il punto sulla seconda (44% di punti vinti per Murray) ma quasi mai sulla prima, e il match non dà mai l’impressione di poter riservare sorprese.
L’incontro, nella sua totalità, si rivela monocorde e tutt’altro che spettacolare, specialmente confrontato con i match di Eugenie Bouchard e Novak Djokovic in corso contemporaneamente su altri campi del Foro: nessuno dei due sceglie d’andare a rete se non “convocato” da una palla corta, nonostante la qualità dei due tennisti i punti davvero spettacolari si fanno desiderare e nel giro di un’ora e mezza scarsa (in tutti i sensi) la faccenda è conclusa. Un doppio 6-3 per il britannico e l’attesa per conoscere il nome di chi affronterà agli ottavi, tra Jeremy Chardy e Roberto Bautista-Agut. 
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