Roland Garros, italiani: ecatombe di azzurri, si salvano solo Camila Giorgi e Karin Knapp

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Roland Garros, italiani: ecatombe di azzurri, si salvano solo Camila Giorgi e Karin Knapp

Brutta prestazione di Fabio Fognini che cede senza lottare a Granollers. “Non so se vado a Wimbledon!”. Camila Giorgi regala la prima gioia al tennis italiano superando agevolmente Alize Lim. La segue Karin Knapp, che approfitta del ritiro di Viktoria Azarenka. In precedenza solo sei game per Francesca Schiavone contro Mladenovic, out anche Thomas Fabbiano contro Feliciano Lopez. Paolo Lorenzi fa cinque game con Berlocq, ko anche Seppi con Gulbis

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M. Granollers b. [32] F. Fognini 7-5 6-4 6-3 (da Parigi, Laura Guidobaldi)

Granollers Fognini

Non si è voluto regalare la vittoria oggi Fabio Fognini. Nel giorno del suo 29esimo compleanno, il tennista ligure, attuale n. 33 del mondo, soccombe allo spagnolo Marcel Granollers, classe 1986 e n. 56 del mondo. Niente da fare per Fabio che sembra ancora lontano dai fasti del suo miglior tennis che gli permisero di salire alla 13a posizione mondiale. Non bastano neppure gli incitamenti della sua Flavia, immancabile in tribuna.

L’inizio del match lascia ben sperare poiché l’azzurro sale rapidamente 2-0. Ma è un fuoco di paglia. A poco a poco, il suo tennis comincia a sfaldarsi, scandito da errori e nervosismo, tant’è che la povera racchetta viene scaraventata contro il muretto del campo, a pochi centimetri da un miracolato giudice di linea. Peccato davvero perché Fabio avrebbe davvero i numeri non solo per ritornare in top 20, ma anche di alzare l’asticella e varcare la soglia dei Top 10. Ma è una storia vecchia. Nonostante sia stato poi in vantaggio sul 5-4, sempre nel primo set, alla fine è Granollers a intascarlo per 7 giochi a 5. Fabio si rivela ancora in affanno negli spostamenti, reduce da un infortunio fastidioso. Tuttavia, sono davvero tanti gli errori gratuiti – 54 in totale – a fronte dei 15 dell’avversario. “Dai che puoi! Dai che puoi! Forza! Forza! ” lo incita Flavia; ma il nervosismo e forse l’assenza di motivazione cominciano a prendere il sopravvento.

Ed ecco che arriva il lancio di racchetta, con grande disappunto della Pennetta che scuote la testa. Nel frattempo Granellors compie il suo dovere. E, non solo tiene la palla in campo, ma cerca di far spostare Fabio, sia lateralmente, sia in avanti con calibrate smorzate. Anche l’azzurro offre al pubblico sprazzi di tennis raffinato con drop shot, lob e passanti raffinatissimi. Ma sono sempre troppo pochi… Ancora una volta, Flavia cerca di scuoterlo e di trasmettergli sensazioni positive, soprattutto nel momento in cui, trovandosi Fabio accanto al suo angolo e apprestandosi a sbattere nuovamente la racchetta a terra, la Penna lo redarguisce con un secco “No no eh!. E se l’attrezzo non parte in aria, continua il festival degli errori per Fognini che, rivolgendosi a Perlas, si sfoga con un “Non funziona! Non funziona!“. Perlas lo rassicura e lo incita ma non c’è niente da fare. “Mi batto da solo!” esclama Fabio. E anche il secondo parziale va allo spagnolo per 6-4.
Nel terzo non c’è praticamente storia e il tennista di Barcellona, dopo due ore, accede al secondo turno.

Mi sono fatto un regalo di m…. !” esclama Fabio poi ai giornalisti. “È vero, ho detto che mi batto da solo perché è così. Sono arrabbiato perché è andata davvero male. Sono molto scarico, ho bisogno di staccare e di riposare. Poi se me la sento gioco Wimbledon, altrimenti salterò anche la stagione sull’erba. Poi quando non c’è la voglia mi comporto male e mi dispiace”. 

Ricordiamo che Fabio ha conquistato finora tre titoli (Stoccarda e Amburgo nel 2013 e Viña del Mar nel 2014) e disputato altre 7 finali.

K. Knapp b. [5] V. Azarenka 3-6 6-7(6) 4-0 rit. (Emmanuel Marian)

Karin Knapp ha sconfitto Victoria Azarenka in un match davvero difficile da commentare. La testa di serie numero 5, a causa di un problema al ginocchio destro, è stata sull’orlo del ritiro per due terzi abbondanti della partita. Zoppicante, con gli occhi lucidi, in drammatica difficoltà nel caricare il servizio, Vika è riuscita incredibilmente a vincere il tie break del secondo set salvando addirittura un match point, prima di rendere l’anima nel quarto game di una terza frazione giocata senza la possibilità di potersi muovere.

Azarenka, dopo aver dominato gran parte dell’inizio di stagione, ha iniziato ad accusare i problemi di cui il suo capriccioso fisico è frequente vittima, ma pareva che fosse Knapp, vincitrice di un solo incontro negli ultimi nove mesi dopo la scorbutica operazione alla cartilagine del ginocchio, quella a stare peggio: l’alunna di Francesco Piccari, qualche giorno fa, si era persino dovuta ritirare dal torneo di Norimberga vinto l’anno scorso, con le prevedibili ricadute in classifica che ne sono conseguite, e l’inizio dell’incontro odierno non lasciava presagire nulla di buono. La tennista azzurra si è trovata sotto di un precoce break, ma quando Victoria sembrava avviata a un allenamento utile a testare il fondo parigino, Knapp ha reagito fragorosamente, infilando un clamoroso parziale di cinque giochi consecutivi che le ha regalato il primo set.

Nel secondo parziale, ricadendo dal movimento del servizio, l’urlo della testa di serie numero 5 ha squarciato l’aria del Court 1: un problema al ginocchio destro, non meglio chiarito, l’ha costretta a chiamare un lungo medical time-out, e da quel momento, tra frequenti e plateali smorfie di dolore, il ritiro della principale pretendente al trono di Serena Williams è sembrato poter arrivare da un momento all’altro, alla fine di ogni singolo punto. Knapp, come spesso succede in questi casi, ha iniziato a provare un senso di smarrimento e a perdere di vista gli schemi che fin lì l’avevano spinta, ma la precarietà assoluta nelle movenze della sua avversaria le ha consentito di portarsi per due volte a servire per il match. Attanagliata dalla tensione e spiazzata dal teatrale comportamento altrui, l’italiana non è riuscita a chiudere, finendo invischiata in un tie break che ha rimesso temporaneamente in pista la bielorussa. Karin ha persino avuto a disposizione un match point, ma la comprensibile tendenza ad aspettare il crollo dell’avversaria ha prodotto l’effetto opposto a quello sperato: Vika, se può colpire da ferma, rimane una campionessa difficile da contrastare, e infatti, tirando alcuni vincenti griffati dalla sua inconfondibile firma, ha forzato l’incontro al terzo. La sua partita si è conclusa in quel momento, tuttavia: il malandato ginocchio l’ha abbandonata di nuovo, stavolta definitivamente, e nemmeno una supplica rivolta all’alto dei cieli nel secondo game l’ha potuta salvare. Sotto per quattro giochi a zero, l’allieva di Wim Fissette si è avvicinata alla rete, decidendo di stringere la mano a Knapp con qualche minuto d’anticipo.

Karin, apparsa comunque in netta ripresa, affronterà la lettone Anastasija Sevastova in un secondo turno molto aperto, che potrebbe in parte lenire le ferite del disastrato tennis italiano dopo questo traumatico avvio di Roland Garros.

E. Gulbis b. A. Seppi 6-3 7-5 6-4 (da Parigi, Antonio Garofalo)

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Sei su sei. Andreas Seppi completa il disastro azzurro al Roland Garros con tutti i nostri rappresentanti maschili estromessi al primo turno. E pensare che la terra è la nostra superficie preferita. Il campo 18 si trova praticamente al confine con la Svizzera e per accedervi e prendere posto sull’unico sediolino libero bisogna guadare il fiume umano che attende di entrare sul campo 17 per assistere all’imperdibile Dunque Marino-Gavrilova: per essere un martedì lavorativo diciamo che gli organizzatori non possono lamentarsi.

Non se ne dolga il nostro caro Andreas, le cui condizioni fisiche dobbiamo monitorare essendo l’altoatesino reduce da vari acciacchi (è rientrato a Roma dopo di mesi di stop), ma veder giocare Ernsts Gulbis è sempre un piacere. Un ragazzo, lo abbiamo detto e scritto fino alla noia, troppo ricco (dalla nascita) e bello per pretendere di essere anche continuo. Eppure proprio qui due anni fa lo abbiamo visto issarsi fino alle semifinali e alla top-10 prima di risprofondare nell’oblio e nel ranking che oggi dice incresciosamente numero 80.

Si scambia soprattutto sulla diagonale di rovescio dalla quale il lettone è il primo ad uscire sovente con mortiferi drop. Ottenuto il break nel quarto gioco però Gulbis avverte una fitta all’inguine e dopo appena 23 minuti il gioco è sospeso. Far arrivare medico e massaggiatore qui al confine del mondo è un problema e infatti il gioco riprende dopo uno stop di ben dodici minuti: ovviamente il più infreddolito è Andreas, Gulbis non pare menomato e si aggiudica il primo set.
Nel secondo parziale Seppi riesce ad essere più aggressivo ma in risposta non trova alcuna contromisura, le uniche palle break – tre e sprecate – risalgono al primo gioco dell’incontro. Un passaggio a vuoto nell’undicesimo gioco gli costa il set e di fatto la partita. Anche perché nel terzo set l’unico break sarà decisivo e un Gulbis stranamente attento e concentrato non concederà quasi nulla.

C. Giorgi b. A. Lim 6-3 6-2 (da Parigi, Antonio Garofalo)

Stat Giorgi-Lim

C’era molta curiosità di verificare dal vivo quali erano le condizioni di Camila Giorgi dopo i problemi fisici che l’avevano tenuta ferma dopo il torneo di Madrid e gli strascichi della infinita querelle con la federazione. Per la verità l’avversaria odierna, che indossa un’inguardabile salopette azzurra, è appena la numero 156 del mondo e calca questi palcoscenici solo grazie a wildcard dei nipotini di Monsieur Chauvin.
Sul piano tecnico ci sono almeno 2-3 categorie di differenza, tanto è superiore Camila soprattutto dal punto di vista dell’impatto e della profondità e pesantezza di palla.
La partita nella partita è quella che gioca, come al solito, papà Sergio a bordo campo seduto proprio dinanzi a noi con lo sparring Camila, subito dietro. È uno show quello di Sergio che ad ogni vincente della figlia le urla “Perfetto! Così la spinta! Grande!” o ancora “Si Nena! Bravissima” salvo poi voltarsi dietro e sussurrare “Non sta giocando bene, pero si sta muovendo bene”.

Come al solito Camila fa e disfa, vola via subito 4-1 sballottando la sua avversaria da una parte all’altra del campo, si fa risucchiare sul 4-3, ma cercando e trovando conforto nello sguardo del papà – “Grinta se ti manca la gamba” dice forse temendo le scorie della forzata inattività – spinta per il primo set. Al cambio campo Sergio si alza per scrutare gli spalti. “Non ci sono i gufi eh, non li vedo” e non è difficile immaginare a chi si riferisca…
Il secondo set ha più o meno lo stesso copione con l’azzurra che si porta avanti 3-0, si incarta in qualche errore di troppo fino al 3-2 quando pero tiene il servizio – “Meno male che ha tenuto questo game” commenta Sergio – in un gioco complicato, viatico per la vittoria finale.
Per la verità si nota anche qualche piccolo accorgimento tattico nel gioco di Camila, una seconda più lavorata – e infatti i doppi falli alla fine saranno solo 2 – e qualche cross di diritto a cercare più l’angolo che la potenza.

“Ha fatto solo due allenamenti, e con questo…tre!” ci racconterà un disponibilissimo Sergio Giorgi a fine match come potete ascoltare nell’audio in alto. “Sinceramente non credevo che Camila potesse giocare al Roland Garros, per tre settimane non ha servito, è un miracolo che sia qui”.
Intanto al secondo turno troverà la Bertens e non la Kerber e con tutte le altre azzurre impegnate già a casa anche i “gufi” evocati da Sergio dovranno rassegnarsi all’idea che Camila resti l’unica nota lieta del tennis italiano presente e futuro.

K. Mladenovic b. F. Schiavone 6-2 6-4 (da Parigi, Laura Guidobaldi)

Stat Schiavone Mladenovic

La leggenda del tennis transalpino Suzanne Lenglen, nata 117 anni fa, sarebbe stata contenta che, nel giorno del suo compleanno, una tennista francese fosse riuscita a vincere proprio sul suo campo a lei dedicato. Peccato che a farne le spese sia stata la nostra Francesca Schiavone, attuale n. 95 Wta, oggi fin troppo fallosa e lenta con le gambe, superata da Kristina Mladenovic (n. 30), per 6-2 6-4 in 1 ora e 27 minuti. La tennista francese si aggiudica un match in cui, a parte l’inizio del seecondo set, ha sempre dominato una Schiavone che non è mai riuscita a scaldarsi veramente, in una giornata ancora alquanto fresca.

Kiki comincia subito lanciatissima salendo rapidamente 3-1 e martellando il rovescio di Francesca soprattutto con il dritto a sventaglio. Particolarmente sfortunata con il servizio oggi l’azzurra a cui vengono chiamati in tutto ben 5 falli di piede. Francesca si avvicina sul 2-3 ma si ferma qui. Fallosa (13 i gratuiti alla fine del set) e tempestata dai fendenti della Mladenovic, cede il primo parziale per 6-3.
Nella seconda frazione la Leonessa cerca di ruggire e, dopo tre giochi combattuti ai vantaggi, riesce a staccare l’avversaria sul 3-0 e dopo aver salvato 4 palle break nel terzo game. Soluzioni pregevolissime da parte della milanese vengono supportate anche da qualche errore di troppo di Kiki che comincia a disunirsi. Ma il momento positivo dura poco. Kristina continua a martellare Francesca, spostandosi appena possibile sul dritto per affondare sul rovescio dell’avversaria. Dal canto suo, Francesca disputa due game troppo fallosi, disfando la bella tela costruita all’inizio del set. Kiki si avvicina sul 2-3. La Schiavo sale ancora 4-2 ma il destino dell’azzurra è segnato. Gli spettatori francesi acclamano a gran voce “Kiki! Kiki!” che si carica ancora di più riuscendo poi a chiudere per 6-2 6-4. La campionessa del Roland Garros 2010 ha tentato di variare il gioco e di intensificare l’aggressività ma i troppi gratuiti, la rigidità delle gambe e palle non sufficientemente profonde la portano inesorabilmente verso la sconfitta.

Alla fine del match di Francesca, una strana standing ovation omaggia la tennista azzurra. Cosa succede? Cogliendo di sorpresa tutto il mondo del tennis, l’account twitter del Roland Garros annuncia che sarà l’ultimo slam parigino disputato dalla Schiavone, lasciando così presagire il ritiro dalle competizioni da parte della campionessa 2010.Ma non è assolutamente vero!” ci rassicura la milanese “non so proprio perché lo abbiano detto. Non so cosa sia successo. Quando verrà il momento, ve lo dirò“.

[21] F. Lopez b. [LL] T. Fabbiano  6-4 6-4 3-6 6-2 (da Parigi, Roberto Dell’Olivo)

Secondo match in uno slam per il lucky loser  Fabbiano, dopo il primo turno degli US Open 2013, perso in tre set da Milos Raonic. Un match allora giocato a lungo alla pari, con un tie break, quello del secondo set, perso di misura 8-6. Ecco ora la buona gara di oggi contro la testa di serie numero 27 del torneo, lo spagnolo Feliciano Lopez.  Thomas ha perso anche questo suo esordio, nel main draw del Roland Garros, ma ha giocato un match di livello, ha portato a casa il primo set Slam della sua carriera, pagando alla fine la sua poca abitudine a match di questa intensità. Il pugliese ha iniziato molto concentrato, è lui per la verità a comandare  gli scambi, mettendo molta pressione, soprattutto con il diritto, ad un Lopez apparso molto nervoso. Le occhiate al suo box e le imprecazioni non mancano ad ogni affondo vincente dell’italiano. Thomas vince il servizio d’esordio e poi si procura subito due palle break, che Lopez spazza però via con due ace. Lo spagnolo stenta a trovare il tempo sulla palla, ma il merito è tutto di Fabbiano, numero 117 al mondo (best ranking 98 l’anno scorso).  Sul 3-3 ecco il break decisivo a favore di Lopez,  sempre più autorevole soprattutto al servizio. Finisce 6-4, così come il secondo set per lo spagnolo.

Partita finita? assolutamente no, Thomas non ha nulla da perdere e non perde fiducia nei suoi colpi, con qualche passante anche di rovescio da applausi che sorprende Feliciano, che subisce il break nel terzo set, tenuto con le unghie e con i denti fino alla fine,  6-3 per Fabbiano. È il primo set vinto da un italiano al Roland Garros 2016, dopo i netti ko di Bolelli, Vinci  Errani e Schiavone. E tanto basta per gioire almeno per un attimo. Il nostro rappresentante  continua  a fare partita anche all’inizio del quarto set, ma sul 2-2  cede il servizio e concede il lascia passare per il secondo turno a Feliciano Lopez. Non resta che sperare di rivedere Fabbiano almeno una terza volta in campo in uno Slam.  La prestazione odierna del pugliese è stata decisamente degna di un main draw.

[Q] C. Berlocq b. P. Lorenzi 6-3 6-0 6-2 (da Parigi, Roberto Dell’Olivo)

Una partita tutta in salita quella di Paolo Lorenzi al primo turno del Roland Garros contro l’argentino Berlocq, proveniente dalle qualificazioni. Nessun successo per  il toscano nei sei match disputati a Parigi, con sole 2 vittorie su 20 incontri negli slam. E dire che il primo break dell’incontro è stato proprio il suo. Poi d’incanto il nulla, l’argentino fa quello che vuole, diventa molto aggressivo, aiutato da Lorenzi che gioca corto e troppo poco sul suo diritto. Così, detto fatto, la situazione si ribalta, arriva il contro break per Berlocq, che chiude il primo set 6-3 in 31 minuti. Lorenzi va sempre più in confusione. Arriva qualche consiglio direttamente dal coach Galoppini: “Varia il servizio e quando puoi vai avanti”. Ma in realtà a rete si vede più spesso l’argentino che non dà scampo al nostro portacolori, numero 54 al mondo a poche posizioni dal best ranking (numero 49) ottenuto ancora nel 2013. Il secondo set non inizia nemmeno, per il toscano, addirittura sotto 6-0. In realtà si vede, Lorenzi non ci starebbe a perdere vorrebbe cercare di lottare, ma oggi proprio non ce n’è. Gli manca la confidenza, la sicurezza nel proprio gioco che l’aveva invece contraddistinto ad inizio stagione.  Si gioca sul campo 5, giusto attiguo al numero 4, dove si è appena consumato l’esordio di Fognini. La musica per gli italiani suona davvero male quest’anno al Roland Garros.

E non cambia nemmeno nel terzo set di Lorenzi. C’è subito il break di Berlocq. Paolo da 0-40 recupera, ma poi cede ai vantaggi. C’è ancora il tempo per una timida reazione, l’ultima, con il contro  break, poi Lorenzi si spegne definitivamente e per l’argentino, troppo in fiducia nei suoi colpi, diventa facile approfittare dell’occasione ed approdare al secondo turno.

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