ATP Roma interviste, Roger Federer: "Non importa il risultato, ero qui per capire come stavo"

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ATP Roma interviste, Roger Federer: “Non importa il risultato, ero qui per capire come stavo”

APT Roma, terzo turno: D. Thiem b. Roger Federer 7-6 6-4. L’intervista del dopo partita a Roger Federer

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Credi ancora che sia stata una settimana positiva dopo due match?
Sì, assolutamente. Ero felice di esser stato in grado di giocare e lo penso ancora, questo era la cosa più importante. Ora ovviamente il tempo comincia a correre verso Parigi, i prossimi 10, 21 giorni per me saranno importanti per recuperare.

Riguardo alla tua prestazione odierna, sei soddisfatto o no?
Non importa (ride).

Cosa cambieresti nel gioco di oggi? Ho visto che rispondevi molto più indietro, perché?
Non ha importanza il modo in cui ho giocato, ciò che conta è che non ho avuto ricadute e che sono stato capace di scendere in campo e tentare di fare il massimo con quello che avevo. Onestamente non è stato un match tattico per me.

Sei fiducioso di tornare in forma per i grandi eventi?
Sì, insomma, sono fiducioso e lo spero allo stesso tempo. Sai, ho giocato solo 4 match negli ultimi, quanto saranno stati, 4 mesi quindi non voglio avere troppe aspettative sul futuro, ma allo stesso tempo sono uno che pensa positivo.

Sai già come organizzare i giorni da ora al Roland Garros?
No, incontrerò il mio team questo pomeriggio e parleremo delle opzioni: se restare a Roma, o tornare in Svizzera o andare a Parigi. Queste sono le opzioni. Dovrei riposarmi, dovrei allenarmi, dovrei andare dal fisioterapista, tutte queste cose. Discuteremo di ciò ed è per questo che sono felice di non essermi infortunato di nuovo, è valsa la pena giocare.

Nel passato era una cosa comune, per arrivare al meglio a Wimbledon, saltare completamente la stagione sul rosso. Con tutti i tuoi problemi di salute, sono curioso di sapere se avevi pensato di rinunciare al periodo della terra rossa per tornare al 100% sull’erba.
No, altrimenti non sarei andato a Madrid e non sarei venuto qui. A dire il vero, non avendo giocato a Miami per via del virus, mi sono allenato lì sulla terra per 10 giorni prima di Monaco, quindi probabilmente non ho mai avuto una miglior preparazione per la terra. Quindi per quest’anno ho già molte ora di gioco sulla terra, forse non di partite, ma di allenamento sì. Penso di poter ottenere un buon risultato a Parigi se in tre o quattro giorni potrò allenarmi al meglio. Ma come gioco ora non è sufficiente per fare bene.

Prima del tuo match qui hai detto che pensavi di perdere in due set. Se avrai la stessa sensazione a Parigi fra 10 giorni, inizierai il torneo?
No, qui la situazione era diversa, questo per me era un torneo per valutare delle informazioni, non per ottenere dei risultati. Sapevo di non essere pronto per raggiungere qualcosa qui, è per questo che spero voi non diate molta importanza a quelle parole. Per me questa è una esperienza completamente isolata, non posso portarmi nessun bagaglio da qui, escluse le cose positive. Se la metto su questo piano le cose vanno bene; se guardi a come ho giocato e al risultato non vanno bene, ma quelle sono cose che cambiano velocemente.

Puoi parlarci del dolore che senti?
Beh, è qualcosa che dura da Madrid e non giocando sento semplicemente che il mio corpo non è pronto, non entro nei dettagli. Non sono dell’umore di spiegarvi tutto onestamente, ma senza dubbio è qualcosa a che fare con la schiena.

Paolo Di Lorito

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