Due ragazze turche hanno fatto storia, sono state le prime ad entrare in uno Slam

Interviste

Due ragazze turche hanno fatto storia, sono state le prime ad entrare in uno Slam

ROLAND GARROS 2016 – Cagla Buyukakcay e Ipek Soylu, 26 e 20 anni, fanno sognare un intero Paese che ha scoperto il tennis. Intervista esclusiva a Cagla Buyukakcay

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PARIGI – Ho fatto invano il tifo per Cagla Buyukakcay contro Anastasia Pavluychenkova questo mercoledì mattina – ragazzi sapeste che scioglilingua è stato per l’arbitro chiamarle oggi sul campo 16! già i francesi storpiano anche i cognomi semplici, figurarsi questi – ma la minuta Cagla, che avevo intervistato già lunedì quando aveva battuto Aliaksandra Sasnovich 5-7 7-6(2) 6-2, ha finito purtroppo per perdere 6-3 4-6 6-1 contro la russa testa di serie n.22.

Aveva già perso al primo turno, ma dopo essersi qualificata, Ipek Soylu. Adesso non mi resta che fare il tifo perché Cagla, n.83 WTA, guadagni un numero di punti sufficienti a consentirle di partecipare alle Olimpiadi: ha vinto 4 partite qui e una decina di pozioni dovrebbe poterle scalare. Ovviamente sarebbe la prima ragazza turca a fare ingresso in un tabellone olimpico. La Soylu invece non potrà farcela, è n.171. Ha perso al primo turno dall Razzano dopo aver vinto il primo set. Poi però si è sciolta come neve al sole: 4-6,6-1,6-0.

Avevo giocato 17 volte le qualificazioni di altrettanti Slam e non ce l’avevo mai fatta” – mi ha detto Cagla, una ragazza che dimostra meno dei 26 anni che ha, brunetta, carina, un sorriso dolce dolce e cortese ad accettare un’intervista dopo l’altra. Aveva vinto il torneo di Istanbul, in casa sua, anche se lei originariamente è di Adana, non lontana dal confine con il Libano e la Siria, circa 160 km. “Ma a 14 anni ci siamo trasferiti con tutta la famiglia a Istanbul perché c’erano altre “facilities”, migliori giocatori con cui allenarsi. Dove ero cresciuta in realtà era più facile arrivare al club, ce n’erano solo due con 10 campi ciascuno in terra rossa e cemento, ma erano campi in buone condizioni, una quindicina di minuti da casa. Un buon clima d’inverno, ma meno di 10 gradi, però molto ma molto caldo d’estate. Penso di essere stata fortunata a nascere e crescere lì. Siamo andati a Istanbul con la mia mamma e la mia sorella perché la mia sorella doveva andare all’università e quindi dovevamo andare lì. Avevo 14 anni e mi sono dovuta adattare alle diverse condizioni…non avevo un maestro per me, ma per un team di cinque sei ragazze. Il problema è che a Istanbul invece le distanze sono enormi: ora gioco nella parte europea della città, non troppo lontano da dove c’è lo stadio del Besiktas, il club si chiama Enka”.

Mi scrive il nome dell’altra tennista turca, Ipek Soylu (“Anche lei è di Adana… ha vinto il doppio junior all’US Open nel 2014”), con la mano sinistra e allora le dico.

Ma ti ho visto giocare, sei destra, non mancina…
Sorridendo: “Vero, faccio tante cosa da mancina ma non il tennis. Quando il maestro mi fece colpire le prime palle e avevo 6 anni, le presi meglio con la destra e allora è rimasto così…giocavo contro il muro, anche vicino casa…

Sarebbe stato magari un vantaggio se eri mancina, sai la storia di Nadal che era destro ma suo zio…
Sì sì la conosco, effettivamente forse sarebbe stato meglio…”

Hai avuto aiuti economici per continuare a giocare a tennis o ha fatto tutto la tua famiglia?
All’inizio avevamo trovato uno sponsor, poi è il ministero dello sport, il Governo…

Sei musulmana? Hai mai dovuto portare il velo?
Sì lo sono, ma siamo liberi di portarlo come no. Soltanto in due Paesi è obbligatorio, Arabia Saudita e Iran. Abbiamo qualche atleta che lo porta, ma nessuna tennista

Qual è il tuo obiettivo?
Beh il mio sogno è partecipare alle Olimpiadi, saprò dopo questo torneo forse se ce l’ho fatta o no. Nessun giocatore turco né uomo né donna ha mai giocato un torneo olimpico…Poi vorrei migliorare sempre in classifica…come tutti tennisti che sono qui del resto. Oggi sono n.83, e il mio best ranking è stato 82 la settimana scorsa…non voglio mettere limiti”.

Dicevi che nessun turco…è stato Ilhan (Marsel Ilhan è nato a Samarcanda in Uzbekistan 28 anni fa, ma abita a Istanbul anche lui) il migliore di sempre?
Sì, è arrivato a n.77 (nel 2015), siamo amici, seguiamo ciascuno i match dell’altro, c’è una buona comunicazione fra noi…

Perché hai scelto il tennis e non un altro sport?
“È stata mia madre a spingermi al tennis, lei non giocava allora, ora sì…avevo questa passione. Poi ho visto che nessuno nel mio Paese aveva fatto una carriera da professionista e mi misi in testa di provarci. E ce l’ho fatta”.

Qualche tennista in particolare ti ha ispirato?
No, guardavo tutti, uomini e donne. Nessuno più di un altro. Dietro ad ogni giocatore ha una storia dietro di lui e di lei”.

Qual è il tuo colpo migliore?
Il rovescio a due mani, ecco credo che la mia mano sinistra mi aiuti a renderlo più efficace

Debolezza?
Voglio migliorare a rete, le volée. Ma fin da junior ho sempre avuto tendenza a giocare da fondocampo e ad essere molto regolare

Hai fatto buoni risultati da junior allora?
No, perché non ho mai giocato tornei junior. Ho cominciato a fare direttamente tornei ITF Futures a 17 anni. Ho vinto qualche torneo da 10.000 euro…e il Governo con la Federazione Turca ha cominciato ad aiutarmi”.

Quali sono le tue migliori amiche nel circuito, ne hai?
Oh sì tante, molte della mia età ma non solo, Kovinic, Zanewska, Bacsinszky, anche Roberta Vinci che è sempre molto carina…Non ho conosciuto Flavia, ma Roberta mi ha ispirato con i suoi successi, mi ha fatto capire che si poteva diventare forti anche senza avere un grande fisico e troppi muscoli. Io sono un metro e 72, non un gigante…

Quando hai vinto recentemente il torneo di Istanbul che è successo nel tuo Paese?
Beh si sono entusiasmati tutti moltissimo. Tutti erano contentissimi e questo entusiasmo costituisce adesso una grande motivazione per me a fare sempre meglio. Ho ricevuto tantissimi messaggi di ragazzi e ragazze che mi hanno scritto di volersi dedicare al tennis. È bellissimo.”

Certamente un buon impulso alla popolarità del tennis in Turchia, insieme ai primi successi di Cagla Buyukakcay diventata un vero idolo nazionale nel giorno del trionfo a Istanbul, della Soylu e di Ilhan, l’ha dato il triennio in cui Istanbul ha ospitato le finali WTA, 2011-2013, prima che si trasferissero a Singapore dal 2014.

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